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Posts Tagged ‘Eduardo Alamaro

VAMOS A LA PRATA … “Urge restaurare la speranza e restaurare la coscienza dispersa” …

Written by A_ve

26 agosto 2015 at 18:44

Meno male che ci son queste isole dei blog.

dal mitico inviato EDUARDO ALAMARO. Cari resistenti dei Piccoli Paesi, cari residenti piccoli paesani, cari amici dell’Osso verderosa,

Vi scrivo questa mia dalla costa, dalla polpa, dalla superficie, dal golfo di Napule senza l’ultimo suo Pino (Daniele). Napule è sempre na carta sporca … e nisciuno se ne ‘mporta e … tutti aspettano a ciorte … e se spartiscono e torte. … Menomale che ci siete Voi dell’interno e dell’interiore, cultori e cantori del bello, delle Arti decorative & Architettura. Nesso su cui io lavoro indefessamente, una malattia incurabile. Ma navigar m’è dolce in questo mar (di guai che ciò mi procura, nda).

Talvolta invio tracce di questo lavorio a questo ospitale blog piccolo-paesano irpino. E talvolta ciò riscuote anche successo, oltre la nostra ristretta cerchia di cultori della materia, com’è accaduto nel caso della mia divertita cronaca dell’inaugurazione del “Viaggio attraverso la ceramica 2014” a Vietri sul mare, concorso-mostra nazionale, resuscitato dopo una pausa di anni (per mancanza di fondi) e affidato dal Comune alle cure di Vittorio Sgarbi. Quel fortunato mio resoSconto è rimbalzato inaspettatamente nei blog e comunicazioni mail della costa, miracoli e sorprese del web. E’ stato per questo motivo che ieri ho ricevuto da un gentile interlocutore vietrese (e che ringrazio) una mail dal doppio interesse. Due al prezzo di uno. Infatti concerneva sia notizie dell’attivazione di un forum online, al quale vi invito a partecipare, perché son tematiche a voi non ignote

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Written by A_ve

19 gennaio 2015 at 08:18

Per una Vietri sotto il mare … di Eduardo Alamaro

Cari Resistenti nei PICCOLI PAESI, a proposito di fiere, concorsi e di botteghe delle mani che amano, accludo questa mia divertita cronaca della Vietri sgarbata 2014 …. E’ uscita sul blog “Archiwatch” di Muratore…, è un po’ lunga, leggetela a tempo sperso irpino…
saluti, Eduardo Alamaro

PER UNA VIETRI SOTTO IL MARE …

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Da Eduardo Alamaro: …“Amici muratorini della ceramica e delle arti e industrie decorative, applicate e disattivate: una noterella simpatica dalla costiera amalfitana. Un inizio settimana tutto invitante, tante tante. Tutto sole e tutto solo in macchina…. veloce sulla salita del Chiunzi, … poi una sosta a Ravello, (poca gente, poco o niente turismo, ma molte architetture assolute, del passato contemporaneo) … ; poi giù a mangiare un panino sulla spiaggia di Atrani, … e poi ancora su ad Amalfi, … in alto, in altissimo, grappa Bocchino, a piedi, … fino al cimitero che sta in un ex convento, vicino a Dio in persona … Poi di nuovo in macchina, verso Cetara, e su poi su a Raito, da ceramisti, con libri (Tot vietrese) e maioliche odierne donate e con-donate da vecchi amici del luogo, … qualche mandarino dall’albero con vista sul golfo … e poi alle 19.00 il clou, il clan, il clown, nel senso di chi ama far divertire il proprio gruppo: Vittorio Sgarbi alle prese col risorto “Viaggio attraverso la ceramica 2014”, non me lo posso perdere …

Infatti ho fatto bene ad aaandare: un cinepanettone, un kerampittone gratis così è da favola, bis, bis. Non mi sono mai divertito tanto aaah!! a una inaugurazione di mostra, di solito sempre noiose e prevedibile, ingessate. Ma non è stato questo il caso e la casa e il coso. Natale ceramico in casa Sgarbiello. Che in coppia col sovrintendente Vona, esperto ceramico per caso, è stato fantastico: il viaggio attraverso la ceramica 2014 edizione Sgarbi si propone come babilonia totale, saldi di fine stagione, approfittate!! Con i 25 selezionati dall’alto, “maturi” e spesso collaudatissimi artisti con un piede nella fossa (da premio alla memoria) e una 50/ntina di artefici indigeni che (pare) si son messi di forza in mostra, autoconvocatisi al grido: “E noi perché no? Vengo anch’io!! Noi siamo il territorio, il territorio maiolicato vietroso!! ‘O rre me ne saglio ‘o rre … ‘O sole mio sta fronte a tte. (Anzi, mi correggo: “a mme”. A ognuno di loro, artieri e arti-oggi, perché si sa che i vietrosi non fanno gruppo, son tradizionalmente rissosi. Ognuno è meglio dell’altro, sono da sempre della magna magna Grecia e si magnano perciò tra di loro … e poi invitano sempre qualche curatore da fuori per curarli, per sancire il viziotore, ma poi … vabbè, e una vecchia storia … film già visti …).

