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QUALE MEZZOGIORNO SENZA AUTOBUS (e pensiline) ?
SEGUONO I CONTRIBUTI PERVENUTI PER IL CONVEGNO DI SABATO 26 nov. 2016 ad Avellino: Quale Mezzogiorno per il XXI sec. ?
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QUALE MEZZOGIORNO SENZA AUTOBUS (e pensiline) ? _ angelo verderosa
Parlare di Mezzogiorno al convegno di Radio Radicale, seppure nei 3 minuti a disposizione, significa anche analizzare e denunciare (testimoniare) alcuni deficit macroscopici che ci impediscono di vivere civilmente in questa terra d’Irpinia, dove siamo oggi. In 3 minuti si può parlare di un solo argomento; l’occasione mi è data dal disagio che ho provato (come cittadino) ieri sera quando sono andato a prendere alla fermata autobus dell’Air (a Montella) il giornalista di Radio Radicale Di Leo, proveniente da Roma, oggi conduttore della trasmissione.
Grazie alla pausa di tregua che ci dà la situazione eolico (emergenza paesaggio subita da territorio e cittadini), volevo stasera invitarvi ad una unica riflessione sul sistema dei trasporti pubblici in Irpinia (autobus, visto che la ferrovia è in attesa di ristrutturazione). La Regione Campania continua a tagliare i km./anno per la provincia di Avellino; vengono tagliate le tratte dei piccoli paesi dell’interno (con pochi utenti); chi arriva ad Avellino resta in sostanza bloccato lì. I ragazzi li vedi per strada e in autostop o sono parenti e genitori a fare la spola con Avellino con mezzi propri; chi va via per lavoro o per studio torna sempre meno nei paesi d’origine; da Roma a Napoli (200 km.) ci metti 1 ora; da Napoli ad Avellino (50 km.) ci metti 50 minuti; da Avellino a Lioni o a Calitri ci vogliono oltre 2 ore con ‘air’. Per alcuni paesi di confine come Senerchia, Aquilonia, Monteverde, Trevico, Zungoli, tra cambi e attese ci vogliono 3 ore. Quanto impiega l’alta velocità da Roma a Milano… Col taglio del welfare (stato sociale) che attua sistematicamente il governo Renzi in continuità con quello di Monti, non c’è più speranza di sopravvivenza per le piccole comunità dell’entroterra. Si profila sempre più una nazione formata da cittadini di serie ‘A’ (la città metropolitana lineare lungo la costa) e una di serie ‘C’ (noi, nei paesi dell’appennino, sulle montagne).
E il Mezzogiorno, al centro della riflessione di oggi, è formato anche (e soprattutto) da 2.500 piccoli paesi al disotto dei 5.000 abitanti, dislocati lungo aree collinari e montane. Quale agricoltura, quale lavoro, quale turismo (quali progetti pilota) continuando a chiudere ospedali e tribunali e scuole ? Quale dignità civica senza un adeguato servizio di trasporto pubblico ?
Tornando alla situazione in Irpinia, la sicurezza dei viaggiatori è ridotta a zero; la ferrovia Avellino-Rocchetta è in attesa di ristrutturazione e di riapertura (auspicabilmente come servizio pubblico, quindi anche turistico); i pullman intanto si fermano in mezzo alla strada, i ragazzi scendono per cambiare bus in mezzo a macchine che sfrecciano, senza orari, sotto squallidi percolanti viadotti, senza segnaletica, senza pensiline…. una vera emergenza, una vergogna.
Di quale accoglienza e di quale turismo vogliamo parlare ? Quanto prende il direttore generale di AIR ? quanto costa un nuovo pullman ? Perché non attrezzare aree di sosta nei principali nodi di cambio ? a Montella, come al Calaggio ? Quando smetteremo di essere profughi nella nostra terra ?
Si parla sempre di milioni di euro che devono arrivare e che bisogna spendere (De Luca al convegno per il Sì e in genere amministratori e sindaci in ogni pubblica occasione), ma si può dedicare qualche spicciolo per farci viaggiare in un modo un po’ più dignitoso ? Possiamo connetterci anche noi alle stazioni dell’alta velocità e a Capodichino (aeroporto campano, ndr) per prendere un treno o un aereo in orario senza dover ricorrere ad un taxi ? Se un viaggiatore di notte arriva a Napoli o ad Avellino possiamo avere la speranza che arrivi anche a Lioni ? Gli anziani che devono recarsi ad Avellino, per una visita medica (visto che gli ospedali chiudono), hanno anch’essi diritto a viaggiare con un servizio di trasporto pubblico senza doversi indebitare per prendere una macchina con noleggiatore ?
Non c’è Mezzogiorno, non c’è Irpinia senza un adeguato dignitoso servizio di trasporto pubblico.
Chiudo, ecco una prima proposta: come cittadini dei piccoli paesi dell’interno appennino campano chiediamo il collegamento lungo le principali strade della provincia ogni ora ! con nodi di scambio in prossimità degli svincoli e non dentro i paesi. Ogni ora, anche di notte.
Aggiungo una foto scattata allo svincolo di Montella, all’arrivo del pullman da Avellino con cambio viaggiatori con altri 2 bus, per strada, di notte, sotto un viadotto… Una vergogna. Iniziamo a parlarne con forza, raccogliamo foto e documentazione, come associazione Irpinia 7x e come comitati civici facciamo un’istanza alla Provincia e quindi alla Regione. Se siete d’accordo.
grazie dell’attenzione, grazie a radio radicale per la trasferta in Irpinia, domani è domenica non ci sono autobus, vuol dire che accompagneremo Di Leo in macchina da Lioni fino alla stazione di Napoli. angelo verderosa
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La Città Bastévole come progetto-lavoro e gesto di fondazione
di Amedeo Trezza
Ridimensionare il ruolo dell’uomo riconducendo la sua figura nell’orizzonte di una ecologia delle relazioni (col silenzio, con l’altro, col fuori da sé, con l’intangibile e l’invisibile e col non ancora espresso) significa porre le basi per un una nuova dignità dell’uomo che ci restituisce una soggettività bastévole in quanto possibile interprete della Città Bastévole come comunità, nella misura in cui l’uomo torna ad essere soggettività (individuale e condivisa) che scommette a carte coperte, torna cioè ad inferire come meccanismo di conoscenza attraverso il costante rischio anche di fallimento, laddove anche un possibile fallimento diventa un fallimento impossibile poiché la cifra della nuova soggettività risiede propriamente nell’atto creativo stesso della scommessa più che nella sua eventuale riuscita. E questo è null’altro che la fondazione di un nuovo umanesimo poiché dall’atto di posizione della soggettività della natura scaturisce l’atto di nuova posizione ecologica – nel senso di sostenibile e sana in termini cognitivi e relazionali – di una diversa soggettività umana.
La cifra di tale diversità, in termini di sostenibilità evoluta di tipo relazionale, sta tutta nella messa in dialogo, nella messa a confronto e quindi nell’incontro tra luoghi di partenza singoli e individuali che, se prima – nell’orizzonte esperienziale della Città del Parco – sono stati sostanzialmente chiusi sul piano antropologico, in quanto ricadute meteoriche e monadiche frutto della ‘esplosione’ delle Certosa nell’area vasta circostante, adesso invece abbracciano la loro scommessa esistenziale proprio nel tentativo di incontro e di auspicabile riunificazione. In tal senso queste emergenze certosine ora dovranno essere necessariamente aperte sul piano antropologico al fine di ricostruire dal basso e tessere dall’interno le trame del Quarto Paesaggio, ovvero della nuova Città Bastévole che esprime la sua cogenza strategica non più nella esplosione ma piuttosto nella ricomposizione della Certosa, aspirando ad assumere le fattezze non più di un ‘parco’ ma di una città intesa come progetto-lavoro fatto di percorsi sperimentali e di laboratori di apprendimento.
Tale Città Bastévole come progetto-lavoro resta per definizione dematerializzata poiché diffusa in un’area vasta, ma non per questo inoperante, la sua operosità consistendo nella messa in relazione di esperienze sempre diverse e uniche ma tutte tese verso quella superiore ricomposizione antropologica, sociale, economica ed infine sinfonica che rappresenta il Quarto Paesaggio.
Questa visione di Città Bastévole come progetto-lavoro è molto vicina alla concezione di città fluida di Ugo Marano, città estesa e dematerializzata ma ricomposta come intelaiatura di relazioni, ovvero come intreccio immateriale di saperi e di emozioni (di ‘congiunzioni amorose’), cifra di una densità intangibile e per questo fluida e pervasiva, la Città di Trenta:
Nel paese di Trenta / ognuno / si costruisce // la casa desiderata / l’attrezza / la amplia / attraverso gesti di intelligenza / pari alla crescita dell’intelletto // di chi la abita o la gesticola // qui // non vi sono doppioni // perché / gli abitanti di Trenta / sono espressione di libertà // vissuta sul principio / della realizzazione / individuale / e collettiva / ogni casa / è il ritratto / dell’abitante / o della famiglia / in essa espressa. L’impianto urbanistico / rimanda / ad un’immagine di cosmo / dove / gli elementi costruiti / e quelli naturali / le persone / e gli animali / si coniugano in un sol verbo / di congiunzione amorosa / vera / e / propria / utopia / organica […].
