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Cairano, Borgo biologico 3 novembre 2019
Cairano Borgo biologico, 3 novembre 2019 _ nell’ambito della MASTERCLASS CAIRANO 2019 “Scuola dei mestieri dello spettacolo”. https://www.masterclasscairano.it
Dal concetto di città bastevole a quello ponte della città bastevole e del rispetto. Passaggio teorico per una nuova visione dell’umanesimo rigenerato: la fabrica del vino arcobaleno come comunità aperta e terza certosa ibridante ed errante .
note di Pasquale Persico per l’incontro della comunità errante (per partecipare in sintonia all’incontro si consiglia di leggere le note allegate, apri PDF 1,9 Mb).
Fai clic per accedere a cairano-3-novembre-2019-_-di-pasquale-persico-1.pdf
Domenica 3 novembre a Cairano Borgo biologico arrivano anche i pesci che non abboccano di Sergio Scognamiglio (Vasaio e Ceramista concettuale) e vasaie e altri amici per sperimentare il più innovativo sistema di editing genetico (CRISPR/CAS) e scoprire il segreto di tante varietà di vitigni presenti nel centro storico e nel territorio largo del paese spaesato.

PARTECIPAZIONE LIBERA DALLE ORE 16 in poi.
Alle 16 inizierà il ‘1°Parlamento della comunità relazionale’: interventi di auto-presentazione analitici e propositivi, pochi minuti a testa, mai frontali.
Costruire relazioni per legare Cairano all’Irpinia e l’Irpinia al mondo.
alle 19,30 ci trasferiremo nel dirimpettaio borgo di Sant’Andrea di Conza, visita del centro storico e alle 21 tutti insieme a vedere (nell’ambito della Masterlcass) lo spettacolo di Pino Carbone e Francesco Di Leva ‘Muhammad Ali’ nella ex-Fornace di laterizi; ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Cairano, Borgo biologico 2 8 X 2019. Stamane prove generali di apertura dell’AREA RISTORO che finalmente colma e ricompensa il borgo di un luogo antico dove oziare a tavola; 60 posti su due livelli, chef Gargano, a tavola allievi e docenti della “Masterclass Cairano 2019” e gli alunni dell’Istituto “Maffucci” di Calitri. Nel comparto Castello, FOTO COME’ERA – COM’E’ _

com’era (2015)

com’è (2019)
RASSEGNA STAMPA – Residenza Borgo Biologico, 13-14-15 luglio 2018 con Irpinia 7x
RESIDENZA BORGO BIOLOGICO, ARCIPELAGO ITALIA
Evento culturale in Irpinia
13 – 14 – 15 Luglio 2018
Borgo di Cairano (Av)
7x
tre giorni di studio e di relazioni felicitanti per
recuperare e riabitare i piccoli paesi dell’Appennino
a cura del Master universitario di II Livello “Casaclima-Bioarchitettura” e dell’Associazione “Irpinia 7x”
–
Seguono gli articoli di stampa pubblicati in relazione all’evento “Residenza Borgo Biologico”, tenuto in Alta Irpinia dal 13 al 15 luglio 2018.
. IL QUOTIDIANO DEL SUD 15 luglio 2018 – Redazione Cultura
IRPINIAPOST 14 luglio 2018 – di Giulio D’Andrea
La sfida di Cairano mentre il borgo svela nuovi tesori
“A Cairano c’è tutto, forse anche qualcosa in meno“. Era uno degli slogan dei primi festival organizzati nel borgo altirpino. Adesso c’è tutto e forse ci sarebbe bisogno di qualcosa in più. Perché in un venerdì di luglio Cairano mostra i suoi nuovi tesori ed è uno spettacolo. Apre il museo delle relazioni felicitanti e soprattutto nasce un anfiteatro che sbalordisce. Compare tra vicoletti e antichi palazzi rimessi a nuovo. Miracoli dell’architettura, il paese è sempre più un gioiello. “Il teatro c’era anche prima, solo che noi non lo vedevamo“, dice il sindaco Luigi D’Angelis che dopo svariati mandati si gode i frutti concreti di un lavoro partito da molto lontano.
E per trovarlo, per trovare il teatro, un team guidato dall’architetto Angelo Verderosa ha operato in questi anni. Un po’ in silenzio, senza grossi eventi e proclami. Poi l’inaugurazione, la musica e la meraviglia è servita. A Cairano c’è tutto, ci sarebbe veramente tutto. Il panorama, i colori, la storia, il recupero e la frattura che si ricompone, quella del sisma. Lo vedono i ragazzi del master Lumsa “CasaClima BioArchitettura”. Gli altri visitatori. Che girano tra potenziali cantine, angoli inediti e tra gli slarghi che hanno reso famoso il luogo. A Cairano, 300 anime, trovi quello che hai visto l’anno prima ma più bello. Come i giardini fioriti, le casette colorate. Ed è un peccato che la sua vita svelata agli altri sia proprio come luglio, illusorio e veloce.
La sfida di Angelo Verderosa, l’architetto, è in buona sostanza vinta: parlano gli occhi. Quella degli animatori è per certi versi più difficile, rendere questo luogo tappa obbligata per più mesi. Riempire di cultura, arte e persone i tanti spazi vuoti, vuoti per ora, come il museo felicitante o la rupe. C’è la battaglia più complicata, una scalata spaventosa per chiunque: far sì che gli abitanti restino, che qualcuno possa pensare a un buen retiro o qualcosa del genere. Che la tranquillità e la pace siano accompagnate da altro, e purtroppo è difficile stabilire cosa. Ma un tesoro così non può restare nascosto, questo è sicuro. E spopolamento non può essere uno spettro che si agita costante come il vento del luogo. D’Angelis aggiungerà nella giornata: “Racconteremo la storia, il passato e il presente perché abbiamo costruito anche con l’aiuto dei contadini“. La Cairano delle colture a valle si riflette lungo i belvedere ma le cantine non contengono botti. Raccontare il futuro… chissà che nella tre-giorni iniziata venerdì non si possa azzardare qualche ipotesi.
ANTONINO SAGGIO 14 luglio 2018 / Facebook post
ascolta l’intervento tenuto dal Prof. Antonino Saggio al convegno di sabato 14 audio:
http://www.arc1.uniroma1.it/Saggio/Filmati/Conferenze/AntoninoSaggioCairano14luglio2018.mp3
ANGELO VERDEROSA – intervento tenuto al convegno di sabato 14 luglio 2018 Architetto, Istituzione Premio “Recupera-Riabita”. Radicato
R COME RESIDENZA R COME RADICATO
“Residenza” è l’obiettivo a lungo termine dell’azione culturale in atto in Alta Irpinia: favorire il reinsediamento di nuovi abitanti -sia metropolitani sia di etnie diverse- in luoghi che un tempo erano presidi di civiltà ma che oggi sono stati ridotti a marginali e spopolati. Questo potrà avvenire se cambierà il modello di sviluppo dei territori rurali dell’Italia interna; non più singoli progetti per ogni diverso comune ma progetti unitari e coordinati che abbiano un fondamento strategico a monte. Non più il comune ma il territorio, non solo l’architettura ma il paesaggio. La grande ricucitura delle isole dell’Arcipelago Italia, tema del Padiglione Italia alla 16. Biennale Architettura di Venezia 2018, potrà iniziare con un paziente rammendo a base di filo di ferro: riaprire e velocizzare le tratte ferroviarie trasversali tra i due mari; i trasporti pubblici sono il servizio pubblico fondamentale per ridare dignità di residenza agli abitanti dei piccoli paesi per connetterli con le città e i luoghi dell’alta velocità.
A Cairano, negli ultimi 3 anni, hanno recuperato e aperto casa tre nuovi abitanti, 3 “forestieri”. Un’inversione di tendenza è possibile, serve un progetto di comunicazione collettivo, relazionante, visionario; la politica –da cui attendevamo cambiamenti- sembra pratica ormai superata; non parla ai cittadini, non basta. Un concreto sviluppo potrà innescarsi se si ridarà centralità all’unica grande risorsa dei territori del sud Italia: la terra ! Quindi agricoltura, allevamento, pastorizia e coltivazione dei boschi correlate alla cura dell’aria e dell’acqua, risorse insostituibili e sempre più preziose ed ambite in un futuro di cambiamenti climatici. In Alta Irpinia pensiamo da anni, tra i temi della ex-Comunità Provvisoria del 2009, l’idea di un “parco rurale”: non solo per tutelare gli spazi naturali, ma anche per salvaguardare e valorizzare le tracce del lavoro umano e delle storie radicate in genetica profondità. Un parco rurale come laboratorio di riconversione e di innovazione agricola produttiva, un’esperienza pilota che potrebbe tracciare la strada per il rilancio delle altre aree interne dell’Appennino italiano; capace di divenire modello di lavoro e di socialità differente rispetto ai modelli urbani dominanti.
Quale il ruolo degli architetti, dell’arte, della cultura, dello studio in un processo di sviluppo che dovrebbe essere a trazione politica e che invece vede quest’ultima ormai completamente slegata rispetto alle realtà locali ?
Bisognerebbe conoscere bene il territorio, i paesi, i sindaci, le case per scoprirne esperienze, racconti, buone pratiche.
Pensatori e progettisti (pensiero e azione), arte e cultura sono binomi imprescindibili per costruire nuove comunità che abbiano il desiderio del restart, come serve in generale al nostro Paese.
Non serve più agli architetti occuparsi della singola costruzione, forse non servono più nemmeno nuovi edifici; dovremmo con pazienza e coraggio bonificare il territorio da una vasta serie di brutture accumulate nel tempo; beceri volumi edilizi incapaci di dialogare tra loro, impermeabili alla luce e al paesaggio. Demolire più che costruire. Pensiamo alle periferie delle nostre città, oggi impraticabili sia a livello sociale che come fruizione estetica.
Come “radicati” in sito non rappresentiamo oggi un giacimento di nostalgie, né ci sentiamo animatori di villaggi spopolati. Siamo resilienti, sicuramente. E crediamo ancora che la creatività possa salvare il mondo. Siamo convinti che in questa scarsità di risorse possano innescarsi innovazioni. Necessitano conoscenza locale e fiducia globale per un’azione collettiva capace di invertire il declino dei piccoli paesi rurali e appenninici, presidi di civiltà arcaiche (quindi avanguardia universale).
Il convegno “Residenza Borgo Biologico” è innanzitutto spazio di confronto tra radicati e forestieri; molti sono architetti. Se di queste cose non se ne occupano gli architetti chi se ne occuperà ? Gli architetti in Italia oggi non sono considerati importanti; invece lavorando insieme alle comunità possono risolvere parecchi problemi. E’ una questione di sensibilità ricevuta in dono da chi si occupa della “formazione”, docenti soprattutto e maestri di strada.
Qui a Cairano, tra radicati e forestieri, potrebbe nascere oggi una comunità di mutuo soccorso.
Paesi e città. Associazioni e Università.
Chi ha detto che nei piccoli paesi non è possibile una grande vita ?
. QUI IRPINIA 14 luglio 2018 – di Elisa Forte
Dalla scienza all’arte. L’architettura ridisegna il paradigma delle vivibilità, e candida il laboratorio altirpino agli Stati Generali della green economy
Dalla scienza all’arte. L’architettura cambia pelle e diventa dottrina umanistica in grado di attraversare e filtrare tutte le discipline che studiano il paesaggio, per azzardare una lettura dall’interno che interpreti la vera identità del luogo. Non immagina nuove cementificazioni, ma è chiamata ad una nuova lettura dell’inerzia che avvolge i piccoli paesi, per offrire nuovi modelli di vivibilità, complementari e non alternativi ai contesti delle grandi città. Così l’architettura offre risposte alla conservazione architettonica degli edifici, alla valorizzazione storica, ma anche alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla prevenzione del rischio sismico e in buona sostanza alla politica politicante impegnata nella strategia nazionale per le aree interne.
Il perimetro geografico dell Alta Irpinia, infatti, individuato come bacino di sperimentazione della Snai- strategia nazionale per le aree interne- si candida a interpretare la nuova mission affidata alla scienza artistica e creativa accendendo i riflettori su due direttrici. Mentre a Cairano viene illustrato il percorso progettuale architettonico di recupero del borgo costruito in venti anni dall’interno della pancia della balena; a Lioni, Conza e Calabritto, è il mondo accademico che promuove un confronto con studenti e “maestranze” locali. A guidare gli alunni della Federico II di Napoli, sarà il faro acceso dall’architetto Federico Verderosa, membro del Consiglio scientifico, docente dei seminari, coordinatore dei laboratori, Co-Direttore del workshop del master universitario di II livello in “Architettura e progetto per le aree interne. Ri_Costruzione dei piccoli paesi” . Oggetto del tour altirpino è uno studio sul campo del nuovo approccio multidisciplinare dell’architettura per invertire la rotta dell abbandono e dello spopolamento. L universita si propone di costruire una figura tecnica in grado di reinterpretare la “comunità sommersa” dai rovi e portare nuova linfa.
Il laboratorio Cairano offre invece una prospettiva diversa, dimostra come una politica adottata “dal basso” dagli attivisti 7x, ha trasformato Cairano in una falegnameria a cielo aperto, e ridisegnato l intero canovaccio del borgo a matita, in contemplazione dell esistente. Qui la nuova veste che si restituisce all abitato è frutto di un processo culturale e non scientifico, che non vuole agganciare il paese alla città, ma farne un giardino di benessere e bellezza, tanto da spingere a costruire un Brand.
Il treno del ripopolamento corre su questo doppio binario intanto, dove si incrociano riflessioni sull agricoltura multifunzionale, individuata come unica leva possibile per la crescita delle economie locali, ma anche sulla giusta redistribuzione dei servizi, funzionali ad innalzare gli standard di vivibilità e incremento demografico.
Il laboratorio architettonico allestito da Angelo Verderosa si è avvalso del prezioso contributo di creativi e professionisti riuniti nell’associazione dei 7x, prima esclusivamente dedicata a Cairano, poi all’Irpinia. La concertazione di pensieri e visioni si è rivelata vincente, tanto da pianificare una società di mutuo soccorso; fra paesi e città, associazioni e università. Franco Dragone, primo supporter del laboratorio cairanese, conferma che alla base del manifesto del recupero del piccolo borgo ci sia un progetto culturale, prima che architettonico, che integra l’arte, la cucina, l’incontro, lo scambio, il teatro e la formazione. In occasione del focus annuale “recupera- riabita” sono stati illustrati contributi di grande valore da parte di architetti, studiosi, artisti, amministratori e imprenditori. A partire dall’architetto Alex De Muzio, che ha illustrato un censimento compiuto nella sola provincia di Foggia sulla presenza delle masserie, 800 in tutto, geolocalizzate e fotografate. Il censimento permette di poter studiare queste architetture per poterne analizzare il loro potenziale economico.