Sgarbi di fronte a questa intrusione, a questo cambiamento di programma, a questo protagonismo del luogo, non ha fatto una piega: appara, aggiusta tutto. La sua griglia critica è molto elastica. Sa forse che è tutto un gioco. Si recita e si cura a soggetto,… così è se vi pare e si ap-para … e si concede. Il suo volto televisivo campeggia infatti su tutti i manifesti del Paese ceramica, posto in alto nel cielo, come il DOP, il Dio Onnipotente Padre che può salvare Vietri dalla sparizione ceramica p.v. E’ invocato, è meglio di San Gennaro, San Matteo e San Giovanni messi insieme. Appare calmo, serafico, forse sulla via della santità. Sembra dire: “Cera-misti e a pacchetti di Vietri, volete stare anche voi nell’arte? … accomodatevi pure, avanti c’è posto, … vi faccio tutto cavalieri, son meglio di Carlo V imperatore di Vietri”.

Fantastico, formidabile Sgarbi, curatore attenuato, domestico, partecipativo, comprensivo delle ragioni degli altri. Degli ultimi, dei peones, degli aspiranti e aspirina-nti, (con supposte, pastiglie e compresse), artisti. Artristi sfusi e a pacchetti. Lui, il curatore, aveva proposto un allargamento a Ravello e alla musico-ceramica (con inviti ad hoc e con “possibili aiuti di fondi di Brunetta” da Ravello, dice). Ma quelli di Vietri hanno pensato: “curatò, cca nisciuno è ffesso, aspettavamo proprio a tte: questo Sgarbi ce fotte, ce fa diventa’ ravello-dipendenti, …”. E così tutto è andato a monte, a montone, al momento (ma pare che la mostra a Ravello, Sgarbi se la farà per i fatti et affari suoi).

E’ quello vietrese uno Sgarbi tenero, calmo, molto lontano dalle incazzature televisive, un curatore modificabile a gentile richiesta: uno Sgarbi c.r.l. (curatore a responsabilità limitata), a mezzadria col sindaco di Vietri sul Mare. Infatti dice, in conclusione del suo intervento di presentazione, (per quanto si è udito in sala, perché il microfono non funzionava, andava a intermittenza, gracchiava, … tutto molto improbabile, ma è stato bello così!). Dice duce Sgarbi, più o meno così: Sono in effetti contento, perché se le cose andranno bene è tutto merito mio, per i miei 25 inviatati; se vanno male è perché l’ha voluto il sindaco che allarga. Come si vede è questo un viaggio ceramico avventuroso, senza conduttore e conducente, senza autista: si naviga a svista. Ma forse ciò è indice che in epoca di blog, di internet, di partecipazione non autorizzata … la selezione e il giudizio critico antico non è più cosa praticabile: la cura, la curatela, la coratella e la mortadella è per tutti. Siamo tutti artisti, siamo tutto ceramisti, siamo tutti in-curatori!!!

Credo quindi che Vietri su mare debba essere dichiarata, se me lo si permette, forse & farsa: “Città martire della ceramica contemporanea”. Motivo? Gli artieri del luogo in vent’anni di questi “viaggi premio”, di questi passi e spasso natalizi, di salita e discesa dei babbi Natale di turno, … hanno ingurgitato tante di quelle ceramiche d’artista che per digerirle ci vorranno almeno un paio di generazioni. E’ stata “la grande abbuffata contemporanea”, non c’è stato tempo per defecare, per selezionare, non c’è più terra da perdere. Per cui, proposta d’Eldorado: moratoria assoluta di mostre e concorsi, ricchi premi e cotillon per almeno un quarto di secolo. Quanto occorre per disintossicarsi, digerire, riflettere, discernere e discendere sulla Terra colta. Andiamo nel profondo, nella Vietri sotto il mare…..

Se volete saperne di più su questa iniziativa vietrese, per la delibera digitate su google: [PDF] Download – Comune di Vietri sul Mare

www.comune.vietrisulmare.sa.it/delibere/…/1563-deliberadi-giunta- comunale-n239-del-20112014.html

19 nov 2014 MANIFESTAZIONE PREMIO “VIAGGIO ATTRAVERSO LA CERAMICA”. L’anno … PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DI GIUNTA COMUNALE…..
Per l’elenco degli artisti invitati digita: “Un viaggio nella ceramica Vietrese, mostra curata da Vittorio Sgarbi”, c’è anche una bella immagine. Saluti veloci,”

Eldorado.