Quello di Marano è vero e proprio gesto artistico ante litteram di fondazione della Città Bastévole. La ‘congiunzione amorosa’ che l’autore auspica è infatti al contempo punto di arrivo e punto di partenza per la realizzazione di quella ‘utopia organica’ che è che felice gestione del senso condiviso: utopia organica e dell’organico corpo sociale e architettonico, ovvero del costruire e del vivere comune e in comune, ciascuno la propria casa, nella propria casa come progetto-lavoro, immagine di sé e della propria identità, così come emerge anche da un altro suo testo, Primitivo gesto d’avanguardia, ma ora con un passo in avanti, dettato cioè dal desiderio di quella ‘congiunzione amorosa’, di condivisione, al fine di edificare quel ‘cosmo’, la casa per tutti: la città in senso lato, corpo-immagine somigliante ai suoi abitanti, dunque organica e bastévole.
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da PASQUALE PERSICO
Carissimi amici, invio due contributi connessi all’incontro di Sabato.
il primo sembra rispondere alla domanda del convegno ed è stato preparato per un incontro a Campione d’ Italia per un incontro con istituzione ed operatori della Cina.
Il secondo risponde al tema Turismo e sviluppo in aree deboli, per un convegno con Lega Ambiente a Sapri il giorno 24. E’ contributo agile .
Ambedue possono essere usati per il blog dei borghi dell’appennino con opportuni adattamenti comunicativi.
Il terzo (allegato di seguito) connette i temi al tema della Città bastevole a cui farà riferimento Amedeo Trezza prorettore Università nomade e triangolare da voi premiato.
Ricordo che anche per l’Irpinia elaborai con l’insediamento di Assessore Regionale (2001) un ragionamento visionario che prevedeva la nascita di una piazza concettuale sul Monte Matina accanto ai boschi Zampagnone per un riequilibrio verso l‘altra città tutta da costruire e che oggi viene ripreso con il progetto balbuziente delle aree interne irpino trascurando la soggettività istituzionale sostituita da una rete di progetti piuttosto che da progetti in rete moltiplicativi del potenziale.
Viaggi d’esperienza ‘geopoetici’ nel quarto paesaggio triangolare del Geoparco del Cilento
Parco come Geoparco
I tempi lunghi della geologia che ci racconta la storia della Terra ci svelano un Parco Nazionale del Cilento testimone di mutamenti lenti e inesorabili attraverso i suoi numerosissimi geositi e che ci invitano a rallentare il nostro ritmo biologico e quindi percettivo. Rallentare significa anche approfondire la percezione qualitativa dell’esperienza del viaggio da intendersi come un vero e proprio cammino di conoscenza e di consapevolezza, alla ricerca del giusto ruolo della soggettività umana che si mette in dialogo con la soggettività della Natura.
Morigerati, con la sua Oasi WWF ‘Grotte del Bussento’ è geosito che funge da porta di ingresso alla percezione del Parco del Cilento come geoparco: i fenomeni carsici che caratterizzano il corso del Fiume Bussetto, dalle sorgenti del Monte Cervati, all’Inghiottitoio di Caselle in Pittari fino alle risorgive di Morigerati, nonché i piccoli inghiottitoi e subaffluenti del Bussento lungo il suo bacino idrico, le forre e i canyon che accompagnano le acque interne fino al mare.
Non a caso il Cilento ospita quest’anno la terza edizione del Geofestival proprio tra Caselle in Pittari e Morigerati. Ma in realtà l’intero territorio cilentano è un fitto mosaico di innumerevoli geositi marini e montuosi, grotte a mare, balze, rupi, emergenze millenarie: dalle Grotte dell’Angelo a Pertosa alle Grotte di Castelcivita, dalle gole del Calore alle sorgenti del Mingardo e all’inghiottitoio di Vallivona, dalle Rupi della Masseta alle grotte costiere e alle dune marine di Marina di Camerata e di Palinuro, dalle cale costiere alle forre dell’entroterra, per non parlare delle innumerevoli sorgenti terrestri e sottomarine.
I Viaggi d’Esperienza
Il senso dell’abitare i tempi lunghi del Cilento è stato esplorato artisticamente negli ultimi decenni dall’artista recentemente scomparso Ugo Marano che con le sue testimonianze dislocate sul territorio ha prodotto dei veri e propri gesti di fondazione artistici (vedi Quarto Paesaggio e Città del Parco).
Dopo di lui altri artisti oggi proseguono il cammino intrapreso e tutti ci suggeriscono un geo-viaggio d’esperienza: i temi scientifici naturalistico-geologici sublimano nella percezione poetica dei luoghi e ci suggeriscono esperienze nuove di viaggio e di ricerca.
Nasce all’ex Ferriera di Morigerati – raggiungibile a piedi a soli 3,5 km da Casale Il Sughero – il MUM Cilento (Museo Ugo Marano) che rientra negli itinerari del più ampio progetto ‘Viaggi d’Esperienza’ che propone fine settimana e vacanze più lunghe tra Morigerati e i dintorni alla scoperta dell’anima dei luoghi del basso Cilento, verso “un Turismo strutturante, relazionale e sostenibile e per questo esperienziale, ovvero in cerca di percorsi di nuovo apprendimento per scrivere un’altra geografia del territorio pieno di percorsi di nuova umanità”, scrive l’ideatore Pasquale Persico.
Il territorio si fa paese-albergo e si apre ai luoghi di ospitalità diffusa e rurale. Casale Il Sughero aderisce a questo progetto: il Viaggio d’Esperienza geopoetica Vibonati-Morigerati che collega il Casale alla Ferriera-Museo MUM e quindi all’Oasi WWF ricalca parte della prima ‘tratta’ della Ciucciopolitana (rete di sentieri percorsa in compagnia degli asini) e che ora è percorribile anche tutto il resto dell’anno. Questo percorso fa parte della rete dei sentieri dell’entroterra del Golfo di Policastro e sono proposti in collaborazione con diverse associazioni sul territorio (tra cui ad esempio anche La Via Silente).
Geopoetica del Paesaggio
Geopoetico può essere definito il ‘viaggio d’esperienza’ Vibonati-Morigerati in quanto viaggio al contempo a carattere scientifico e artistico: recandosi al geosito delle risorgive del Bussento si attraversa il MUM Cilento e pertanto tale esperienza rende partecipe il viaggiatore di un doppio linguaggio (scientifico e artistico) che fa dialogare i punti di vista delle due soggettività: quella della natura e quella dell’uomo. L’uomo attraverso il gesto artistico si congiunge amorosamente alla natura, ma i tempi lunghi della storia della terra sono gli stessi dell’uomo solo quando l’uomo è in grado di uscire dal suo tempo di vita biologico e sublima egli stesso nel gesto artistico.
L’esperienza di viaggio ‘geopoetica’ è sperimentazione di un viaggio a due velocità: il tempo lungo dei mutamenti geologici e il tempo fulmineo del gesto artistico si incontrano: il primo percepito negli effetti immediati come un ‘vuoto’, il secondo come un evento cognitivamente rilevabile qui ed ora, quindi in questo senso un ‘pieno’. L’esperienza diventa esistenziale e quindi proprio quando il pieno e il vuoto si scambiano di posto e la soggettività della natura appare come un pieno nel mentre che il gesto artistico si mostra come un vuoto nel senso di una sospensione del destino umano dalla corruttibilità. Vuoto nell’arte come attesa e condizione per un’accoglienza altra, precondizione spirituale per un nuovo umanesimo delle soggettività.
Ovvero l’esperienza del viaggiatore alla ricerca di nuova umanità riesce solo nella misura in cui riesce ad essere essa stessa eco-poietica, ovvero istitutrice di mondo nel senso di riuscire a concepire per sé e per gli altri, nell’ambito di una più ampia ecologia della mente, una diversa possibilità di stare al mondo.
Ospitalità Triangolare
Il MUM Cilento è un dispositivo di rimando poetico ad esperienze artistiche diffuse su tutto il resto del territorio. È spazio vuoto e per questo inatteso e quindi ricco di suggestioni tutte da intercettare al di fuori di sé. Ma il MUM Cilento è anche il luogo in cui il Tavolo del Paradiso trova una nuova esposizione narrativa, dialoga con le acque interne e di nuovo ripropone una utopia organica, bastevole.
L’arrivo al MUM Cilento è preannunciato dalla presenza dell’Ateneo Nomade Triangolare che lo evoca e lo enuncia anche nel percorso geografico che unisce Vibonati a Morigerati o, viceversa, il Cilento Interiore (del fiume e della ferriera) alla improvvisa
visione del mare –in cui l’Ateneo è percepito come luogo/soglia che declina il temporaneo come eterna dualità di nomadismo/stanziale e stanzialità/nomade. In tal senso il Casale è doppiamente luogo di Ospitalità Triangolare: in quanto sede dell’Ateneo e in quanto luogo di ospitalità evoluta che supporta un turismo strutturante ed esperienziale il quale a sua volta mette in dialogo tre soggettività: quella dell’Ospitante, quella dell’Ospitato e la Soggettività della Natura che si enuncia nel paesaggio). Può iniziare dunque un nuovo Viaggio d’Esperienza Triangolare.
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Cari Amici,
Vorrei condividere questo con voi. Oggi nell mondo si parla sempre di parchi d’attrazione alla Americana.
Speso la gente mi vede come un show maker. Ma le mie tendenze sono più diverse.
