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IL CAMMINO DI GUGLIELMO _ sabato 13 maggio 2023 _ XII anno.

Written by A_ve

28 aprile 2023 at 10:24

IL CAMMINO DI GUGLIELMO 2021 _ 10° anno

Il Cammino di Guglielmo _ 10° anno.

A cura del CdT ‘Paesi d’Irpinia’ del Touring Club Italiano, con la guida del Club Alpino Italiano, e con la partecipazione di Irpinia 7x, ProLoco Lioni, Irpinia Trekking, Info-Irpinia, Piccoli Paesi.

Domenica 13 giugno 2021 _

Percorso montano, difficoltà media. Consigliate scarpe da trekking (antiscivolo), cappello di protezione solare, occhiali da sole, crema solare, acqua, colazione al sacco e pantaloni lunghi.

ore 7,45 _ Appuntamento dinanzi all’Abbazia del Goleto per lasciare lì parte delle macchine. Posizione: https://goo.gl/maps/N2TT9vYongnRbENQ8

ore 8,30 _ Appuntamento a Lago Laceno, dinanzi alla Grotta di San Guglielmo. Posizione: https://goo.gl/maps/SyJxbCVF3zg9aV8e6

Visita della grotta dove dimorò l’eremita Guglielmo prima della fondazione dell’abbazia del Goleto

ore 9,00 _ Partenza in direzione del Goleto.

ore 11,40 _ Sosta breve in località montana ‘Pozzo di San Guglielmo’.

ore 12,30 _ Sosta colazione al sacco (portarsi almeno un panino, frutta e acqua); in punto apicale del percorso con ampio panorama sull’alta valle dell’Ofanto; in località prossima a ‘Castelpagano’.

ore 13,30 _ Arrivo previsto alla Fontana di Marcantonio dove all’occorrenza ci si potrà fermare e proseguire fino al Goleto con auto di propri amici (fornire posizione seguente). Posizione: https://goo.gl/maps/TDsnzvuVkPyNpzAs9

ore 14,20 _ Arrivo previsto alla sede CAI in località frazione di Nusco; rinfresco a cura del CAI; possibile utilizzo di wc e doccia. Da qui, alle 15 circa (per i più resistenti), si riparte verso il Goleto (restano circa un’ora e mezzo di cammino su stradine asfaltate); presso la sede CAI potranno aggiungersi camminatori che intendono partecipare all’ultima parte del cammino. Posizione: https://goo.gl/maps/7PniDpVzLHexJnYL9

ore 17,00 (circa) _ Arrivo all’Abbazia del Goleto: saluto di accoglienza da parte dei Piccoli Fratelli di Charles De Foucauld, custodi dell’Abbazia.

Omaggio a Guglielmo e visita dell’Abbazia. La Santa Messa inizierà alle ore 18 nella chiesa a cielo aperto.

Eventuali aggiornamenti saranno pubblicati qui e sulla pagine Facebook di Piccoli Paesi e del Club di Territorio ‘Paesi d’Irpinia’ / Touring Club Italiano.

SCHEDA TECNICA a cura del CLUB ALPINO ITALIANO, sezione di Avellino; referente per i soci CAI e direttori dell’escursione : Giovanni Rosato, da Fontanarosa e Giovanni Di Grezia.

Raduno a Lago Laceno, Grotta di San Guglielmo ore 8,30 _ partenza ore 9,00

Quota di partenza:  1027 mt

Dislivello in salita:    310 mt

Dislivello in discesa: 640 mt

Distanza: km 13,00 (tratto montano) + 9,00 circa

Difficoltà: E + T

Tempo di percorrenza: ore 5,00 + 2,30

Il tracciato è di tipo escursionistico da percorrere con scarponi ed equipaggiamento da trekking, senza incontrare particolari difficoltà.

Dalla grotta di San Guglielmo (1027 mt), sul pianoro del Lago Laceno, si procede per breve tratto lungo la strada per Ponte Scaffa e tagliando la pianura su sentiero inerbito, si giunge a Pezze Santa Maria per imboccare il sentiero CAI 112 (km 2,2).

Si continua su sterrata agile e in leggera salita, per giungere alla località Pozzo di San Guglielmo a quota (1314) dove è una piccola fontana seminterrata.

Da qui si prosegue per un breve tratto su strada asfaltata verso Est  in direzione Valle Rotonda  per imboccare il sentiero CAI; percorso in un fitto bosco di faggio per giungere in zona panoramica e poi piegare a valle verso la fonte Lagariello e quindi sempre in discesa, attraversando ampi castagneti, si giunge alla Fontana di Marcantonio

Da qui il percorso è tutto su stradine asfaltate fino alla Sede del CAI di Nusco dove ci sarà una sosta e un rinfresco. Il Cammino riprenderà subito dopo per raggiungere insieme l’Abbazia del Goleto.

ATTENZIONE: la manifestazione è libera e gratuita; non vi sono prenotazioni da fare, nè quote associative da versare. La camminata è auto-convocata, non vi sono coperture assicurative (tranne per i soci del CAI e del Touring); ognuno è responsabile di sè stesso. Ogni partecipante è tenuto all’obbligo di rispettare la normativa anti-covid vigente. Non ci sono numeri telefonici da contattare. Basta presentarsi puntuali domenica 13 al punto di partenza (Lago Laceno); per recuperare le macchine, ognuno provveda accordandosi con altri camminatori.

Se ci si organizza almeno con due auto, se ne può lasciare la prima al Goleto e la seconda a Laceno; quando si arriverà nel pomeriggio al Goleto, con la macchina lasciata lì la mattina, si potrà andare a recuperare l’auto lasciata a Laceno; l’ideale è quindi organizzarsi in gruppi di 4 persone, due per ogni auto. Oppure arrivare puntuali dinanzi all’Abbazia del Goleto alle 7,45 e formare lì gli equipaggi con auto.

Eventuali aggiornamenti saranno pubblicati qui e sulla pagine Facebook di Piccoli Paesi e del Club di Territorio ‘Paesi d’Irpinia’ / Touring Club Italiano.

DETTAGLIO DEL CAMMINO, TRATTO MATTUTINO

GUGLIELMO raggiunse il monte Laceno, sul territorio di Bagnoli Irpino, allora coperto da una densa foresta, con l’eccezione di un pianoro attraversato da un torrente, ove furono costruite le singole capanne (“tuguria”) dei sei eremiti. Ma il clima era così rigido e il vitto così scarso che in breve i soci si allontanarono; G. al contrario perseverò nella sua scelta. Di nuovo fu visitato da Giovanni da Matera, che volle fermarsi per qualche tempo, e i due ebbero la grazia di vedere Gesù Cristo in vesti candide come la neve, che impose loro di allontanarsi dal monte in quanto la loro opera era necessaria in altre contrade.

