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Mulino La Forma, Sant’Andrea di Conza
Dopo il lancio su Facebook della ricerca-censimento «Masserie e Paesaggi d’Irpinia» iniziano a pervenire interessanti contributi da parte di lettori e cultori della materia. Titina Russoniello, originaria di Sant’Andrea di Conza e oggi impegnata al Formez di Roma, ci ha inviato un approfondito studio sul mulino ‘La Forma’ che prende il nome dalla zona in cui si trova, nel margine vallivo del centro abitato di Sant’Andrea. Si tratta di un mulino ad acqua, a ruota orizzontale, vincolato dalla Soprintendenza nel 1989 in seguito a uno studio e al rilievo architettonico svolto per il corso di Tecnologia della Facoltà di Architettura di Napoli. Risale probabilmente alla fine del 1700; in un disegno del ‘600 viene rappresentato un mulino nella zona ‘La Forma’ dove però ci sono i resti anche di altro mulino, quindi non abbiamo una data certa della costruzione iniziale. Attualmente i proprietari sono gli eredi Martino che abitano a Salerno; hanno di recente scritto al Comune di Sant’Andrea dC comunicando l’intenzione di voler vendere i ruderi. Il Mulino ‘La Forma’ presenta un’architettura davvero particolare che purtroppo si sta riducendo a rudere a causa di smottamenti e per l’azione erosiva di pioggia e gelo. Riportiamo di seguito alcuni testi, foto e disegni tratti dalla ricerca universitaria di Titina Russoniello a cui va il ringraziamento del nostro gruppo di ricerca.
Ricordiamo che nella prima decade di marzo 2018 terremo un primo convegno e la mostra delle prime ricerche pervenute. Siamo alla ricerca di uno sponsor per coprire le spese di stampa. Ulteriori materiali (testi, disegni, foto) di masserie, mulini, ruderi e paesaggi d’Irpinia vanno inviati al seguente indirizzo email: lucie.boissenin@gmail.com
Per seguire la pagina Facebook: https://www.facebook.com/masseriedirpinia/
dalla ricerca di Titina Russoniello: <<I mulini ad acqua rappresentano sicuramente una delle principali emergenze storiche nell’ambito territoriale del Comune di S.Andrea di Conza, nel solco di una tradizione basata su un numero rilevante di mulini attivati dalle acque della sorgente La Fonte, dal torrente Arso o da altri percorsi d’acqua esistenti nel territorio comunale. [Il mulino La Forma] è il sesto ed ultimo della serie dei mulini che venivano messi in movimento dalle acque della sorgente “La Fonte” e da quella del “Sambuco”. »
Fig.1 / I sette mulini di Sant’Andrea di Conza
Fig.2 / Spaccato assonometrico del mulino
« L’acqua dalla sorgente “La Fonte”, percorrendo terreni di altri proprietari ed alimentando i mulini, giunge nella “canala”, canale a cielo aperto posto su archi in pietra. Nella parte finale della “canala” è situata la “torre”, alta più di 7 mt., alla cui sommità è installata una griglia metallica per trattenere i materiali solidi grossolani che la corrente spesso trasportava. All’inizio della “canala” vi è una “paratoia” che il mugnaio, per azionare il mulino, utilizzava per deviare il percorso dell’acqua e per interromperne l’afflusso. La torre contiene al suo interno la “canna”, il pozzo che serviva a far aumentare la velocità dell’acqua. L’acqua cade nella “canna” della “torre”, e tramite un gocciolatoio, denominato “troppo pieno”, il mugnaio intuiva che la torre era piena di acqua e quindi poteva azionare il mulino. »
Fig.3 e 4 / La torre e la canala, foto storiche.
« Il mugnaio sollevava la piastra di ferro, posta alla base della canna della torre, con un paletto di legno, e l’acqua veniva fuori a grande velocità, andava a sbattere contro le palette delle ruote e le faceva girare. Le ruote, situate nel vano seminterrato del mulino, detto “lu ‘nfiern”, e posizionate centralmente occupando gran parte dello spazio lasciando praticabile solo il necessario per la manutenzione, erano collegate alle macine tramite un palo di legno verticale. Quindi, le ruote venivano azionate dall’acqua e di conseguenza facevano girare le macine. »
Fig.5 / Sezioni del mulino.
Si evidenzia la canna che permette la caduta dell’acqua nell’ « inferno » dove sono disposte le ruote.
