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LA NOSTALGIA DEL FUTURO: NUOVE FORME DEL COABITARE
LA NOSTALGIA DEL FUTURO: NUOVE FORME DEL COABITARE
di MARIO ANTON OREFICE*
Treviso, 27 settembre 2022

“Come dei veggenti con lo sguardo rivolto all’indietro”, così vorrebbe fossero gli architetti Marco Petrini, presidente dell’Ordine di Perugia, per dar vita a osterie senza oste, social housing per la terza età o per far nascere borghi miracolosi. Intervenuto venerdì scorso allo stimolante webinar “Il coraggio delle idee” organizzato in collaborazione con la rivista Recupero e Conservazione rec_magazin e diretta da Cesare Feiffer conduttore del convegno on line, Petrini ha parlato anche di “nostalgia del futuro”, un ossimoro preso in prestito da Vittorio Foa (1910-2008). Nel giugno del 1938 Foa è in carcere per antifascismo e pensa che “la consapevolezza della sconfitta deve essere stimolo a rinnovare e a trasformare radicalmente il proprio profilo politico-culturale. Rifondare, infatti, nasce dal dare un nuovo ordine alla cassetta dei propri strumenti culturali e politici, dal cambiare il proprio scaffale di referenze culturali, librarie, concettuali. E sfidare il presente non è rimpiangere il passato ma avere nostalgia di futuro”. Una nostalgia del futuro che nel campo del vivere, del progettare e dell’abitare si è declinata in diverse forme, tra cui l’”Osteria senza oste” di Cesare De Stefani a Valdobbiadene in provincia di Treviso, un luogo speciale che si raggiunge solo a piedi e che si affida al buon senso e all’onestà di chi lo visita, circa 100.000 persone all’anno che consumano e pagano il conto in autonomia . “Solo una volta ho trovato la porta d’ingresso forzata – racconta De Stefani -allora mi sono chiesto che cosa potessi fare. Semplice: lasciarla aperta anche di notte e fidarmi del prossimo. www.osteriasenzaoste.it
Un’alternativa alla tradizionale casa di riposo, è stata presentata da Giorgio Pavan direttore dell’Israa (Istituto per servizi di ricovero e assistenza agli anziani www.israa.it) di Treviso, realtà da 850 posti letto e 750 collaboratori. Borgo Mazzini smart cohousing è un convento del 1500 trasformato a seguito di un percorso copartecipato dalla cittadinanza in un cohousing di 45 alloggi per 60 persone over 70 autosufficienti. Una comunità age friendly in cui vivere insieme ma con spazi propri, un contesto protetto e senza impegni burocratici, un affitto a persona di 690/760 euro, o per due a 897/988 euro, spese condominiali e bollette incluse. L’operazione finanziaria da 12 milioni è stata realizzata attraverso la vendita di immobili (4 milioni di euro), fondi europei (2 milioni) e donazioni (6 milioni).
Altro modello di abitare innovativo è il “borgo dei miracoli”: Cairano, un meteorite di quasi trecento abitanti sulla dorsale appenninica al confine tra Il Cilento e la Lucania. Il progetto di rigenerazione urbana dello studio Angelo Verderosa, finanziato da fondi regionali ed europei destinati allo sviluppo rurale, premio Inarch 2020, ha risuscitato questo paesino colpito a morte dal terremoto dell’Irpinia (1980). Verderosa è partito dai cocci e da artigianali tecniche di muratura per ricostruire gli edifici, ha proseguito con la creazione di una piazza teatro dove una volta c’era una casa, con il Museo delle relazioni felicitanti, con l’organo a canne suonato dal vento in cima alla rupe. Il cantautore Vinicio Capossela a Cairano suona d’estate e gli ha dedicato un libro e un film: “Il paese dei coppoloni”; il coreografo Franco Dragone (Cirque du Soleil) si ritira qui a meditare, ma soprattutto i giovani restano e nascono Voria Osteria, scrigno di sapori tradizionali bio, e il birrificio Skapte. “Qui è tornata la felicità” dice l’architetto Angelo Verderosa che al tavolo da disegno preferisce un panino in cantiere, e che sul sito www.verderosa.it condivide la speranza che altre comunità si mettano in moto per compiere il miracolo. (foto Antonio Fierro)
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(*) Mario Anton Orefice, giornalista e consulente per la comunicazione aziendale, è project manager della Cooperativa sociale Hilal nell’ambito dell’inclusione e dell’innovazione sociale. Già caporedattore della rivista culturale Charta, ha pubblicato, tra gli altri, Casablanca, ritratto di città (2021), Una città rubata (2017), Venezia un mondo intero (2016), Quando il cuore si ferma, conversazione con Pietro Delise (2014), Morsi di libri e luoghi (2013), Paolo Portoghesi, un’intervista (2011),Corsadellanima, da un pensiero all’altro (2009), La luna nel pozzo, una fiaba per l’Unicef (2003).