In una regione come la nostra Irpinia si deve pensare a dei progetti che sfrutta rispettando e valorizzando quello che ha!
Alla settimana prossima! Franco LINK
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L’Associazione Irpinia 7x un laboratorio di pensiero per l’Irpinia
di Info Irpinia / Francesco Celli / Roberta Marzullo
Nasce sull’esperienza di un gruppo già radicato sul territorio irpino che da diversi anni porta avanti le attività di Cairano 7x. Un manipolo di amici che promuove costantemente la conoscenza dell’Irpinia, la tutela , il recupero, la valorizzazione e promuove iniziative per ripopolare i borghi. Lo fa attraverso il confronto interconnesso e sistematico delle tre aree principali di ricerca che i soci chiamano comunità: quella scientifica, quella creativa, quella narrativa. Convinti come sono che nel rapporto associativo si debbano utilizzare le specifiche professionalità per sviluppare riflessioni condivise capaci di individuare nuovi scenari e idee per il futuro.
La comunità scientifica è diretta da Enrico Finzi e da Massimo Di Silverio, il primo milanese (ormai naturalizzato irpino) sociologo di prestigio, presidente dell’Istituto di Ricerche Astra, il secondo irpino purosangue di Paternopoli, Direttore Generale dell’Università di Udine. La comunità creativa è diretta invece da Franco Dragone, personaggio poliedrico dal profilo internazionale, regista, creatore teatrale, imprenditore dello spettacolo, vive tra il Belgio e Cairano di cui è originario, già direttore dell’edizione 2016 del Napoli Teatro Festival. Il Corsivo si è interessato a lui proprio nel primo numero della testata qualche anno fa. Per concludere la Comunità scientifica è diretta da Generoso Picone, giornalista tra i più apprezzati, direttore dell’edizione Avellino de Il Mattino. Il direttore dell’Associazione è Dario Bavaro già direttore del Teatro Carlo Gesualdo visionario appassionato delle tematiche che ruotano intorno alla comunicazione condivisa e felicitante. Appena un anno di vita e già tante le attività sviluppate sia di ricerca che di promozione.
”Lo sviluppo sostenibile passa anche attraverso il confronto su cosa fare, iniziando da cosa ognuno di noi sta facendo adesso” dice Bavaro, ”non a caso nel nostro prossimo convegno del 26 novembre è inserito il premio «Recupera Riabita» che portiamo avanti da diversi anni e che racconta di concrete, personali e significative scelte sul recupero e il riabitare luoghi spesso in abbandono e in fase di spopolamento”. Nel nome dell’Associazione c’è una sorta di dichiarazione d’intenti, “da Cairano al mondo e viceversa”, ci può chiarire questo aspetto? “Il cammino, il viaggio condiviso è determinante nel dare senso ad ogni tappa (incontro convegno) ai successivi passi, ai luoghi dove si libera il pensiero che li abita ed è sufficiente accoglierli come fanno le nuvole con il vento”.
Significativo e pionieristico il contributo che al Premio Recupera Riabita e al tema ha dato e sta dando l’architetto Angelo Verderosa di Sant’Angelo dei Lombardi.”Il Mezzogiorno deve essere innanzitutto recuperato alla speranza di un futuro di lavoro e di vita piena, a partire dai piccoli paesi dell’Appennino dove è possibile coltivare una grande visionarietà. Sempre a patto che vengano assicurati i principali servizi e non venga offesa la vocazione naturale dei territori con interventi selvaggi e non condivisi dalla gente”, dice Verderosa.
Irpinia 7X da Cairano al mondo e viceversa organizza per sabato 26 novembre insieme a Radio TV Radicale – che trasmetterà in diretta i lavori – un convegno per sviluppare un pensiero sul Mezzogiorno da titolo “Quale mezzogiorno nel XXI secolo”? da condividere con amici e compagni di viaggio, da mettere in circolo per altre riflessioni. Il convegno si terrà nell’Auditorium – sala blu- dell’ex Carcere Borbonico di Avellino, ingresso da via De Marsico. Ne discutono, moderati dal giornalista Giuseppe Di Leo di Radio Radicale: Enrico Finzi, Franco Dragone, Pasquale Persico economista dell’Università di Salerno, Generoso Picone, Massimo Pica Ciamarra, Istituto Nazionale di Architettura urbanista, Massimo Di Silverio, Gianni Capasso professore ordinario Seconda Università di Napoli, Luigi Fiorentino vicepresidente Centro Guido Dorso.
Le testimonianze delle esperienze del territorio irpino saranno portate da: Luigi D’Angelis, Fernanda Ruggiero, Antonia De Mita, Angelo Verderosa, Mario Marciano, Marianna Venuti, Roberta Marzullo. Partecipano per le istituzioni: Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale della Campania, Domenico Gambacorta presidente della Provincia di Avellino e Piero Lacorazza già presidente del consiglio Regionale della Basilicata.
Nel corso della serata, sarà attribuito e motivato da parte del presidente dell’Associazione Irpinia 7x Dario Bavaro, il Premio Nazionale Recupera Riabita 2016. Un riconoscimento a chi recupera un luogo dell’Appennino, a chi riabitando genera visioni, relazioni e nuova occupazione. Amedeo Trezza, vincitore dell’edizione 2015 farà il passaggio del testimone con il nuovo premiato.
Uno stimolo e un pungolo offerto alla politica, agli amministratori della cosa pubblica, un contributo della società civile che riesce da un lato più facilmente ad intercettare le diverse sensibilità del territorio e dall’altro ad elaborare un pensiero libero, creativo e senza condizionamenti. Sensibilità intercettate anche grazie ad una crescente rete tra le associazioni, altra iniziativa di Irpinia 7x che prende nome “I Condivisi” che sottintende la collaborazione con altri gruppi che sviluppano attività culturali, come Infoirpinia, Castellarte, Tarantella for Africa di Montemarano, Agorà di Gesualdo per parlare dell’Irpinia, ma anche altre organizzazioni extraregionali come il Gruppo Don Milani di Acri in Calabria con il quale ci sono continui scambi ed altri ancora.
Cairano resta l’ombelico di questo progetto che guarda all’Irpinia intera ed al mezzogiorno, ma soprattutto rappresenta l’archetipo di quella condizione di spopolamento che contrasta fortemente con la bellezza del luogo e del paesaggio. Molto è stato fatto per questo borgo, molte cose sono in cantiere grazie alla caparbietà ed alla visionarietà del suo sindaco Luigi D’Angelis. Progetti che girano intorno al Teatro ed allo spettacolo in generale. A Cairano si tiene da anni un Festival Internazionale di Corti teatrali, una iniziativa che si tiene in piedi da sola senza nessun contributo pubblico, grazie al mecenatismo del suo figlio illustre franco Dragone e dell’intensa attività volontaria del gruppo fondativo dell’Associazione e dei cittadini cairanesi. E’ in costruzione a Cairano un Teatro all’aperto recuperando un angolo particolarmente adatto del borgo, si sta allestendo un “Museo delle Relazioni Relicitanti” che mette in mostra oggetti testimoni che narrano di storie vissute, per recuperare alla memoria non solo edifici ma anche pezzi di vita vissuta nel segno della felicità e non della nostalgia. L’edificio dell’ex asilo, in mancanza di un numero ragionevole di bambini e ormai chiuso da anni, si sta trasformando in una scuola per i mestieri dello spettacolo dove sarà possibile realizzare master class e laboratori teatrali.
Le Cantine arcaiche della via delle cantine sono state riportate alla luce e ripristinate, anche questa è un’unicità del luogo. Irpinia 7x circa dieci anni fa iniziò per caso e quasi per gioco la sua scommessa, oggi è un cantiere aperto non solo metaforico. Un cantiere di pensiero che aspetta tutti quelli che vogliono dare un contributo senza sentirsi addosso un’etichetta, che non sia quella della propria personalità e professionalità.
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PER I BORGHI ITALIANI UN OBIETTIVO COMUNE,
RENDERE IL QUOTIDIANO STRAORDINARIO.
di F. Ruggiero
ll turismo non si alimenta solo di bellezze architettoniche e naturali, ma anche di calorosi “Benvenuti”, di piatti della tradizione locale, di sorrisi sinceri, di emozioni da condividere.
La resilienza nei nostri borghi deve nascere principalmente dalle piazze, luogo di aggregazione sociale che bisogna ampiamente rivalorizzare. Cosa fare ?! Organizzare delle manifestazioni calendarizzate dei borghi, proporre seminari formativi anche su figure necessarie per la ricerca,promozione e sviluppo di un territorio, come ad esempio la guida ambientale escursionistica, l’esperto di enogastronomia tipica o l’esperto in sponsorship che potrebbero contribuire notevolmente ad una progettazione integrata del territorio senza gravare sulle spese ordinarie della pubblica amministrazione .
Le destinazioni turistiche si organizzano con una rete di relazioni e di reali studi del territorio e solo dopo questa profonda analisi si potrà ridisegnare una accoglienza nuova, fatta di Storia Narrata,avvalendosi anche di nuovi sistemi multimediali come l’archeomatica ad esempio, nuovi dispositivi opportunamente inseriti in un percorso di visita culturale.
Fondamentale il confronto quotidiano con l’esterno, con il mondo. L’utilizzo di social e di un marketing compatto con un crono programma reale aiuterebbe notevolmente la diffusione delle potenzialità di un brand,di un marchio che la località o borgo deve oggi necessariamente avere.