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Un viaggio nella ceramica Vietrese, mostra curata da …

Il Vescovado – Torna a Vietri il premio …

Written by A_ve

29 dicembre 2014 at 16:25

MA CI SERVE GUARDARE IL MARE ?

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Una profusione di fondi europei è dispiegata per parlare di territori; tra questi l’Irpinia col progetto in corso d’opera dal titolo ‘Sistema Irpinia per la cultura contemporanea’. ‘Sistema’, si sa, nel gergo partenopeo è sinonimo di malaffare organizzato. Iniziative non bene identificabili si svolgono pertanto in giro per la regione; al museo Madre di Napoli, la presentazione di un video; l’inviato di ‘Piccoli Paesi’, mitico Prof. Alamaro, in arte e in rete ‘Eldorado’, ci aggiorna di seguito sul salottiero incontro, dove l‘Irpinia sembrava essersi focalizzata a Rotondi. Sì, a Rotondi.

Domenica scorsa invece l’apertura di una mostra dedicata ad Ettore Scola nell’Abbazia del Goleto. Nell’introduzione oratoria e pubblica alla mostra, un sentito ed unico ringraziamento al ‘politico’ di casa (tra l’altro imbarazzato)  come se i fondi europei fossero grazia di partito; ancora una volta l’immagine di un’arte e di una ‘cultura’ asserviti al ‘sistema’ politico-partitico-economico dominante; una pur buona iniziativa affossata in poche parole introduttive bestemmiate in un luogo di straordinaria religiosità. Il Goleto appartiene alla storia, a Guglielmo suo pellegrino fondatore nel 1133; né al sindaco di sant’angelo e né a quello di nusco o lioni. 

E poi le stralunate elucubrazioni del ‘guru’ francese, ogni giorno intere paginate sui giornali provinciali. A quell’età la nostra Irpinia gli solletica l’eros…

Intanto, come neve sciolta al sole, sembra scomparso il giovane e promettente nutrito gruppo di studenti e studiosi irpini che ben ci avevano fatto sperare sul giusto indirizzo di spesa dei 300.000 euro finanziati dall’Europa per la cultura e l’arte irpina. Ma ci serve guardare il mare ? O meglio che dal mare imparino a guardare le nostre montagne ? Lo Sponz Fest e Cairano 7x  vanno saggiamente in questa direzione  _ a.verderosa e piccoli paesi vi lasciano al resoconto di ‘Eldorado’; al ‘sistema’ proponiamo di rendere pubblici i conti delle manifestazioni. 

Irpinia contemporanea sui due mari

Salve amici, grandi Orizzonti vedo dai Piccoli Paesi dell’Appennino!

Cronaca & storia dal vostro invitato speciale sulla linea di costa della Campania-Madre felix. Come da Ordine supremo impartorito dal Quartier generale dell’Irpinia-malupina (furba, scaltra, ur-lupina, ndt), sono andato puntuto e puntuale alle 19.00 di venerdì scorso et scarso alla “Sala Re_PUBBLICA MADRE” di via Settembrini a Napoli per verificare se dal balcone dell’Irpinia se vedeva veramente -come promesso dall’invito- ‘o mare dell’arte contemporanea quant’era bbello!

Ecco dunque il reso-conto & scontro della presentazione del documentario di Nicolangelo Gelormini: “L’Irpinia che guarda il mare”; pezzoforte del “Sistema Irpinia per la cultura contemporanea”, un progetto finanziato dalla Regione Campania, con direzione artistica di Maria Savarese.

Tutta la cronaca minuto per minuta: parla per primo il Presidente della Fondazione Donnaregina per l’arte contemporanea, Pierpaolo Forte, anzi, non risparmiamoci: Fortissimo. Dice che bisogna lavorare contemporaneamente ad arte per tutte le fasce del nostro territorio regionale; nelle sue tante parti e particelle ove l’Irpinia ha una specifica personalità, una sua specificità e particulosità ta-ttà. Magari un po’ interna ed inter/nata, ma –promette-: nuje che ce stammo a ffà??, li estro-flettiamo NOI!!!

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Written by A_ve

24 settembre 2014 at 18:02

Marcare, non mancare!!!

Da Eduardo Alamaro *  via Archiwatch, fresco fresco….