Abbandonato il Laceno, i due eremiti si divisero: Giovanni si recò sul monte Gargano, mentre Guglielmo si stabilì sul monte Cognato (Serra Cognata) alla destra del Basento, nelle vicinanze di Tricarico e di Pietrapertosa.  Ben presto però egli si allontanò dal luogo, ove era operante una piccola comunità a lui legata, per raggiungere il centro di “Munticulum”, lungo il corso dell’Ofanto, ove costruì tra 1133 e 1134, con l’aiuto del signore del luogo e con il beneplacito del vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi, un cenobio dedicato al Salvatore, che in seguito fu denominato S. Salvatore al Goleto.

L’idea era quella di innalzare un doppio chiostro, in cui ospitare uomini e donne, che avevano effettuato una scelta religiosa di vita; tuttavia dal testo della Legenda sembra di arguire che le religiose fossero in numero più elevato. In ogni caso va sottolineata la novità di erigere un doppio chiostro, decisione che inserisce Guglielmo tra i riformatori monastici più aperti del XII secolo e lo toglie dalle angustie della dimensione locale, in cui una storiografia di tradizione esclusivamente monastica lo aveva inserito.

Dopo essere rimasto per otto anni al Goleto, G., ammalatosi, volle essere deposto davanti alla croce e nella notte del 24 giugno 1142 spirò. Il suo corpo rimase in quel monastero sino al 1807, quando fu trasferito nell’abbazia di Montevergine.

LEGGI IL TESTO DI GERARDO TRONCONE SU GUGLIELMO, primo pellegrino del sud Italia

https://piccolipaesi.files.wordpress.com/2016/07/guglielmo-primo-pellegrino-del-sud-italia.pdf

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VUOI SAPERNE DI PIU’ SUL CAMMINO DI GUGLIELMO ? Sfoglia i post al seguente link, guarda le foto e le mappe

https://piccolipaesi.wordpress.com/category/il-cammino-di-guglielmo/

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MASSERIE e PAESAGGI d’IRPINIA

Una giornata di ascolto dedicata al nostro territorio / Avvio del censimento delle masserie e dei paesaggi d’Irpinia per una Carta della tutela e della valorizzazione. Convegno. Mostra. Dibattito. Degustazioni. Partecipano: architetti, agricoltori, produttori, docenti, artisti, cultori della materia del restauro e del paesaggio. Posti esauriti, restano in vigore le prenotazioni già effettuate previa conferma a mezzo e.mail. All’ingresso della sala convegni sarà richiesto il pass. Dato l’alto numero di richieste pervenute, il convegno sarà replicato il 14 luglio 2018 nell’ambito del Master CasaClima-BioArchitettura, in Alta Irpinia.001.png002.png003.png

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Informazioni 

tel / w.app +39 391 7916692

pagina FB https://www.facebook.com/masseriedirpinia/

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Ordine Architetti PPC della Provincia di Avellino

Irpinia 7x

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Touring Club Italiano / Paesi d’Irpinia

Info Irpinia

Giovomel

e con

DiArch Università di Napoli

Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino

Il Convegno in sintesi

 

In mattinata saranno trattati i temi dell’architettura rurale da recuperare (contenitori storici e mnemonici); nel pomeriggio maggiormente i temi del territorio, del paesaggio e dell’agricoltura: non ci potrà essere recupero senza una domanda. Analisi di esempi virtuosi finora attuati, cantine, b&b, osterie gourmet.

Obiettivo del convegno: innescare possibili relazioni tra i monumenti rurali in stato di abbandono ed imprenditori, neo-agricoltori, istituzioni, coloro che sono alla ricerca di sostanza e di immagine per promuovere prodotti ed obiettivi.

Beneficio per il territorio: conoscenza, cultura, conservazione e tutela del patrimionio storico e architettonico. Messa in rete.. Visita attraverso percorsi ciclabili, possibilità di abitare o acquistare prodotti locali in una masseria.

Azione: avvio del censimento delle masserie e dei paesaggi rurali in Irpinia. Carta delle masserie e dei paesaggi.

micro spot

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QUALE MEZZOGIORNO SENZA AUTOBUS (e pensiline) ?

SEGUONO I CONTRIBUTI PERVENUTI PER IL CONVEGNO DI SABATO 26 nov. 2016 ad Avellino: Quale Mezzogiorno per il XXI sec. ?

angelo verderosa

amedeo trezza

info irpinia / francesco celli / roberta marzullo

fernanda ruggiero

giuseppe di leo

marianna venuti

mario marciano

pasquale persico

messaggi vari

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QUALE MEZZOGIORNO SENZA AUTOBUS (e pensiline) ? _ angelo verderosa

Parlare di Mezzogiorno al convegno di Radio Radicale, seppure nei 3 minuti a disposizione, significa anche analizzare e denunciare (testimoniare) alcuni deficit macroscopici che ci impediscono di vivere civilmente in questa terra d’Irpinia, dove siamo oggi. In 3 minuti si può parlare di un solo argomento; l’occasione mi è data dal disagio che ho provato (come cittadino) ieri sera quando sono andato a prendere alla fermata autobus dell’Air (a Montella) il giornalista di Radio Radicale Di Leo, proveniente da Roma, oggi conduttore della trasmissione.

Grazie alla pausa di tregua che ci dà la situazione eolico (emergenza paesaggio subita da territorio e cittadini), volevo stasera invitarvi ad una unica riflessione sul sistema dei trasporti pubblici in Irpinia (autobus, visto che la ferrovia è in attesa di ristrutturazione). La Regione Campania continua a tagliare i km./anno per la provincia di Avellino; vengono tagliate le tratte dei piccoli paesi dell’interno (con pochi utenti); chi arriva ad Avellino resta in sostanza bloccato lì. I ragazzi li vedi per strada e in autostop o sono parenti e genitori a fare la spola con Avellino con mezzi propri; chi va via per lavoro o per studio torna sempre meno nei paesi d’origine; da Roma a Napoli (200 km.) ci metti 1 ora; da Napoli ad Avellino (50 km.) ci metti 50 minuti; da Avellino a Lioni o a Calitri ci vogliono oltre 2 ore con ‘air’. Per alcuni paesi di confine come Senerchia, Aquilonia, Monteverde, Trevico, Zungoli, tra cambi e attese ci vogliono 3 ore. Quanto impiega l’alta velocità da Roma a Milano… Col taglio del welfare (stato sociale) che attua sistematicamente il governo Renzi in continuità con quello di Monti, non c’è più speranza di sopravvivenza per le piccole comunità dell’entroterra. Si profila sempre più una nazione formata da cittadini di serie ‘A’ (la città metropolitana lineare lungo la costa) e una di serie ‘C’ (noi, nei paesi dell’appennino, sulle montagne).

