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Archive for gennaio 2018

SCARSA VELOCITA’

A giugno 2017 fu attivata la linea autobus da Avellino e Benevento (2 città capoluogo di provincia) per la stazione Alta Velocità di Afragola fresca di inaugurazione; in basso / finestra piccola, l’orario pubblicato da AIR a giugno scorso con collegamenti ogni ora circa (grande e giusti gli annunci propagandistici dell’epoca).

Finita la festa, da novembre 2017  i collegamenti AIR  per Avellino e Benevento sono stati ridotti al lumicino; chi scende ad Afragola rimane abbandonato nel deserto. Eppure sia Italo che Trenitalia effettuano numerosissime fermate.

Di seguito i nuovi, scarsi e inadeguati orari: tra le 8 di mattina e le 7 di sera nessun collegamento bus; nei giorni festivi solo 2 collegamenti alle 7 di mattina e alle 7 di sera…  

Spendiamo 100 milioni di euro per la nuova stazione e non ci sono autobus per raggiungerla.

Questa purtroppo la politica dei trasporti in Campania. Funiculì / Funicolà.

Altro che reti, altro che turismo, qui mancano i servizi fondamentali.

GLI ANNUNCI DI GIUGNO 2017

air orario autobus avellino afragola alta velocità.png

 

dal 26 NOVEMBRE 2017                                                                                        img487

Written by A_ve

31 gennaio 2018 at 12:58

Pubblicato su Varie

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Occhi di cielo azzurro d’Irpinia

22 gennaio 2018 _

Il nostro carissimo amico e socio del Touring Club Italiano, Pietro Di Leo, di Guardia Lombardi -Pierino per noi tutti-, detto “occhi di cielo azzurro d’Irpinia”, dopo un mese di acuta sofferenza è volato in cielo poco fa.
Fin dal primo giorno della costituzione del nostro CdT ‘Paesi d’Irpinia’ Pierino ne è stato parte attiva e integrante. Memorabili le giornate da lui meticolosamente e generosamente organizzate a Guardia, riuscitissime e di cui conserviamo viva e felice memoria. Giornate non solo gioiose ma di analisi, di programma e di speranza per questa nostra bella terra.
Ricordiamolo con le belle foto e i sorrisi della prima giornata promossa a Guardia nel novembre 2015; oltre le foto c’è il testo da lui scritto per l’apertura della manifestazione. E impegniamoci tutti per il sogno di Pierino: portare un significativo riconoscimento di promozione turistica, possibilmente del Touring, a Guardia Lombardi.

Pietro Di Leo.jpg

 

Mulino La Forma, Sant’Andrea di Conza

Dopo il lancio su Facebook della ricerca-censimento «Masserie e Paesaggi d’Irpinia» iniziano a pervenire interessanti contributi da parte di lettori e cultori della materia. Titina Russoniello, originaria di Sant’Andrea di Conza e oggi impegnata al Formez di Roma, ci ha inviato un approfondito studio sul mulino ‘La Forma’ che prende il nome dalla zona in cui si trova, nel margine vallivo del centro abitato di Sant’Andrea. Si tratta di un mulino ad acqua, a ruota orizzontale, vincolato dalla Soprintendenza nel 1989 in seguito a uno studio e al rilievo architettonico svolto per il corso di Tecnologia della Facoltà di Architettura di Napoli.  Risale probabilmente alla fine del 1700; in un disegno del ‘600 viene rappresentato un mulino nella zona ‘La Forma’ dove però ci sono i resti anche di altro mulino, quindi non abbiamo una data certa della costruzione iniziale.  Attualmente i proprietari sono gli eredi Martino che abitano a Salerno; hanno di recente scritto al Comune di Sant’Andrea dC comunicando l’intenzione di voler vendere i ruderi.  Il Mulino ‘La Forma’ presenta un’architettura davvero particolare che purtroppo si sta riducendo a rudere a causa di smottamenti e per l’azione erosiva di pioggia e gelo. Riportiamo di seguito alcuni testi, foto e disegni tratti dalla ricerca universitaria di Titina Russoniello a cui va il ringraziamento del nostro gruppo di ricerca.

Ricordiamo che nella prima decade di marzo 2018 terremo un primo convegno e la mostra delle prime ricerche pervenute. Siamo alla ricerca di uno sponsor per coprire le spese di stampa.  Ulteriori materiali (testi, disegni, foto) di masserie, mulini, ruderi e paesaggi d’Irpinia vanno inviati al seguente indirizzo email:  lucie.boissenin@gmail.com