L’EUROPA CHE GUARDA IL MARE …

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L’IRPINIA CHE GUARDA IL MARE …

Nicolangelo Gelormini, ritratto da Fabio Donato per Sistema Irpinia per la Cultura Contemporanea

https://www.youtube.com/watch?v=zT4d7exbauE

AAAttenzione, AAA a sproposito di AAAppennini, di Pen e di Pan … AAAvviso ai naviganti & ai muratorini tutti: domani, giovedì 18 settembre alle ore 19:00 nella sala Re_PUBBLICA MADRE del Museo omonimo di Napoli in Via Settembrini (traversa via Duomo), proiezione e presentazione del documentario “L’Irpinia che guarda il mare”. Non mancate, ingresso libero e liberato. Documentato Ciriaco De Mita, non si sa se come navigato sindaco di Nusco, come artista della politica della prima Repubblica o come altro ed eventuale. Tutto può essere se dall’osso rosicato appenninico si può avvistare la ricca polpa della costa; se dall’alto dell’Irpinia si può guardare il mare spartenopeo e cullarsi nel non dimenticato & sempre caldo “Conto Corrente del Golfo”, fino a Bagnoli e a Nisida. E oltre e altro. Tutto può essere con l’AAAarte scontemporanea e con la fame da lupi, lupetti & lupini irpino-napulitani che c’è in giro. L’antico lupo perde il pelo, ma in compenso a Napoli gli fanno ad arte anche il contropelo …. AAAndare al Madre per credere … AAA chi non sa nuotare all’ingresso del Museo sarà fornito (in prestito) un salvagente per non affogare. AAAAllego e AAAllegro comunicato strampa.”

Besos Eldorado

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L’Irpinia che guarda il mare

Giovedì 18 settembreore 19:00 Sala Re_PUBBLICA MADRE

Verrà presentato il documentario di Nicolangelo Gelormini L’Irpinia che guarda il mare, inserito nel “Sistema Irpinia per la cultura contemporanea”, un progetto promosso dal Comune di Mirabella Eclano (Avellino) e finanziato dalla Regione Campania, sotto la direzione artistica di Maria Savarese, che ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti contemporanee di Napoli e il patrocinio dello IED Istituto Europeo di Design.

Il video di Nicolangelo Gelormini offre un affresco della condizione attuale dell’Irpinia e di una provincia del Sud Italia collocata tra memoria e futuro. Un territorio che guarda alla modernità, mantenendo un contatto con le proprie tradizioni e prendendo le distanze da una pericolosa deriva modernista. È un punto di osservazione atipico e privilegiato, quello dell’Irpinia, da cui scorgere prima e meglio i valori persistenti, ma anche i possibili errori, il potenziale di riscatto di tutto un Paese. Il documentario contiene interventi di diversi artisti coinvolti nel progetto, Luigi Mainolfi, Perino e Vele, Umberto Manzo, Eugenio Giliberti, Lucio e Peppe Perone, e di altre personalità come Andres Neumann, Francesco Saponaro, Piero Mastroberardino, Antonio Pisaniello, Ciriaco De Mita.

nusco

(*) EDUARDO ALAMARO E ‘PICCOLI PAESI’  : LINK

Piccoli Paesi crescono _ di Eldorado

027La rupe felice di CAIRANO  /  Complimenti al blog, molto bene i Piccoli Paesi crescono.