L’identità di un territorio ha una enorme importanza,gli antichi lo chiamavano “genius loci” l’anima dei luoghi, prassi da cui partire per valorizzare turisticamente realtà che diversamente rimarrebbero invisibili.
Turismi possibili e sicurezza nei borghi, accrescerebbero l’interesse di nuovi investitori privati pertanto più attività economica e di conseguenza maggiore entusiasmo nei residenti.
Bisogna lavorare e ricercare turismi possibili e integrati, non possiamo visitare un luogo senza viverlo con i cinque sensi e non bisogna nemmeno non pensarci, oggi, tale “benvenuto” è determinante. L’accoglienza emozionale nei nostri borghi, dopo attenti studi si è visto fa la differenza, sopratutto per il turismo di ritorno o per meglio dire Turismo Emozionale di Ritorno (TER).
I viaggi che i nostri connazionali all’estero programmano, spesso nipoti o pronipoti dei nostri espatriati all’inizio del secolo scorso o nei primi anni 50 nascondono una grande realtà, tutti oltre ai principali attrattori turistici italiani vogliono vedere il paese dei loro nonni o bisnonni ;un viaggio della memoria dove tutto è stato già sognato e quindi inseguito.
ll profumo del ragù che ricorda l’infanzia narrata,le canzoni cantate nelle feste sull’aia rivelate in America, l’abbraccio e l’accoglienza di parenti mai visti. Una accoglienza nuova e redditizia da organizzare nei nostri borghi quella del turismo di ritorno al fine di comprendere i silenzi e i tempi necessari alla visita,una ospitalità accorta che una comunità deve conoscere con incontri programmati, perchè il successo di tale benvenuto e cordialità apporterebbe feedback positivo per l’intero territorio. I nostri luoghi devono raccontarsi anche oltre le antiche mura urbane, la cultura e l’indagine prima e la narrazione turistica- didattica dopo potrebbe, con un sistema di ecomusei o musei diffusi, trasformare luoghi sconosciuti in luoghi di visite cicliche.
Quali sono allora gli strikestar della cultura ? Come si comprende se quella cosa che stiamo facendo è accettata dai residenti di un borgo ?
Un monitoraggio continuo con appuntamenti ciclici, potrebbe dare una grande mano alla soluzione dei nostri quesiti, non bisogna più lasciare nulla al caso, progettare anche l’ascolto, la condivisione di obiettivi comuni, rendere il quotidiano straordinario !
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Il vino e lo sviluppo produttivo irpino _ di Marianna Venuti / abstract
Con la presente testimonianza l’autrice intende mettere in luce il suo percorso formativo, esplicitando di questo non solo i dati tecnici e curriculari, attinenti alla gestione d’impresa, bensì quelli più ampiamente sociali e culturali. Riferire cioè quali possano essere gli itinerari di vita utili per giungere ad un nuovo grado di consapevolezza intorno alle attività svolte, amando fino in fondo l’oggetto privilegiato del proprio mestiere: primo passo per tradurre sul piano lavorativo un modello etico destinato a trovare nelle certificazioni biologiche, nel carattere artigianale del prodotto e nella promozione di nuove forme di aggregazione e valorizzazione alcuni capisaldi certi ed univoci. Il recupero di una sintesi umanistica integrale, per molti compianto retaggio di un’antica civiltà, viene infine proposto quale schema interpretativo opportuno per sostenere la crescita e lo sviluppo del territorio irpino nel quadro più generale della storia meridionale.
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ABSTRACT di Mario Marciano
La costruzione dell’immagine identitaria del Mezzogiorno.
La costruzione dell’immagine identitaria del Mezzogiorno, e la sua percezione, sono minate continuamente da voci e storie fondate sulla mala amministrazione, la criminalità organizzata tentacolare e una presunta indolenza dei meridionali.
Una complessità geografica, culturale ed economica, quella italiana, che ci consegna un quadro dai grandi differenziali nord-sud, con un mezzogiorno debole rispetto al resto del territorio nazionale. A questa costruzione non facile, concorrono un coacervo di fattori interconnessi che hanno bisogno di tempi e percorsi per modificarsi.
Nel sud vive più della metà della popolazione italiana, con Campania e Sicilia rispettivamente seconda e terza regione per numero di abitanti. La comunicazione non riesce a sfruttare le grandi potenzialità a disposizione del sud Italia, un caveau a cielo aperto di bellezze naturali, cultura millenaria, storia e arte in un clima favorevole.
Il meridione d’Italia ha dialogato con tutte le civiltà mediterranee diventandone la culla. Greci, romani, cartaginesi, normanni, svevi, angioini, arabi. Città, siti archeologici ed opere d’arte uniche al mondo, eppure per trovare un Museo del Mediterraneo bisogna andare a Marsiglia e non a Palermo o Napoli.
Il sud non riesce a comunicare le sue eccellenze, alcuni musei sono indietro rispetto alle nuove modalità di fruizione, sono ingessati, impolverati. Le famiglie vogliono proiezioni di video 3D, consultano siti e pagine Facebook per avere notizie del museo in modo diretto, apprezzano laboratori per bambini, presentazioni di libri, concerti, percorsi didattici. Organizzazione e comunicazione moderna e immediata dovrebbero essere le parole d’ordine.
Il ruolo che la comunicazione può svolgere è immenso, la costruzione dell’identità del Mezzogiorno passa attraverso una sua corretta gestione. Bisogna denunciare ogni utilizzo strumentale, clientelare. La comunicazione a volte diventa opaca, viene dispersa in mille rivoli si diluisce diventando inefficace. Si presta per natura ad essere il veicolo di scambi, di favori, di prebende, di promesse elettorali. Nei depositi degli Enti pubblici sono ammassati scatoloni pieni di pubblicazioni di varia natura, prodotti che spesso non rispondono ne ad una strategia ne ad una funzione.
Se non si esce da questo schema, non si approda a nessun risultato. Qualche mese fa mi è capitato di assistere ad uno spettacolo teatrale a Napoli, grazie all’amico Franco Dragone nell’ambito del Napoli Teatro Festival, del quale è stato direttore artistico ora dimissionario. Sono rimasto impressionato dalla mole di materiale stampato disponibile per un singolo spettacolo, sovradimensionato per forme e quantità, uno spreco immane. Scatoloni di cataloghi bastevoli per uno stadio erano a disposizione per una platea di un teatro.
Franco Dragone, regista e produttore dal profilo internazionale, per inciso, è stato vittima del protezionismo e del localismo napolicentrico, presto riscattato dalle sue orgogliose dimissioni. Un progetto di coinvolgimento dei territori, per portare la cultura teatrale fuori dai soliti posti, verso la gente – potremmo dire un progetto pop – si è contrapposto ad uno cultural-snob ed ha apparentemente segnato il passo, ma piccoli significativi gesti come questo hanno spesso cambiato il mondo.
Un ruolo decisivo nella nuova costruzione dell’immagine identitaria del Mezzogiorno è affidato alle nuove generazioni, le quali potranno utilizzare le grandi potenzialità di cui dispongono, frutto dei sedimenti di culture irripetibili di cui sono portatori, a patto che reagiscano anche a certe consolidate miserie.
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Gentili Amiche e Amici,
il Convegno è importante, importantissimo. Dobbiamo renderlo interessante, interessantissimo.
La durata del medesimo è di due ore e mezzo, così suddivise: alla prima sessione (dieci relatori) 75 minuti; alla seconda sessione (dieci relatori) 45 minuti; premiazione 30 minuti.
I tempi sono contingentati per la necessità delle riprese audiovideo e per ragioni di palinsesto di Radio Radicale.
Facendo un facile calcolo ogni relatore ha a disposizione 7 minuti e mezzo per la prima sessione, 4 minuti e mezzo per la seconda. Potrei procedere col metodo classico: ognuno interviene per la durata prevista. Io invece procederei così: il relatore illustra la sua tesi nei primi 4 minuti nella prima sessione e nei primi 3 minuti nella seconda. Il tempo rimanente (3 minuti e mezzo per i relatori della prima sessione, 2 minuti scarsi per quelli della seconda) interloquisce col presidente del Consiglio regionale (nella prima sessione) e col presidente della provincia di Avellino nella seconda, ai quali chiederò di offrire la propria valutazione su quanto detto. Il moderatore farà in modo che siano rispettati i tempi di ciascun intervento. E se necessario interverrà.
Invito i relatori di ambedue le sessioni, visto il tempo non lunghissimo, ad essere essenziali nei loro interventi, illustrando con precisione nello spazio a sua disposizione la tesi della sua analisi o l’esperienza maturata sul campo o la proposta che intende offrire all’attenzione dei convegnisti.
Considerata la modalità di svolgimento delle sessioni, è necessaria la presenza ab initio del presidente del Consiglio regionale campano e, per quanto riguarda la seconda sessione, del presidente della Provincia.