« Il sistema molitorio è formato da due grosse e pesanti pietre di forma circolare ”palmenti o mole”, sovrapposte. Avevano uno spessore di circa 20 cm ed un diametro che variava tra i 120 e i 150 cm, ed erano composte da diversi blocchi di pietra tenuti insieme da cerchi metallici. La macina inferiore era fissa (e per questo detta “dormiente”), mentre la superiore, era più spessa al centro e rastremata verso l’esterno ed era quella che girava. […] La macina superiore “girante” aveva al centro un grosso foro, “l’occhio”, attraverso il quale passava il frumento proveniente dalla tramoggia. »
« La tramoggia (latino trimodia, misura di tre mogge) era una cassetta di legno a forma di un tronco di piramide rovesciato. L’ampia apertura superiore permetteva un facile carico e con la lieve pendenza delle parete favoriva una lenta discesa del frumento verso la bocca inferiore della scarico.La sua funzione è quella di versare il frumento nella macina. La caduta del frumento è inoltre mantenuta costante dall’azione di uno speciale bastoncino di legno, applicato sul fianco della tramoggia. Questo speciale dosatore, “la taccaredda”, era appoggiato con un’estremità sul piano della macina mobile e ne trasmetteva le vibrazioni prodotte dal movimento. Quando il frumento stava per finire, faceva un particolare frastuono segnalando al mugnaio che occorreva ricaricare la tramoggia. Per evitare che la dispersione della farina, le macine venivano rivestite con una cassa lignea di diametro superiore, la “tina”, che sorreggeva la tramoggia. »
Fig.6 / L’interno del mulino, foto storica.
Oggi anche se l’edificio è in buona parte ricoperto dalla vegetazione, si percepisce la presenza della « torre con il canale di derivazione che sovrasta il sistema di tre archi a tutto sesto in pietra squadrata. Questi presentano un notevole cedimento strutturale, evidenziato dal distaccamento dei conci di pietra e di altre zone dei pilastri. »
Fig.7 e 8 / Foto recenti del mulino.
« Le macine del mulino hanno smesso di sfarinare dopo la seconda guerra mondiale e, oggi, l’edificio rappresenta l’ultima testimonianza rimasta della secolare attività molitoria nel territorio di S.Andrea di Conza. Da allora non è mai stato fatto alcun intervento manutentivo e l’opera nel suo complesso, si trova in uno stato di abbandono pluriennale. Il mulino conserva ancora però parte delle sue peculiarità architettoniche e funzionali; tale caratteristica offre l’opportunità per un suo recupero, al fine di ripristinare il sito con le sue emergenze di archeologia industriale. »
Fig. 9 / Foto del 1989.
Fig.10 / Crolli visibili oggi;
Fig.11 / Il mulino La Forma, a nord del paese di Sant’Andrea di Conza
POST INERENTI ALTRI MULINI AD ACQUA in Irpinia
https://piccolipaesi.wordpress.com/2013/08/06/il-parco-mulino-corona-e-aperto/
sulla ricerca delle ‘Masserie’:
http://www.orticalab.it/L-Irpinia-dei-mulini-e-dei-casali
in ricordo di Gabriele Giorgio
Domenica 6 agosto 2017, è stato ricordato a Sant’Andrea di Conza l’amico Gabriele Giorgio con l’inaugurazione della Mostra dedicata ai 40 anni di attività del teatro e dell’estate culturale santandreana.
Seguono alcune note, sono ‘slides scritte’ che mi hanno aiutato a ricordare vividamente Gabriele; ci sono le foto della cerimonia tenuta nel palazzo dell’Episcopio, oggi sede municipale.
Contiamo nei prossimi mesi, durante i lavori della commissione di studio programmata dal Sindaco Pompeo D’Angola, di raccogliere in un album le foto e gli scritti di Gabriele.
Alcune notizie su Gabriele sono al seguente link: QUI
foto 1 – autostop
inizi del 1981, subito dopo il terremoto
unico a fermarsi
alfasud bianca
consigliere provinciale
la persona, la vivacità, gli occhi azzurri, la curiosità
foto 2 – viaggio a monteverde
mattina di primavera, in macchina con gabriele e fernando basile
il paese deserto
il castello diroccato
affacciarsi dalla torre – declamare versi al paese
comunicare che esiste bellezza nei luoghi minori
foto 3 – viaggio a spoleto
il festival dei due mondi
si parte senza programma, per capire come si organizza un evento
a notte fatta, cercando da dormire, a campello sul clitunno: la festa dell’unità
la capacità di raccontare, di fare amicizia, di stabilire relazioni
il pernottamento
foto 4 (album di foto) – viaggio in sicilia
si parte ancora senza programma, questa volta per una settimana
destinazioni: Erice e Gibellina
Erice: un piccolo paese vive ospitando scienziati da tutto il mondo durante l’anno
Gibellina: conosciamo Ludovico Corrao, sindaco, senatore, ci porta a visitare il cretto di Burri; ci illustra la sua idea di ricostruzione chiamando architetti ed artisti da tutta Europa
anche qui attori e studenti da tutto il mondo per le Orestiadi di Gibellina
Gabriele prende appunti, pensa a Sant’andrea dove ci sono spazi e strutture disponibili
Gabriele si raccontava in macchina, ricordava soprattutto quando ragazzo aderì al partito comunista; si rammaricava ancora per il fatto che diverse persone del paese gli sputassero dietro quando era giovane e camminava per il corso…
“… che ne sape il popolo, che ne sape”, era un suo ricorrente sospiro
amava fortemente questo nostro popolo, lo capiva e lo perdonava
foto 5 (e disegni) – la fornace, la ferrovia e il nuovo teatro
nei viaggi, l’idea di recuperare la vecchia fornace di sant’andrea,
con la sua ciminiera ed il suo forno,
ma anche con uno spazio coperto dove poter tenere eventi, un piccolo teatro.
