Archive for luglio 2011
COME TO CAIRANO FOR THE ‘RUPE IN FESTA’
COME TO CAIRANO FOR THE ‘RUPE IN FESTA’ 5-6-7 august 2011
Travelers, curious pilgrims and guests can stay in village homes in Cairano made available by the town’s 300 inhabitants and about 3000 Cairanesi living abroad.
Catering is provided by the women of Cairano and the chefs of “The Mesali” a true Irpinian ‘transumanza gastronomic’ experience.
Reception and logistics are taken care of by young adult members of Cairano’s Pro Loco or Chamber of Commerce.
IRISBUS, 40 anni di speranza e di lavoro _ di Paolo Saggese
1973 – 2011 Quarant’anni di speranza e di lavoro _ _ _ di Paolo Saggese
L’Irisbus di Flumeri ha quarant’anni, ma sembra in questi giorni dimostrarne molti di più. Rischia il “prepensionamento”, rischia la precarietà, la flessibilità, la chiusura.
Questi rischi allarmano e deprimono, perché dietro i numeri ci sono le storie di migliaia di persone, di famiglie di lavoratori, di bambini, di donne, di chi ha lavorato e chiede solo di poter lavorare. Questa storia ha avuto inizio quarant’anni fa, come ha raccontato in modo appassionato Cesare Ianniciello in un libro, di cui abbiamo già parlato su queste colonne, un interessante e sentito diario – inchiesta edito per i tipi della Sellino editore, con una prefazione limpida ed acuta di Generoso Picone: “Fiat Val d’Ufita, autobiografia di un quadro irpino” (Avellino, 2007).
Con estremo equilibrio, dunque, l’autore descrive la vita dello stabilimento Iveco di Val d’Ufita, e quindi la sua esistenza, di giovane avvocato, che entra in Fiat, e che, sin dall’inizio – settembre 1978 – fa propri gli interessi dell’azienda al punto da dedicarle la vita lavorativa, da responsabile del personale e dei rapporti sindacali, sino a quando, per vicende interne e per conflitti legati proprio a contrattazioni sindacali, viene emarginato e costretto al ritiro.
Pasolini e le lucciole
Pasolini e le lucciole _ _ _ di ANTONIO GUERRIERO *
Vi siete mai incamminati all’imbrunire lungo le valli del Calore, dell’Ufita, dell’Ofanto o del Sele ? Vi potrà capitare di assistere incantati ad un fenomeno sorprendente, all’improvviso migliaia di puntini luminosi vi avvolgeranno trasformando magicamente la notte con le loro fiammelle tremolanti. Queste luci vi trasporteranno in un mondo dove l’uomo era in equilibrio con la natura e ne percepiva il respiro e la potenza.
Pasolini utilizzò in alcuni articoli l’immagine dell’improvvisa scomparsa delle lucciole come simbolo della omologazione culturale della modernità e della perdita di questo incanto per l’avvento della tecnologia e di una civiltà che ha distrutto l’ambiente rendendoci più soli ed insicuri.
Quando Pasolini nel 1959, accompagnato da Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, vide il Laceno di Bagnoli Irpino vi ritrovò questo mondo incontaminato e pensò di sostituire le lucciole e le lanterne che fino ad allora avevano illuminato il laghetto al centro di questo splendido altopiano con le luci di un’importante rassegna cinematografica neorealista.
videoclip da 7x
in video-streaming da Cairano 7x oggi venerdì 29 luglio 0re 17 videoclip di introduzione al convegno ‘quale futuro per i piccoli paesi’
UN DESTINO ANTICO E BELLO CI CHIAMA
di ROSSANA CETTA _ Mi ritrovo con piacere in questa comunità/blog “piccolipaesi” che un po’ di tempo fa si definiva provvisoria e che ora pare invece definita intorno ad un grandioso progetto comune: limitare il fenomeno dell’abbandono e della perdita dell’ identità culturale delle nostre comunità. È un progetto grandioso perché solletica l’orgoglio del luogo nelle anime sensibili e riaccende la speranza di favorire, finalmente, la progettazione comune tra amministratori locali, soggetti economici, associazioni di liberi cittadini in una prospettiva di politica partecipata.