In questa ottica, Mario Marciano, consulente di marketing, suggerisce che gli addetti ai lavori istituzionali del turismo dovrebbero produrre meno guide e più visioni. “I vicoli ciechi, le strade chiuse, le piazze vuote e le case abbandonate hanno bisogno di nuovi occhi” spiega. “Il pietismo e il romanticismo non invertono il destino, né concorrono al cambio di paradigma”. C è bisogno di progetti qualificanti e ambiziosi che non hanno il paese vicino come termine di paragone, ma il mondo intero. Nel “Marciano pensiero” il turismo nei paesi andrebbe bandito per legge, per essere sostituito invece da un nuovo modello di inurbamento e percezione del paesaggio, che spinge per il superamento delle chiusure e favorisce una apertura dell’uomo e il dialogo con l’ambiente.
Il progetto Cairano dunque, propone un nuovo umanesimo che rimette l uomo al centro, e ri- codifica la dialettica fra leggi e umanità. Secondo Massimo Pica Ciamarra, l’urbano è assenza di pensiero politico:riflette egoismi e narcisismi, esalta separazioni e nega l integrazione. Non chiudere, ma riorganizzare, è l input che arriva dal sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri, che auspica il superamento delle logiche campanilistiche per una convinta collaborazione fra Comuni.
ANTONINO SAGGIO 14 luglio 2018 / Facebook post (1)
IL QUOTIDIANO DEL SUD 13 luglio 2018 – di Floriana Guerriero
Cairano, le radici e il dna dei luoghi
ORTICALAB 12 luglio 2018 – di Maria Fioretti
Cairano ritrova la sua Piazza Teatro, l’Irpinia il suo faro di arte e cultura
Siamo stati all’apertura della tre giorni di incontri e relazioni sui temi del recupero e del riabitare i piccoli paesi dell’Appennino e abbiamo visto come è stato restaurato il Borgo Biologico il posto perfetto scelto da Franco Dragone per la sua Scuola di Arti dello Spettacolo di cui avremo un’anteprima con la Masterclass di settembre: un luogo magico riportato alla luce, un luogo che pulsava arte e cultura già 2500 anni fa.
Cairano è un dorso di balena che incanta. Siamo stati all’apertura della tre giorni (che continua fino a domenica) di incontri e relazioni sui temi del recupero e del riabitare i piccoli paesi dell’Appennino e abbiamo visto come è stato restaurato il Borgo Biologico: solo materiali locali trattati da maestranze della provincia, nessun mezzo pesante, ma un lavoro manuale, attento all’impatto ambientale e alla storia di ogni singola pietra.
Insieme a noi a compiere questa prima esplorazione c’erano gli allievi del Master Lumsa “Casa-Clima BioArchitettura” appena arrivati su quest’isola senza mare, guidati dall’Architetto Angelo Verderosa – loro docente e curatore del progetto esposto al Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia 2018 – e da Dario Bavaro, presidente dell’associazione “Cairano 7x” e promotore della nostra bella passeggiata sensoriale tra le atmosfere cairanesi.
E poi davanti al nostro sguardo si è aperta la Piazza Teatro recuperata con pazienza e innovazione dalle macerie stratificatesi sull’antico borgo Castello di Cairano, un cuore pulsante di arte e cultura, il posto perfetto scelto da Franco Dragone per la sua Scuola di Arti dello Spettacolo di cui avremo un’anteprima con la Masterclass di settembre: un luogo magico riportato alla luce, un luogo che pulsava arte e cultura già 2500 anni fa.
Mentre il maestro Spiniello accarezzava con i suoi pennelli uno spicchio di muro che costeggia gli antichissimi gradoni della platea del Teatro riportato alla luce, al quale si accede attraversando gli impervi vicoli del borgo, passando per il Museo delle relazioni felicitanti, appena dietro la Chiesa e la piazzetta, a fare da cornice allo spettacolo di note e suggestioni tanti gli avventori che si muovevano tra le residenze artistiche per studenti e docenti del Master in arti dello spettacolo, anch’esse frutto di una meticolosa opera di riqualificazione, con uno spazio dedicato alla mostra sul Cineasta e Partigiano cairanese, Michelangelo Frieri, curato dal professore Paolo Speranza.
Non più un giacimento di nostalgie questo piccolissimo paese di trecento abitanti, ma un luogo in moto, vivo di creatività, forte per la comunità nuova di “radicati” e “forestieri” che si confrontano su un territorio che ha mantenuto la sua autenticità, diventando un’ispirazione. Un luogo di rinascita, epicentro di un futuro ancora possibile ma soprattutto necessario.
QUI IRPINIA 11 luglio 2018 – di Elisa Forte
L’isola di Cairano, minimo Comune multiplo dell’Arcipelago Italia
Mi piace definirla “Repubblica indipendente”, ma anche microcosmo fecondo in cui è possibile raddrizzare le cose o edificare nuove Nazioni. Cairano è letteratura, sì per me lo è. Sarà la sua forma di balena galleggiante a rendere il borgo speciale, ma anche la leggerezza del vento che soffia a dieci nodi esatti, che consente di acclimatarsi in un mondo ovattato, carico di ‘possibilità’ e aspettative. Non è un caso se l’abitato sia finito sotto la lente di osservazione della cosiddetta “intellighenzia”, quel circolo culturale animato da professionisti e poeti, residenti e stranieri, che da venti anni lavorano ad una strategia di recupero, ma soprattutto di costruzione di un laboratorio di nuova vivibilità. Lo stesso Enrico Finzi, sociologo di fama nazionale, lo ha definito “minimo Comune multiplo”, ma prima di lui ci ha pensato Vinicio Capossela a renderlo immortale come “Il paese dei coppoloni”.
Dopo venti anni di studi e analisi, ricerche e progettazione, è arrivato il momento di inaugurare il ‘borgo biologico’. Un borgo interamente recuperato nella sua funzione storica del comprensorio, che si candida a rivoluzionare il concetto di vivibilità nei paesi dell’entroterra dell’Appennino. Pioniere di questa avventura è l’architetto Angelo Verderosa, che ha già esposto il progetto architettonico alla Biennale di Venezia nel padiglione Arcipelago Italia, incassando grande successo fra gli addetti ai lavori e non solo: il borgo irpino infatti, oggi è divenuto noto ad un pubblico più vasto di artisti ed architetti europei, per essere stato selezionato- tra oltre 500 opere realizzate- e tuttora esposto alla Biennale Architettura di Venezia (fino al 25 novembre 2018) come progetto esemplare di recupero architettonico contemporaneo, capace di innescare riverberi positivi sia in ambito sociale che economico. Completate le opere strutturali candidate dal Comune a valere sui fondi europei, ‘il parterre dei creativi’ alza il sipario sul primo borgo altirpino destinato a residenza per artisti.
Cultura e arte, visioni e interpretazioni del paesaggio rappresentano la cifra del progetto di rilancio delle aree interne, depositarie di linfa e ricchezza, che necessitano una trasformazione del tessuto sociale ma anche dell’indotto economico. Architettura, arte e agricoltura rappresentano la declinazione del genius loci individuato dall’associazione, determinata a costruire non solo un manifesto culturale di nuovi modelli abitativi di riferimento, ma anche a moltiplicare il valore dell’esistente.
“Come abitanti dei piccoli paesi non rappresentiamo oggi un giacimento di nostalgie, né ci sentiamo animatori di villaggi spopolati. Siamo resilienti, sicuramente. E crediamo che la creatività possa salvare il mondo” spiega l’architetto Verderosa. “Siamo convinti che in questa scarsità di risorse possano innescarsi innovazioni. Necessitano conoscenza locale e fiducia globale per un’azione collettiva capace di invertire il declino dei piccoli paesi rurali e appenninici, presidi di civiltà arcaiche, quindi avanguardia universale. Se di queste cose non se ne occupano gli architetti chi se ne occuperà? Gli architetti in Italia non sono considerati oggi importanti, invece lavorando insieme alle comunità possono risolvere parecchi problemi. Qui a Cairano, tra radicati e forestieri, potrebbe nascere oggi una comunità di mutuo soccorso. Paesi e città. Associazioni e Università”.
Il progetto sarà illustrato in tutti i dettagli nella tre giorni promossa da Irpinia 7X, a cui prenderanno parte espressioni del mondo accademico proveniente da tutta Italia, studiosi, appassionati, artisti, viaggiatori e imprenditori. Sono previste infatti visite al percorso delle cantine, e poi il taglio del nastro ad opera di Franco Dragone, regista e showmaker di origini cairanesi, e fondatore della “Dragone cultural cration company” della piazza teatro; oltre alle visite di cantieri e laboratori didattici.
Sabato 14 luglio si terrà il convegno “Recupera-Riabita, salviamo i borghi dell’Appennino”, che prevede un’intera giornata di studio: analisi, testimonianze e progetti. Nella mattinata, dopo i saluti del Sindaco Luigi D’Angelis, ci saranno le introduzioni di Dario Bavaro per “Irpinia 7x” e Francesca Pitisci per il “Master Casaclima-Bioarchitettura”, associazioni e università che animano l’evento. Angelo Verderosa presenterà le tematiche del convegno e presiederà i lavori della mattinata dove ci saranno gli interventi dei relatori “forestieri”, in qualità di osservatori esterni dello stato di salute dei piccoli paesi. Tra questi, alcuni docenti delle Università di Napoli, Salerno, Roma e Innsbruck: Renato Partenope, Pasquale Persico, Massimo Pica Ciamarra, Antonino Saggio e Wittfrida Mitterer, oltre a ricercatori, architetti, archeologi, giornalisti e scrittori di varie parti d’Italia.
Nel pomeriggio dello stesso sabato è previsto il confronto tra i “radicati”: Sindaci, amministratori, imprenditori e operatori locali. Il dibattito, animato da Generoso Picone, cercherà di fare il punto della situazione sui bisogni e sui progetti dei borghi irpini. Tra i temi più discussi finora nel forum del blog “Piccoli Paesi”: trasporti pubblici, agricoltura, occupazione ma soprattutto arte e cultura per ripartire nell’immediato, anche grazie all’impegno di vari imprenditori autoctoni che guardano con attenzione al nostro territorio.
Domenica 15 infine, si procederà con il “Viaggio nel cratere”, un’escursione nei paesi distrutti dal terremoto del 1980; modelli di ricostruzione a confronto, analisi sul campo a 38 anni dal sisma. Si attraverseranno i centri ricostruiti di Conza, Teora e Sant’Angelo dei Lombardi.
IRPINIAPOST 11 luglio 2018 – Redazione
Cairano, Franco Dragone inaugura la nuova piazza-teatro
In Alta Irpinia, nel borgo di Cairano, inizia la 3 giorni di eventi culturali dedicati all’architettura, all’arte e all’agricoltura per recuperare e riabitare i piccoli paesi dell’Appennino. Sono previste visite di cantiere e laboratori didattici nel pomeriggio di venerdì 13 luglio. Alle ore 21.00 Franco Dragone presiederà alla pre-apertura della piazza-Teatro a Cairano.
Sabato 14 luglio si terrà il convegno“Recupera-Riabita, salviamo i borghi dell’Appennino”; un’intera giornata di studio: analisi, testimonianze e progetti. Tra i temi più discussi finora nel forum del blog “Piccoli Paesi”: trasporti pubblici, agricoltura, occupazione ma soprattutto arte e cultura per ripartire nell’immediato, anche grazie all’impegno di vari imprenditori autoctoni che guardano con attenzione al nostro territorio. I posti per il convegno sono sold out. Domenica 15, in mattinata si farà il “Viaggio nel cratere”, un’escursione nei paesi distrutti dal terremoto del 1980; modelli di ricostruzione a confronto, analisi sul campo a 38 anni dal sisma. Si attraverseranno i centri ricostruiti di Conza, Teora e Sant’Angelo dei Lombardi.
Angelo Verderosa, coordinatore della manifestazione: “Come abitanti dei piccoli paesi non rappresentiamo oggi un giacimento di nostalgie, né ci sentiamo animatori di villaggi spopolati. Siamo resilienti, sicuramente. E crediamo che la creatività possa salvare il mondo. Siamo convinti che in questa scarsità di risorse possano innescarsi innovazioni. Necessitano conoscenza locale e fiducia globale per un’azione collettiva capace di invertire il declino dei piccoli paesi rurali e appenninici, presidi di civiltà arcaiche, quindi avanguardia universale. Il convegno “Residenza Borgo Biologico” è innanzitutto spazio di confronto tra “radicati” e “forestieri”, molti tra questi sono architetti. Se di queste cose non se ne occupano gli architetti chi se ne occuperà ? Gli architetti in Italia non sono considerati oggi importanti; invece lavorando insieme alle comunità possono risolvere parecchi problemi. Qui a Cairano, tra radicati e forestieri, potrebbe nascere oggi una comunità di mutuo soccorso. Paesi e città. Associazioni e Università“.
ORTICALAB 11 luglio 2018
Tre giorni a Cairano per immaginare come si recuperano e si riabitano i piccoli paesi
Sarà presentato il progetto del Borgo Bologico e gli allievi di Casaclima-Bioarchitettura saranno coinvolti in eventi culturali e approfondimenti sullo stato di salute dei borghi. Venerdì sera Franco Dragone presiederà all’inaugurazione della Piazza Teatro, cuore della residenza per artisti e studenti del suo Master di Arti dello Spettacolo.
In Alta Irpinia, nel borgo di Cairano (Av), inizia la 3 giorni di eventi culturali dedicati all’architettura, all’arte e all’agricoltura per recuperare e riabitare i piccoli paesi dell’Appennino.
Sono previste visite di cantiere e laboratori didattici nel pomeriggio di venerdì 13 luglio. Sabato 14 luglio si terrà il convegno “Recupera-Riabita, salviamo i borghi dell’Appennino”; un’intera giornata di studio: analisi, testimonianze e progetti. Nella mattinata, dopo i saluti del Sindaco Luigi D’Angelis, ci saranno le introduzioni di Dario Bavaro per “Irpinia 7x” e Francesca Pitisci per il “Master Casaclima-Bioarchitettura”, associazioni e università che animano l’evento. Angelo Verderosa presenterà le tematiche del convegno e presiederà i lavori della mattinata dove ci saranno gli interventi dei relatori “forestieri”, in qualità di osservatori esterni dello stato di salute dei piccoli paesi. Tra questi, alcuni docenti delle Università di Napoli, Salerno, Roma e Innsbruck: Renato Partenope, Pasquale Persico, Massimo Pica Ciamarra, Antonino Saggio e Wittfrida Mitterer, oltre a ricercatori, architetti, archeologi, giornalisti e scrittori di varie parti d’Italia.