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qui alcune delle sue pubblicazioni: https://www.marioantonorefice.eu/libri/
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Master Lumsa, visita al BORGO BIOLOGICO (luglio 2017)
CAIRANO, BORGO BIOLOGICO IN IRPINIA
di Francesca Pitisci *
Cairano è uno dei numerosi paesi che punteggiano la dorsale Appenninica centro meridionale.
Avvicinandosi a Cairano, in auto, unico mezzo per poter raggiungere questo sito, si è accolti da un paesaggio sterminato che si perde nel susseguirsi di campi e colline, di ocra e di verdi in cui alcuni alberi, con i loro nomi e le loro storie, testimoniano la presenza di una vita calma e silente che plasma scenari fantastici.
Vivere a Cairano oggi è un privilegio relegato ai soli 300 abitanti che tenaci continuano ad alimentare il borgo con la loro fondamentale presenza.
Lo spopolamento dei piccoli centri storici riguarda quasi tutto l’Appennino ed è un chiaro segnale di come la società globalizzata, gli interessi economici, e le strategie politiche influenzino comportamenti e priorità delle persone spingendole nei grandi centri urbani dove l’alta densità e la scarsità di spazi impediscono di vedere e di instaurare relazioni. In questi paesi è conservato il patrimonio storico e culturale di intere generazioni che per anni hanno affrontato le difficoltà imposte da un territorio impervio ricavandone costruzioni solide perfettamente integrate con lo sperone roccioso sul quale sorgono o in cui sono scavate.
Il “Dorso della Balena”, così si ama definire il profilo che da lontano delinea il promontorio di Cairano, domina il paesaggio e incuriosisce il visitatore, già si avverte che su quel “Dorso di Balena” c’è qualcosa di inconsueto. Giunti al Paese, fatto di strade strette, selciati storici e scalette, si è subito colpiti dalla presenza dei fiori che adornano ogni scorcio di questo luogo e suggeriscono l’interazione tra abitanti e costruito. Il tempo si dilata, le relazioni si rafforzano e la percezione dello spazio si moltiplica fino ad avere la sensazione che quello spazio è infinito e confina solo con il cielo.
I paesi dell’Irpinia, dopo il terremoto del 1980, hanno subito danni e successive ricostruzioni non sempre “filologiche”. In alcuni casi i crolli sono stati tali da determinare l’abbandono delle strutture lasciandosi dietro solo cumuli di macerie. Le abitazioni spesso si trovano allo stato di rudere, ricoperte dai detriti e dalla vegetazione che con il tempo si riappropria dello spazio che gli era stato sottratto.
In questo scenario, a metà tra passato e futuro, opera l’Architetto Angelo Verderosa che, con l’associazione ‘Irpinia 7x’ di cui è membro assieme ad altri appassionati di questo angolino di paradiso come Dario Bavaro e Mario Marciano, e con la sua equipe lavora al recupero e alla rivitalizzazione di Cairano. L’obiettivo è quello di restituire a Cairanesi e non un luogo tale per cui il bisogno di esserci e la possibilità di permanere diano nuova linfa e nuovi spunti per un futuro di ritorno alle origini.
Dunque non solo necessarie visioni felicitanti, ma azioni tangibili che si concretizzano nelle diverse manifestazioni che animano il Comune e nei cantieri che in esso sono aperti. Proprio la visita a questi ultimi è stata l’occasione per far conoscere ai ragazzi del Master universitario Lumsa di II livello CasaClima-Bioarchitettura, provenienti da varie regioni d’Italia, una realtà in divenire che testimonia una rinascita possibile.
Cairano Borgo Biologico è un cantiere di altri tempi, la difficoltà logistica di far arrivare i mezzi pesanti fino al sito di recupero impone un duro lavoro manuale che interessa il trasporto dei materiali da costruzione e dell’acqua, la bonifica dei manufatti dalla vegetazione, il successivo trasposto nei luoghi di stoccaggio prima del definitivo smaltimento. A rendere possibile tutto questo una squadra di persone in parte del luogo, in parte proveniente da fuori provincia che si affiancano in un clima di collaborazione. La stessa collaborazione che si è innescata tra le due ditte che hanno avuto l’appalto delle opere: la prima è un’impresa di Cairano, l’altra un’impresa del nolano specializzata nel recupero di manufatti storici.