Giuseppe Di Leo / (RadioRadicale)
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Era l’estate del 2014 quando ho iniziato a conoscere la nostra Irpinia, a percepire tutta la bellezza nascosta dietro questo termine. Prima di allora mi era abbastanza, se non totalmente, sconosciuta, pur vivendoci da oltre 25 anni. È accaduto per caso, attraverso l’incontro con una persona, Francesco, che mi ha condotto alla scoperta di questo magnifico territorio. Insieme a lui, immergendomi in questa bellezza, guardando e sentendo in modo diverso la realtà circostante, superando la quotidiana indifferenza, è nata una bellissima storia d’amore. E così, in poco tempo, ho deciso anche di iscrivermi all’associazione “Info Irpinia”, di cui Francesco è presidente, non solo per la voglia di continuare a scoprirla insieme, ma anche per difenderla.
Durante questa bellissima esperienza di associazionismo, ho visto luoghi e provato emozioni che non credevo potessero esistere, soprattutto non così vicino casa mia! In giro per l’Irpinia ho conosciuto persone dalla sensibilità e dalla semplicità unica, anime di grandi valori e di grande generosità. Mi sono arricchita di tante emozioni speciali semplicemente vivendo il territorio, sentendolo mio, e mi sono impegnata a farlo rivalutare a quante più persone possibile. Ho scoperto, infine, un paese che ormai porterò sempre nel cuore: Cairano, “la Parigi d’Irpinia” o, meglio ancora, “il diamante d’Irpinia”. Un piccolo comune Irpino di poco più di 300 abitanti, ma di una bellezza sconvolgente e silenziosa, tenera ed infinita, delicata e sorprendente.
Tutte queste esperienze meravigliose, insieme alle azioni messe in campo per far conoscere ed apprezzare il nostro territorio, anche dagli Irpini stessi, sta facendo da splendida cornice alla storia d’amore con Francesco, di cui mi sono innamorata non solo per quello che apprezzo di lui, ma anche per il suo sogno che adesso è pure il mio: veder rinascere questa terra.
Roberta
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Recuperare angoli abbandonati di territorio rurale a nuova urbanità possibile e riabitarli facendone piccoli punti di presidio per nuove esistenze e modi di stare al mondo è stato ed è per me una continua scommessa di resilienza e di incontro possibile con l’altro. È per questo che essendomi messo alcuni anni fa io stesso ‘in viaggio’ interiore e quotidiano, continuo ad avere a cuore le sorti di viaggiatori temporanei che – con l’anima e col corpo – vogliono conoscere a loro volta un ‘altro’ modo di interpretare lo stare al mondo, un po’ ‘laterale’ e per questo più rischioso ma di certo più affascinante.
È in questo spirito dunque che, nel nostro modo di vedere, l’accoglienza non è mai stata una categoria merceologica ma è invece incontro e scambio, occasione di scelte di relazioni più consapevoli e felicitanti, dove l’incontro finalmente trova modo di essere vera occasione di reciprocità. Con l’auspicio che Irpina 7x e Recupera_Riabita crescano sempre più come luoghi di incontro e di generazione di visioni fertili.
Molti auguri infine a Filzi per il riconoscimento di quest’anno e a voi tutti per continuare a rendere possibile tutto ciò.
Amedeo
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Signori,
Il Signor Franco Dragone non potrà partecipare all’evento « Colloque : LE MEZZOGIORNO NELL 21 SECOLO ».
Il Signor Franco Dragone manda le sue scuse.
Distinti saluti,
Natacha Personal Assistant to the Founder – Mr Franco Dragone
PS : mi scuso per il mio italiano.
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I RELATORI DEL CONVEGNO 26.11.2016, brevi cenni biografici.
sabato 26 novembre 2016, ore 16
Ex Carcere Borbonico, Avellino / sala Blu, ingresso da Piazza De Marsico
Quale Mezzogiorno per il XXI secolo ?
Trasmissione Audio Tv di Radio Radicale
1^ sessione
Enrico Finzi
milanese, è ricercatore sociale e giornalista professionista. E’ stato presidente nazionale della TP (l’organizzazione che rappresenta i professionisti della comunicazione). Ha maturato esperienze significative in diversi ambiti: docenza universitaria, direzione di istituti di ricerca (Fondazione Agnelli, IterMatrix, Demoscopia e Astra Ricerche), management (direttore marketing del Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera) e giornalismo (”Il Sole 24 Ore” e “L’Espresso”). E’ autore di numerosi saggi e studi di sociologia, marketing e storia contemporanea; tra i più recenti ricordiamo “Come siamo felici”, un’analisi della “Italian way to hahappiness”, il volume su “La storia sociale dei consumi in Italia dal 1951 al 2011”, il più recente “Felici malgrado”.
Pasquale Persico
è nato nel 1946, Ordinario di Economia Politica e Scienze della Comunicazione, nell’Università di Salerno dal 1987. Ha insegnato Economia Politica, Econometria, Politica economica ed Economia Italiana nelle università di Bari, di Napoli (Orientale e Parthenope), delle Calabrie e di Roma (la Sapienza). Premio Saint Vincent per l’Economia, 1981. Research Scholar presso la London School Of Economics e Visiting presso il SIRCED della stessa Scuola 1984,85. Consultant OCDE presso la Divisione Scienze e Tecnologia 1987. Responsabile Scientifico del PIT del Parco Nazionale del Cilento 2002. E’ stato assessore allo sviluppo del Comune di Salerno (93-97) ed Assessore alle Politiche del territorio e dell’ambiente della Regione Campania 2001. Direttore della collana di ricerca “le città degli uomini” e della collana “La Città e L’altra città”. Autore di numerose pubblicazioni.
Generoso Picone
è giornalista a “Il Mattino” di Napoli, dove dirige la redazione di Avellino dopo essere stato responsabile delle redazioni nazionali Politica e Cultura. E’ autore di numerosi saggi di critica letteraria e ha scritto i volumi “Paesaggi Italiani”, dedicato alla letteratura italiana degli anni ’80 (con Fulvio Panzeri e Massimo Raffaelli, Transeuropa, Ancona 1994), “Tondelli, il mestiere di scrittore” (con Fulvio Panzeri, Transeuropa, Ancona 1994, Theoria, Roma Napoli 1997 e nuova edizione ampliata Bompiani, Milano 2001) e “I napoletani” (Laterza, Roma Bari 2005). Con Ugo Santinelli ha pubblicato “Avellino le pietre e la polvere” (Mephite, Avellino 2008).
Massimo Pica Ciamarra
laureato in Architettura nel 1960 a Napoli, docente -dal 1971 al 2007– di Progettazione nell’Università di Napoli “Federico II”. Nel 1972 ha fondato lo studio Pica Ciamarra Associati; tra le opere realizzate più note: dall’Università della Calabria ad Arcacavata del 1972/74, alla Città della scienza di Napoli (1997–2003). Socio fondatori di IDIS; dal 1997 al 2011 vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Architettura; presidente O.I.A. -Observatoire international d‘architecture-; dal 2006 è direttore de «le Carré Bleu, feuille internationale d’architecture». Dal 2012 vicepresidente della “Fondazione Italiana di Bioarchitettura”, presidente del Comitato Scientifico di “Bioarchitettura®”, Coordinatore del Comitato Scientifico INARCH, Membro dell’International Academy of Architecture / I.A.A. Numerose pubblicazioni al suo attivo.
Massimo Di Silverio
irpino, attualmente Direttore Generale dell’Università di Udine, è un manager di provata esperienza. I suoi incarichi precedenti in Zanussi, Aprilia, Moto Guzzi e Gruppo Piaggio rappresentano il suo curriculum. Appassionato della sua terra ha dato vita insieme alla sua famiglia ad un’apprezzata azienda agricola, con sede a Paternopoli, che produce tre vini DOCG ed un olio, il Ravece che ha vinto numerosi premi nazionali.
Giovambattista Capasso
nato in Irpinia (Lioni) nel 1950, laureato in Medicina e Chirurgia nel 1974 presso l’Università di Napoli, è attualmente Professore Ordinario di Nefrologia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli (SUN), Direttore del Dipartimento Interaziendale di Nefrologia (SUN-Monaldi-Cotugno) e del Dottorato di Ricerca in Scienze Mediche. E’ stato Presidente della Società Italiana di Nefrologia dal 2012 al 2014 e nel maggio 2016 è stato eletto componente del Consiglio Direttivo della Società Europea di Nefrologia (ERA-EDTA). Recentemente è stato chiamato a dirigere l’area “Genetica e Medicina Traslazionale” dell’Istituto di Ricerca BioGem di Ariano Irpino. Autore di numerose pubblicazioni e ricerche scientifiche.
Luigi Fiorentino
nato in irpinia nel 1959, si è laureato in giurisprudenza con lode ed ha conseguito il Diploma di perfezionamento in Diritto Amministrativo e Scienza dell’Amministrazione (90/90) presso l’Università degli Studi di Napoli. Dal 1985 al 2006 ha svolto attività universitaria presso la cattedra di Diritto Amministrativo dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (Prof. S. Cassese). Dal 1997 ha ricoperto l’incarico di Professore a contratto presso diversi Atenei. Dal 2012 insegna “Metodi e modelli per l’organizzazione e la gestione delle pubbliche amministrazioni” presso la LUISS Guido Carli nell’ambito del Master Management e politiche delle amministrazioni pubbliche. Attualmente è Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri; è Vice Presidente del Centro di Ricerca «Guido Dorso». Nel 2016 ha curato, per Editoriale Scientifica, «Idee per lo sviluppo dell’Irpinia», indagine promossa dal Centro di Ricerca «Guido Dorso».