Nel pomeriggio dello stesso sabato è previsto il confronto tra i “radicati”: Sindaci, amministratori, imprenditori e operatori locali. Il dibattito, animato da Generoso Picone, cercherà di fare il punto della situazione sui bisogni e sui progetti dei borghi irpini. Tra i temi più discussi finora nel forum del blog “Piccoli Paesi”: trasporti pubblici, agricoltura, occupazione ma soprattutto arte e cultura per ripartire nell’immediato, anche grazie all’impegno di vari imprenditori autoctoni che guardano con attenzione al nostro territorio. Tra questi Franco Dragone, regista di fama internazionale, originario di Cairano che venerdì sera presiederà alla pre-apertura della piazza-teatro, recuperata con pazienza e innovazione dalle macerie stratificatesi sull’antico borgo Castello di Cairano.
Dato il vasto interesse suscitato dalla manifestazione, organizzata mesi fa, i posti in sala sono tutti esauriti; saranno disponibili gli abstract degli interventi. Domenica 15, in mattinata si farà il “Viaggio nel cratere”, un’escursione nei paesi distrutti dal terremoto del 1980; modelli di ricostruzione a confronto, analisi sul campo a 38 anni dal sisma. Si attraverseranno i centri ricostruiti di Conza, Teora e Sant’Angelo dei Lombardi.
Il “Borgo Biologico” è un progetto durato 20 anni, oggi realizzato a Cairano (Av), in una delle 5.000 “isole” di quell’Arcipelago Italia, tema portante del Padiglione Italia alla Biennale Architettura di Venezia 2018. Il borgo irpino, già noto per aver ospitato negli ultimi 9 anni il festival visionario “Cairano 7x”, oggi è divenuto noto ad un pubblico più vasto di artisti ed architetti europei, per essere stato selezionato (tra oltre 500 opere realizzate) e tuttora esposto alla Biennale Architettura di Venezia (fino al 25 novembre 2018) come progetto esemplare di recupero architettonico contemporaneo, capace di innescare riverberi positivi sia in ambito sociale che economico.
Angelo Verderosa è il coordinatore della manifestazione al Borgo Biologico di Cairano, pronto ad ospitare gli studenti del Master: «Come abitanti dei piccoli paesi non rappresentiamo oggi un giacimento di nostalgie, né ci sentiamo animatori di villaggi spopolati. Siamo resilienti, sicuramente. E crediamo che la creatività possa salvare il mondo. Siamo convinti che in questa scarsità di risorse possano innescarsi innovazioni. Necessitano conoscenza locale e fiducia globale per un’azione collettiva capace di invertire il declino dei piccoli paesi rurali e appenninici, presidi di civiltà arcaiche, quindi avanguardia universale. Il convegno “Residenza Borgo Biologico” è innanzitutto spazio di confronto tra “radicati” e “forestieri”, molti tra questi sono architetti. Se di queste cose non se ne occupano gli architetti chi se ne occuperà ? Gli architetti in Italia non sono considerati oggi importanti; invece lavorando insieme alle comunità possono risolvere parecchi problemi. Qui a Cairano, tra radicati e forestieri, potrebbe nascere oggi una comunità di mutuo soccorso. Paesi e città. Associazioni e Università».
Sarà Franco Dragone a presiedere all’inaugurazione della Piazza teatro a Cairano venerdì sera (13 luglio): «Il nostro progetto è il risultato di una riflessione comune, sviluppatasi col tempo, che si basava sull’esperienza e sulla conoscenza intima, personale e condivisa che abbiamo del nostro territorio. Ecco perché ha brillato alla Biennale Architettura di Venezia, grazie ai suoi esperti: perché non mentono su chi siamo, perché se controlliamo la sua crescita questo progetto non sarà più soltanto un promontorio iconico da cui saltare verso l’ignoto, ma un faro dove le barche a vela possono essere ancorate, barche di coloro che cercano dove ritrovare l’ispirazione in un territorio che ha mantenuto la sua forza e la sua autenticità. Cairano, una traccia millenaria sulla strada delle grandi invasioni, come tante altre isole di questo vasto arcipelago di villaggi e micro città che tessono il tessuto dell’Italia e di gran parte dell’Europa, forse non è che una lucciola contro la marea delle stelle. Ma questa lucciola è sufficiente per illuminare la notte e guidare coloro che vogliono sedersi con noi a cercare nelle emozioni di vivere insieme ciò che può rendere i sogni una realtà».
leggi su ORTICALAB
. IL QUOTIDIANO DEL SUD 11 luglio 2018 – Redazione Cultura, Floriana Guerriero
Rispettare l’identità dei territori
BIBLUS-NET 5 luglio 2018 – di Francesca Ressa
Residenza Borgo Biologico, straordinario evento culturale a Cairano (Av), dal 13 al 15 luglio 2018
Residenza Borgo biologico: una tre giorni di eventi formativi per recuperare e riabitare i piccoli paesi dell’Appennino. Il progetto di Cairano alla Biennale di Venezia
Tra le più interessanti architetture realizzate ed esposte fino al 25 novembre 2018 alla Biennale Architettura di Venezia 2018, nel Padiglione Italiano “Arcipelago Italia” curato da Mario Cucinella, c’è il Borgo Biologico di Cairano (AV) di Verderosa Architetti.
Il borgo di Cairano è stato selezionato (tra oltre 500 progetti) come progetto esemplare di recupero architettonico contemporaneo per dare un futuro ai borghi che si spopolano.
Dal 13 al 15 luglio 2018 Cairano sarà anche la sede dell’importante manifestazione culturale “Residenza Borgo biologico, arcipelago Italia”: il borgo ospiterà per 3 giorni gli allievi del Master universitario di II Livello CasaClima-Bioarchitettura, che si tiene a Roma presso la Lumsa, e gli animatori territoriali che fanno capo all’associazione “Irpinia 7x”.
Sono previsti incontri ed eventi sul tema del recupero e ripopolamento dei piccoli paesi; non si tratterà di un’esercitazione didattica, ma di un’esperienza di conoscenza sul campo.
L’obiettivo è quello di mettere insieme energie individuali per sviluppare idee e progetti comunitari per promuovere la possibilità del riabitare nei piccoli paesi dell’Appennino.
Programma
Nell’ambito del programma didattico-formativo del Master è stata organizzata la manifestazione culturale a Cairano, nei giorni 13, 14 e 15 luglio 2018.
Oltre alle visite di cantiere e ai laboratori didattici, per gli studenti del Master è prevista una giornata di studio (sabato 14 luglio) che vedrà la partecipazione di oltre 40 relatori tra architetti, contadini, sindaci, artisti, docenti, scrittori, visionari; saranno a loro disposizione 7 minuti e 7 immagini da proiettare per lanciare un messaggio “relazionante” sul futuro dei piccoli paesi dell’Appennino.
Non si tratterà, quindi, della solita conferenza frontale o del convegno per addetti ai lavori ma di un laboratorio aperto e partecipato al cui centro c’è l’ascolto e la relazione tra i partecipanti.
Infine, nella giornata di domenica, ci sarà una visita guidata nei paesi distrutti dal sisma del 1980, con esempi di ricostruzione fortemente diversi tra loro.
Il progetto
Il progetto di Cairano, un piccolo e spopolato borgo di Cairano in provincia di Avellino dove vivono 300 abitanti su una rupe, a cura dall’architetto Angelo Verderosa, è partito circa vent’anni fa, nel 1999, ma è mancato qualsiasi tipo di finanziamento; solo nel 2015 sulla base dell’accelerazione di spesa, il progetto è stato avviato e oggi i cantieri sono quasi ultimati (al 90%).
Tecnologia e modernità si relazionano con paesaggio e tradizioni in una serie di recuperi integrati, estesi per 4.000 mq tra spazi urbani, attrezzature ed alloggi ripensati per dare accoglienza in uno dei piccoli paesi dell’entroterra italiano. A Cairano (Av), in Irpinia: 300 abitanti su una rupe a 800 m di altitudine, sulla dorsale appenninica, al confine tra Campania e Lucania; in una zona ad elevato rischio sismico. Lontano dalle luci e dal rumore, un paesaggio incontaminato, straordinario, vuoto.
Per la realizzazione del progetto sono stati utilizzati esclusivamente materiali locali come la pietra irpina o il legno di Calitri; si tratta di materiali, per lo più pietre che sono cadute col terremoto, che non necessitano il trasporto, né di mezzi pesanti in cantiere, sono inoltre lavorati da maestranze locali manualmente, facendo attenzione al recupero dei manufatti storici.
Ogni alloggio, inoltre, sarà ben coibentato, in grado di consumare poco ed economico da un punto di vista di gestione.
Il borgo di Cairano non sarà un albergo diffuso, ma la residenza per artisti, in quanto sede del Master di Arti dello Spettacolo che porterà gli allievi dei corsi di arti sceniche e i docenti dal mondo all’Irpinia, già a settembre prossimo.
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Gli alloggi serviranno agli studenti e ai turisti che scelgono di trascorrere un periodo in questa meravigliosa terra al confine tra Puglia e Basilicata la piazzetta è diventata un teatro all’aperto che può ospitare circa 200 persone, con la gradinata e il palco centrale sulla scorta dell’anfiteatro greco, tutto intorno si sviluppano le case, le botteghe, il ristorante e i laboratori. Sulla rupe sarà installato in maniera permanente un organo a canne alimentato dal vento che produrrà suoni naturali, capace di accordi tonali molto particolari, un’opera unica al mondo. Il Borgo di Cairano è la testimonianza di modelli alternativi di ricostruzione post terremoto, recuperare un borgo biologico di 300 abitanti potrebbe sembrare una follia, ma è una affascinante follia, come mi diceva un collega francese. In Italia accadono anche miracoli come questo ed è la cultura l’elemento di forza, quello su cui puntare per far restare quei giovani che ancora pensano se partire oppure no, dobbiamo riuscire ad affascinarli e così avremo una possibilità. L’agricoltura abbinata al turismo e allo sviluppo del settore culturale può generare quella micro economia che permetterebbe a borghi come quello di Cairano di sopravvivere.
ORTICALAB 19 giugno 2018 – di Maria Fioretti
Rinascite possibili
Cairano è un Borgo Biologico che respira futuro
Con l’architetto Angelo Verderosa e Dario Bavaro – presidente di “Irpinia 7x” – abbiamo parlato di questo progetto corale, partito vent’anni fa e arrivato alla Biennale di Venezia tra le più belle architetture del mondo, ospiterà per tre giorni gli allievi del Master CasaClima-Bioarchitettura della Lumsa per raccontare le possibilità del riabitare nei piccoli paesi dell’Appennino: recuperato con materiali e maestranze locali, si è lavorato manualmente, salvando quello che esisteva, con un’attenzione particolare all’impatto ambientale. Un organo a canne, installazione permanente unica al mondo, sarà suonato dal vento sulla rupe e le nuove strutture ospiteranno la scuola delle Arti dello Spettacolo di Franco Dragone: la rinascita è cominciata
CasaClima-Bioarchitettura è il Master di II Livello che si tiene a Roma presso l’Università Lumsa ed ha un legame con il nostro territorio perché torna per il secondo anno a Cairano protagonista di una tre giorni (13-14 e 15 luglio) di incontri e relazioni sui temi del recupero e del riabitare i piccoli paesi dell’Appennino.
Sul dorso della balena – così si definisce la rupe – ci sono trecento abitanti e siamo in quell’entroterra appenninico che fa parte delle 5mila isole dell’Arcipelago Italia, tema portante del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia 2018 – curata da Mario Cucinella – per cui è stato selezionato ed esposto il progetto del “Borgo Biologico”, curato dall’architetto Angelo Verderosa.
Nello specifico si tratta di una realizzazione corale, partita vent’anni fa con piccoli tasselli e arrivata a Venezia, fino al 25 novembre 2018, così tra le più belle architetture realizzate nel mondo c’è anche il piccolo e spopolato borgo di Cairano che ha avviato il suo processo di rinascita: «Il progetto è cominciato nel 1999, ma per quindici anni non ha ricevuto attenzione, è mancato qualsiasi tipo di finanziamento, sia da parte del CIPE che della Regione – spiega Verderosa – nel 2015 sulla base dell’accelerazione di spesa, il progetto è stato avviato e oggi i cantieri sono quasi ultimati, sull’avanzamento dei lavori siamo al 90 per cento. Sono stati utilizzati esclusivamente materiali locali come la pietra irpina o il legno di Calitri che aiutano l’ecologia perché non hanno viaggiato, sono trattati da maestranze locali, nel cantiere non arrivano mezzi pesanti e si lavora manualmente facendo attenzione al recupero dei manufatti storici. Tutte le pietre che sono cadute col terremoto o per lo stato di incuria del borgo, vengono reimpiegate e ogni alloggio sarà ben coibentato, in grado di consumare poco ed economico da un punto di vista di gestione».
Gli studenti del Master oltre alle visite di cantiere e ai laboratori, saranno impegnati in una giornata di relazioni che prevede la partecipazione di oltre quaranta relatori tra architetti, contadini, sindaci dei comuni del cratere (Conza, Teora, Sant’Angelo dei Lombardi, Calitri), artisti, docenti, scrittori, visionari che avranno a disposizione 7 minuti e 7 immagini da proiettare per lanciare un messaggio “relazionante” sul futuro dei piccoli paesi.
L’obiettivo è proprio quello di mettere insieme energie individuali per sviluppare idee e progetti comunitari, parlando allo stesso tempo di sogni e di visioni, come conferma Dario Bavaro, presidente dell’associazione “Irpinia 7x” legata all’evento “Cairano 7x” che quest’anno si terrà durante la prima settimana di agosto: «Cairano si è data una definizione grazie ad una semina costante di attività, abitarla e lasciarsi abitare è possibile solo stabilendo un contatto col luogo, visitandolo e respirando la sua aria speciale. Non si può raccontare a parole, perciò siamo contenti che sempre più persone vengano a trovare Cairano e ci aiutino a costruire relazioni e momenti di felicità. Oggi esistono una serie di condizioni favorevoli e c’è una bella umanità a popolare il borgo che sta diventando grande mentre prima sembrava soltanto un sogno romantico, ma anni di lavoro e di ostinazione ci hanno portato qui, al punto della rinascita».