Ho visto velocemente le foto di autore collettivo e comunitario; ho letto rapido i recenti contributi: quello del ciclonauta, viandante & gastronomo Claudio Ferraro; quelli dell’orto comunitario; nonché la noterella di Carmine di Palma (CAI Avellino), sulla “camminata” in occasione di Recupera / Riabita, domenica 22 giugno scorso.
Ho riso quando ho letto: “… dopo tre ore di marcia … siamo stati accolti gioiosamente da un nutrito gruppo di persone che ci attendeva nella sala del Municipio…“. Ho riso perché lui, Carmine del CAI verso CAIrano, non sa. Non sa che cosa era successo prima, che cosa stava succedendo. Mai entrata in scena fu più opportuna e tempisticamente indovinata; mai apparizione dei pellegrini-marciatori di Avellino et Bisaccia fu più giusta e puntuale.
Infatti le cose si stavano surriscaldando a Cairano7x. L’atmosfera stava diventando “antipatica”: un artista, per sua stessa definizione “artista anarchico-individualista” (Vincenzo Blues, ndr) , se la stava prendendo con una acuta animatrice della Calabria  superiore (Stefania Emmanuele, ndr) che aveva parlato di sistemi di impresa a pronta presa; nonché del possibile simpatico marchio “DOF, Denominazione Origine Familiare”, prendere o lasciare.
L’accusava, per questo ed altro motivo, di essere una “politicante”; di usare prassi e linguaggi “contro il Popolo”, auto-referenziali. Invece tutto, a suo avviso d’artista, andava indirizzato al Popolo e per il Popolo. E perciò si infervorava e alzava i toni del discorso e salutava a pugno chiuso d’altri tempi. La situazione stava per diventare imbarazzante, specie per alcuni ironici sorrisetti di sorpresa indirizzati alle sue parole … quando la fortuna ci tese la mano: si intravidero sagome del Popolo evocato trionfanti, quelle dei pellegrini-marciatori del CAI…., festosi, raggianti.
Dario Bavaro, uomo di teatro praticante, prendendo la palla al balzo, si alzò allora prontamente dalla sedia, allargò le braccia al cielo ed esclamò assoluto: “… ecco il Popolo, l’avanguardia del Popolo in marcia, i marciatori che vengono da lontano: accogliamoli con un forte applauso!!!” E così fu!!
Tutta l’ideologia e la rabbia parolaia d’un botto si sciolse d’incanto; tutti i marciatori furono accolti da applausi, da tanta simpatia e da un sorso di bevanda calda offerto loro dall’ex sindaco di Sant’Andrea di Conza (Antonio Vespucci, ndr), un intruglio bollito ad arte dalla sua signora, con erbe fresche medicinali provenienti dalla Calabria.
Commento “l’entrata del Popolo del CAI”; mi complimento con Dario dicendogli: Scena magistrale, a tempo e a luogo: se l’avessimo voluta programmare, non sarebbe andata così bene!!!” Annuisce. Non c’è che fare: la vita è teatro e il teatro è vita, (quando riesce l’improvvisazione progettante)!!!

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Recupera / Riabita _ il diario giornalistico di EDUARDO ALAMARO

Piccoli paesi dell’ornato d’Italia … pubblicato il 24 6 2014 su ARCHIWATCH, il blog di Architettura italiana fondato da Giorgio Muratore

ippwdg_sanleoneDa Eduardo Alamaro : …

“Amici muratorini, mi punisco, vi punisco: c’è la partita Italia-Nonsoche; c’è il napolitano Immobile in campo, in Brasile, ma io me ne fotto. Sono in controtendenza, sto qui alla tastiera e vi scrivo. E vi ricordo che si dice che … che il concetto di centro storico, di borgo storico et similia, è evoluto a favore di quello di paesaggio storico vivente. Altro che partita di pallone alla TV!!
E vi dico che, gioite, gioite!!, domenica mattina a Cairano ho toccato con mano questo passaggio concettuale-pratico. Anzi, questo paesaggio storico vivente. Voi direte: ma Cairano addò stà?? 
Semplice: Cairano è un paese-presepio residuale dell’altissima Irpinia; un luogo abitato sin dalla preistoria, dal quale si ammira e sorveglia tutta la valle dell’Ofanto; una postazione ardita, suprema, (nel tempo antico) centrale per gli attraversamenti Nord-Sud (sotto ci passava l’Appia romana, andando verso la tellurica Conza e Calitri … verso la Puglia e Brindisi) e per gli attraversamenti Ovest- Est, (per la via etrusca che da Paestum, via Battipaglia, Salerno, Montella, Bisaccia portava fino a Siponto); domenica mattina, dicevo, ci siete ancora, amici muratorini?, ho toccato con mano e con occhio questo attraversamento pluri-millenario. Ma senza mio occhio fotografico per cui non posso inviarVi manco una foto d’accompagnamento alle mie parole. Che stanno tutte in me, nella mia capa fotografica. Peggio per voi!!

Posso però affermare e confermare che la cultura dell’ornato-morbido s’è rifugiata qui, in questi luoghi remoti, altissimi e preistorici. Tra candide e sensuali lenzuola ricamate e stese festose e fastose al sole; nei copriletto fabulosi e fabulanti lavorati all’unci-netto; nelle coperte trapuntate ‘e stelle e da antichi motivi decorativi. Un repertorio eccezionalmente ordinario, che si ripiega e si richiude dopo la festa, pronto per la prossima “spasa” sacra.

Si, perché tutto quel ben di Dio, manufatto dalle mani delle donne che furono, era stato esposto pèr onorare il passaggio della processione del Corpus Domini; del Corpo di Cristo nostro Signore et Padrone. Una processione bella, antica, semplice, elegantissima, cordiale. Con il bel pretino quasi orientale (questa è la Campania d’Oriente, che dà verso la Puglia, nda) che alzava sereno e sicuro il calice santo inquadrato ed evidenziato da una tendina gialla cubica e decorata, sorretta da quattro aste dei fedeli … fantastico, mille e un giorno a Cairano!!