2^ sessione
Franco Dragone
nato a Cairano (Av) nel 1952 è regista e direttore teatrale; si stima che quasi 80 milioni di persone nel mondo abbiano visto un suo spettacolo. Ha contribuito in modo determinante a plasmare l’identità artistica del Cirque du Soleil, scrivendo e dirigendo quasi tutti gli spettacoli dal 1995 al 1998: in totale dieci titoli rappresentati per anni nei cinque continenti, tra cui i celebri Saltimbanco (1992) e Alegria (1994). E’ stato insignito di tre Obie Award e di un Los Angeles Critics’ Award, oltre ad aver ricevuto la laurea honoris causa dall’Università del Quebec. È il fondatore e direttore artistico della compagnia Dragone, con sede in Belgio, tra i leader mondiali di eventi e spettacoli teatrali; occupa 150 dipendenti a La Louviére e una media di altri 400 in ciascuno degli spettacoli in attività. Migliaia di dipendenti e collaboratori sono nella Dragone Group in Cina, Turchia ed Emirati Arabi.
Antonia de Mita
nata a Napoli, giornalista, operatrice culturale, ha studiato al liceo classico, si è diplomata a Parigi alla Sorbona in storia della civilizzazione francese, ha frequentato a New York, alla New York University, la scuola di giornalismo televisivo, dove ha realizzato un cortometraggio. È’ stata ufficio stampa alla Mondadori e capo della comunicazione europea del marchio Fay per la Tod’s Group. Autrice e giornalista televisiva, dopo aver collaborato a Rai Educational, ha ideato il progetto Irpinia Madre Contemporanea, ora alla sua seconda edizione.
Marianna Venuti
nata in Irpinia, terra cui ha rivolto le sue principali attenzioni culturali e lavorative. Dedicatasi a studi d’ingegneria gestionale, è stata “project manager” presso enti pubblici ed aziende private, nei campi della gestione aziendale, della pianificazione e programmazione integrata delle risorse d’impresa e del controllo statistico della qualità. Incarichi istituzionali in corso: presidente Donna Impresa della Coldiretti irpina, consigliere della Camera di Commercio di Avellino, vicepresidente del Consorzio di tutela dei vini d’Irpinia. Ha indirizzato notevoli energie imprenditoriali al settore vitivinicolo, fondando e dirigendo l’Azienda omonima con l’obiettivo di realizzare un modello lavorativo etico, rispettoso delle certificazioni biologiche e promotore di nuove forme di aggregazione.
Fernanda Ruggiero
competente in modelli di valorizzazione nei campi del Turismo nei Piccoli Borghi, Turismo della Tradizione e dei beni culturali, svolge da oltre trenta anni attivita’ di consulente. Project Manager in ottimizzazione del patrimonio culturale. Project management in modelli di rilancio turistico per pubbliche amministrazioni con l’attuazione di opportunità professionali mancanti. Fundraising per attivita’ ed eventi culturali con la ricerca e conoscenza della storia locale per attivita’ di sviluppo del patrimonio anche immateriale. Action developer e studiosa di nuove forme di turismo: turismo della memoria e del ritorno, delle emozioni e dei 5 sensi, olistico e della storia narrata. Docente in pianificazione di reti intercomunali di turismo integrato (OMCTI).
Luigi D’Angelis
Luigi D’Angelis, 51 anni sposato e padre di quattro figlie. Sindaco di Cairano (più volte dal 1994), un piccolo e bellissimo borgo di 350 abitanti, e da due anni consigliere provinciale. Geometra, direttore dell’Ufficio Tecnico dell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi–Conza–Nusco–Bisaccia; si definisce “geometra umanista” e sindaco contadino perché crede nella tradizione e nella cultura della ruralità che pratica coerentemente coltivando il suo vigneto di aglianico. La sua massima è: “Nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magía.” ( Carlo Levi)
Mario Marciano
avellinese, designer e pubblicitario, laureato in scienze della Comunicazione. Lavora nel marketing e nella comunicazione d’impresa, scrive di comunicazione per un settimanale, svolge docenze per la formazione, ha un ruolo attivo nel dibattito sulle nuove frontiere della comunicazione in seminari e convegni, è direttore creativo dell’agenzia di marketing e comunicazione Grafistudio Associati. Le sue radici affondano nella civiltà contadina di cui è appassionato cultore, senza nostalgia ma proteso verso un’innovazione rispettosa del patrimonio naturale che abbiamo ereditato. Socio tesoriere dell’Associazione Irpinia 7x che difende i valori della terra Irpina nel segno della condivisione, la sua formazione è centrata sul lavoro di gruppo, dove la somma dei singoli è sempre superiore alla loro somma algebrica.
Roberta Marzullo
nata ad Avellino, ha studiato presso l’istituto commerciale S. Scoca di Avellino. È operatrice socio- sanitaria specializzata e lavora presso una struttura a Salerno. Anima l’associazione ‘Info Irpinia’ da oltre 2 anni, impegnandosi concretamente nella difesa e nella valorizzazione della terra irpinia, attraverso iniziative culturali come i tour di riscoperta culturale di ‘Estate in Irpinia’, e con il concorso fotografico Emozioni d’Irpinia. Cairano è il suo paese preferito.
Angelo Verderosa
architetto libero professionista (Irpinia 1961); impegnato nell’opera di salvaguardia e valorizzazione ambientale, ha attuato varie azioni di riqualificazione e di promozione territoriale, ricercando nell’architettura una continuità di linguaggio con quanto scampato al sisma del 1980. Sue opere sono state pubblicate nelle principali riviste di settore; ha pubblicato “Il recupero dell’architettura e del paesaggio in Irpinia” per De Angelis Editore. Tra le migliori realizzazioni: il restauro dell’Abbazia del Goleto, il restauro del Castello di Valva, il recupero dei borghi medioevali dalla Terminio-Cervialto, il borgo biologico di Cairano (in corso d’opera). Docente del master universitario Casaclima-Bioarchitettura / Referente Campania della Fondazione Italiana di BIOAarchitettura / Console del Touring Club Italiano. Autore del blog ‘Piccoli Paesi’.
3^ sessione
Dario Bavaro
primo laureato in Italia in Scienze della Comunicazione e in Canto lirico, consulente familiare, già direttore dell’Istituzione Teatro Comunale Carlo Gesualdo; delegato alla cultura e promozione del territorio del Comune di Cairano. Coordinatore di ‘Cairano 7X’ dal 2011. Presidente dell’associazione ‘Irpinia 7x’. Volontario nel Burundi per Africa70, giovanissimo ha partecipato negli anni ‘70 all’organizzazione di ‘Musica-incontro’ ad Avellino coinvolgendo personalità come Luigi Nono, Claudio Abbado, Maurizio Pollini e altri grandi artisti. Fiduciario di Franco Dragone, ha coinvolto un gruppo di amici per raccontare un modo nuovo di costruire relazioni felicitanti attraverso un viaggio condiviso e simbolico “da Cairano al mondo e viceversa”.
Amedeo Trezza
Napoli, 1979; dottore di ricerca in Teoria del Linguaggio si è occupato per 8 anni di Semiotica del paesaggio. A 30 anni lascia la città (Napoli) per dedicarsi al progetto ‘Casale Il Sughero’ in Cilento (provincia di Salerno), dove si occupa dal 2010 di ospitalità rurale, agricoltura naturale e turismo esperienziale. Fondatore e animatore dell’associazione culturale “La casa di Pitagore”; animatore del MUM Cilento (Museo Ugo Marano in Morigerati). Assegnatario del Premio Recupera-Riabita 2015.
Istituzioni
Rosetta D’Amelio
nata a Lioni, dove attualmente vive. E’ stata dirigente della ASL, sindaca di Lioni, assessore regionale alle politiche Sociali, Giovanili, Pari Opportunità, Demanio e Patrimonio per il PD. Ha diretto l’AIR ed è stata presidente della Fondazione L’Annunziata, con la quale ha realizzato numerosi progetti di sostegno sociale. Nel 2010 e poi nel 2015 è stata eletta al Consiglio Regionale della Campania tra le fila del PD. Attualmente è Presidente del Consiglio regionale della Campania.
Domenico Gambacorta
nato ad Avellino nel 1961. Dirigente di azienda, consegue il master di II livello in direzione delle aziende sanitarie presso l’Università di Salerno. Ha lavorato per la Scuola Superiore di Formazione di Genova, per la fondazione il Tarì e per Biogem. Vice Coordinatore di FI – Regione Campania, Delegato Regione Campania per Comitato delle Regioni – Bruxelles. Sindaco della città di Ariano Irpino (Av) e Presidente della Provincia di Avellino.
Piero Lacorazza
nato a Potenza nel 1977; giornalista pubblicista. Segretario regionale del PDS nel 1998 (a 21 anni), poi rieletto nel 2003. Con le primarie del 2007 viene nominato segretario regionale del Partito Democratico della Basilicata. Nel 2009 è eletto presidente della Provincia di Potenza sostenuto da una coalizione di centrosinistra. Eletto nel Consiglio regionale Basilicata nel 2013, ne diventa Presidente. Responsabile dell’Ambiente per l’Unione delle Province Italiane, componente della Conferenza Unificata e Stato-Città e componente del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea a Bruxelles.