Non sarà un albergo diffuso il borgo di Cairano, ma una residenza per artisti, perché è qui che Franco Dragone ha scelto di far vivere il suo Master di Arti dello Spettacolo che porterà gli allievi dei corsi di arti sceniche e i docenti dal mondo all’Irpinia. Si comincia già a settembre di quest’anno con dieci giorni di Masterclass: «Gli alloggi serviranno agli studenti e ai turisti che scelgono di trascorrere un periodo in questa meravigliosa terra al confine tra Puglia e Basilicata – continua l’architetto Angelo Verderosa – la piazzetta è diventata un teatro all’aperto che può ospitare circa duecento persone, con la gradinata e il palco centrale sulla scorta dell’anfiteatro greco, tutto intorno si sviluppano le case, le botteghe, il ristorante e i laboratori. Sulla rupe sarà installato in maniera permanente un organo a canne alimentato dal vento che produrrà suoni naturali, capace di accordi tonali molto particolari, un’opera unica al mondo. Il Borgo di Cairano è la testimonianza di modelli alternativi di ricostruzione post terremoto, recuperare un borgo biologico di 300 abitanti potrebbe sembrare una follia, ma è una affascinante follia, come mi diceva un collega francese. In Italia accadono anche miracoli come questo ed è la cultura l’elemento di forza, quello su cui puntare per far restare quei giovani che ancora pensano se partire oppure no, dobbiamo riuscire ad affascinarli e così avremo una possibilità. L’agricoltura abbinata al turismo e allo sviluppo del settore culturale può generare quella micro economia che permetterebbe a borghi come quello di Cairano di sopravvivere».
. IL MATTINO 25 maggio 2018 – di Generoso Picone
I “Siensi” di Cairano al Padiglione Italia, il progetto di Verderosa all’Arcipelago
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RESIDENZA BORGO BIOLOGICO, ARCIPELAGO ITALIA”. Evento culturale in Irpinia dal 13 al 15 luglio 2018.
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ABSTRACT degli INTERVENTI tenuti al convegno di sabato 14 luglio 2018 : clicca QUI
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PROGRAMMA DETTAGLIATO dell’evento dal 13 al 15 luglio 2018 : clicca QUI .
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viaggio nel cratere conza teora sant’angelo (materiale di archivio)
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Si ringrazia per la COMUNICAZIONE
Elisa FORTE –Giornalista e scrittrice, irpina. Blog Elisafortequiirpinia
Floriana GUERRIERO –Giornalista per il Quotidiano del Sud
Giulio D’ANDREA –Giornalista e Direttore di IrpiniaPost
Maria FIORETTI e Marco STAGLIANO’ – Giornalista e Direttore di Orticalab
Antonio SENA, Alessandro FUCILLA, Massimo GUGLIUCCIELLO – Fotografi
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Si ringraziano gli SPONSOR
ACCA SOFTWARE
CANTINA FIORENTINO, Paternopoli
DI SESSA COSTRUZIONI, Impresa Restauri
EDILGEO, Impresa edile
KEIM, Bolzano
TOURING CLUB ITALIANO / Club di Territorio Paesi d’Irpinia
ZEMBALO B&B
VERDEROSA studio
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Pasquale Persico / Franco Arminio, recenti contributi su aree interne
_ _ _ Invio recenti contributi su aree interne, saluti ai lettori di ‘piccoli paesi’ tutti. Pasquale Persico, Università di Salerno
il governo è caduto il 4 dicembre.docx
Arminio – Appunti per chi si occupa di sviluppo locale (1) (2).docx
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QUALE MEZZOGIORNO SENZA AUTOBUS (e pensiline) ?
SEGUONO I CONTRIBUTI PERVENUTI PER IL CONVEGNO DI SABATO 26 nov. 2016 ad Avellino: Quale Mezzogiorno per il XXI sec. ?
angelo verderosa
amedeo trezza
info irpinia / francesco celli / roberta marzullo
fernanda ruggiero
giuseppe di leo
marianna venuti
mario marciano
pasquale persico
messaggi vari
QUALE MEZZOGIORNO SENZA AUTOBUS (e pensiline) ? _ angelo verderosa
Parlare di Mezzogiorno al convegno di Radio Radicale, seppure nei 3 minuti a disposizione, significa anche analizzare e denunciare (testimoniare) alcuni deficit macroscopici che ci impediscono di vivere civilmente in questa terra d’Irpinia, dove siamo oggi. In 3 minuti si può parlare di un solo argomento; l’occasione mi è data dal disagio che ho provato (come cittadino) ieri sera quando sono andato a prendere alla fermata autobus dell’Air (a Montella) il giornalista di Radio Radicale Di Leo, proveniente da Roma, oggi conduttore della trasmissione.
Grazie alla pausa di tregua che ci dà la situazione eolico (emergenza paesaggio subita da territorio e cittadini), volevo stasera invitarvi ad una unica riflessione sul sistema dei trasporti pubblici in Irpinia (autobus, visto che la ferrovia è in attesa di ristrutturazione). La Regione Campania continua a tagliare i km./anno per la provincia di Avellino; vengono tagliate le tratte dei piccoli paesi dell’interno (con pochi utenti); chi arriva ad Avellino resta in sostanza bloccato lì. I ragazzi li vedi per strada e in autostop o sono parenti e genitori a fare la spola con Avellino con mezzi propri; chi va via per lavoro o per studio torna sempre meno nei paesi d’origine; da Roma a Napoli (200 km.) ci metti 1 ora; da Napoli ad Avellino (50 km.) ci metti 50 minuti; da Avellino a Lioni o a Calitri ci vogliono oltre 2 ore con ‘air’. Per alcuni paesi di confine come Senerchia, Aquilonia, Monteverde, Trevico, Zungoli, tra cambi e attese ci vogliono 3 ore. Quanto impiega l’alta velocità da Roma a Milano… Col taglio del welfare (stato sociale) che attua sistematicamente il governo Renzi in continuità con quello di Monti, non c’è più speranza di sopravvivenza per le piccole comunità dell’entroterra. Si profila sempre più una nazione formata da cittadini di serie ‘A’ (la città metropolitana lineare lungo la costa) e una di serie ‘C’ (noi, nei paesi dell’appennino, sulle montagne).
E il Mezzogiorno, al centro della riflessione di oggi, è formato anche (e soprattutto) da 2.500 piccoli paesi al disotto dei 5.000 abitanti, dislocati lungo aree collinari e montane. Quale agricoltura, quale lavoro, quale turismo (quali progetti pilota) continuando a chiudere ospedali e tribunali e scuole ? Quale dignità civica senza un adeguato servizio di trasporto pubblico ?
Tornando alla situazione in Irpinia, la sicurezza dei viaggiatori è ridotta a zero; la ferrovia Avellino-Rocchetta è in attesa di ristrutturazione e di riapertura (auspicabilmente come servizio pubblico, quindi anche turistico); i pullman intanto si fermano in mezzo alla strada, i ragazzi scendono per cambiare bus in mezzo a macchine che sfrecciano, senza orari, sotto squallidi percolanti viadotti, senza segnaletica, senza pensiline…. una vera emergenza, una vergogna.
Di quale accoglienza e di quale turismo vogliamo parlare ? Quanto prende il direttore generale di AIR ? quanto costa un nuovo pullman ? Perché non attrezzare aree di sosta nei principali nodi di cambio ? a Montella, come al Calaggio ? Quando smetteremo di essere profughi nella nostra terra ?
Si parla sempre di milioni di euro che devono arrivare e che bisogna spendere (De Luca al convegno per il Sì e in genere amministratori e sindaci in ogni pubblica occasione), ma si può dedicare qualche spicciolo per farci viaggiare in un modo un po’ più dignitoso ? Possiamo connetterci anche noi alle stazioni dell’alta velocità e a Capodichino (aeroporto campano, ndr) per prendere un treno o un aereo in orario senza dover ricorrere ad un taxi ? Se un viaggiatore di notte arriva a Napoli o ad Avellino possiamo avere la speranza che arrivi anche a Lioni ? Gli anziani che devono recarsi ad Avellino, per una visita medica (visto che gli ospedali chiudono), hanno anch’essi diritto a viaggiare con un servizio di trasporto pubblico senza doversi indebitare per prendere una macchina con noleggiatore ?
Non c’è Mezzogiorno, non c’è Irpinia senza un adeguato dignitoso servizio di trasporto pubblico.
Chiudo, ecco una prima proposta: come cittadini dei piccoli paesi dell’interno appennino campano chiediamo il collegamento lungo le principali strade della provincia ogni ora ! con nodi di scambio in prossimità degli svincoli e non dentro i paesi. Ogni ora, anche di notte.
Aggiungo una foto scattata allo svincolo di Montella, all’arrivo del pullman da Avellino con cambio viaggiatori con altri 2 bus, per strada, di notte, sotto un viadotto… Una vergogna. Iniziamo a parlarne con forza, raccogliamo foto e documentazione, come associazione Irpinia 7x e come comitati civici facciamo un’istanza alla Provincia e quindi alla Regione. Se siete d’accordo.
grazie dell’attenzione, grazie a radio radicale per la trasferta in Irpinia, domani è domenica non ci sono autobus, vuol dire che accompagneremo Di Leo in macchina da Lioni fino alla stazione di Napoli. angelo verderosa
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La Città Bastévole come progetto-lavoro e gesto di fondazione
di Amedeo Trezza
Ridimensionare il ruolo dell’uomo riconducendo la sua figura nell’orizzonte di una ecologia delle relazioni (col silenzio, con l’altro, col fuori da sé, con l’intangibile e l’invisibile e col non ancora espresso) significa porre le basi per un una nuova dignità dell’uomo che ci restituisce una soggettività bastévole in quanto possibile interprete della Città Bastévole come comunità, nella misura in cui l’uomo torna ad essere soggettività (individuale e condivisa) che scommette a carte coperte, torna cioè ad inferire come meccanismo di conoscenza attraverso il costante rischio anche di fallimento, laddove anche un possibile fallimento diventa un fallimento impossibile poiché la cifra della nuova soggettività risiede propriamente nell’atto creativo stesso della scommessa più che nella sua eventuale riuscita. E questo è null’altro che la fondazione di un nuovo umanesimo poiché dall’atto di posizione della soggettività della natura scaturisce l’atto di nuova posizione ecologica – nel senso di sostenibile e sana in termini cognitivi e relazionali – di una diversa soggettività umana.
La cifra di tale diversità, in termini di sostenibilità evoluta di tipo relazionale, sta tutta nella messa in dialogo, nella messa a confronto e quindi nell’incontro tra luoghi di partenza singoli e individuali che, se prima – nell’orizzonte esperienziale della Città del Parco – sono stati sostanzialmente chiusi sul piano antropologico, in quanto ricadute meteoriche e monadiche frutto della ‘esplosione’ delle Certosa nell’area vasta circostante, adesso invece abbracciano la loro scommessa esistenziale proprio nel tentativo di incontro e di auspicabile riunificazione. In tal senso queste emergenze certosine ora dovranno essere necessariamente aperte sul piano antropologico al fine di ricostruire dal basso e tessere dall’interno le trame del Quarto Paesaggio, ovvero della nuova Città Bastévole che esprime la sua cogenza strategica non più nella esplosione ma piuttosto nella ricomposizione della Certosa, aspirando ad assumere le fattezze non più di un ‘parco’ ma di una città intesa come progetto-lavoro fatto di percorsi sperimentali e di laboratori di apprendimento.
Tale Città Bastévole come progetto-lavoro resta per definizione dematerializzata poiché diffusa in un’area vasta, ma non per questo inoperante, la sua operosità consistendo nella messa in relazione di esperienze sempre diverse e uniche ma tutte tese verso quella superiore ricomposizione antropologica, sociale, economica ed infine sinfonica che rappresenta il Quarto Paesaggio.
Questa visione di Città Bastévole come progetto-lavoro è molto vicina alla concezione di città fluida di Ugo Marano, città estesa e dematerializzata ma ricomposta come intelaiatura di relazioni, ovvero come intreccio immateriale di saperi e di emozioni (di ‘congiunzioni amorose’), cifra di una densità intangibile e per questo fluida e pervasiva, la Città di Trenta:
Nel paese di Trenta / ognuno / si costruisce // la casa desiderata / l’attrezza / la amplia / attraverso gesti di intelligenza / pari alla crescita dell’intelletto // di chi la abita o la gesticola // qui // non vi sono doppioni // perché / gli abitanti di Trenta / sono espressione di libertà // vissuta sul principio / della realizzazione / individuale / e collettiva / ogni casa / è il ritratto / dell’abitante / o della famiglia / in essa espressa. L’impianto urbanistico / rimanda / ad un’immagine di cosmo / dove / gli elementi costruiti / e quelli naturali / le persone / e gli animali / si coniugano in un sol verbo / di congiunzione amorosa / vera / e / propria / utopia / organica […].
Quello di Marano è vero e proprio gesto artistico ante litteram di fondazione della Città Bastévole. La ‘congiunzione amorosa’ che l’autore auspica è infatti al contempo punto di arrivo e punto di partenza per la realizzazione di quella ‘utopia organica’ che è che felice gestione del senso condiviso: utopia organica e dell’organico corpo sociale e architettonico, ovvero del costruire e del vivere comune e in comune, ciascuno la propria casa, nella propria casa come progetto-lavoro, immagine di sé e della propria identità, così come emerge anche da un altro suo testo, Primitivo gesto d’avanguardia, ma ora con un passo in avanti, dettato cioè dal desiderio di quella ‘congiunzione amorosa’, di condivisione, al fine di edificare quel ‘cosmo’, la casa per tutti: la città in senso lato, corpo-immagine somigliante ai suoi abitanti, dunque organica e bastévole.
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da PASQUALE PERSICO
Carissimi amici, invio due contributi connessi all’incontro di Sabato.
il primo sembra rispondere alla domanda del convegno ed è stato preparato per un incontro a Campione d’ Italia per un incontro con istituzione ed operatori della Cina.
Il secondo risponde al tema Turismo e sviluppo in aree deboli, per un convegno con Lega Ambiente a Sapri il giorno 24. E’ contributo agile .
Ambedue possono essere usati per il blog dei borghi dell’appennino con opportuni adattamenti comunicativi.
Il terzo (allegato di seguito) connette i temi al tema della Città bastevole a cui farà riferimento Amedeo Trezza prorettore Università nomade e triangolare da voi premiato.
Ricordo che anche per l’Irpinia elaborai con l’insediamento di Assessore Regionale (2001) un ragionamento visionario che prevedeva la nascita di una piazza concettuale sul Monte Matina accanto ai boschi Zampagnone per un riequilibrio verso l‘altra città tutta da costruire e che oggi viene ripreso con il progetto balbuziente delle aree interne irpino trascurando la soggettività istituzionale sostituita da una rete di progetti piuttosto che da progetti in rete moltiplicativi del potenziale.
Viaggi d’esperienza ‘geopoetici’ nel quarto paesaggio triangolare del Geoparco del Cilento
Parco come Geoparco
I tempi lunghi della geologia che ci racconta la storia della Terra ci svelano un Parco Nazionale del Cilento testimone di mutamenti lenti e inesorabili attraverso i suoi numerosissimi geositi e che ci invitano a rallentare il nostro ritmo biologico e quindi percettivo. Rallentare significa anche approfondire la percezione qualitativa dell’esperienza del viaggio da intendersi come un vero e proprio cammino di conoscenza e di consapevolezza, alla ricerca del giusto ruolo della soggettività umana che si mette in dialogo con la soggettività della Natura.