E il Mezzogiorno, al centro della riflessione di oggi, è formato anche (e soprattutto) da 2.500 piccoli paesi al disotto dei 5.000 abitanti, dislocati lungo aree collinari e montane. Quale agricoltura, quale lavoro, quale turismo (quali progetti pilota) continuando a chiudere ospedali e tribunali e scuole ? Quale dignità civica senza un adeguato servizio di trasporto pubblico ?

Tornando alla situazione in Irpinia, la sicurezza dei viaggiatori è ridotta a zero; la ferrovia Avellino-Rocchetta è in attesa di ristrutturazione e di riapertura (auspicabilmente come servizio pubblico, quindi anche turistico); i pullman intanto si fermano in mezzo alla strada, i ragazzi scendono per cambiare bus in mezzo a macchine che sfrecciano, senza orari, sotto squallidi percolanti viadotti, senza segnaletica, senza pensiline…. una vera emergenza, una vergogna.

Di quale accoglienza e di quale turismo vogliamo parlare ? Quanto prende il direttore generale di AIR ? quanto costa un nuovo pullman ? Perché non attrezzare aree di sosta nei principali nodi di cambio ? a Montella, come al Calaggio ? Quando smetteremo di essere profughi nella nostra terra ?

Si parla sempre di milioni di euro che devono arrivare e che bisogna spendere (De Luca al convegno per il Sì e in genere amministratori e sindaci in ogni pubblica occasione), ma si può dedicare qualche spicciolo per farci viaggiare in un modo un po’ più dignitoso ? Possiamo connetterci anche noi alle stazioni dell’alta velocità e a Capodichino (aeroporto campano, ndr) per prendere un treno o un aereo in orario senza dover ricorrere ad un taxi ?   Se un viaggiatore di notte arriva a Napoli o ad Avellino possiamo avere la speranza che arrivi anche a Lioni ? Gli anziani che devono recarsi ad Avellino, per una visita medica (visto che gli ospedali chiudono), hanno anch’essi diritto a viaggiare con un servizio di trasporto pubblico senza doversi indebitare per prendere una macchina con noleggiatore ?

Non c’è Mezzogiorno, non c’è Irpinia senza un adeguato dignitoso servizio di trasporto pubblico.

Chiudo, ecco una prima proposta: come cittadini dei piccoli paesi dell’interno appennino campano chiediamo il collegamento lungo le principali strade della provincia ogni ora ! con nodi di scambio in prossimità degli svincoli e non dentro i paesi. Ogni ora, anche di notte.

Aggiungo una foto scattata allo svincolo di Montella, all’arrivo del pullman da Avellino con cambio viaggiatori con altri 2 bus, per strada, di notte, sotto un viadotto… Una vergogna. Iniziamo a parlarne con forza, raccogliamo foto e documentazione, come associazione Irpinia 7x e come comitati civici facciamo un’istanza alla Provincia e quindi alla Regione. Se siete d’accordo.

grazie dell’attenzione, grazie a radio radicale per la trasferta in Irpinia, domani è domenica non ci sono autobus, vuol dire che accompagneremo Di Leo in macchina da Lioni fino alla stazione di Napoli. angelo verderosa

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La Città Bastévole come progetto-lavoro e gesto di fondazione              

di Amedeo Trezza

Ridimensionare il ruolo dell’uomo riconducendo la sua figura nell’orizzonte di una ecologia delle relazioni (col silenzio, con l’altro, col fuori da sé, con l’intangibile e l’invisibile e col non ancora espresso) significa porre le basi per un una nuova dignità dell’uomo che ci restituisce una soggettività bastévole in quanto possibile interprete della Città Bastévole come comunità, nella misura in cui l’uomo torna ad essere soggettività (individuale e condivisa) che scommette a carte coperte, torna cioè ad inferire come meccanismo di conoscenza attraverso il costante rischio anche di fallimento, laddove anche un possibile fallimento diventa un fallimento impossibile poiché la cifra della nuova soggettività risiede propriamente nell’atto creativo stesso della scommessa più che nella sua eventuale riuscita. E questo è null’altro che la fondazione di un nuovo umanesimo poiché dall’atto di posizione della soggettività della natura scaturisce l’atto di nuova posizione ecologica – nel senso di sostenibile e sana in termini cognitivi e relazionali – di una diversa soggettività umana.

La cifra di tale diversità, in termini di sostenibilità evoluta di tipo relazionale, sta tutta nella messa in dialogo, nella messa a confronto e quindi nell’incontro tra luoghi di partenza singoli e individuali che, se prima – nell’orizzonte esperienziale della Città del Parco – sono stati sostanzialmente chiusi sul piano antropologico, in quanto ricadute meteoriche e monadiche frutto della ‘esplosione’ delle Certosa nell’area vasta circostante, adesso invece abbracciano la loro scommessa esistenziale proprio nel tentativo di incontro e di auspicabile riunificazione. In tal senso queste emergenze certosine ora dovranno essere necessariamente aperte sul piano antropologico al fine di ricostruire dal basso e tessere dall’interno le trame del Quarto Paesaggio, ovvero della nuova Città Bastévole che esprime la sua cogenza strategica non più nella esplosione ma piuttosto nella ricomposizione della Certosa, aspirando ad assumere le fattezze non più di un ‘parco’ ma di una città intesa come progetto-lavoro fatto di percorsi sperimentali e di laboratori di apprendimento.

Tale Città Bastévole come progetto-lavoro resta per definizione dematerializzata poiché diffusa in un’area vasta, ma non per questo inoperante, la sua operosità consistendo nella messa in relazione di esperienze sempre diverse e uniche ma tutte tese verso quella superiore ricomposizione antropologica, sociale, economica ed infine sinfonica che rappresenta il Quarto Paesaggio.

Questa visione di Città Bastévole come progetto-lavoro è molto vicina alla concezione di città fluida di Ugo Marano, città estesa e dematerializzata ma ricomposta come intelaiatura di relazioni, ovvero come intreccio immateriale di saperi e di emozioni (di ‘congiunzioni amorose’), cifra di una densità intangibile e per questo fluida e pervasiva, la Città di Trenta:

Nel paese di Trenta / ognuno / si costruisce // la casa desiderata / l’attrezza / la amplia / attraverso gesti di intelligenza / pari alla crescita dell’intelletto // di chi la abita o la gesticola // qui // non vi sono doppioni // perché / gli abitanti di Trenta / sono espressione di libertà // vissuta sul principio / della realizzazione / individuale / e collettiva / ogni casa / è il ritratto / dell’abitante / o della famiglia / in essa espressa. L’impianto urbanistico / rimanda / ad un’immagine di cosmo / dove / gli elementi costruiti / e quelli naturali / le persone / e gli animali / si coniugano in un sol verbo / di congiunzione amorosa / vera / e / propria / utopia / organica […].