Mi parlava spesso della Ferrovia, di De Sanctis,
della cura del ferro che serviva al sud e all’Italia.
Curò una bella pubblicazione nel 1997,
nel centenario dell’apertura della Avellino-Rocchetta.
Oggi la ferrovia è ritornata nell’immaginario collettivo di questa terra. E riapre.
E, al culmine della notorietà delle estati teatrali santandreane,
e alle relazioni stabilite con la famiglia di Bruno Cirino,
l’idea di un nuovo teatro coperto da realizzare a monte.
Gabriele passava con passione dal pensiero all’azione.
–
Le foto sono finite, ma non sbiadite; mai sbiadiranno.
Ringrazio nella memoria Gabriele, è stato amico e maestro.
Quando, dopo la laurea, ho dovuto scegliere, ho scelto di restare qui nei piccoli paesi della nostra Irpinia.
Ho scelto bene, grazie a Gabriele.
Sono certo che è stata una buona scelta anche per tutti noi che oggi ci ritroviamo qui a ricordare la passione, il contributo sociale, il pensiero, l’amore e l’azione politica di Gabriele Giorgio per S.Andrea e per l’Irpinia tutta.
angelo verderosa, 6 agosto 2017, sant’andrea di conza _ foto ricordo
JAZZ e WINE nell’ex Fornace di Sant’Andrea di Conza
S.Andrea Jazz Friends” presenta la 4° edizione della manifestazione “Jazz&Wine”, in svolgimento a Sant’Andrea di Conza, sabato 29 Dicembre prossimo dalle ore 21.00 .
La formula, ormai consolidata, è quella di un incontro tra passioni diverse in un’atmosfera rilassata e conviviale: l’eccellenza della produzione vitivinicola delle nostre terre che si coniuga alle migliori espressioni del Jazz, campano e non solo.
Le passate edizioni hanno visto incursioni in territori a noi attigui, il vulture ed il benventano senza tralasciare,ovviamente, le zone ad alta vocazione vinicola d’eccellenza dei territori d’iripina. Quest’anno la scelta è ricaduta su un’azienda relativamente giovane, CANTINE
RUSSO TAURASI che, nel 1999, da inizio al progetto di coltivare vitigni
autoctoni al 100% al fine di ottenere vini tipici ed unici, dalla forte personalità, espressione dell’identità del territorio irpino. “Macrì”, questo il nome dell’Aglianico che andremo a degustare, insieme a prodotti della tradizione gastronomica locale.
L’ensemble jazz nostra ospite è altresì rappresentativa del potenziale
artistico irpino: Lucia Colatrella Hammond Quartet è la reunion di musicisti
che trova nella giovane artista di Caposele,una delle prime musiciste a diplomarsi in Italia in Organo Hammond al Conservatorio di Salerno, il punto di incontro tra personalità affermate del panorama jazz. Peppe Plaitano sax tenore, Domenico Andria contrabasso, Stefano Tatafiore batteria questi gli altri componenti il quartetto che saprà emozionarci con
un repertorio di respiro internazionale. Rocco Cetrulo
Irpinia in Arte _invito
Invito i lettori di PICCOLI PAESI alla Mostra di Pittura in corso presso la ex Fornace di Sant’Andrea di Conza, fino al 28 Agosto 2011.
_da Lidia Altera – “IRPINIA IN ARTE 2011” _anteprima opere su Flickr a cura di IrpiniaTurismo
domenica 24 luglio
CAIRANO 7X – domenica 24 luglio – Festa Patronale di San Leone Magno
ore 11 – Festa religiosa con celebrazione della Santa Messa nella Chiesa Madre
ore 12 – Processione accompagnata dalla “Banda Città di Pescopagano”
ore 21 – Festa musicale sulla Terrazza Carissanum
La “Scuola di Cucina” nei “Giorni di San Leone” è a cura di Pompeo Limongiello, chef del Ristorante “L’Incanto” di Sant’Andrea di Conza