Morigerati, con la sua Oasi WWF ‘Grotte del Bussento’ è geosito che funge da porta di ingresso alla percezione del Parco del Cilento come geoparco: i fenomeni carsici che caratterizzano il corso del Fiume Bussetto, dalle sorgenti del Monte Cervati, all’Inghiottitoio di Caselle in Pittari fino alle risorgive di Morigerati, nonché i piccoli inghiottitoi e subaffluenti del Bussento lungo il suo bacino idrico, le forre e i canyon che accompagnano le acque interne fino al mare.
Non a caso il Cilento ospita quest’anno la terza edizione del Geofestival proprio tra Caselle in Pittari e Morigerati. Ma in realtà l’intero territorio cilentano è un fitto mosaico di innumerevoli geositi marini e montuosi, grotte a mare, balze, rupi, emergenze millenarie: dalle Grotte dell’Angelo a Pertosa alle Grotte di Castelcivita, dalle gole del Calore alle sorgenti del Mingardo e all’inghiottitoio di Vallivona, dalle Rupi della Masseta alle grotte costiere e alle dune marine di Marina di Camerata e di Palinuro, dalle cale costiere alle forre dell’entroterra, per non parlare delle innumerevoli sorgenti terrestri e sottomarine.
I Viaggi d’Esperienza
Il senso dell’abitare i tempi lunghi del Cilento è stato esplorato artisticamente negli ultimi decenni dall’artista recentemente scomparso Ugo Marano che con le sue testimonianze dislocate sul territorio ha prodotto dei veri e propri gesti di fondazione artistici (vedi Quarto Paesaggio e Città del Parco).
Dopo di lui altri artisti oggi proseguono il cammino intrapreso e tutti ci suggeriscono un geo-viaggio d’esperienza: i temi scientifici naturalistico-geologici sublimano nella percezione poetica dei luoghi e ci suggeriscono esperienze nuove di viaggio e di ricerca.
Nasce all’ex Ferriera di Morigerati – raggiungibile a piedi a soli 3,5 km da Casale Il Sughero – il MUM Cilento (Museo Ugo Marano) che rientra negli itinerari del più ampio progetto ‘Viaggi d’Esperienza’ che propone fine settimana e vacanze più lunghe tra Morigerati e i dintorni alla scoperta dell’anima dei luoghi del basso Cilento, verso “un Turismo strutturante, relazionale e sostenibile e per questo esperienziale, ovvero in cerca di percorsi di nuovo apprendimento per scrivere un’altra geografia del territorio pieno di percorsi di nuova umanità”, scrive l’ideatore Pasquale Persico.
Il territorio si fa paese-albergo e si apre ai luoghi di ospitalità diffusa e rurale. Casale Il Sughero aderisce a questo progetto: il Viaggio d’Esperienza geopoetica Vibonati-Morigerati che collega il Casale alla Ferriera-Museo MUM e quindi all’Oasi WWF ricalca parte della prima ‘tratta’ della Ciucciopolitana (rete di sentieri percorsa in compagnia degli asini) e che ora è percorribile anche tutto il resto dell’anno. Questo percorso fa parte della rete dei sentieri dell’entroterra del Golfo di Policastro e sono proposti in collaborazione con diverse associazioni sul territorio (tra cui ad esempio anche La Via Silente).
Geopoetica del Paesaggio
Geopoetico può essere definito il ‘viaggio d’esperienza’ Vibonati-Morigerati in quanto viaggio al contempo a carattere scientifico e artistico: recandosi al geosito delle risorgive del Bussento si attraversa il MUM Cilento e pertanto tale esperienza rende partecipe il viaggiatore di un doppio linguaggio (scientifico e artistico) che fa dialogare i punti di vista delle due soggettività: quella della natura e quella dell’uomo. L’uomo attraverso il gesto artistico si congiunge amorosamente alla natura, ma i tempi lunghi della storia della terra sono gli stessi dell’uomo solo quando l’uomo è in grado di uscire dal suo tempo di vita biologico e sublima egli stesso nel gesto artistico.
L’esperienza di viaggio ‘geopoetica’ è sperimentazione di un viaggio a due velocità: il tempo lungo dei mutamenti geologici e il tempo fulmineo del gesto artistico si incontrano: il primo percepito negli effetti immediati come un ‘vuoto’, il secondo come un evento cognitivamente rilevabile qui ed ora, quindi in questo senso un ‘pieno’. L’esperienza diventa esistenziale e quindi proprio quando il pieno e il vuoto si scambiano di posto e la soggettività della natura appare come un pieno nel mentre che il gesto artistico si mostra come un vuoto nel senso di una sospensione del destino umano dalla corruttibilità. Vuoto nell’arte come attesa e condizione per un’accoglienza altra, precondizione spirituale per un nuovo umanesimo delle soggettività.
Ovvero l’esperienza del viaggiatore alla ricerca di nuova umanità riesce solo nella misura in cui riesce ad essere essa stessa eco-poietica, ovvero istitutrice di mondo nel senso di riuscire a concepire per sé e per gli altri, nell’ambito di una più ampia ecologia della mente, una diversa possibilità di stare al mondo.
Ospitalità Triangolare
Il MUM Cilento è un dispositivo di rimando poetico ad esperienze artistiche diffuse su tutto il resto del territorio. È spazio vuoto e per questo inatteso e quindi ricco di suggestioni tutte da intercettare al di fuori di sé. Ma il MUM Cilento è anche il luogo in cui il Tavolo del Paradiso trova una nuova esposizione narrativa, dialoga con le acque interne e di nuovo ripropone una utopia organica, bastevole.
L’arrivo al MUM Cilento è preannunciato dalla presenza dell’Ateneo Nomade Triangolare che lo evoca e lo enuncia anche nel percorso geografico che unisce Vibonati a Morigerati o, viceversa, il Cilento Interiore (del fiume e della ferriera) alla improvvisa
visione del mare –in cui l’Ateneo è percepito come luogo/soglia che declina il temporaneo come eterna dualità di nomadismo/stanziale e stanzialità/nomade. In tal senso il Casale è doppiamente luogo di Ospitalità Triangolare: in quanto sede dell’Ateneo e in quanto luogo di ospitalità evoluta che supporta un turismo strutturante ed esperienziale il quale a sua volta mette in dialogo tre soggettività: quella dell’Ospitante, quella dell’Ospitato e la Soggettività della Natura che si enuncia nel paesaggio). Può iniziare dunque un nuovo Viaggio d’Esperienza Triangolare.
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Cari Amici,
Vorrei condividere questo con voi. Oggi nell mondo si parla sempre di parchi d’attrazione alla Americana.
Speso la gente mi vede come un show maker. Ma le mie tendenze sono più diverse.
In una regione come la nostra Irpinia si deve pensare a dei progetti che sfrutta rispettando e valorizzando quello che ha!
Alla settimana prossima! Franco LINK
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L’Associazione Irpinia 7x un laboratorio di pensiero per l’Irpinia
di Info Irpinia / Francesco Celli / Roberta Marzullo
Nasce sull’esperienza di un gruppo già radicato sul territorio irpino che da diversi anni porta avanti le attività di Cairano 7x. Un manipolo di amici che promuove costantemente la conoscenza dell’Irpinia, la tutela , il recupero, la valorizzazione e promuove iniziative per ripopolare i borghi. Lo fa attraverso il confronto interconnesso e sistematico delle tre aree principali di ricerca che i soci chiamano comunità: quella scientifica, quella creativa, quella narrativa. Convinti come sono che nel rapporto associativo si debbano utilizzare le specifiche professionalità per sviluppare riflessioni condivise capaci di individuare nuovi scenari e idee per il futuro.
La comunità scientifica è diretta da Enrico Finzi e da Massimo Di Silverio, il primo milanese (ormai naturalizzato irpino) sociologo di prestigio, presidente dell’Istituto di Ricerche Astra, il secondo irpino purosangue di Paternopoli, Direttore Generale dell’Università di Udine. La comunità creativa è diretta invece da Franco Dragone, personaggio poliedrico dal profilo internazionale, regista, creatore teatrale, imprenditore dello spettacolo, vive tra il Belgio e Cairano di cui è originario, già direttore dell’edizione 2016 del Napoli Teatro Festival. Il Corsivo si è interessato a lui proprio nel primo numero della testata qualche anno fa. Per concludere la Comunità scientifica è diretta da Generoso Picone, giornalista tra i più apprezzati, direttore dell’edizione Avellino de Il Mattino. Il direttore dell’Associazione è Dario Bavaro già direttore del Teatro Carlo Gesualdo visionario appassionato delle tematiche che ruotano intorno alla comunicazione condivisa e felicitante. Appena un anno di vita e già tante le attività sviluppate sia di ricerca che di promozione.
”Lo sviluppo sostenibile passa anche attraverso il confronto su cosa fare, iniziando da cosa ognuno di noi sta facendo adesso” dice Bavaro, ”non a caso nel nostro prossimo convegno del 26 novembre è inserito il premio «Recupera Riabita» che portiamo avanti da diversi anni e che racconta di concrete, personali e significative scelte sul recupero e il riabitare luoghi spesso in abbandono e in fase di spopolamento”. Nel nome dell’Associazione c’è una sorta di dichiarazione d’intenti, “da Cairano al mondo e viceversa”, ci può chiarire questo aspetto? “Il cammino, il viaggio condiviso è determinante nel dare senso ad ogni tappa (incontro convegno) ai successivi passi, ai luoghi dove si libera il pensiero che li abita ed è sufficiente accoglierli come fanno le nuvole con il vento”.
Significativo e pionieristico il contributo che al Premio Recupera Riabita e al tema ha dato e sta dando l’architetto Angelo Verderosa di Sant’Angelo dei Lombardi.”Il Mezzogiorno deve essere innanzitutto recuperato alla speranza di un futuro di lavoro e di vita piena, a partire dai piccoli paesi dell’Appennino dove è possibile coltivare una grande visionarietà. Sempre a patto che vengano assicurati i principali servizi e non venga offesa la vocazione naturale dei territori con interventi selvaggi e non condivisi dalla gente”, dice Verderosa.
Irpinia 7X da Cairano al mondo e viceversa organizza per sabato 26 novembre insieme a Radio TV Radicale – che trasmetterà in diretta i lavori – un convegno per sviluppare un pensiero sul Mezzogiorno da titolo “Quale mezzogiorno nel XXI secolo”? da condividere con amici e compagni di viaggio, da mettere in circolo per altre riflessioni. Il convegno si terrà nell’Auditorium – sala blu- dell’ex Carcere Borbonico di Avellino, ingresso da via De Marsico. Ne discutono, moderati dal giornalista Giuseppe Di Leo di Radio Radicale: Enrico Finzi, Franco Dragone, Pasquale Persico economista dell’Università di Salerno, Generoso Picone, Massimo Pica Ciamarra, Istituto Nazionale di Architettura urbanista, Massimo Di Silverio, Gianni Capasso professore ordinario Seconda Università di Napoli, Luigi Fiorentino vicepresidente Centro Guido Dorso.
Le testimonianze delle esperienze del territorio irpino saranno portate da: Luigi D’Angelis, Fernanda Ruggiero, Antonia De Mita, Angelo Verderosa, Mario Marciano, Marianna Venuti, Roberta Marzullo. Partecipano per le istituzioni: Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale della Campania, Domenico Gambacorta presidente della Provincia di Avellino e Piero Lacorazza già presidente del consiglio Regionale della Basilicata.
Nel corso della serata, sarà attribuito e motivato da parte del presidente dell’Associazione Irpinia 7x Dario Bavaro, il Premio Nazionale Recupera Riabita 2016. Un riconoscimento a chi recupera un luogo dell’Appennino, a chi riabitando genera visioni, relazioni e nuova occupazione. Amedeo Trezza, vincitore dell’edizione 2015 farà il passaggio del testimone con il nuovo premiato.
Uno stimolo e un pungolo offerto alla politica, agli amministratori della cosa pubblica, un contributo della società civile che riesce da un lato più facilmente ad intercettare le diverse sensibilità del territorio e dall’altro ad elaborare un pensiero libero, creativo e senza condizionamenti. Sensibilità intercettate anche grazie ad una crescente rete tra le associazioni, altra iniziativa di Irpinia 7x che prende nome “I Condivisi” che sottintende la collaborazione con altri gruppi che sviluppano attività culturali, come Infoirpinia, Castellarte, Tarantella for Africa di Montemarano, Agorà di Gesualdo per parlare dell’Irpinia, ma anche altre organizzazioni extraregionali come il Gruppo Don Milani di Acri in Calabria con il quale ci sono continui scambi ed altri ancora.
Cairano resta l’ombelico di questo progetto che guarda all’Irpinia intera ed al mezzogiorno, ma soprattutto rappresenta l’archetipo di quella condizione di spopolamento che contrasta fortemente con la bellezza del luogo e del paesaggio. Molto è stato fatto per questo borgo, molte cose sono in cantiere grazie alla caparbietà ed alla visionarietà del suo sindaco Luigi D’Angelis. Progetti che girano intorno al Teatro ed allo spettacolo in generale. A Cairano si tiene da anni un Festival Internazionale di Corti teatrali, una iniziativa che si tiene in piedi da sola senza nessun contributo pubblico, grazie al mecenatismo del suo figlio illustre franco Dragone e dell’intensa attività volontaria del gruppo fondativo dell’Associazione e dei cittadini cairanesi. E’ in costruzione a Cairano un Teatro all’aperto recuperando un angolo particolarmente adatto del borgo, si sta allestendo un “Museo delle Relazioni Relicitanti” che mette in mostra oggetti testimoni che narrano di storie vissute, per recuperare alla memoria non solo edifici ma anche pezzi di vita vissuta nel segno della felicità e non della nostalgia. L’edificio dell’ex asilo, in mancanza di un numero ragionevole di bambini e ormai chiuso da anni, si sta trasformando in una scuola per i mestieri dello spettacolo dove sarà possibile realizzare master class e laboratori teatrali.
Le Cantine arcaiche della via delle cantine sono state riportate alla luce e ripristinate, anche questa è un’unicità del luogo. Irpinia 7x circa dieci anni fa iniziò per caso e quasi per gioco la sua scommessa, oggi è un cantiere aperto non solo metaforico. Un cantiere di pensiero che aspetta tutti quelli che vogliono dare un contributo senza sentirsi addosso un’etichetta, che non sia quella della propria personalità e professionalità.
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PER I BORGHI ITALIANI UN OBIETTIVO COMUNE,
RENDERE IL QUOTIDIANO STRAORDINARIO.
di F. Ruggiero
ll turismo non si alimenta solo di bellezze architettoniche e naturali, ma anche di calorosi “Benvenuti”, di piatti della tradizione locale, di sorrisi sinceri, di emozioni da condividere.