Gli ornati al sole dialogavano perfettamente con le architetture degradanti delle case, tutte panoramiche, anzi direi meglio: panor-amiche. Cordiali, felici, poste e non oste come sono sulla crosta della montagna, con vista valle amica.

Ho gustato qui, in quegli attimi, in quei minuti, ore felicitanti ed emozionanti, l’antica cultura nostra dell’abitare. Con tutte le piante di fiori e gerani poste orinatamente in fila sulla strada, lungo le pareti della via, sui balconi fioriti. Una gioia, un lusso che è difficile immaginare in città; arredo urbano gratis, partecipativo, popolare, a costo zero per il Comune, …

E poi i segni residui della antica cultura del lavoro agricolo che s’è fatta, nel tempo ordinario secolare, netta architettura. Come, ad esempio, la struggente via del vino, con ordinate cantine alte come cattedrali, per metà scavate nel monte e per l’altra metà costruita e voltata a botte. Bne culturale normale. Con tante, tantissime cantine, tutte poste al Nord, una via d’ombra ad arte. Alcune ancora in piedi, in esercizio, altre, troppe, diroccate, esaurite, vedove di odori, sapori e umori di vino, di sangue. Chiuse per emigrazione, per esodo che, dagli anni ’50 del ‘900, dai tempi del carbone belga di De Gasperi, è stato massiccio, biblico.

Ragion per cui a Cairano son rimasti (molti) vecchi, donne e (pochi) bambini. Un paese che vive (o muore) di pensioni, di assistenza. Da rinsanguare, da rilanciare con energie nuove migranti, da attrarre. Creare le condizioni di attrazioni, e non è facile!!! Ma Cairano ha una fortuna, un santo protettore. Uno che ce l’ha fatta. Un uomo dell’emigrazione che da spalatore di merda d’elefanti del circo è diventato un grande coreografo che ha dato un contributo decisivo alla nascita e affermazione del Cirque du Soleil firmando molti dei suoi più grandi successi: Franco Dragone, cavaliere della Repubblica italiana. E il buon Dragone non ha dimenticato la sua Cairano d’Origine. E sogna forse di ritornare un giorno qui, di farci una scuola di teatro o chissà cosa Dio gli farà venire in mente. Architettura minore (ma non minorata) compresa. Così sia!!!

Intanto il bene-fattore nostro fa in modo che si possano svolgere attività social-culturali che i magri bilanci comunali non permetterebbero pienamente. Come gli incontri felicitanti della “Cairano7x”. L’edizione di quest’anno è stata particolarmente bella, cioè utile. Infatti ha preso alla lettera il dato fisico di stare in un borgo posto sull’Appennino, cioè sull’Osso. Niente polpa da rosicchiare per accademici interventi. Per cui niente inviti a docenti universitari della Federico a Secondo di Napoli. Niente Sapienza di Roma ufficiale. Solo interventi di operatori di base x altezza del luogo ridotti all’osso. A poche parole e pochi soldi. Ma con molte energie e forza: resistenza, resistenza!!! Parola d’ordine lanciata dal blog “Piccoli Paesi”: ognuno si racconti in breve, in 3 minuti. Lasciare tracce sintetiche. Filiera breve e virtuosa. WW la cultura della sintesi, del twitt, della rete comunitaria.

Ho partecipato quindi, attento, stupetiato et ammirato, tutto sabato 21 e mattina della domenica 22 a un incontro veramente felicitante, ce ne fossero tante – tanti. Pieni di Utopia, di sogni riservati, di esperimenti di lavoro occupante. Relazionante. Tanti fuochi dall’alta e altra Irpinia. Forse alcuni si riveleranno fuochi fatui, falsi allarmi; altri invece saranno resi-stenti e residenti alle piogge e al gelo. Sogni concreti “corpo a corpo”. Visioni e previsioni, assaggi di domani. Finestre di utopie. Per fare reddito stando qui. Per spazi di relazioni di qualità. Stop.

Anzi no. Quest’anno, per la prima volta, è stato anche assegnato, domenica pomeriggio, il PREMIO ‘RECUPERA/RIABITA’ ad un nuovo abitante dell’Appennino, di Cairano. Il premio avrà cadenza annuale e segnalerà colui, colei o coloro che “si sono impegnati a compiere azioni per la salvezza e la promozione delle aree interne; ad esempio recuperare un fabbricato, una casa abbandonata – in uno dei piccoli paesi dell’Appennino- per farne una nuova abitazione”. Sarà premiato chi avrà la visionarietà di invertire la tendenza dello spopolamento rurale creando visioni e nuova occupazione.