Quello di Marano è vero e proprio gesto artistico ante litteram di fondazione della Città Bastévole. La ‘congiunzione amorosa’ che l’autore auspica è infatti al contempo punto di arrivo e punto di partenza per la realizzazione di quella ‘utopia organica’ che è che felice gestione del senso condiviso: utopia organica e dell’organico corpo sociale e architettonico, ovvero del costruire e del vivere comune e in comune, ciascuno la propria casa, nella propria casa come progetto-lavoro, immagine di sé e della propria identità, così come emerge anche da un altro suo testo, Primitivo gesto d’avanguardia, ma ora con un passo in avanti, dettato cioè dal desiderio di quella ‘congiunzione amorosa’, di condivisione, al fine di edificare quel ‘cosmo’, la casa per tutti: la città in senso lato, corpo-immagine somigliante ai suoi abitanti, dunque organica e bastévole.

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da PASQUALE PERSICO 

Carissimi amici,  invio due contributi connessi all’incontro di Sabato.

il primo sembra rispondere alla domanda del convegno ed è stato preparato per un incontro a Campione d’ Italia per un incontro con istituzione ed operatori della Cina.

Il secondo risponde al tema Turismo e sviluppo in aree deboli, per un convegno con Lega Ambiente a Sapri il giorno 24. E’ contributo agile .

Ambedue possono essere usati per il blog dei borghi dell’appennino con opportuni adattamenti comunicativi.

Il terzo (allegato di seguito) connette i temi al tema della Città bastevole a cui farà riferimento Amedeo Trezza prorettore Università nomade e triangolare da voi premiato.

Ricordo che anche per l’Irpinia elaborai con l’insediamento di Assessore Regionale (2001) un ragionamento visionario che prevedeva la nascita di una piazza concettuale sul Monte Matina accanto ai boschi Zampagnone per un riequilibrio verso l‘altra città tutta da costruire e che oggi viene ripreso con il progetto balbuziente delle aree interne irpino trascurando la soggettività istituzionale sostituita da una rete di progetti piuttosto che da progetti in rete moltiplicativi del potenziale.

Viaggi d’esperienza ‘geopoetici’ nel quarto paesaggio triangolare del Geoparco del Cilento

Parco come Geoparco

I tempi lunghi della geologia che ci racconta la storia della Terra ci svelano un Parco Nazionale del Cilento testimone di mutamenti lenti e inesorabili attraverso i suoi numerosissimi geositi e che ci invitano a rallentare il nostro ritmo biologico e quindi percettivo. Rallentare significa anche approfondire la percezione qualitativa dell’esperienza del viaggio da intendersi come un vero e proprio cammino di conoscenza e di consapevolezza, alla ricerca del giusto ruolo della soggettività umana che si mette in dialogo con la soggettività della Natura.

Morigerati, con la sua Oasi WWF ‘Grotte del Bussento’ è geosito che funge da porta di ingresso alla percezione del Parco del Cilento come geoparco: i fenomeni carsici che caratterizzano il corso del Fiume Bussetto, dalle sorgenti del Monte Cervati, all’Inghiottitoio di Caselle in Pittari fino alle risorgive di Morigerati, nonché i piccoli inghiottitoi e subaffluenti del Bussento lungo il suo bacino idrico, le forre e i canyon che accompagnano le acque interne fino al mare.

Non a caso il Cilento ospita quest’anno la terza edizione del Geofestival proprio tra Caselle in Pittari e Morigerati. Ma in realtà l’intero territorio cilentano è un fitto mosaico di innumerevoli geositi marini e montuosi, grotte a mare, balze, rupi, emergenze millenarie: dalle Grotte dell’Angelo a Pertosa alle Grotte di Castelcivita, dalle gole del Calore alle sorgenti del Mingardo e all’inghiottitoio di Vallivona, dalle Rupi della Masseta alle grotte costiere e alle dune marine di Marina di Camerata e di Palinuro, dalle cale costiere alle forre dell’entroterra, per non parlare delle innumerevoli sorgenti terrestri e sottomarine.

I Viaggi d’Esperienza

Il senso dell’abitare i tempi lunghi del Cilento è stato esplorato artisticamente negli ultimi decenni dall’artista recentemente scomparso Ugo Marano che con le sue testimonianze dislocate sul territorio ha prodotto dei veri e propri gesti di fondazione artistici (vedi Quarto Paesaggio e Città del Parco).

Dopo di lui altri artisti oggi proseguono il cammino intrapreso e tutti ci suggeriscono un geo-viaggio d’esperienza: i temi scientifici naturalistico-geologici sublimano nella percezione poetica dei luoghi e ci suggeriscono esperienze nuove di viaggio e di ricerca.

Nasce all’ex Ferriera di Morigerati – raggiungibile a piedi a soli 3,5 km da Casale Il Sughero – il MUM Cilento (Museo Ugo Marano) che rientra negli itinerari del più ampio progetto ‘Viaggi d’Esperienza’ che propone fine settimana e vacanze più lunghe tra Morigerati e i dintorni alla scoperta dell’anima dei luoghi del basso Cilento, verso “un Turismo strutturante, relazionale e sostenibile e per questo esperienziale, ovvero in cerca di percorsi di nuovo apprendimento per scrivere un’altra geografia del territorio pieno di percorsi di nuova umanità”, scrive l’ideatore Pasquale Persico.

Il territorio si fa paese-albergo e si apre ai luoghi di ospitalità diffusa e rurale. Casale Il Sughero aderisce a questo progetto: il Viaggio d’Esperienza geopoetica Vibonati-Morigerati che collega il Casale alla Ferriera-Museo MUM e quindi all’Oasi WWF ricalca parte della prima ‘tratta’ della Ciucciopolitana (rete di sentieri percorsa in compagnia degli asini) e che ora è percorribile anche tutto il resto dell’anno. Questo percorso fa parte della rete dei sentieri dell’entroterra del Golfo di Policastro e sono proposti in collaborazione con diverse associazioni sul territorio (tra cui ad esempio anche La Via Silente).