Questo di Cairano è, come ama definirlo l’Architetto Verderosa, un cantiere medievale in cui si lavora prevalentemente con le mani. Nei manufatti meno critici si è conservato quanto più possibile andando a consolidare e adeguare sismicamente i vari edifici; in alcuni casi si è ritenuto necessario smontare le murature, sempre manualmente, per poi ricostruirle secondo le attuali norme. I materiali da costruzione sono sempre gli stessi che, una volta selezionati e puliti, vengono riutilizzati. Quando ci si trova in presenza di legnami ormai troppo deteriorati si ricorre all’utilizzo del castagno prodotto in zona, prevalentemente impiegato per gli elementi portanti, le piattabande, le travi. Alla pietra di riuso si affiancano blocchi di calcarenite cavata a pochi chilometri dal cantiere. Per rinzaffare pietre e blocchi si ricorre ad una malta di calce e sabbia di fiume proveniente dalla vicina Basilicata. Il risultato è un motivo armonico di forme e cromie, un dialogo totale tra le parti con il patrimonio storico circostante. Le stesse tecniche e materiali locali vendono riproposti, ristudiati e restituiti al luogo stesso.
Dal punto di vista del comfort termico si è scelto di non intervenire con soluzioni invasive come un cappotto esterno che avrebbe comportato la regolarizzazione di tutte le superfici, ma si è preferito rivestire le pareti verso l’interno con uno strato isolante di 6 cm di intonaco a base di sughero che consente la conservazione delle murature nella loro morbidezza tattile e visiva. La climatizzazione estiva è affidata alle grosse masse termiche inerziali degli involucri stessi affiancata a ventilazione naturale ad opera di camini di ventilazione perfettamente integrati nelle geometrie delle strutture, mentre il riscaldamento invernale è garantito da stufe a biomassa. Grazie a queste efficaci soluzioni, che non necessitano di canalizzazioni e opere impattanti, gli alloggi sono tutti in classe energetica A3.
La linea guida dell’intervento, condivisa a 360° con l’amministrazione e il sindaco in primis, è quella del rispetto della vocazione agricola del luogo, delle destinazioni d’uso e dell’identità del Paese. Quasi tutti gli immobili, in prima istanza acquisiti dalla P.A., hanno conservato la loro funzione di alloggio per poter ospitare i turisti, alcuni altri sono stati convertiti in strutture ricettive a servizio degli alloggi. In particolare alcuni manufatti del cantiere “Castello” ospiteranno il punto ristoro e la cavea per gli spettacoli; in un altro manufatto, uno dei due forni che un tempo servivano l’intero borgo, sarà destinato ad accogliere “il museo delle relazioni felicitanti”.
Ad oggi a Cairano è stato recuperato il 25% del patrimonio edilizio e della viabilità storica, si è innescata negli abitanti una volontà di recuperare manufatti e oggetti nei quali si riconoscono, l’intervento ha fatto da incentivo per iniziative private volte a conoscere, conservare e tramandare frammenti di storia e di bellezza che non sono in fondo così lontani.
Oltre ai cantieri pubblici, sono stati oggetto di visita anche edifici destinati a edilizia privata. Il primo il B&B che ha ospitato i ragazzi, poi le residenze di privati cittadini che hanno deciso di avere qui il proprio momento di quiete. Anche in questi esempi il dialogo con il passato è forte e la narrazione della storia che lega insieme coloro che hanno abitato e coloro che abitano a Cairano si riscontra nelle pietre di riuso, nei portoni restaurati, negli oggetti reimpiegati e rifunzionalizzati. Tutto ciò, oltre all’occhio esperto e capace di vedere oltre l’apparenza delle cose dell’Architetto Verderosa, è possibile grazie alle imprese artigiane che insistono sul territorio senza il timore di accettare nuove sfide e innovarsi come la falegnameria, la fornace che produce le pianelle di terracotta con le quali si sono pavimentati numerosi ambienti, il fabbro e la relazione sinergica che si è instaurata tra le parti in un cantiere in continua evoluzione dove la progettazione non è mai definitiva, e dove la flessibilità e l’inventiva sono una prerogativa imprescindibile.