AAA amici dell’AAArchiwatch aaaccorrete, venite a rinsanguare l’osso, ci vuol polpa, ci vogliono idee e sogni. Buon investimento. Prezzi modici, al momento!! Cairano offre un pranzo di prova a tutti i muratorini. Menù d’incoraggiamento: tripoline con salsicce; parmigiana alla cairanese; frutta, vino e incontro d’architettura felicitante. Tante tante. Possibilità di pernottamento pro loco in albergo diffuso garantito doc. Per un incontro felicitante. Soddisfatti o rimborsati.

A presto, a Cairano,”

Eldorado

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ANCORA E SEMPRE …

“IL FUTURO E’ NEL TRATTURO” …

FORZA APPENNINI …

Pubblicato in Architettura

Written by A_ve

25 giugno 2014 at 10:47

Recupera / Riabita _ i saluti di Eduardo Alamaro

Eduardo Alamaro
Scrittore, giornalista, critico di architettura. Storico della ceramica.
eduardoalamaro@alice.it

Cari amici dell’Irpinia altissima,

a Napule oggi fuori chiove a zeffunno e mi son domandato: chissà come sarà il tempo sabato a Cairano? Altrimenti sarà dura. Stamani infatti sto riflettendo un po’ su cosa dire di non (solo) auto gratificante e auto pubblicitario al vostro consueto appuntamento sui piccoli borghi da riattivare. Borghi sfuggiti alla logica distruttiva dei “paesi presepe” e nei quali sono stati riversati non poche risorse delle tasse degli italiani tutti del post/terremoto ’80. Fatto il contestato restauro dei borghi, la seconda domanda è sempre la solita, qui e altrove: e mo’ che ne facciamo? Chi ci mette i soldi per la gestione? Chi ha una idea di produzioni oggi in alta Irpinia? Chi ha la forza di sognare e soprattutto di far sognare senza bluffare? Im-prenditori, non prenditori modello “prendi i soldi e scappa”.

Alla ricerca di esempi di buona pratica italica dell’osso, pratico l’Umbria e i suoi restaurati borghi appenninici, … ragion per cui, alcuni anni fa, il “Corriere dell’Irpinia” ospitò qualche mio articolo in merito e demerito. E di ciò ringrazio ancora per l’opportunità con-cessa. Uno di questi “pezzi” era proprio centrato sulla domanda: come mai l’appennino umbro, terremotato e terrepovero quanto quello irpino, è riuscito poi a far sistema, ad attrarre risorse e a far sognare con i piedi a terra, mentre l’Irpinia no? Come mai esistono in Umbria buoni esempi di azienda-borgo virtuoso e virto-uso (come quella di Brunello Cucinelli) e in alta Irpinia restauro e idea di gestione imprenditoriale vanno su due tempi e piani diversi? Allego di seguito all’uopo scheda dell’umbro-global sognatore Cucinelli, che forse sarebbe da invitare p.v. ai vostri incontri. o no?

Saluti, Eduardo Alamaro

Nato nel 1953 a Castel Rigone, vicino Perugia, Brunello Cucinelli, da sempre attratto dal sogno di un lavoro più sensibile ai valori umani, interrompe nel ’74 gli studi universitari di ingegneria per dedicarsi all’attività che lo Leggi il seguito di questo post »

Written by A_ve

18 giugno 2014 at 09:04

Pubblicato su Varie

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VI SCRIVO DI ARIANO

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Caro angelo,  ti mando di seguito il mio testo di Ariano-biennale d’arte ceramica, riformulato ed ampliato per Piccoli Paesi.  Spero vada bene. Così come spero di venire la prossima settimana in Irpinia per il FORUM sull’AMBIENTE. ciao, eduardo alamaro from napule.

Cari amici dei piccoli paesi e paeselli definitivamente provvisori dell’alta Irpinia verde & rosa, voi sapete che di tanto in tanto vi spedisco da Napule bella qualche mio scritto rivenduto e scorretto che abbia a che fare con il vostro territorio interno. Basta scorrere l’antico e glorioso blog “Comunità provvisoria” -chiuso a luglio 2011- e poi l’odierno fresco “Piccoli paesi”. L’ultimo mio post  da vuje gentilmente pubblicato è del luglio scorso sul tema della resistenza artigiana in Campania tra osso e polpa. Titolo di redazione: artigiani e stelle.   

In continuità con questa tematica, vi scrivo di Ariano Irpino, della prima edizione della biennale d’arte ceramica Terre Moti, tenutasi a fine agosto scorso. Con tre mostre, concorso a premi, stand per la città per due giorni.