Geopoetica del Paesaggio

Geopoetico può essere definito il ‘viaggio d’esperienza’ Vibonati-Morigerati in quanto viaggio al contempo a carattere scientifico e artistico: recandosi al geosito delle risorgive del Bussento si attraversa il MUM Cilento e pertanto tale esperienza rende partecipe il viaggiatore di un doppio linguaggio (scientifico e artistico) che fa dialogare i punti di vista delle due soggettività: quella della natura e quella dell’uomo. L’uomo attraverso il gesto artistico si congiunge amorosamente alla natura, ma i tempi lunghi della storia della terra sono gli stessi dell’uomo solo quando l’uomo è in grado di uscire dal suo tempo di vita biologico e sublima egli stesso nel gesto artistico.

L’esperienza di viaggio ‘geopoetica’ è sperimentazione di un viaggio a due velocità: il tempo lungo dei mutamenti geologici e il tempo fulmineo del gesto artistico si incontrano: il primo percepito negli effetti immediati come un ‘vuoto’, il secondo come un evento cognitivamente rilevabile qui ed ora, quindi in questo senso un ‘pieno’. L’esperienza diventa esistenziale e quindi proprio quando il pieno e il vuoto si scambiano di posto e la soggettività della natura appare come un pieno nel mentre che il gesto artistico si mostra come un vuoto nel senso di una sospensione del destino umano dalla corruttibilità. Vuoto nell’arte come attesa e condizione per un’accoglienza altra, precondizione spirituale per un nuovo umanesimo delle soggettività.

Ovvero l’esperienza del viaggiatore alla ricerca di nuova umanità riesce solo nella misura in cui riesce ad essere essa stessa eco-poietica, ovvero istitutrice di mondo nel senso di riuscire a concepire per sé e per gli altri, nell’ambito di una più ampia ecologia della mente, una diversa possibilità di stare al mondo.

Ospitalità Triangolare

Il MUM Cilento è un dispositivo di rimando poetico ad esperienze artistiche diffuse su tutto il resto del territorio. È spazio vuoto e per questo inatteso e quindi ricco di suggestioni tutte da intercettare al di fuori di sé. Ma il MUM Cilento è anche il luogo in cui il Tavolo del Paradiso trova una nuova esposizione narrativa, dialoga con le acque interne e di nuovo ripropone una utopia organica, bastevole.

L’arrivo al MUM Cilento è preannunciato dalla presenza dell’Ateneo Nomade Triangolare che lo evoca e lo enuncia anche nel percorso geografico che unisce Vibonati a Morigerati o, viceversa, il Cilento Interiore (del fiume e della ferriera) alla improvvisa

visione del mare –in cui l’Ateneo è percepito come luogo/soglia che declina il temporaneo come eterna dualità di nomadismo/stanziale e stanzialità/nomade. In tal senso il Casale è doppiamente luogo di Ospitalità Triangolare: in quanto sede dell’Ateneo e in quanto luogo di ospitalità evoluta che supporta un turismo strutturante ed esperienziale il quale a sua volta mette in dialogo tre soggettività: quella dell’Ospitante, quella dell’Ospitato e la Soggettività della Natura che si enuncia nel paesaggio). Può iniziare dunque un nuovo Viaggio d’Esperienza Triangolare.

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Cari Amici,

Vorrei condividere questo con voi. Oggi nell mondo si parla sempre di parchi d’attrazione alla Americana.

Speso la gente mi vede come un show maker. Ma le mie tendenze sono più diverse.

In una regione come la nostra Irpinia si deve pensare  a dei progetti  che sfrutta rispettando e valorizzando quello che ha!

Alla settimana prossima! Franco     LINK

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L’Associazione Irpinia 7x un laboratorio di pensiero per l’Irpinia

di Info Irpinia / Francesco Celli / Roberta Marzullo

Nasce sull’esperienza di un gruppo già radicato sul territorio irpino che da diversi anni porta avanti le attività di Cairano 7x. Un manipolo di amici che promuove costantemente la conoscenza dell’Irpinia, la tutela , il recupero, la valorizzazione e promuove iniziative per ripopolare i borghi. Lo fa attraverso il confronto interconnesso e sistematico delle tre aree principali di ricerca che i soci chiamano comunità: quella scientifica, quella creativa, quella narrativa. Convinti come sono che nel rapporto associativo si debbano utilizzare le specifiche professionalità per sviluppare riflessioni condivise capaci di individuare nuovi scenari e idee per il futuro.

La comunità scientifica è diretta da Enrico Finzi e da Massimo Di Silverio, il primo milanese (ormai naturalizzato irpino) sociologo di prestigio, presidente dell’Istituto di Ricerche Astra, il secondo irpino purosangue di Paternopoli, Direttore Generale dell’Università di Udine. La comunità creativa è diretta invece da Franco Dragone, personaggio poliedrico dal profilo internazionale, regista, creatore teatrale, imprenditore dello spettacolo, vive tra il Belgio e Cairano di cui è originario, già direttore dell’edizione 2016 del Napoli Teatro Festival. Il Corsivo si è interessato a lui proprio nel primo numero della testata qualche anno fa. Per concludere la Comunità scientifica è diretta da Generoso Picone, giornalista tra i più apprezzati, direttore dell’edizione Avellino de Il Mattino. Il direttore dell’Associazione è Dario Bavaro già direttore del Teatro Carlo Gesualdo visionario appassionato delle tematiche che ruotano intorno alla comunicazione condivisa e felicitante. Appena un anno di vita e già tante le attività sviluppate sia di ricerca che di promozione.

”Lo sviluppo sostenibile passa anche attraverso il confronto su cosa fare, iniziando da cosa ognuno di noi sta facendo adesso” dice Bavaro, ”non a caso nel nostro prossimo convegno del 26 novembre è inserito il premio «Recupera Riabita» che portiamo avanti da diversi anni e che racconta di concrete, personali e significative scelte sul recupero e il riabitare luoghi spesso in abbandono e in fase di spopolamento”. Nel nome dell’Associazione c’è una sorta di dichiarazione d’intenti, “da Cairano al mondo e viceversa”, ci può chiarire questo aspetto? “Il cammino, il viaggio condiviso è determinante nel dare senso ad ogni tappa (incontro convegno) ai successivi passi, ai luoghi dove si libera il pensiero che li abita ed è sufficiente accoglierli come fanno le nuvole con il vento”.

Significativo e pionieristico il contributo che al Premio Recupera Riabita e al tema ha dato e sta dando l’architetto Angelo Verderosa di Sant’Angelo dei Lombardi.”Il Mezzogiorno deve essere innanzitutto recuperato alla speranza di un futuro di lavoro e di vita piena, a partire dai piccoli paesi dell’Appennino dove è possibile coltivare una grande visionarietà. Sempre a patto che vengano assicurati i principali servizi e non venga offesa la vocazione naturale dei territori con interventi selvaggi e non condivisi dalla gente”, dice Verderosa.