Se ho ben capito, al capezzale dei piccoli paesi moribondi non rimaniamo che noi, i nostalgici del buon tempo antico, quelli che quando il gran sonno avvolse l’Italia del Sud e l’uomo del volgo ignorò ogni cosa affidandosi al politico più maneggione e l’intelligente distorse la storia gettando nel sepolcreto finanche la coscienza di sé (di qui la vergogna e il disprezzo per la propria terra), hanno continuato a sognare, malgrado tutto, anche quando tutt’intorno si faceva impunemente scempio della cultura locale.
Il CANE Ferroviere e l’ultimo sacrificio in nome dell’AMICIZIA
di GIOVANNI VENTRE _ Questa storia realmente accaduta a Rocchetta Sant’Antonio, terminale della ferrovia Avellino Rocchetta in terra di Puglia. Nei giorni scorsi sui binari si è consumata una tragedia che mi ha commosso e allo stesso tempo scosso. I ferrovieri avevano “adottato” un bellissimo cane, il quale, sembrava aver imparato gli orari di arrivo e partenza dei treni , oltre al capo stazione era sempre lì ad accogliere convogli e passeggeri. Negli ultimi tempi a questo splendido animale si era unito un dalmata, i due erano diventati inseparabili, erano due ora gli animali ferrovieri alla stazione di Rocchetta. L’altro giorno, il dalmata è rimasto incastrato con la zampa in uno scambio e l’amico cane ha cercato di aiutarlo ad allontanarsi dai binari. Il treno Proveniente da potenza avanzava lento ed inesorable, il macchinista accortosi che nonsarebbe riuscito a fermare la macchina ha iniziato a suonare a tutto spiano, non sapendo che l’animale era bloccato e non poteva allontanarsi dal suo destino. Ebbene, il cane ferroviere è rimasto accanto all’ amico, nonostante avesse la possibilità di allontanarsi e purtroppo il treno li ha travolti insieme. Che dire, un vero amico fino all’ultimo.
LA VALLE BLEU…
La valle bleu… di Vito De Nicola
“C’è stato sicuramente un tempo in cui la valle dell’Ophanto è stata completamente blu. Le rocce, gli alberi, la terra con i sassi e gli animali che ci vivevano. Non c’erano ancora i paesi sulle colline, né le strade, la ferrovia, le aree industriali e i pali dell’Enel e del telefono o il grande serpentone dell’acquedotto pugliese con le sue gallerie sotterranee di acqua limpida e fredda che corre silenziosa fino alle terre arse del Salento. Non c’era neanche Santa Maria in Elce e Pietrapalomba, e le argille dei valloni erano azzurro cupo. Era il blu del mare profondo che sommerge le ostriche e i pesci, le sabbie, le alghe e le foreste di coralli.
PICCOLI PAESI, presentazione del convegno
5.000 piccoli paesi in Italia, al di sotto dei 5.000 abitanti, stanno rapidamente scomparendo; circa la metà sono ubicati lungo la dorsale appenninica. Lo spopolamento è dovuto a ragioni varie e antiche, all’attrazione esercitata dalle grandi città dislocate lungo le coste italiane, alla difficoltà di lavorazione dei terreni agricoli collinari e montani, alla mancanza di adeguate viabilità e infrastrutture. Soprattutto si è registrato negli ultimi 30 anni la totale mancanza di un’adeguata attenzione da parte della politica governativa italiana. La legge per i piccoli comuni è ancora ferma nell’agenda parlamentare.
Ne constatiamo gli effetti anche nella nostra provincia dove ben 100 comuni su 119 sono al disotto dei 5.000 abitanti. Di fronte alla crisi economica generale vengono chiusi gli ospedali, soppresse le scuole, tagliate le ferrovie e i trasporti pubblici.
IRISBUS, nel dramma la comicità e la pazzia
Irisbus, nel dramma la comicità delle dichiarazioni di tutti i politici, rappresentanti istituzionali e sindacalisti: tutti esenti da responsabilità, tutti pronti al tutto che equivale al nulla, tutti bravi a dispensare ricette. Peccato che mancano gli ingredienti, le dosi e la “passione”. E’ un ciclo, tutto cambia, tutto si evolve, si è ad un punto di non ritorno: salviamo il salvabile e sforziamoci di immaginare e “prevenire” altre simili gravità. Il paese è al limite, vincoli economici impongono strette su tutto, un’azienda non equivale ad una “una tantum” come il caso delle quote latte, risolvere il problema oggi con un flusso finanziario enorme significherebbe soltanto rinviare il problema. Fiat ha detto: “datemi i soldi com’è stato finora e continuo a tenere lo stabilimento aperto”.