La resilienza nei nostri borghi deve nascere principalmente dalle piazze, luogo di aggregazione sociale che bisogna ampiamente rivalorizzare. Cosa fare ?! Organizzare delle manifestazioni calendarizzate dei borghi, proporre seminari formativi anche su figure necessarie per la ricerca,promozione e sviluppo di un territorio, come ad esempio la guida ambientale escursionistica, l’esperto di enogastronomia tipica o l’esperto in sponsorship che potrebbero contribuire notevolmente ad una progettazione integrata del territorio senza gravare sulle spese ordinarie della pubblica amministrazione .
Le destinazioni turistiche si organizzano con una rete di relazioni e di reali studi del territorio e solo dopo questa profonda analisi si potrà ridisegnare una accoglienza nuova, fatta di Storia Narrata,avvalendosi anche di nuovi sistemi multimediali come l’archeomatica ad esempio, nuovi dispositivi opportunamente inseriti in un percorso di visita culturale.
Fondamentale il confronto quotidiano con l’esterno, con il mondo. L’utilizzo di social e di un marketing compatto con un crono programma reale aiuterebbe notevolmente la diffusione delle potenzialità di un brand,di un marchio che la località o borgo deve oggi necessariamente avere.
L’identità di un territorio ha una enorme importanza,gli antichi lo chiamavano “genius loci” l’anima dei luoghi, prassi da cui partire per valorizzare turisticamente realtà che diversamente rimarrebbero invisibili.
Turismi possibili e sicurezza nei borghi, accrescerebbero l’interesse di nuovi investitori privati pertanto più attività economica e di conseguenza maggiore entusiasmo nei residenti.
Bisogna lavorare e ricercare turismi possibili e integrati, non possiamo visitare un luogo senza viverlo con i cinque sensi e non bisogna nemmeno non pensarci, oggi, tale “benvenuto” è determinante. L’accoglienza emozionale nei nostri borghi, dopo attenti studi si è visto fa la differenza, sopratutto per il turismo di ritorno o per meglio dire Turismo Emozionale di Ritorno (TER).
I viaggi che i nostri connazionali all’estero programmano, spesso nipoti o pronipoti dei nostri espatriati all’inizio del secolo scorso o nei primi anni 50 nascondono una grande realtà, tutti oltre ai principali attrattori turistici italiani vogliono vedere il paese dei loro nonni o bisnonni ;un viaggio della memoria dove tutto è stato già sognato e quindi inseguito.
ll profumo del ragù che ricorda l’infanzia narrata,le canzoni cantate nelle feste sull’aia rivelate in America, l’abbraccio e l’accoglienza di parenti mai visti. Una accoglienza nuova e redditizia da organizzare nei nostri borghi quella del turismo di ritorno al fine di comprendere i silenzi e i tempi necessari alla visita,una ospitalità accorta che una comunità deve conoscere con incontri programmati, perchè il successo di tale benvenuto e cordialità apporterebbe feedback positivo per l’intero territorio. I nostri luoghi devono raccontarsi anche oltre le antiche mura urbane, la cultura e l’indagine prima e la narrazione turistica- didattica dopo potrebbe, con un sistema di ecomusei o musei diffusi, trasformare luoghi sconosciuti in luoghi di visite cicliche.
Quali sono allora gli strikestar della cultura ? Come si comprende se quella cosa che stiamo facendo è accettata dai residenti di un borgo ?
Un monitoraggio continuo con appuntamenti ciclici, potrebbe dare una grande mano alla soluzione dei nostri quesiti, non bisogna più lasciare nulla al caso, progettare anche l’ascolto, la condivisione di obiettivi comuni, rendere il quotidiano straordinario !
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Il vino e lo sviluppo produttivo irpino _ di Marianna Venuti / abstract
Con la presente testimonianza l’autrice intende mettere in luce il suo percorso formativo, esplicitando di questo non solo i dati tecnici e curriculari, attinenti alla gestione d’impresa, bensì quelli più ampiamente sociali e culturali. Riferire cioè quali possano essere gli itinerari di vita utili per giungere ad un nuovo grado di consapevolezza intorno alle attività svolte, amando fino in fondo l’oggetto privilegiato del proprio mestiere: primo passo per tradurre sul piano lavorativo un modello etico destinato a trovare nelle certificazioni biologiche, nel carattere artigianale del prodotto e nella promozione di nuove forme di aggregazione e valorizzazione alcuni capisaldi certi ed univoci. Il recupero di una sintesi umanistica integrale, per molti compianto retaggio di un’antica civiltà, viene infine proposto quale schema interpretativo opportuno per sostenere la crescita e lo sviluppo del territorio irpino nel quadro più generale della storia meridionale.
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ABSTRACT di Mario Marciano
La costruzione dell’immagine identitaria del Mezzogiorno.
La costruzione dell’immagine identitaria del Mezzogiorno, e la sua percezione, sono minate continuamente da voci e storie fondate sulla mala amministrazione, la criminalità organizzata tentacolare e una presunta indolenza dei meridionali.
Una complessità geografica, culturale ed economica, quella italiana, che ci consegna un quadro dai grandi differenziali nord-sud, con un mezzogiorno debole rispetto al resto del territorio nazionale. A questa costruzione non facile, concorrono un coacervo di fattori interconnessi che hanno bisogno di tempi e percorsi per modificarsi.
Nel sud vive più della metà della popolazione italiana, con Campania e Sicilia rispettivamente seconda e terza regione per numero di abitanti. La comunicazione non riesce a sfruttare le grandi potenzialità a disposizione del sud Italia, un caveau a cielo aperto di bellezze naturali, cultura millenaria, storia e arte in un clima favorevole.
Il meridione d’Italia ha dialogato con tutte le civiltà mediterranee diventandone la culla. Greci, romani, cartaginesi, normanni, svevi, angioini, arabi. Città, siti archeologici ed opere d’arte uniche al mondo, eppure per trovare un Museo del Mediterraneo bisogna andare a Marsiglia e non a Palermo o Napoli.
Il sud non riesce a comunicare le sue eccellenze, alcuni musei sono indietro rispetto alle nuove modalità di fruizione, sono ingessati, impolverati. Le famiglie vogliono proiezioni di video 3D, consultano siti e pagine Facebook per avere notizie del museo in modo diretto, apprezzano laboratori per bambini, presentazioni di libri, concerti, percorsi didattici. Organizzazione e comunicazione moderna e immediata dovrebbero essere le parole d’ordine.
Il ruolo che la comunicazione può svolgere è immenso, la costruzione dell’identità del Mezzogiorno passa attraverso una sua corretta gestione. Bisogna denunciare ogni utilizzo strumentale, clientelare. La comunicazione a volte diventa opaca, viene dispersa in mille rivoli si diluisce diventando inefficace. Si presta per natura ad essere il veicolo di scambi, di favori, di prebende, di promesse elettorali. Nei depositi degli Enti pubblici sono ammassati scatoloni pieni di pubblicazioni di varia natura, prodotti che spesso non rispondono ne ad una strategia ne ad una funzione.
Se non si esce da questo schema, non si approda a nessun risultato. Qualche mese fa mi è capitato di assistere ad uno spettacolo teatrale a Napoli, grazie all’amico Franco Dragone nell’ambito del Napoli Teatro Festival, del quale è stato direttore artistico ora dimissionario. Sono rimasto impressionato dalla mole di materiale stampato disponibile per un singolo spettacolo, sovradimensionato per forme e quantità, uno spreco immane. Scatoloni di cataloghi bastevoli per uno stadio erano a disposizione per una platea di un teatro.
Franco Dragone, regista e produttore dal profilo internazionale, per inciso, è stato vittima del protezionismo e del localismo napolicentrico, presto riscattato dalle sue orgogliose dimissioni. Un progetto di coinvolgimento dei territori, per portare la cultura teatrale fuori dai soliti posti, verso la gente – potremmo dire un progetto pop – si è contrapposto ad uno cultural-snob ed ha apparentemente segnato il passo, ma piccoli significativi gesti come questo hanno spesso cambiato il mondo.
Un ruolo decisivo nella nuova costruzione dell’immagine identitaria del Mezzogiorno è affidato alle nuove generazioni, le quali potranno utilizzare le grandi potenzialità di cui dispongono, frutto dei sedimenti di culture irripetibili di cui sono portatori, a patto che reagiscano anche a certe consolidate miserie.
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Gentili Amiche e Amici,
il Convegno è importante, importantissimo. Dobbiamo renderlo interessante, interessantissimo.
La durata del medesimo è di due ore e mezzo, così suddivise: alla prima sessione (dieci relatori) 75 minuti; alla seconda sessione (dieci relatori) 45 minuti; premiazione 30 minuti.
I tempi sono contingentati per la necessità delle riprese audiovideo e per ragioni di palinsesto di Radio Radicale.
Facendo un facile calcolo ogni relatore ha a disposizione 7 minuti e mezzo per la prima sessione, 4 minuti e mezzo per la seconda. Potrei procedere col metodo classico: ognuno interviene per la durata prevista. Io invece procederei così: il relatore illustra la sua tesi nei primi 4 minuti nella prima sessione e nei primi 3 minuti nella seconda. Il tempo rimanente (3 minuti e mezzo per i relatori della prima sessione, 2 minuti scarsi per quelli della seconda) interloquisce col presidente del Consiglio regionale (nella prima sessione) e col presidente della provincia di Avellino nella seconda, ai quali chiederò di offrire la propria valutazione su quanto detto. Il moderatore farà in modo che siano rispettati i tempi di ciascun intervento. E se necessario interverrà.
Invito i relatori di ambedue le sessioni, visto il tempo non lunghissimo, ad essere essenziali nei loro interventi, illustrando con precisione nello spazio a sua disposizione la tesi della sua analisi o l’esperienza maturata sul campo o la proposta che intende offrire all’attenzione dei convegnisti.
Considerata la modalità di svolgimento delle sessioni, è necessaria la presenza ab initio del presidente del Consiglio regionale campano e, per quanto riguarda la seconda sessione, del presidente della Provincia.
Giuseppe Di Leo / (RadioRadicale)
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Era l’estate del 2014 quando ho iniziato a conoscere la nostra Irpinia, a percepire tutta la bellezza nascosta dietro questo termine. Prima di allora mi era abbastanza, se non totalmente, sconosciuta, pur vivendoci da oltre 25 anni. È accaduto per caso, attraverso l’incontro con una persona, Francesco, che mi ha condotto alla scoperta di questo magnifico territorio. Insieme a lui, immergendomi in questa bellezza, guardando e sentendo in modo diverso la realtà circostante, superando la quotidiana indifferenza, è nata una bellissima storia d’amore. E così, in poco tempo, ho deciso anche di iscrivermi all’associazione “Info Irpinia”, di cui Francesco è presidente, non solo per la voglia di continuare a scoprirla insieme, ma anche per difenderla.
Durante questa bellissima esperienza di associazionismo, ho visto luoghi e provato emozioni che non credevo potessero esistere, soprattutto non così vicino casa mia! In giro per l’Irpinia ho conosciuto persone dalla sensibilità e dalla semplicità unica, anime di grandi valori e di grande generosità. Mi sono arricchita di tante emozioni speciali semplicemente vivendo il territorio, sentendolo mio, e mi sono impegnata a farlo rivalutare a quante più persone possibile. Ho scoperto, infine, un paese che ormai porterò sempre nel cuore: Cairano, “la Parigi d’Irpinia” o, meglio ancora, “il diamante d’Irpinia”. Un piccolo comune Irpino di poco più di 300 abitanti, ma di una bellezza sconvolgente e silenziosa, tenera ed infinita, delicata e sorprendente.
Tutte queste esperienze meravigliose, insieme alle azioni messe in campo per far conoscere ed apprezzare il nostro territorio, anche dagli Irpini stessi, sta facendo da splendida cornice alla storia d’amore con Francesco, di cui mi sono innamorata non solo per quello che apprezzo di lui, ma anche per il suo sogno che adesso è pure il mio: veder rinascere questa terra.
Roberta
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Recuperare angoli abbandonati di territorio rurale a nuova urbanità possibile e riabitarli facendone piccoli punti di presidio per nuove esistenze e modi di stare al mondo è stato ed è per me una continua scommessa di resilienza e di incontro possibile con l’altro. È per questo che essendomi messo alcuni anni fa io stesso ‘in viaggio’ interiore e quotidiano, continuo ad avere a cuore le sorti di viaggiatori temporanei che – con l’anima e col corpo – vogliono conoscere a loro volta un ‘altro’ modo di interpretare lo stare al mondo, un po’ ‘laterale’ e per questo più rischioso ma di certo più affascinante.
È in questo spirito dunque che, nel nostro modo di vedere, l’accoglienza non è mai stata una categoria merceologica ma è invece incontro e scambio, occasione di scelte di relazioni più consapevoli e felicitanti, dove l’incontro finalmente trova modo di essere vera occasione di reciprocità. Con l’auspicio che Irpina 7x e Recupera_Riabita crescano sempre più come luoghi di incontro e di generazione di visioni fertili.
Molti auguri infine a Filzi per il riconoscimento di quest’anno e a voi tutti per continuare a rendere possibile tutto ciò.
Amedeo
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Signori,
Il Signor Franco Dragone non potrà partecipare all’evento « Colloque : LE MEZZOGIORNO NELL 21 SECOLO ».
Il Signor Franco Dragone manda le sue scuse.
Distinti saluti,
Natacha Personal Assistant to the Founder – Mr Franco Dragone
PS : mi scuso per il mio italiano.
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I RELATORI DEL CONVEGNO 26.11.2016, brevi cenni biografici.
sabato 26 novembre 2016, ore 16
Ex Carcere Borbonico, Avellino / sala Blu, ingresso da Piazza De Marsico
Quale Mezzogiorno per il XXI secolo ?
Trasmissione Audio Tv di Radio Radicale
1^ sessione
Enrico Finzi
milanese, è ricercatore sociale e giornalista professionista. E’ stato presidente nazionale della TP (l’organizzazione che rappresenta i professionisti della comunicazione). Ha maturato esperienze significative in diversi ambiti: docenza universitaria, direzione di istituti di ricerca (Fondazione Agnelli, IterMatrix, Demoscopia e Astra Ricerche), management (direttore marketing del Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera) e giornalismo (”Il Sole 24 Ore” e “L’Espresso”). E’ autore di numerosi saggi e studi di sociologia, marketing e storia contemporanea; tra i più recenti ricordiamo “Come siamo felici”, un’analisi della “Italian way to hahappiness”, il volume su “La storia sociale dei consumi in Italia dal 1951 al 2011”, il più recente “Felici malgrado”.