CONDUCE
GIUSEPPE DI LEO, Radio radicale
Nato nello zoccolo duro del Mezzogiorno (Muro Lucano), è un giornalista fuori dalle conventicole della corporazione. Da dieci anni lavora a Radio Radicale, dopo esperienze professionali al Foglio, all’ Espresso e al Riformista. Simpatetico nei dibattiti, risulta simpatico anche quando polemizza: l’importante è che alla fine gli si riconosca che sta dalla parte della ragione.
post correlati al convegno di sabato 26 :
PROGRAMMA DEL CONVEGNO https://piccolipaesi.wordpress.com/2016/11/11/recupera-riabita-2016/
I RELATORI del convegno, brevi cenni biografici: https://piccolipaesi.wordpress.com/2016/11/21/i-relatori-del-convegno-26-11-2016-brevi-cenni-biografici/
Tra Morigerati e Vibonati c’è un luogo …
– di AV per Piccoli Paesi
Tra Morigerati e Vibonati, nel Cilento, c’è un ‘luogo’ accogliente; ci abitano Amedeo, Claudia ed il piccolo Ettore. Ci hanno ospitati qualche giorno fa. Eravamo di ritorno dal piccolo paese di Morigerati, bandiera arancione del ‘Touring Club Italiano‘; un gruppo di amici e soci TCI, partiti senza preamboli e preavvisi alle otto di mattina, con un minibus. Viaggiare è un’esperienza sensoriale, con un bus diventa anche una forte esperienza relazionale. Amedeo e Claudia hanno fatto una scelta di vita molto forte, intelligente, di avanguardia, difficile da descrivere; bisogna andarci al ‘Casale il Sughero‘ per capire, chiacchierando con due giovani neo-agricoltori filosofi ed intellettuali in auto-sostentamento; possibilmente seduti a tavola tra delicate ricchezze a metro zero. Di seguito ce ne parlerà Lara Tomasetta in una bella intervista uscita stamane su ‘Orticalab’. Come in uso a ‘Piccoli Paesi’, non ci dilunghiamo, ci fermiamo qui. Amedeo è invitato quest’anno a ‘Recupera-Riabita‘, porterà il racconto della sua esperienza a Cairano 7x dal 19 al 21 giugno. Ecco come arrivare al Sughero http://www.casaleilsughero.com; fermatevi anche a Morigerati, oltre il centro storico potrete visitate l’Oasi WWF con la poderosa fuoriuscita del fiume Bussento in una spettacolare grotta; ecco il recapito di Marianna Falese che vi accoglierà sorridente come sa fare il Touring : 349.1717873. Morigerati è a 120 km. dall’Irpinia, via Contursi; sulla Salerno-Reggio Calabria uscita Padula-Buonabitacolo; prendere la superstrada per Sanza-Policastro, uscire quindi a Caselle in Pittari e seguire la segnaletica per Morigerati; da qui, seguire quindi Vibonati e vi troverete al Casale Il Sughero; sarete a qualche km. da Policastro e Scario; da maggio a settembre ci si può bagnare in un mare pulito.
– di LARA TOMASETTA per Orticalab 8.4.2015
«Tra una città e l’altra esistono tante città invisibili, tante città diffuse rurali che attendono solo di essere abitate, ri-contemporaneizzate, rese di nuovo dense, attraverso il lavoro della terra, la sobrietà dei consumi e delle abitudini, l’ascolto della natura e le relazioni umane che a questo passo sapranno tessersi. Il nuovo abitante non si scoraggia di fronte all’abbandono del suo territorio ma sa decodificarne le potenzialità, intravede nel selvatico e nella ri-naturalizzazione la forza di un ecosistema con il quale egli interagisce in forma creativa e non impositiva». Ho scelto questo passaggio estratto dal blog dell’Agriturismo Casale Il Sughero per attirare l’attenzione su di un tema che interessa il nostro territorio in modo particolare. Ma, anche in questo caso, facciamo un passo indietro. L’Agriturismo che ho menzionato è situato nel basso Cilento, in un’area contigua al Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. I proprietari di questo luogo sono Amedeo Trezza e la moglie Claudia, due ragazzi di Napoli che circa 10 anni fa hanno deciso di abbandonare la metropoli per trasferirsi in un contesto completamente diverso, rimodellando stili di vita e consumi sulla base di un riposizionamento esistenziale ed economico proiettato all’auto-sostentamento. Il tipo di ospitalità che questa struttura offre è orientata completamente a viaggiatori responsabili, intelligenti ed in cerca di identità territoriali. Detta in parole povere, da molti anni esiste un tipo di turismo di nicchia interessato alla scoperta di luoghi che per storia, prodotti, cultura e tradizioni sono tutt’oggi sconosciuti al grande pubblico. E’ un tipo di turismo che ignora i grandi circuiti dedicati alle masse, ma si muove in modo autonomo, in un continuo “nomadismo” di conoscenza. Questo tipo di turismo è anche quello che riesce a creare interesse su zone che per decenni hanno sofferto l’abbandono e si nutre in modo massiccio del lato esperenziale del viaggio. Amedeo e Claudia hanno saputo intercettare questi flussi mettendo a disposizione dei viaggiatori un sistema di accoglienza che pone al centro dell’esperienza il racconto del territorio, riabilitando il concetto di uno stile di vita “slow”. Riconvertendo un antico fondo rustico negli anni dismesso ed impoverito, sono riusciti oggi a portare in quel terreno semi e razze antiche a rischio estinzione come i ’pomodorini rosa’, la ’melanzana rossa’, l’insalata ’a coste lunghe’, i pomodori gialli d’inverno detti ’vernini’, legumi antichi come il fagiolo di Gorga, il ’vignarulo’ e tanti altri. Un grande lavoro di recupero che negli anni è riuscito ad attrarre visitatori incuriositi dal forte passaparola sul web e dagli articoli sulle riviste specializzate. E come ha affermato lo stesso Amedeo, «Se questa pratica è valida per il Cilento è ancor più vera per l’Irpinia: un territorio splendido, con una terra molto dolce e facile da coltivare che permette una straordinaria biodiversità». E proprio l’Irpinia può annoverare diversi esempi di un tipo di turismo basato sul recupero e sull’esaltazione delle specificità del territorio: sono già moltissimi gli agriturismi nati in prossimità dei luoghi che raccolgono le eccellenze irpine. Così come ci si aspetta che nei prossimi anni si assisterà al moltiplicarsi di strutture ricettive rivolte a visitatori sempre più in cerca di ritmi di vita lenti, stanchi del caos delle grandi metropoli, in cerca di un’autenticità che sembra sempre più effimera chimera. D’altronde, lo stesso Vanni Chieffo, Presidente del Gal Irpinia, aveva di recente prospettato uno sviluppo basato proprio sui flussi turistici provenienti dalla grandi città. Ma nello splendido quadro che si è venuto a creare non bisogna tralasciare un elemento fondamentale. Come giustamente viene rammentato nel blog dell’agriturismo cilentano: «Colui che pratica l’ospitalità rurale non segue la moda agri-turistica perché non si tratta di ’turismo agricolo’ ma, al contrario, di agricoltura offerta come stile di vita e di accoglienza al viaggiatore e, pertanto, opera anzitutto una scelta di vita fondata su di un’economia di sussistenza incentrata sulla auto-produzione di beni primari frutto del lavoro della terra, per sé e per la sua famiglia, contribuendo così a ripopolare e rendere di nuovo contemporanei i territori rurali». Per essere più chiari, oggi ci troviamo di fronte al fenomeno del “ritorno alla terra”, basti vedere i numerosi articoli dedicati all’argomento. Ma il rischio sotteso a questo atteggiamento è lo scadere in una vera e propria moda, che poco o niente ha a che vedere con il vero ripristino delle tradizioni, dei metodi di lavorazione e delle antiche origini dei prodotti locali. In alcuni casi si crede erroneamente di poter avviare un business basato sul turismo rurale, senza avere il giusto sostrato culturale in grado di sostenere tale scelta. Ciò che intendo dire è che avviare un’attività – che sia ricettiva o di ristorazione – basata anche e soprattutto sul patrimonio della biodiversità irpina, così giustamente esaltata da Amedeo, non è un qualcosa che si può improvvisare dalla sera alla mattina; occorre esperienza, studio, caparbietà, pazienza e rispetto. Rispetto di un territorio che è il primo in Italia per prodotti certificati e riconosciuti anche dal Ministero per Le Politiche Agricole. Voler intensificare la produzione di questa o quella eccellenza, tanto per fare un esempio, sarebbe la chiara dimostrazione di non avere contezza delle specificità e delle necessità del nostro territorio, forzando un sistema che esiste proprio in virtù della sua unicità. Il rischio, alla fine dei conti, è di creare un tessuto ricettivo-economico in grado soltanto di scimmiottare le antiche usanze per un risultato scadente che non pone basi solide in grado di generare sviluppo di lunga durata. Anzi, questo tipo di turismo è in grado di sopravvivere solo per pochi anni. Basti contare i tanti ristoranti della provincia aperti e chiusi in poco tempo, che non hanno realmente creduto nei prodotti locali e nel ripristino delle ricette di una volta. In virtù del fatto che l’Irpinia è un territorio ormai straripante di piccole aziende agricole ed agriturismi, è bene riflettere sul modo in cui sono stati concepiti e sul reale sviluppo che riusciranno a generare. articolo originale su Orticalab – Ed ecco le foto della nostra giornata tra Morigerati e Vibonati, fino a Scario …
Recupera / Riabita _ il contributo di Amedeo Trezza
Educazione alla felicità _ di Amedeo Trezza / Casale Il Sughero, Vibonati (Sa)
Non avendo potuto partecipare al bellissimo vostro incontro, spero di dare un mio piccolo contributo parlando apparentemente di “altro”, per mettere a fuoco però proprio i nostri temi. E così parto un po’ da lontano…
Nel suo intervento alla puntata del 25 Aprile 2013 di Servizio Pubblico Roberto Saviano fa una breve analisi di comunicazione politica – rivolta implicitamente alle forze di cambiamento che animano la scena sociale e politica recente in Italia – portando come esempio il percorso referendario cileno che nel 1988 decretò la fine del regime di Pinochet. Commentando alcuni passaggi del film cileno “NO” (di Pablo Larrain) che ripercorre quei momenti difficili del paese sudamericano, Saviano spiega e illustra la strategia di comunicazione politica dei dissidenti del regime autoritario cileno e ci fa capire quanto attuale e necessaria sia stata quella straordinaria esperienza politica e sociale.