Per seguire la pagina Facebook: https://www.facebook.com/masseriedirpinia/

 


dalla ricerca di Titina Russoniello:  <<I mulini ad acqua rappresentano sicuramente una delle principali emergenze storiche nell’ambito territoriale del Comune di S.Andrea di Conza, nel solco di una tradizione basata su un numero rilevante di mulini attivati dalle acque della sorgente La Fonte, dal torrente Arso o da altri percorsi d’acqua esistenti nel territorio comunale. [Il mulino La Forma] è il sesto ed ultimo della serie dei mulini che venivano messi in movimento dalle acque della sorgente “La Fonte” e da quella del “Sambuco”. »

mappa_sant_andrea.jpgFig.1 / I sette mulini di Sant’Andrea di Conza

assonometriaFig.2 / Spaccato assonometrico del mulino

« L’acqua dalla sorgente “La Fonte”, percorrendo terreni di altri proprietari ed alimentando i mulini, giunge nella “canala”, canale a cielo aperto posto su archi in pietra. Nella parte finale della “canala” è situata la “torre”, alta più di 7 mt., alla cui sommità è installata una griglia metallica per trattenere i materiali solidi grossolani che la corrente spesso trasportava. All’inizio della “canala” vi è una “paratoia” che il mugnaio, per azionare il mulino, utilizzava per deviare il percorso dell’acqua e per interromperne l’afflusso. La torre contiene al suo interno la “canna”, il pozzo che serviva a far aumentare la velocità dell’acqua. L’acqua cade nella “canna” della “torre”, e tramite un gocciolatoio, denominato “troppo pieno”, il mugnaio intuiva che la torre era piena di acqua e quindi poteva azionare il mulino. »

Fig.3 e 4 / La torre e la canala, foto storiche.

« Il mugnaio sollevava la piastra di ferro, posta alla base della canna della torre, con un paletto di legno, e l’acqua veniva fuori a grande velocità, andava a sbattere contro le palette delle ruote e le faceva girare. Le ruote, situate nel vano seminterrato del mulino, detto “lu ‘nfiern”, e posizionate centralmente occupando gran parte dello spazio lasciando praticabile solo il necessario per la manutenzione, erano collegate alle macine tramite un palo di legno verticale. Quindi, le ruote venivano azionate dall’acqua e di conseguenza facevano girare le macine. »

Fig.5 / Sezioni del mulino.
Si evidenzia la canna che permette la caduta dell’acqua nell’ « inferno » dove sono disposte le ruote.

« Il sistema molitorio è formato da due grosse e pesanti pietre di forma circolare ”palmenti o mole”, sovrapposte. Avevano uno spessore di circa 20 cm ed un diametro che variava tra i 120 e i 150 cm, ed erano composte da diversi blocchi di pietra tenuti insieme da cerchi metallici. La macina inferiore era fissa (e per questo detta “dormiente”), mentre la superiore, era più spessa al centro e rastremata verso l’esterno ed era quella che girava. […] La macina superiore “girante” aveva al centro un grosso foro, “l’occhio”, attraverso il quale passava il frumento proveniente dalla tramoggia. »

interno_mulino

 

« La tramoggia (latino trimodia, misura di tre mogge) era una cassetta di legno a forma di un tronco di piramide rovesciato.  L’ampia apertura superiore permetteva un facile carico e con la lieve pendenza delle parete favoriva una lenta discesa del frumento verso la bocca inferiore della scarico.La sua funzione è quella di versare il frumento nella macina. La caduta del frumento è inoltre mantenuta costante dall’azione di uno speciale bastoncino di legno, applicato sul fianco della tramoggia. Questo speciale dosatore, “la taccaredda”, era appoggiato con un’estremità sul piano della macina mobile e ne trasmetteva le vibrazioni prodotte dal movimento. Quando il frumento stava per finire, faceva un particolare frastuono segnalando al mugnaio che occorreva ricaricare la tramoggia. Per evitare che la dispersione della farina, le macine venivano rivestite con una cassa lignea di diametro superiore, la “tina”, che sorreggeva la tramoggia. »

Fig.6 / L’interno del mulino, foto storica.

Oggi anche se l’edificio è in buona parte ricoperto dalla vegetazione, si percepisce la presenza della « torre con il canale di derivazione che sovrasta il sistema di tre archi a tutto sesto in pietra squadrata. Questi presentano un notevole cedimento strutturale, evidenziato dal distaccamento dei conci di pietra e di altre zone dei pilastri. »

 

Fig.7 e 8 / Foto recenti del mulino.

« Le macine del mulino hanno smesso di sfarinare dopo la seconda guerra mondiale e, oggi, l’edificio rappresenta l’ultima testimonianza rimasta della secolare attività molitoria nel territorio di S.Andrea di Conza. Da allora non è mai stato fatto alcun intervento manutentivo e l’opera nel suo complesso, si trova in uno stato di abbandono pluriennale. Il mulino conserva ancora però parte delle sue peculiarità architettoniche e funzionali; tale caratteristica offre l’opportunità per un suo recupero, al fine di ripristinare il sito con le sue emergenze di archeologia industriale. »

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Fig. 9 / Foto del 1989.

 

Fig.10 / Crolli visibili oggi;

 

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Fig.11 / Il mulino La Forma, a nord del paese di Sant’Andrea di Conza

 

POST INERENTI ALTRI MULINI AD ACQUA in Irpinia

https://piccolipaesi.wordpress.com/2012/05/14/video-lantico-mulino-ad-acqua-della-famiglia-rufolo-ad-oliveto-citra/

https://piccolipaesi.wordpress.com/2013/08/06/il-parco-mulino-corona-e-aperto/

sulla ricerca delle ‘Masserie’:

http://www.orticalab.it/L-Irpinia-dei-mulini-e-dei-casali

 

 

 

 

 

 

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