Pasquale Persico
è nato nel 1946, Ordinario di Economia Politica e Scienze della Comunicazione, nell’Università di Salerno dal 1987. Ha insegnato Economia Politica, Econometria, Politica economica ed Economia Italiana nelle università di Bari, di Napoli (Orientale e Parthenope), delle Calabrie e di Roma (la Sapienza). Premio Saint Vincent per l’Economia, 1981. Research Scholar presso la London School Of Economics e Visiting presso il SIRCED della stessa Scuola 1984,85. Consultant OCDE presso la Divisione Scienze e Tecnologia 1987. Responsabile Scientifico del PIT del Parco Nazionale del Cilento 2002. E’ stato assessore allo sviluppo del Comune di Salerno (93-97) ed Assessore alle Politiche del territorio e dell’ambiente della Regione Campania 2001. Direttore della collana di ricerca “le città degli uomini” e della collana “La Città e L’altra città”. Autore di numerose pubblicazioni.
Generoso Picone
è giornalista a “Il Mattino” di Napoli, dove dirige la redazione di Avellino dopo essere stato responsabile delle redazioni nazionali Politica e Cultura. E’ autore di numerosi saggi di critica letteraria e ha scritto i volumi “Paesaggi Italiani”, dedicato alla letteratura italiana degli anni ’80 (con Fulvio Panzeri e Massimo Raffaelli, Transeuropa, Ancona 1994), “Tondelli, il mestiere di scrittore” (con Fulvio Panzeri, Transeuropa, Ancona 1994, Theoria, Roma Napoli 1997 e nuova edizione ampliata Bompiani, Milano 2001) e “I napoletani” (Laterza, Roma Bari 2005). Con Ugo Santinelli ha pubblicato “Avellino le pietre e la polvere” (Mephite, Avellino 2008).
Massimo Pica Ciamarra
laureato in Architettura nel 1960 a Napoli, docente -dal 1971 al 2007– di Progettazione nell’Università di Napoli “Federico II”. Nel 1972 ha fondato lo studio Pica Ciamarra Associati; tra le opere realizzate più note: dall’Università della Calabria ad Arcacavata del 1972/74, alla Città della scienza di Napoli (1997–2003). Socio fondatori di IDIS; dal 1997 al 2011 vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Architettura; presidente O.I.A. -Observatoire international d‘architecture-; dal 2006 è direttore de «le Carré Bleu, feuille internationale d’architecture». Dal 2012 vicepresidente della “Fondazione Italiana di Bioarchitettura”, presidente del Comitato Scientifico di “Bioarchitettura®”, Coordinatore del Comitato Scientifico INARCH, Membro dell’International Academy of Architecture / I.A.A. Numerose pubblicazioni al suo attivo.
Massimo Di Silverio
irpino, attualmente Direttore Generale dell’Università di Udine, è un manager di provata esperienza. I suoi incarichi precedenti in Zanussi, Aprilia, Moto Guzzi e Gruppo Piaggio rappresentano il suo curriculum. Appassionato della sua terra ha dato vita insieme alla sua famiglia ad un’apprezzata azienda agricola, con sede a Paternopoli, che produce tre vini DOCG ed un olio, il Ravece che ha vinto numerosi premi nazionali.
Giovambattista Capasso
nato in Irpinia (Lioni) nel 1950, laureato in Medicina e Chirurgia nel 1974 presso l’Università di Napoli, è attualmente Professore Ordinario di Nefrologia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli (SUN), Direttore del Dipartimento Interaziendale di Nefrologia (SUN-Monaldi-Cotugno) e del Dottorato di Ricerca in Scienze Mediche. E’ stato Presidente della Società Italiana di Nefrologia dal 2012 al 2014 e nel maggio 2016 è stato eletto componente del Consiglio Direttivo della Società Europea di Nefrologia (ERA-EDTA). Recentemente è stato chiamato a dirigere l’area “Genetica e Medicina Traslazionale” dell’Istituto di Ricerca BioGem di Ariano Irpino. Autore di numerose pubblicazioni e ricerche scientifiche.
Luigi Fiorentino
nato in irpinia nel 1959, si è laureato in giurisprudenza con lode ed ha conseguito il Diploma di perfezionamento in Diritto Amministrativo e Scienza dell’Amministrazione (90/90) presso l’Università degli Studi di Napoli. Dal 1985 al 2006 ha svolto attività universitaria presso la cattedra di Diritto Amministrativo dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (Prof. S. Cassese). Dal 1997 ha ricoperto l’incarico di Professore a contratto presso diversi Atenei. Dal 2012 insegna “Metodi e modelli per l’organizzazione e la gestione delle pubbliche amministrazioni” presso la LUISS Guido Carli nell’ambito del Master Management e politiche delle amministrazioni pubbliche. Attualmente è Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri; è Vice Presidente del Centro di Ricerca «Guido Dorso». Nel 2016 ha curato, per Editoriale Scientifica, «Idee per lo sviluppo dell’Irpinia», indagine promossa dal Centro di Ricerca «Guido Dorso».
2^ sessione
Franco Dragone
nato a Cairano (Av) nel 1952 è regista e direttore teatrale; si stima che quasi 80 milioni di persone nel mondo abbiano visto un suo spettacolo. Ha contribuito in modo determinante a plasmare l’identità artistica del Cirque du Soleil, scrivendo e dirigendo quasi tutti gli spettacoli dal 1995 al 1998: in totale dieci titoli rappresentati per anni nei cinque continenti, tra cui i celebri Saltimbanco (1992) e Alegria (1994). E’ stato insignito di tre Obie Award e di un Los Angeles Critics’ Award, oltre ad aver ricevuto la laurea honoris causa dall’Università del Quebec. È il fondatore e direttore artistico della compagnia Dragone, con sede in Belgio, tra i leader mondiali di eventi e spettacoli teatrali; occupa 150 dipendenti a La Louviére e una media di altri 400 in ciascuno degli spettacoli in attività. Migliaia di dipendenti e collaboratori sono nella Dragone Group in Cina, Turchia ed Emirati Arabi.
Antonia de Mita
nata a Napoli, giornalista, operatrice culturale, ha studiato al liceo classico, si è diplomata a Parigi alla Sorbona in storia della civilizzazione francese, ha frequentato a New York, alla New York University, la scuola di giornalismo televisivo, dove ha realizzato un cortometraggio. È’ stata ufficio stampa alla Mondadori e capo della comunicazione europea del marchio Fay per la Tod’s Group. Autrice e giornalista televisiva, dopo aver collaborato a Rai Educational, ha ideato il progetto Irpinia Madre Contemporanea, ora alla sua seconda edizione.
Marianna Venuti
nata in Irpinia, terra cui ha rivolto le sue principali attenzioni culturali e lavorative. Dedicatasi a studi d’ingegneria gestionale, è stata “project manager” presso enti pubblici ed aziende private, nei campi della gestione aziendale, della pianificazione e programmazione integrata delle risorse d’impresa e del controllo statistico della qualità. Incarichi istituzionali in corso: presidente Donna Impresa della Coldiretti irpina, consigliere della Camera di Commercio di Avellino, vicepresidente del Consorzio di tutela dei vini d’Irpinia. Ha indirizzato notevoli energie imprenditoriali al settore vitivinicolo, fondando e dirigendo l’Azienda omonima con l’obiettivo di realizzare un modello lavorativo etico, rispettoso delle certificazioni biologiche e promotore di nuove forme di aggregazione.
Fernanda Ruggiero
competente in modelli di valorizzazione nei campi del Turismo nei Piccoli Borghi, Turismo della Tradizione e dei beni culturali, svolge da oltre trenta anni attivita’ di consulente. Project Manager in ottimizzazione del patrimonio culturale. Project management in modelli di rilancio turistico per pubbliche amministrazioni con l’attuazione di opportunità professionali mancanti. Fundraising per attivita’ ed eventi culturali con la ricerca e conoscenza della storia locale per attivita’ di sviluppo del patrimonio anche immateriale. Action developer e studiosa di nuove forme di turismo: turismo della memoria e del ritorno, delle emozioni e dei 5 sensi, olistico e della storia narrata. Docente in pianificazione di reti intercomunali di turismo integrato (OMCTI).
Luigi D’Angelis
Luigi D’Angelis, 51 anni sposato e padre di quattro figlie. Sindaco di Cairano (più volte dal 1994), un piccolo e bellissimo borgo di 350 abitanti, e da due anni consigliere provinciale. Geometra, direttore dell’Ufficio Tecnico dell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi–Conza–Nusco–Bisaccia; si definisce “geometra umanista” e sindaco contadino perché crede nella tradizione e nella cultura della ruralità che pratica coerentemente coltivando il suo vigneto di aglianico. La sua massima è: “Nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magía.” ( Carlo Levi)
Mario Marciano
avellinese, designer e pubblicitario, laureato in scienze della Comunicazione. Lavora nel marketing e nella comunicazione d’impresa, scrive di comunicazione per un settimanale, svolge docenze per la formazione, ha un ruolo attivo nel dibattito sulle nuove frontiere della comunicazione in seminari e convegni, è direttore creativo dell’agenzia di marketing e comunicazione Grafistudio Associati. Le sue radici affondano nella civiltà contadina di cui è appassionato cultore, senza nostalgia ma proteso verso un’innovazione rispettosa del patrimonio naturale che abbiamo ereditato. Socio tesoriere dell’Associazione Irpinia 7x che difende i valori della terra Irpina nel segno della condivisione, la sua formazione è centrata sul lavoro di gruppo, dove la somma dei singoli è sempre superiore alla loro somma algebrica.
Roberta Marzullo
nata ad Avellino, ha studiato presso l’istituto commerciale S. Scoca di Avellino. È operatrice socio- sanitaria specializzata e lavora presso una struttura a Salerno. Anima l’associazione ‘Info Irpinia’ da oltre 2 anni, impegnandosi concretamente nella difesa e nella valorizzazione della terra irpinia, attraverso iniziative culturali come i tour di riscoperta culturale di ‘Estate in Irpinia’, e con il concorso fotografico Emozioni d’Irpinia. Cairano è il suo paese preferito.
Angelo Verderosa
architetto libero professionista (Irpinia 1961); impegnato nell’opera di salvaguardia e valorizzazione ambientale, ha attuato varie azioni di riqualificazione e di promozione territoriale, ricercando nell’architettura una continuità di linguaggio con quanto scampato al sisma del 1980. Sue opere sono state pubblicate nelle principali riviste di settore; ha pubblicato “Il recupero dell’architettura e del paesaggio in Irpinia” per De Angelis Editore. Tra le migliori realizzazioni: il restauro dell’Abbazia del Goleto, il restauro del Castello di Valva, il recupero dei borghi medioevali dalla Terminio-Cervialto, il borgo biologico di Cairano (in corso d’opera). Docente del master universitario Casaclima-Bioarchitettura / Referente Campania della Fondazione Italiana di BIOAarchitettura / Console del Touring Club Italiano. Autore del blog ‘Piccoli Paesi’.
3^ sessione
Dario Bavaro
primo laureato in Italia in Scienze della Comunicazione e in Canto lirico, consulente familiare, già direttore dell’Istituzione Teatro Comunale Carlo Gesualdo; delegato alla cultura e promozione del territorio del Comune di Cairano. Coordinatore di ‘Cairano 7X’ dal 2011. Presidente dell’associazione ‘Irpinia 7x’. Volontario nel Burundi per Africa70, giovanissimo ha partecipato negli anni ‘70 all’organizzazione di ‘Musica-incontro’ ad Avellino coinvolgendo personalità come Luigi Nono, Claudio Abbado, Maurizio Pollini e altri grandi artisti. Fiduciario di Franco Dragone, ha coinvolto un gruppo di amici per raccontare un modo nuovo di costruire relazioni felicitanti attraverso un viaggio condiviso e simbolico “da Cairano al mondo e viceversa”.
Amedeo Trezza
Napoli, 1979; dottore di ricerca in Teoria del Linguaggio si è occupato per 8 anni di Semiotica del paesaggio. A 30 anni lascia la città (Napoli) per dedicarsi al progetto ‘Casale Il Sughero’ in Cilento (provincia di Salerno), dove si occupa dal 2010 di ospitalità rurale, agricoltura naturale e turismo esperienziale. Fondatore e animatore dell’associazione culturale “La casa di Pitagore”; animatore del MUM Cilento (Museo Ugo Marano in Morigerati). Assegnatario del Premio Recupera-Riabita 2015.
Istituzioni
Rosetta D’Amelio
nata a Lioni, dove attualmente vive. E’ stata dirigente della ASL, sindaca di Lioni, assessore regionale alle politiche Sociali, Giovanili, Pari Opportunità, Demanio e Patrimonio per il PD. Ha diretto l’AIR ed è stata presidente della Fondazione L’Annunziata, con la quale ha realizzato numerosi progetti di sostegno sociale. Nel 2010 e poi nel 2015 è stata eletta al Consiglio Regionale della Campania tra le fila del PD. Attualmente è Presidente del Consiglio regionale della Campania.
Domenico Gambacorta
nato ad Avellino nel 1961. Dirigente di azienda, consegue il master di II livello in direzione delle aziende sanitarie presso l’Università di Salerno. Ha lavorato per la Scuola Superiore di Formazione di Genova, per la fondazione il Tarì e per Biogem. Vice Coordinatore di FI – Regione Campania, Delegato Regione Campania per Comitato delle Regioni – Bruxelles. Sindaco della città di Ariano Irpino (Av) e Presidente della Provincia di Avellino.
Piero Lacorazza
nato a Potenza nel 1977; giornalista pubblicista. Segretario regionale del PDS nel 1998 (a 21 anni), poi rieletto nel 2003. Con le primarie del 2007 viene nominato segretario regionale del Partito Democratico della Basilicata. Nel 2009 è eletto presidente della Provincia di Potenza sostenuto da una coalizione di centrosinistra. Eletto nel Consiglio regionale Basilicata nel 2013, ne diventa Presidente. Responsabile dell’Ambiente per l’Unione delle Province Italiane, componente della Conferenza Unificata e Stato-Città e componente del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea a Bruxelles.
CONDUCE
GIUSEPPE DI LEO, Radio radicale
Nato nello zoccolo duro del Mezzogiorno (Muro Lucano), è un giornalista fuori dalle conventicole della corporazione. Da dieci anni lavora a Radio Radicale, dopo esperienze professionali al Foglio, all’ Espresso e al Riformista. Simpatetico nei dibattiti, risulta simpatico anche quando polemizza: l’importante è che alla fine gli si riconosca che sta dalla parte della ragione.
post correlati al convegno di sabato 26 :
PROGRAMMA DEL CONVEGNO https://piccolipaesi.wordpress.com/2016/11/11/recupera-riabita-2016/
I RELATORI del convegno, brevi cenni biografici: https://piccolipaesi.wordpress.com/2016/11/21/i-relatori-del-convegno-26-11-2016-brevi-cenni-biografici/
ECCO CAIRANO 7X 2014
COS’E’ CAIRANO 7X ?