Irpinia 7X da Cairano al mondo e viceversa organizza per sabato 26 novembre insieme a Radio TV Radicale – che trasmetterà in diretta i lavori – un convegno per sviluppare un pensiero sul Mezzogiorno da titolo “Quale mezzogiorno nel XXI secolo”? da condividere con amici e compagni di viaggio, da mettere in circolo per altre riflessioni. Il convegno si terrà nell’Auditorium – sala blu- dell’ex Carcere Borbonico di Avellino, ingresso da via De Marsico. Ne discutono, moderati dal giornalista Giuseppe Di Leo di Radio Radicale: Enrico Finzi, Franco Dragone, Pasquale Persico economista dell’Università di Salerno, Generoso Picone, Massimo Pica Ciamarra, Istituto Nazionale di Architettura urbanista, Massimo Di Silverio, Gianni Capasso professore ordinario Seconda Università di Napoli, Luigi Fiorentino vicepresidente Centro Guido Dorso.

Le testimonianze delle esperienze del territorio irpino saranno portate da: Luigi D’Angelis, Fernanda Ruggiero, Antonia De Mita, Angelo Verderosa, Mario Marciano, Marianna Venuti, Roberta Marzullo. Partecipano per le istituzioni: Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale della Campania, Domenico Gambacorta presidente della Provincia di Avellino e Piero Lacorazza già presidente del consiglio Regionale della Basilicata.

Nel corso della serata, sarà attribuito e motivato da parte del presidente dell’Associazione Irpinia 7x Dario Bavaro, il Premio Nazionale Recupera Riabita 2016. Un riconoscimento a chi recupera un luogo dell’Appennino, a chi riabitando genera visioni, relazioni e nuova occupazione. Amedeo Trezza, vincitore dell’edizione 2015 farà il passaggio del testimone con il nuovo premiato.

Uno stimolo e un pungolo offerto alla politica, agli amministratori della cosa pubblica, un contributo della società civile che riesce da un lato più facilmente ad intercettare le diverse sensibilità del territorio e dall’altro ad elaborare un pensiero libero, creativo e senza condizionamenti. Sensibilità intercettate anche grazie ad una crescente rete tra le associazioni, altra iniziativa di Irpinia 7x che prende nome “I Condivisi” che sottintende la collaborazione con altri gruppi che sviluppano attività culturali, come Infoirpinia, Castellarte, Tarantella for Africa di Montemarano, Agorà di Gesualdo per parlare dell’Irpinia, ma anche altre organizzazioni extraregionali come il Gruppo Don Milani di Acri in Calabria con il quale ci sono continui scambi ed altri ancora.

Cairano resta l’ombelico di questo progetto che guarda all’Irpinia intera ed al mezzogiorno, ma soprattutto rappresenta l’archetipo di quella condizione di spopolamento che contrasta fortemente con la bellezza del luogo e del paesaggio. Molto è stato fatto per questo borgo, molte cose sono in cantiere grazie alla caparbietà ed alla visionarietà del suo sindaco Luigi D’Angelis. Progetti che girano intorno al Teatro ed allo spettacolo in generale. A Cairano si tiene da anni un Festival Internazionale di Corti teatrali, una iniziativa che si tiene in piedi da sola senza nessun contributo pubblico, grazie al mecenatismo del suo figlio illustre franco Dragone e dell’intensa attività volontaria del gruppo fondativo dell’Associazione e dei cittadini cairanesi. E’ in costruzione a Cairano un Teatro all’aperto recuperando un angolo particolarmente adatto del borgo, si sta allestendo un “Museo delle Relazioni Relicitanti” che mette in mostra oggetti testimoni che narrano di storie vissute, per recuperare alla memoria non solo edifici ma anche pezzi di vita vissuta nel segno della felicità e non della nostalgia. L’edificio dell’ex asilo, in mancanza di un numero ragionevole di bambini e ormai chiuso da anni, si sta trasformando in una scuola per i mestieri dello spettacolo dove sarà possibile realizzare master class e laboratori teatrali.

Le Cantine arcaiche della via delle cantine sono state riportate alla luce e ripristinate, anche questa è un’unicità del luogo. Irpinia 7x circa dieci anni fa iniziò per caso e quasi per gioco la sua scommessa, oggi è un cantiere aperto non solo metaforico. Un cantiere di pensiero che aspetta tutti quelli che vogliono dare un contributo senza sentirsi addosso un’etichetta, che non sia quella della propria personalità e professionalità.

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PER I BORGHI ITALIANI UN OBIETTIVO COMUNE,

RENDERE IL QUOTIDIANO STRAORDINARIO.

di F. Ruggiero

ll turismo non si alimenta solo di bellezze architettoniche e naturali, ma anche di calorosi “Benvenuti”, di piatti della tradizione locale, di sorrisi sinceri, di emozioni da condividere.

La resilienza nei nostri borghi deve nascere principalmente dalle piazze, luogo di aggregazione sociale che bisogna ampiamente rivalorizzare. Cosa fare ?! Organizzare delle manifestazioni calendarizzate dei borghi, proporre seminari formativi anche su figure necessarie per la ricerca,promozione e sviluppo di un territorio, come ad esempio la guida ambientale escursionistica, l’esperto di enogastronomia tipica o l’esperto in sponsorship che potrebbero contribuire notevolmente ad una progettazione integrata del territorio senza gravare sulle spese ordinarie della pubblica amministrazione .

Le destinazioni turistiche si organizzano con una rete di relazioni e di reali studi del territorio e solo dopo questa profonda analisi si potrà ridisegnare una accoglienza nuova, fatta di Storia Narrata,avvalendosi anche di nuovi sistemi multimediali come l’archeomatica ad esempio, nuovi dispositivi opportunamente inseriti in un percorso di visita culturale.

Fondamentale il confronto quotidiano con l’esterno, con il mondo. L’utilizzo di social e di un marketing compatto con un crono programma reale aiuterebbe notevolmente la diffusione delle potenzialità di un brand,di un marchio che la località o borgo deve oggi necessariamente avere.

L’identità di un territorio ha una enorme importanza,gli antichi lo chiamavano “genius loci” l’anima dei luoghi, prassi da cui partire per valorizzare turisticamente realtà che diversamente rimarrebbero invisibili.

Turismi possibili e sicurezza nei borghi, accrescerebbero l’interesse di nuovi investitori privati pertanto più attività economica e di conseguenza maggiore entusiasmo nei residenti.

Bisogna lavorare e ricercare turismi possibili e integrati, non possiamo visitare un luogo senza viverlo con i cinque sensi e non bisogna nemmeno non pensarci, oggi, tale “benvenuto” è determinante. L’accoglienza emozionale nei nostri borghi, dopo attenti studi si è visto fa la differenza, sopratutto per il turismo di ritorno o per meglio dire Turismo Emozionale di Ritorno (TER).

