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chi siamo? a chi apparteniamo? cosa andiamo cercando?

Calitri, Fine Living
Dalla TV americana ‘FINE LIVING’, il programma “VADO A VIVERE IN ITALIA”, trasmesso il 4.1.2016. Una signora americana compra casa a Calitri (Alta Irpinia); scene girate a Cairano e a Conza della Campania.
Importanti le motivazioni della scelta. Uno spot ben fatto per promuovere il recupero dei nostri piccoli paesi presso americani e inglesi.
2013 year in blogging
Your 2013 year in blogging
Your Annual Report from WordPress.com
Your 2013 in blogging
Our stats helper monkeys have been busy putting together a personalized report detailing how your blog did in 2013!
La premessa è questa…
Cari amici del blog Piccoli Paesi, è con enorme piacere che mi appresto ad unirmi a voi in questo percorso rivoluzionario eppure necessario, oltre che decisamente sostenibile, con il vivificatore carburante delle idee o dovrei dire degli ideali che ognuno di voi (noi) è consapevole di avere.
Posterò, di seguito a questa premessa, il mio primo intervento nella convinzione che ognuno di noi appartiene ed apparterrà a questa terra per sempre, nonostante tutto.
L’Irpinia si ama e si odia profondamente ma, come dico sempre, questo rapporto di antitetiche sensazioni ci da modo di restare ancorati alle radici dei nostri natali, a questa terra che viene, oggigiorno, fin troppo vituperata e maltrattata.
Siamo e saremo le pietre che lastricano e lastricheranno le strade dei nostri piccoli paesi, scenografia della vita di ognuno, tracciando un sentiero che, sebbene a tratti tortuoso ed in salita, di sicuro non finirà mai.
videoclip da 7x
in video-streaming da Cairano 7x oggi venerdì 29 luglio 0re 17 videoclip di introduzione al convegno ‘quale futuro per i piccoli paesi’
UN DESTINO ANTICO E BELLO CI CHIAMA
di ROSSANA CETTA _ Mi ritrovo con piacere in questa comunità/blog “piccolipaesi” che un po’ di tempo fa si definiva provvisoria e che ora pare invece definita intorno ad un grandioso progetto comune: limitare il fenomeno dell’abbandono e della perdita dell’ identità culturale delle nostre comunità. È un progetto grandioso perché solletica l’orgoglio del luogo nelle anime sensibili e riaccende la speranza di favorire, finalmente, la progettazione comune tra amministratori locali, soggetti economici, associazioni di liberi cittadini in una prospettiva di politica partecipata.
Se ho ben capito, al capezzale dei piccoli paesi moribondi non rimaniamo che noi, i nostalgici del buon tempo antico, quelli che quando il gran sonno avvolse l’Italia del Sud e l’uomo del volgo ignorò ogni cosa affidandosi al politico più maneggione e l’intelligente distorse la storia gettando nel sepolcreto finanche la coscienza di sé (di qui la vergogna e il disprezzo per la propria terra), hanno continuato a sognare, malgrado tutto, anche quando tutt’intorno si faceva impunemente scempio della cultura locale.
PICCOLI PAESI, presentazione del convegno
5.000 piccoli paesi in Italia, al di sotto dei 5.000 abitanti, stanno rapidamente scomparendo; circa la metà sono ubicati lungo la dorsale appenninica. Lo spopolamento è dovuto a ragioni varie e antiche, all’attrazione esercitata dalle grandi città dislocate lungo le coste italiane, alla difficoltà di lavorazione dei terreni agricoli collinari e montani, alla mancanza di adeguate viabilità e infrastrutture. Soprattutto si è registrato negli ultimi 30 anni la totale mancanza di un’adeguata attenzione da parte della politica governativa italiana. La legge per i piccoli comuni è ancora ferma nell’agenda parlamentare.
Ne constatiamo gli effetti anche nella nostra provincia dove ben 100 comuni su 119 sono al disotto dei 5.000 abitanti. Di fronte alla crisi economica generale vengono chiusi gli ospedali, soppresse le scuole, tagliate le ferrovie e i trasporti pubblici.
_di Mario Santoro
_ di MARIO SANTORO * PICCOLI PAESI, bella iniziativa, mi complimento e intervengo con piacere.Vivo a Roma, pur essendo un Irpino puro sangue, almeno un frequentatore di un altro blog mi conosce, seppure nella sola veste scritta, che ritengo sia una forma riduttiva di dialogo. E’ neutra, e qui mi riferisco alla sonorità espressiva del dialogo, all’enfasi, al trasporto delle parole, e devo aggiungere anche alla scarsa comprensione dell’ironia e del gioco che si può costruire con gli sguardi, la mimica e l’espressione forbita, non tanto per parole altisonanti, quanto per la loro specificità, in un determinato contesto. Mi è accaduto, in altri ambiti, di essere frainteso, sia al primo impatto che dopo un chiarimento. Ho preferito abbandonare.