Anziché continuare a insistere su argomentazioni e linguaggi ‘per via di negazione’ rispetto al regime da contrastare (denuncia delle violenze, questione dei desaparecidos, ecc.), ovvero seguendo una strategia linguistica e argomentativa del contrasto e dell’opposizione, si decide di adottare un’altra tecnica, propositiva, positiva, assertiva e quindi inevitabilmente spiazzante e per questo infine vincente.
il quarto paesaggio
Fronteras Musicales Abiertas: un ‘Coro immaginario’ per l’Isola che c’è e (a volte) si vede

DIALOGO
di AMEDEO TREZZA / Dialogo con Dario Bavaro e Angelo Verderosa
Il riposizionamento geografico, dalla metropoli alla campagna, e il riposizionamento esistenziale, da un modello di consumo post-industriale al tentativo di perseguire un modello impostato sull’auto-sostentamento critico, segna la nostra realtà come uno dei punto di resistenza nel contesto della spopolamento e dell’abbandono delle campagne meridionali, in questo caso cilentana.
Il gesto di riposizionamento è volontà di dimostrare la sostenibilità della scelta di riabitare luoghi abbandonati. È gesto consapevole di una azione in controtendenza, per questo difficile ma allo stesso tempo percepito come necessario, preso atto anche della impossibilità di perseverare nel modello di provenienza.
Questo luogo pertanto e inoltre è anche luogo di frontiera nella misura in cui si tratta di un riposizionamento percepito dall’esterno (da cui si proviene) come decentrato rispetto ai flussi sociali ed economici principali e dall’esterno (in cui ci si inserisce) come un riposizionamento decontestualizzato ed errato poiché frutto di una scelta imprevista della quale non si comprendono appieno le motivazioni.
Inoltre la criticità dell’effetto frontiera è giocata anche sul versante delle aspettative di resilienza la cui riuscita dipende da un difficile felice incontro di resilienze, quella personale o del nucleo familiare (esistenziale) e quella del luogo nuovamente abitato (potenzialità dei luoghi).
“visitabili” : CASALE IL SUGHERO, Vibonati
Con ‘Piccoli Paesi’, ieri pomeriggio 27 ottobre 2013, abbiamo visitato IL CASALE ‘Il SUGHERO’ a Vibonati, nel Cilento. Abbiamo ritrovato Amedeo Trezza, filosofo che ha abbandonato Napoli e la ricerca Universitaria per una vita altra (e migliore); con Amedeo avevamo fatto conoscenza a ‘Cairano 7x’ nel 2009, poi i contatti si rinnovavano via web. Abbiamo trovato una struttura eccezionale condotta da persone che hanno sposato la terra. Letizia e passione. Solo andandoci di persona, sedendosi sul grande terrazzo proteso verso il mare del Cilento, scendendo nell’orto e soprattutto ascoltando Amedeo e la sua sposa, si inizia ad entrare in un vero miracolo rurale che era dato ormai in via di estinzione. ‘Il Sughero’ non è la solita finta struttura agrituristica dove si propongono case rurali e poi c’è il servizio frigo, l’aria condizionata e la piscina… Al Sughero si vive della terra e per la terra! Ci si ritrova in un laboratorio di ricerca… Siamo in un edificio ristrutturato e ricavato dal un vecchio stazzo, utilizzando principi di bioarchitettura, dotato di approvvigionamenti energetici sostenibili e puliti e realizzato con materiali tradizionali e di recupero. Siamo in una piccola fattoria che ospita nel terreno di pertinenza le coltivazioni essenziali per un auto-sostentamento come un frutteto di frutti antichi, aiuole destinate ad un orto sinergico ed a tentativi di agricoltura biologica naturale e integrata col territorio. Un ‘economista illuminato’ come Pasquale Persico ha descritto questa struttura come un punto-rete / osservatorio nella ‘città diffusa’ del Parco del Cilento, la Città del Parco, ora Città del Quarto Paesaggio, mirando a proporre laboratori seminariali ed eventi culturali da vero e proprio Ateneo Nomade del Cilento… (vedi il video: http://vimeo.com/36402141). Casale Il Sughero nella sua destinazione ricettiva si prefigge l’obiettivo di offrire un servizio culturale e di tutoraggio naturalistico / escursionistico e artistico / antropologico sul territorio creando diversificazione nell’offerta. TORNEREMO A BREVE AL SUGHERO CON L’INTENTO DI SOGGIORNARE UN FINE SETTIMANA IN MODO DA PRENDERE LA CIUCCIOPOLITANA.
info : http://www.casaleilsughero.com
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a.v.
verso un nuovo modo di intendere il viaggio
dal Cilento, Amedeo Trezza in un video per i lettori di PICCOLI PAESI
Ospitalità rurale in Cilento e non solo
di Amedeo Trezza (Casale Il Sughero)
L’ospitalità rurale è:
il contrario di agri-turismo, ovvero è abitare un territorio agricolo naturale spesso spopolato rispettandolo e traendo da esso sostentamento primario, partecipare attivamente alla sua vita, alle sue dinamiche, alla sua salvaguardia, viverlo nella dimensione della quotidianità e aprire la dimora della propria famiglia al viaggiatore consapevole e attento, accoglierlo e renderlo partecipe della possibilità di una nuova forma di urbanità.
L’ospitalità rurale non è:
l’agri-turismo, ovvero non è dislocare in un posto tranquillo una struttura ricettiva, declinare al modo naturale la vacanza conservando i confort, i costumi e i parametri concettuali di sempre, consumando ancora una volta, magari in maniera più sottile, un territorio rurale, snaturandolo.
Purtroppo assistiamo da alcuni anni a questa parte ad una continua e preoccupante inflazione linguistica in tema di sostenibilità ed ecologia nel settore turistico-ricettivo (leggi ad es. il precedente articolo del nostro blog: Turismo e anti-turismo: inflazioni linguistiche e pratiche devianti) che ci porta a imbatterci sempre più in finti agriturismi e residenze rurali, improbabili agri-campeggi e villaggi rurali che nascondono purtroppo solo strutture di vecchia concezione malcelatamente riconvertite in maniera più o meno posticcia per stare al passo con le mode del momento ma conservando sostanzialmente la loro impronta commerciale di basso profilo.Per ridare dignità e ricominciare ad interpretare di nuovo i luoghi sublimi del paesaggio rurale italiano in maniera filologicamente onesta ma allo stesso tempo contemporanea c’è bisogno di rileggere il loro potenziale in modo tale da riconvertirli da luoghi dell’apparire a luoghi dell’abitare, da luoghi di vacanza (dal latino vacatio) a luoghi della presenza, da luoghi del fine settimana a luoghi della quotidianità. Leggi il seguito di questo post »
Turismo e ‘anti-turismo’: inflazioni linguistiche e pratiche devianti
Con questo post inizia la collaborazione a ‘Piccoli Paesi’ di AMEDEO TREZZA / Casale Il Sughero, Cilento.
Ai nostri giorni che vanno di moda termini come ‘sostenibilità’, ‘ecologico’, ‘responsabile’, ‘naturale’, ‘biodiversità’, ‘eco-compatibili
Molto spesso però abbiamo a che fare con l’ennesima moda linguistica che cela strategie di marketing dove nel migliore dei casi abbiamo un alberghetto di campagna con un po’ di terreno anziché affacciarci su di una strada statale.tà’, ‘biologico’, nel campo del turismo si parla di conseguenza sempre più spesso di ‘agriturismo’ anziché di hotel, di turismo ‘sostenibile e responsabile’, di turismo ‘ecosostenibile’, di viaggio ecologico, di ‘agri-campeggio’ anziché di campeggio, di ‘villaggio rurale’ anziché di residence, di ‘residenza rurale’ anziché di villa. Anche il Cilento ne è pieno…
Infatti tante strutture ricettive cosiddette ‘agri-turistiche’ che seguono questa tendenza non fanno altro che aggiungere qualche animale o qualche orticello negli spazi comuni, dove però continuano a trovare posto piscine, aria condizionata e tutti i confort della civiltà industriale. Ma nei fatti non sono altro che ciò che sono sempre state, luoghi di svago e di vacatio per turisti frettolosi e disattenti che ancora una volta – e oggi nella declinazione del verde e della natura – vogliono svagarsi prima di ritornare in città. Leggi il seguito di questo post »