Percorrendo le strade di Cairano è piacevole leggere nelle opere di recupero la stratificazione del tempo, la storicizzazione dei luoghi e la denuncia dei nuovi interventi. Il convegno di approfondimento sulle tecniche, le linee guida e gli obiettivi, anteprima Recupera-Riabita 2017, ha avuto luogo nella sede del vecchio forno, riaperto per la prima volta dopo l’intervento di restauro; in questa circostanza l’architetto Verderosa ha chiesto ai ragazzi del Master di esporre le loro impressioni, ognuno ha dato la propria lettura: Amore per il Luogo (Sara); Cura e passione nel lavoro duro e certosino del cantiere di restauro svolto da abitanti del Luogo (Melisa); Relazioni tra le persone che si manifestano nel forte legame con il Luogo che le ospita (Lucio); Una volta arrivati si ha come la sensazione che le distanze siano annullate (Rosita); Un Luogo in cui il tempo si dilata (Alfonso).
A chiusura di questa esperienza che ha regalato “pillole di saggezza e praticità”, guidati dal fotografo-fornaio e dall’Associazione 7X, una chicca immancabile: una passeggiata lungo la via delle grotte, ovvero cantine, lunga un chilometro dove, una serie di piccoli manufatti scavati nella roccia con facciate prive di finestre esposte perfettamente a nord, consentivano di conservare il vino prodotto nelle campagne circostanti. Questa peculiarità appartiene al solo Comune di Cairano nell’intera provincia di Avellino, che per altro produce ben 3 vini DOCG; questa strada così arcaica avrà certamente un futuro e sarà riferimento per l’intera provincia.
* Francesca Pitisci è architetta e Tutor del Master universitario Lumsa di II livello CasaClima-Bioarchitettura.
Questo post è stato scritto a seguito della visita di studio tenuta nel borgo biologico a metà luglio 2017; seguono le foto scattate durante i 2 giorni del master in Irpinia.
Il Borgo di Castelvetere _ servizio televisivo di Canale 58
‘Itinerando’, la trasmissione televisiva di Gianni Raviele su Canale 58, fa tappa nel Borgo di Castelvetere sul Calore, recuperato anni fa ed oggi valorizzato come albergo diffuso. Con interviste ad Angelo Verderosa ed Agostino Della Gatta. Sintesi 4′.
RIAPRE IL BORGO DI CASTELVETERE
RIAPRE IL BORGO / Inaugurazione dell’ Albergo Diffuso “Borgo di Castelvetere” – 13 luglio 2013 ore 17,30
https://www.facebook.com/events/499994046737379 _ http://www.irpiniaturismo.it/eventi/evento.php?id_evento=2751
ore 17,30 – taglio del nastro / ore 18,00 – convegno inaugurale e di presentazione / ore 19,30 – apertura al pubblico, visite guidate e rinfresco
Domenica 14 il Borgo resterà aperto al pubblico dalle 10,00 alle 22,00 per visite guidate.
Il “Borgo di Castelvetere” dispone di 15 alloggi che, nelle diverse soluzioni, potranno ospitare da 2 ad 8 persone in camere singole e/o doppie; un ristorante caratteristico dove poter scoprire le ricette della tradizione irpina con la degustazione di eccellenti vini autoctoni; un ufficio di ricevimento e intrattenimento; una sala convegni e vari spazi espositivi adattabili alle diverse esigenze.
info gestori : Gerardo Stabile – 348.9042710 / Agostino Della Gatta – 320.9764595
Borgo di Castelvetere / Albergo diffuso / Via Castello, 1 / 83040 Castelvetere sul Calore (AV) / Tel. +39 0827.65030 – Fax +39 0827.601455
Skype: borgodicastelvetere Mobile +39 320 9764595 / www.borgodicastelvetere.it – info@borgodicastelvetere.it / https://www.facebook.com/BorgoDiCastelvetere
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INFO e documentazione sul progetto di recupero : clicca QUI
IRPINIA e Sistema Turistico Locale
dal 22 al 24 marzo 2013 CONVEGNI – MOSTRE – INCONTRI _ a cura di Irpinia Turismo


Il borgo di Castelvetere su Rai 1
Il borgo medioevale di Castelvetere sul Calore (Irpinia) su RAI 1 nella puntata di “Easy Driver” di sabato 17 novembre 2012
CLICCA QUI per accedere al video sul sito della RAI
Castelvetere : dal minuto 00:07:45 a 00:09:20
Il Borgo : 50 posti letto, sala convegni, cantine, osteria, sale espositive, botteghe (restauri ultimati nel 2007) riaprirà nella Primavera 2013.
Testi e immagini di approfondimento sul borgo : CLICCA QUI