I viaggi che i nostri connazionali all’estero programmano, spesso nipoti o pronipoti dei nostri espatriati all’inizio del secolo scorso o nei primi anni 50 nascondono una grande realtà, tutti oltre ai principali attrattori turistici italiani vogliono vedere il paese dei loro nonni o bisnonni ;un viaggio della memoria dove tutto è stato già sognato e quindi inseguito.

ll profumo del ragù che ricorda l’infanzia narrata,le canzoni cantate nelle feste sull’aia rivelate in America, l’abbraccio e l’accoglienza di parenti mai visti. Una accoglienza nuova e redditizia da organizzare nei nostri borghi quella del turismo di ritorno al fine di comprendere i silenzi e i tempi necessari alla visita,una ospitalità accorta che una comunità deve conoscere con incontri programmati, perchè il successo di tale benvenuto e cordialità apporterebbe feedback positivo per l’intero territorio. I nostri luoghi devono raccontarsi anche oltre le antiche mura urbane, la cultura e l’indagine prima e la narrazione turistica- didattica dopo potrebbe, con un sistema di ecomusei o musei diffusi, trasformare luoghi sconosciuti in luoghi di visite cicliche.

Quali sono allora gli strikestar della cultura ? Come si comprende se quella cosa che stiamo facendo è accettata dai residenti di un borgo ?

Un monitoraggio continuo con appuntamenti ciclici, potrebbe dare una grande mano alla soluzione dei nostri quesiti, non bisogna più lasciare nulla al caso, progettare anche l’ascolto, la condivisione di obiettivi comuni, rendere il quotidiano straordinario !

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Il vino e lo sviluppo produttivo irpino _ di  Marianna Venuti /  abstract

 Con la presente testimonianza l’autrice intende mettere in luce il suo percorso formativo, esplicitando di questo non solo i dati tecnici e curriculari, attinenti alla gestione d’impresa, bensì quelli più ampiamente sociali e culturali. Riferire cioè quali possano essere gli itinerari di vita utili per giungere ad un nuovo grado di consapevolezza intorno alle attività svolte, amando fino in fondo l’oggetto privilegiato del proprio mestiere: primo passo per tradurre sul piano lavorativo un modello etico destinato a trovare nelle certificazioni biologiche, nel carattere artigianale del prodotto e nella promozione di nuove forme di aggregazione e valorizzazione alcuni capisaldi certi ed univoci. Il recupero di una sintesi umanistica integrale, per molti compianto retaggio di un’antica civiltà, viene infine proposto quale schema interpretativo opportuno per sostenere la crescita e lo sviluppo del territorio irpino nel quadro più generale della storia meridionale.

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ABSTRACT di Mario Marciano

La costruzione dell’immagine identitaria del Mezzogiorno.

La costruzione dell’immagine identitaria del Mezzogiorno, e la sua percezione, sono minate continuamente da voci e storie fondate sulla mala amministrazione, la criminalità organizzata tentacolare e una presunta indolenza dei meridionali.

Una complessità geografica, culturale ed economica, quella italiana, che ci consegna un quadro dai grandi differenziali nord-sud, con un mezzogiorno debole rispetto al resto del territorio nazionale. A questa costruzione non facile, concorrono un coacervo di fattori interconnessi che hanno bisogno di tempi e percorsi per modificarsi.

Nel sud vive più della metà della popolazione italiana, con Campania e Sicilia rispettivamente seconda e terza regione per numero di abitanti. La comunicazione non riesce a sfruttare le grandi potenzialità a disposizione del sud Italia, un caveau a cielo aperto di bellezze naturali, cultura millenaria, storia e arte in un clima favorevole.

Il meridione d’Italia ha dialogato con tutte le civiltà mediterranee diventandone la culla. Greci, romani, cartaginesi, normanni, svevi, angioini, arabi. Città, siti archeologici ed opere d’arte uniche al mondo, eppure per trovare un Museo del Mediterraneo bisogna andare a Marsiglia e non a Palermo o Napoli.

Il sud non riesce a comunicare le sue eccellenze, alcuni musei sono indietro rispetto alle nuove modalità di fruizione, sono ingessati, impolverati. Le famiglie vogliono proiezioni di video 3D, consultano siti e pagine Facebook per avere notizie del museo in modo diretto, apprezzano laboratori per bambini, presentazioni di libri, concerti, percorsi didattici. Organizzazione e comunicazione moderna e immediata dovrebbero essere le parole d’ordine.

Il ruolo che la comunicazione può svolgere è immenso, la costruzione dell’identità del Mezzogiorno passa attraverso una sua corretta gestione. Bisogna denunciare ogni utilizzo strumentale, clientelare. La comunicazione a volte diventa opaca, viene dispersa in mille rivoli si diluisce diventando inefficace. Si presta per natura ad essere il veicolo di scambi, di favori, di prebende, di promesse elettorali. Nei depositi degli Enti pubblici sono ammassati scatoloni pieni di pubblicazioni di varia natura, prodotti che spesso non rispondono ne ad una strategia ne ad una funzione.

Se non si esce da questo schema, non si approda a nessun risultato. Qualche mese fa mi è capitato di assistere ad uno spettacolo teatrale a Napoli, grazie all’amico Franco Dragone nell’ambito del Napoli Teatro Festival, del quale è stato direttore artistico ora dimissionario. Sono rimasto impressionato dalla mole di materiale stampato disponibile per un singolo spettacolo, sovradimensionato per forme e quantità, uno spreco immane. Scatoloni di cataloghi bastevoli per uno stadio erano a disposizione per una platea di un teatro.

Franco Dragone, regista e produttore dal profilo internazionale, per inciso, è stato vittima del protezionismo e del localismo napolicentrico, presto riscattato dalle sue orgogliose dimissioni. Un progetto di coinvolgimento dei territori, per portare la cultura teatrale fuori dai soliti posti, verso la gente – potremmo dire un progetto pop – si è contrapposto ad uno cultural-snob ed ha apparentemente segnato il passo, ma piccoli significativi gesti come questo hanno spesso cambiato il mondo.

Un ruolo decisivo nella nuova costruzione dell’immagine identitaria del Mezzogiorno è affidato alle nuove generazioni, le quali potranno utilizzare le grandi potenzialità di cui dispongono, frutto dei sedimenti di culture irripetibili di cui sono portatori, a patto che reagiscano anche a certe consolidate miserie.

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Gentili Amiche e Amici,

il Convegno è importante, importantissimo. Dobbiamo renderlo interessante, interessantissimo.