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Written by comitatocivicopro

15 settembre 2013 at 07:05

ARTIGIANI e STELLE _ di Eduardo Alamaro

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Giovanni Spiniello, maestro artigiano pittore scultore irpino

Cari amici dei Piccoli Paesi e paeselli irpini,

Vi scrivo accaldato e applicato questa mia da Napoli bella per ricordarvi che “i ricchi hanno Dio e la Polizia; i poveri hanno solo i poeti gli artigiani e le stelle”. Così recita infatti una poesia della resistenza palestinese. Ma sabato scorso 29 giugno, alla Mediateca SANTA SOFIA di Napoli, dalle ore 12.30 alle 14.30, è andata invece in scena la “Resistenza Artigiana”. Anzi due resistenze artigiane & poetiche, una dopo l’altra. Due al prezzo di una. Una napoletana, l’altra irpina, perciò vi scrivo, amici miei. La prima (in ordine di apparizione), espressione della (già) polpa costiera; l’altra invece tipica dell’osso appenninico eterno, terrone e terre-motabile, (all’occorrenza anche montabile). Vale a dire, come dico, il match: centro antico di Napoli dell’Anticaglia versus le colline di Paternopoli, contrada San Felice, 8. Vi piace il tema? Si? Allora seguitemi….

La resistenza poetica “vecchiartigiana” napolitana è stata affidata al racconto di un documentario (“Resistenza Artigiana”, appunto, 21’, anno 2012) dovuto a Antonio Manco, giovane regista sociale on the road; l’altra, alla viva voce dell’agricoltore-performer Luigi Forino che ha ben recitato se stesso e messo in scena i prodotti (olio  di olive “Ravece” e vino Taurasi verace doc) dell’azienda agricola “L’albero del Riccio” di Sofia Troisi.

Cinema napoletano contro teatro irpino, quindi; arte mediata contro la vita in diretta, sul palcoscenico della Mediateca Santa Sofia. E io, come D’annunzio, ho scelto la vita; la vita di Giggino l’irpino, col suo olio “di categoria superiore”, vino e caponata; nonché raccolgo il suo invito a Paternopoli (che allargo a chi ci legge: cell, 3384718874).

Se poi dovessi dare un punteggio calcistico su questo match giocato tra due periferiche resistenze artigiane, tra città e campagna, tra (ex) osso e polpa della Campania, direi che: Irpinia batte Napoli, 3 a 1 (doveroso goal della bandiera, nda).

E ciò perché Giggino l’irpino m’è parso poeta-artigiano resistente contemporaneo; superiore per simpatia e vitalità, per concretezza e leggerezza di racconto ruspante d’oggi. Esempio: “Il vino non lo potrei imbottigliare, ma lo imbottiglio lo stesso per gli amici, perché io ho i calli alle mani e loro, quelli delle scrivanie del doc, no!!” Applausi e con-sensi: io so’ amico tuo, una butteglia a mme … e pure a mme!!

Ma a guardar bene, benché giocando fuori casa, Gigino l’irpino aveva partita vinta già in parte e in partenza. Ciò perché il racconto di Carmine, resistente artigiano tipografo napoletano dell’Anticaglia, è apparso tutto autocentrato e macerato in sé, perfetta fotografia di un ultraventennale fallimento di indirizzo politico a Napoli, incapace di dar speranza sociale concreta oggi. In particolare  per la mancanza (o inconcludenza) di un adeguato progetto artistico-industriale del centro storico di Napoli. Tutto giocato nella difesa di un mondo mitizzato, favoloso, mastroggeppesco, totocchio, condito colla tradizionale nostalgia tipica partenopea del bel tempo che fu, fuje!! Tiempi belli ‘e ‘na vota! (Vota e fai vuotare, nda).

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Written by A_ve

8 luglio 2013 at 07:07

PEZZOTTO di Eduardo Alamaro

liquore strega

liquore strega

di EDUARDO ALAMARO  _ Pezzotto  (montagna crea / città napoli copia)

Il tema in classe col quale vi intratterellò  questa settimana è la “Strega” di Benevento. Ma anche le Streghette, le Mi Strega, le Fatine, i poveri Diavoli e i Maghi di Napoli, (tengo famiglia art/design).

Vi intermezzerò cioè sui Liquori Strega pezzottati negli anni trenta – cinquanta a Napoli. Nel suo centro antichissimo distillato oppure appena fuori le mura antiche, nello storico Rione Stella-Sanità, con i suoi Sindaci e Streghe di produzione parodiate, spesso geniali. Paradossale stimolo all’Originale per trovare nuove vie, inedite strategie commerciali, mantenere alto il prodotto. Insomma, la “Strega” di Benevento contro le “Janare” di Napoli, una bella lotta al femminile!

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Written by A_ve

28 febbraio 2013 at 13:03

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