E’ un appuntamento per soli visionari che si tiene in un piccolo borgo dell’Appennino meridionale. Nei giorni più lunghi dell’anno, dal 2009, convergono a Cairano (Alta Irpinia) : studiosi, poeti, contadini, musicisti, artisti, architetti da ogni parte d’Europa. Il paese riapre le proprie case e si riabita per pochi lunghi giorni. Si fondano nuove relazioni tra le persone e il paesaggio, alla ricerca di una bellezza qui felicitante.
Cairano 7x in 107 post 2009-2011
Cairano 7x in 67 POST 2011-2012
Rassegna stampa 2009-2010
QUAL’E’ IL PROGRAMMA 7X 2014 ?
Vasto, visionario, complesso; dal 7 giugno al 10 agosto : ‘Orto Comunitario’, ‘Borgo Fiorito’, ‘Recupera/Riabita’, ‘Festival dei corti’, ‘Laboratorio teatro-azione’, ‘Cantine aperte’, ‘Accoglienza diffusa’.
‘ORTO COMUNITARIO’, un esperimento resiliente
Cosa ci resta se non la terra e l’acqua, il sole e l’aria? In Alta Irpinia a Cairano, 340 abitanti arroccati ai confini della Lucania, nelle terre interne del mezzogiorno, parte l’Orto comunitario. Il progetto, ideato dall’associazione culturale l’Albero Vagabondo apre la stagione di Cairano 7X 2014, ed ha un valore fortemente simbolico e identitario.
A pochi metri dall’osservatorio geo-cosmico della Rupe di Cairano, sulle sponde del Lago di Conza, c’è uno dei panorami più belli delle terre dell’osso … CONTINUA A LEGGERE, GUARDA LE FOTO, CLICCA QUI
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– 1° appuntamento : sabato 7 GIUGNO con ‘CAIRANO FIORITO’
MERCATINO DEI FIORI / LABORATORI DI CERAMICA RAKU / LABORATORIO DI GIARDINAGGIO / PERFORMANCE PITTORICA / ALLESTIMENTI E TESTIMONIANZE / CONCERTO QUARTETTO FIATI / MOSTRA DEL CERAMISTA / 7 SCRITTORI X CAIRANO
COLAZIONE COMUNITARIA
PROGRAMMA COMPLETO, clicca QUI
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-2° appuntamento : sabato 21 giugno con ‘RECUPERA / RIABITA’, restart 2014
Sabato 21 Giugno 2014. RECUPERA / RIABITA. IL PROGRAMMA aggiornato E’ QUI.
Un programma itinerante, partito nel 2012 dall’Abbazia del Goleto in Irpinia col ‘Cammino di Guglielmo’. Quest’anno a Volturara (17 maggio), a Castelvetere (31 maggio), e a Cairano 7x (21 giugno).
Paesaggio, Ambiente e Agricoltura per recuperare e riabitare l’immenso patrimonio rurale dell’Appennino meridionale. Una costellazione di piccoli paesi spopolati e tanta terra abbandonata : ripartire dalle risorse naturali per recuperare relazioni, paesaggi e architetture. Riabitare l’entroterra, invertire i programmi governativi : dalla bruttezza delle immense periferie metropolitane alla bellezza dei piccoli borghi. Necessitano buone idee, volontà convergenti, artisti e lavoratori di ogni tipo, relazioni tra i pochi imprenditori residenti, sgravi fiscali, trasporti pubblici efficienti (ferrovie), comunicazione e promozione attiva.
CAIRANO 7X – SABATO 21 GIUGNO 2014
RECUPERA / RIABITA, restart 2014
PROSSIMO APPUNTAMENTO VISIONARIO : Sabato 21 Giugno 2014. RECUPERA / RIABITA. IL PROGRAMMA E’ QUI.
Sabato 21 GIUGNO
- CERCHIO dell’ORTO / visita collettiva all’Orto Comunitario, apertura del giorno più lungo dell’anno con i colori dell’Albero Vagabondo; con il Maestro Giovani Spiniello e i bambini di Cairano. I bambini installeranno sul recinto dell’orto i loro disegni e troveranno ognuno un fiore da adottare e una favola da scrivere per difendere l’Appennino.
VISIONARY RURAL CORNER / 7 ore no-stop. Testimonianze per la salvezza del territorio appenninico e della salute alimentare : esperienze di autoproduzione alimentare, economia sostenibile, scenari alternativi, risorse naturali, paesi e paesaggi, nuova ruralità, cultura abitativa dell’Appennino, recupero e architettura. Obiettivo : stabilire relazioni felicitanti e produttive sul territorio; far conoscere tra loro i nuovi protagonisti della rinascita dell’Appennino rurale.
- Intervengono : Luigi Fiorentino (Sottosegretario Ministero Affari Regionali), Giovanni Pandolfo (Console Regionale TCI Campania), Paolo Scudieri (Eccellenze Campane), Pasquale Persico (Univ. di Salerno), Gregorio Soldivieri (Borgo di Terravecchia), Peppe Zullo (Scuola Internazionale di cucina), Diego Lama (architetto-giornalista), Massimo Bottini (Italia Nostra), Luigi Pucciano (Amsterdam–Acri), Stefania Emmanuele (Ecomuseo Parco Nazionale del Pollino), Vincenzo Cassano (Autoproduzione alimentare), Pietro Mitrione (Ferrovie), Gianni Fiorentino (Fiorentino Agricola), Eduard Natale (No-Petrolio Irpinia), Virginiano Spiniello (Forum Ambientale Appennino), Gerardo Vespucci (Istituto Sup. Maffucci Calitri), Antonio Vespucci (Pioniere eno-gastronomico), Raffaele Capasso (Imprenditore), Camillo De Lisio (Storico dell’arte e del paesaggio), Gianni Marino (Archivio Storico CGIL), Agostino Della Gatta (Albergo Diffuso Borgo di Castelvetere), Amedeo Trezza (Casale il Sughero), Vincenzo (Mulino Margotta), Viviana Malafarina (Basilisco vini), Giovanni Ventre (Ninco Nanco), Michele Minieri (Hirpus), Giuseppe Di Domenico (Cairano Orticola), Amato Natale (Cooperativa Agricola Giovani Teora), Roberto D’Agnese (Tarantella for Africa), Riccardo Dalisi (Premio Compasso d’Oro alla carriera), Luciana Pinto (Slow Food Alta Irpinia), Mariangelo Spagnoletti (scultore, scenografo), Pino Guerriero (Cammino tra due mari), Antonio Luongo (Forno Ecologico), Luca Pugliese (Fluido Ligneo EO), Désirée Risolo (Locus Iste), Caterina Martone (Le Masciare, azienda agricola), Antonio Romano (Economista Blogger), Paolo Saggese (Poesia del Sud), Antonio Cianciulli (Acca Software), Mario Marciano (Grafistudio Associati), Eduardo Alamaro (Storico della Ceramica) … elenco aperto _ _ _ _ _ _ _ Conducono Vincenzo Di Micco (Prima Tivvù) e Angelo Verderosa (Piccoli Paesi). Chiesa San Leone, dalle 10 alle 19
- Presentazione dei Video-clip : ‘RECUPERA-RIABITA’ e ‘I MULINI della SALUTE’
- AFFABULATORI FELICITANTI / con Dario Bavaro (Direttore artistico 7x) e Luigi D’Angelis (Sindaco di Cairano); in video-collegamento con Franco Dragone. Mensa comunitaria, dalle 13 alle 15.
- PRANZO nell’ORTO / il grande chef Peppe Zullo insegna a cucinare i prodotti dell’Orto Comunitario 7x
- COMUNICARE per DIFENDERCI, workshop diretto a cittadini, associazioni e comitati civici: vuole fornire gli strumenti di comunicazione di base per informare l’opinione pubblica attraverso i media sulle criticità ambientali rilevate nel proprio territorio. Evento di sensibilizzazione ambientale: linee strategiche di comunicazione, ufficio stampa, sito web. Con Virginiano Spiniello, Eduard Natale e Chiara De Gregorio. Lab. Marketing Ecologico UNISOB. Sala Carissanum, dalle 16 alle 18,30
- IL DESERTO ABITATO, mostra fotografica di Antonio Bergamino, Claudia D’Angelis e Mariano Di Cecilia. Una lettura di Cairano per raccontare il rapporto esistente tra gli abitanti e lo spazio in cui vivono. Corso fotografico ‘come raccontare il Paesaggio, il reportage in pochi fotogrammi; dalle ore 11 Sala Carissanum.
- PAESAGGIO CAIRANO, in mostra le opere di Antonio Luongo; dal 20 al 22 giugno; via Irpino.
- PAESAGGIO, OPERA D’ARTE / inizio ore 19 / omaggio al sole nel giorno più lungo dell’anno (biglietto d’ingresso: 1 euro)
- MUSICA E TEATRO : “il Terzo eccetera” presenta “Questa valle sacra”; di e con Vincenzo Blues; ore 21 Chiesa San Leone.
- CANTINE APERTE, riaprono le antiche Grotte del VINO / con Mario Marciano, Piero e Massimo Di Silverio & C.
- SCUOLA di MONTEMARANESE, festa di danza nella notte più corta dell’anno
- I MERCATINI della SALVEZZA ALIMENTARE / con Slow Food Alta Irpinia / piatto-cena : pani, salumi, formaggi, dolci, vini; punto info e adesioni
Domenica 22 GIUGNO
- ESERCIZI di AMMIRAZIONE nel PAESAGGIO, anteprima 7 scrittori x Cairano
- ESCURSIONE ARCHEOLOGICA, visita guidata ai ruderi di Santa Maria in Elce e San Zaccaria / con Michele Solazzo e Milena Saponara. E con Sinergie Bisaccia e il Cammino di Guglielmo
- CORPUS DOMINI, Processione nel borgo
- PREMIO RECUPERA / RIABITA, 1^ edizione / cerimonia di assegnazione del premio; visita guidata alla casa riabitata, accoglienza e festeggiamento felicitante.
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Partecipano : Costituenda Fondazione 7x Terre felicitanti, Forum Ambientale dell’Appennino, Piccoli Paesi, L’Albero Vagabondo, IrpiniaTurismo, Slow Food Alta Irpinia, Prima Tivvù, Il Giornale dell’Architettura, Comune di Cairano. Con Dragone Group Entarteinment.
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Tutto su ‘Recupera / Riabita’, clicca QUI
“visitabili” : CASALE IL SUGHERO, Vibonati
Con ‘Piccoli Paesi’, ieri pomeriggio 27 ottobre 2013, abbiamo visitato IL CASALE ‘Il SUGHERO’ a Vibonati, nel Cilento. Abbiamo ritrovato Amedeo Trezza, filosofo che ha abbandonato Napoli e la ricerca Universitaria per una vita altra (e migliore); con Amedeo avevamo fatto conoscenza a ‘Cairano 7x’ nel 2009, poi i contatti si rinnovavano via web. Abbiamo trovato una struttura eccezionale condotta da persone che hanno sposato la terra. Letizia e passione. Solo andandoci di persona, sedendosi sul grande terrazzo proteso verso il mare del Cilento, scendendo nell’orto e soprattutto ascoltando Amedeo e la sua sposa, si inizia ad entrare in un vero miracolo rurale che era dato ormai in via di estinzione. ‘Il Sughero’ non è la solita finta struttura agrituristica dove si propongono case rurali e poi c’è il servizio frigo, l’aria condizionata e la piscina… Al Sughero si vive della terra e per la terra! Ci si ritrova in un laboratorio di ricerca… Siamo in un edificio ristrutturato e ricavato dal un vecchio stazzo, utilizzando principi di bioarchitettura, dotato di approvvigionamenti energetici sostenibili e puliti e realizzato con materiali tradizionali e di recupero. Siamo in una piccola fattoria che ospita nel terreno di pertinenza le coltivazioni essenziali per un auto-sostentamento come un frutteto di frutti antichi, aiuole destinate ad un orto sinergico ed a tentativi di agricoltura biologica naturale e integrata col territorio. Un ‘economista illuminato’ come Pasquale Persico ha descritto questa struttura come un punto-rete / osservatorio nella ‘città diffusa’ del Parco del Cilento, la Città del Parco, ora Città del Quarto Paesaggio, mirando a proporre laboratori seminariali ed eventi culturali da vero e proprio Ateneo Nomade del Cilento… (vedi il video: http://vimeo.com/36402141). Casale Il Sughero nella sua destinazione ricettiva si prefigge l’obiettivo di offrire un servizio culturale e di tutoraggio naturalistico / escursionistico e artistico / antropologico sul territorio creando diversificazione nell’offerta. TORNEREMO A BREVE AL SUGHERO CON L’INTENTO DI SOGGIORNARE UN FINE SETTIMANA IN MODO DA PRENDERE LA CIUCCIOPOLITANA.
info : http://www.casaleilsughero.com
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a.v.
Ciucciopolitana come infrastruttura immateriale dei piccoli paesi dell’appennino meridionale
di Amedeo Trezza
13-11-2011:
Arrivo della Ciucciopolitana a Casale Il Sughero a Vibonati dopo 2 giorni di cammino con Austino figlio di ciucci liberi, da Pruno, per Rofrano, Caselle in Pittari e Morigerati.
13-11-2012:
Dopo un anno Casale Il Sughero ricorda l’evento e continua a crederci: dopo le due ciucciovie percorse quest’anno con amici e viaggiatori (dal Casale al centro storico di Vibonati e dal Casale a Morigerati – Oasi del WWF ‘Grotte del Bussento) stiamo progettando altre due tratte che attraverseranno altri paesi, altre acque e altri sentieri…a breve vi daremo notizie… intanto la rete di infittisce!
‘Chi va piano va sano e va lontano’, insegna il ciuccio-professore Austino, che con la sua lentezza meditativa e attenta detta il giusto ritmo all’uomo per interagire col reale dei paesaggi che incontra e attraversa.
Camminare disegnando ogni volta i percorsi di una metropolitana rurale è praticare una infrastruttura immateriale di un territorio vasto e spopolato (o meglio ‘mal popolato’) come il Cilento, tentando di decodificarne le potenzialità taciute attraverso un attore di paesaggio, l’asino, che insegna ontogeneticamente la resilienza su di un territorio difficile ma non impossibile, per lui, per l’uomo.
Il passo dell’asino è un passo leggero sulla terra che apre un sentiero, apre una relazione, senza lasciare traccia se non della relazione stessa, senza resti e rifiuti se non i suoi escrementi, nuovo concime per madre terra. Simbolo della subalternità del mondo contadino e delle aree residuali del meridione rispetto alle città e ai ‘nord del mondo’ ma anche simbolo al contempo di perseveranza e di fortitudine, di resistenza attiva e di resilienza.