La durata del medesimo è di due ore e mezzo, così suddivise: alla prima sessione (dieci relatori) 75 minuti; alla seconda sessione (dieci relatori) 45 minuti; premiazione 30 minuti.

I tempi sono contingentati per la necessità delle riprese audiovideo e per ragioni di palinsesto di Radio Radicale.

Facendo un facile calcolo ogni relatore ha a disposizione 7 minuti e mezzo per la prima sessione, 4 minuti e mezzo per la seconda. Potrei procedere col metodo classico: ognuno interviene per la durata prevista. Io invece procederei così: il relatore illustra la sua tesi nei primi 4 minuti nella prima sessione e nei primi 3 minuti nella seconda. Il tempo rimanente (3 minuti e mezzo per i relatori della prima sessione, 2 minuti scarsi per quelli della seconda) interloquisce col presidente del Consiglio regionale (nella prima sessione) e col presidente della provincia di Avellino nella seconda, ai quali chiederò di offrire la propria valutazione su quanto detto. Il moderatore farà in modo che siano rispettati i tempi di ciascun intervento. E se necessario interverrà.

Invito i relatori di ambedue le sessioni, visto il tempo non lunghissimo, ad essere essenziali nei loro interventi, illustrando con precisione nello spazio a sua disposizione la tesi della sua analisi o l’esperienza maturata sul campo o la proposta che intende offrire all’attenzione dei convegnisti.

Considerata la modalità di svolgimento delle sessioni, è necessaria la presenza ab initio del presidente del Consiglio regionale campano e, per quanto riguarda la seconda sessione, del presidente della Provincia.

Giuseppe Di Leo /  (RadioRadicale)

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Era l’estate del 2014 quando ho iniziato a conoscere la nostra Irpinia, a percepire tutta la bellezza nascosta dietro questo termine. Prima di allora mi era abbastanza, se non totalmente, sconosciuta, pur vivendoci da oltre 25 anni. È accaduto per caso, attraverso l’incontro con una persona, Francesco, che mi ha condotto alla scoperta di questo magnifico territorio. Insieme a lui, immergendomi in questa bellezza, guardando e sentendo in modo diverso la realtà circostante, superando la quotidiana indifferenza, è nata una bellissima storia d’amore. E così, in poco tempo, ho deciso anche di iscrivermi all’associazione “Info Irpinia”, di cui Francesco è presidente, non solo per la voglia di continuare a scoprirla insieme, ma anche per difenderla.
Durante questa bellissima esperienza di associazionismo, ho visto luoghi e provato emozioni che non credevo potessero esistere, soprattutto non così vicino casa mia! In giro per l’Irpinia ho conosciuto persone dalla sensibilità e dalla semplicità unica, anime di grandi valori e di grande generosità. Mi sono arricchita di tante emozioni speciali semplicemente vivendo il territorio, sentendolo mio, e mi sono impegnata a farlo rivalutare a quante più persone possibile. Ho scoperto, infine, un paese che ormai porterò sempre nel cuore: Cairano, “la Parigi d’Irpinia” o, meglio ancora, “il diamante d’Irpinia”. Un piccolo comune Irpino di poco più di 300 abitanti, ma di una bellezza sconvolgente e silenziosa, tenera ed infinita, delicata e sorprendente.

Tutte queste esperienze meravigliose, insieme alle azioni messe in campo per far conoscere ed apprezzare il nostro territorio, anche dagli Irpini stessi, sta facendo da splendida cornice alla storia d’amore con Francesco, di cui mi sono innamorata non solo per quello che apprezzo di lui, ma anche per il suo sogno che adesso è pure il mio: veder rinascere questa terra.

Roberta

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Recuperare angoli abbandonati di territorio rurale a nuova urbanità possibile e riabitarli facendone piccoli punti di presidio per nuove esistenze e modi di stare al mondo è stato ed è per me una continua scommessa di resilienza e di incontro possibile con l’altro. È per questo che essendomi messo alcuni anni fa io stesso ‘in viaggio’ interiore e quotidiano, continuo ad avere a cuore le sorti di viaggiatori temporanei che – con l’anima e col corpo – vogliono conoscere a loro volta un ‘altro’ modo di interpretare lo stare al mondo, un po’ ‘laterale’ e per questo più rischioso ma di certo più affascinante.

È in questo spirito dunque che, nel nostro modo di vedere, l’accoglienza non è mai stata una categoria merceologica ma è invece incontro e scambio, occasione di scelte di relazioni più consapevoli e felicitanti, dove l’incontro finalmente trova modo di essere vera occasione di reciprocità. Con l’auspicio che Irpina 7x e Recupera_Riabita crescano sempre più come luoghi di incontro e di generazione di visioni fertili.

Molti auguri infine a Filzi per il riconoscimento di quest’anno e a voi tutti per continuare a rendere possibile tutto ciò.

Amedeo

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Signori,

Il Signor Franco Dragone non potrà partecipare all’evento « Colloque : LE MEZZOGIORNO NELL 21 SECOLO ».

Il Signor Franco Dragone manda le sue scuse.

Distinti saluti,

Natacha Personal Assistant to the Founder – Mr Franco Dragone

PS : mi scuso per il mio italiano.

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BASTA EOLICO SELVAGGIO in IRPINIA

Necessita al più presto riunire i Comitati Civici dei piccoli paesi dell’Irpinia e sostenere la causa dei cittadini di Bisaccia e Lacedonia contro l’autorizzazione data l’altro ieri dal MISE all’elettrodotto BISACCIA – DELICETO.  Leggi l’articolo di Emma Barbaro

BASTA EOLICO SELVAGGIO in IRPINIA
Il nostro territorio è sotto attacco: speculatori, multinazionali e politici corrotti stanno distruggendo la nostra Irpinia.

E’ ora di dire BASTA a questa devastazione!  C’è bisogno di fare informazione e per questo qui di seguito troverai il link con l’approfondimento a cura di Info Irpinia.

VIDEO :   https://youtu.be/-FURH2sAYXc  _   

GUARDA E CONDIVIDI SE VUOI, GRAZIE! _ a cura di  Francesco Celli _ Pagina Facebook _ www.infoirpinia.it _ tel. 320-0272502

LEGGI ANCHE L’articolo di Lara Tomasetta per ‘Orticalab’ : clicca QUI 

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LEGGI ANCHE la richiesta di revoca al parco eolico della Ferrero a Sant’Angelo dei Lombardi (Il Ciriaco) : CLICCA QUI

LEGGI ANCHE l’intervista di EMMA BARBARO ad Angelo Verderosa su ‘Il Ciriaco’ : CLICCA QUI

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Written by A_ve

19 agosto 2015 at 10:11

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