Posts Tagged ‘Vito De Nicola’
ROSANTICO
Un nuovo racconto dello scrittore architetto irpino VITO DE NICOLA (accompagnato da un suo acquerello) scritto per il catalogo della mostra Rosantico in corso al Museo Archeologico Nazionale di Paestum.
Rose selvatiche …*
Uno scricciolo minuto scoprì per caso l’incanto dorato di quel posto silenzioso. Sulle pendici di una piccola altura chiamata la Costa di Paal, ai margini del ruscello detto di Sant’Arcangelo: perastri e una selva di prugnoli e ciliegi; al riparo dal vento e lontano dalla confusione… Le ali e i fianchi d’un castano barrato, la coda a punta sempre ben alzata a mostrare l’addome chiaro, con dei piccoli tratti neri, adora muoversi agile, a scatti veloci… Ha costruito il suo nido sferico con vera maestria tra i rami ispidi del cespuglio di rose selvatiche: una piccola apertura, un groviglio di steli d’erba secchi, di rametti e di muschio ingiallito… Conosce le vicende di Limmershin, del racconto di Kipling… lo scricciolo d’inverno sbattuto dal vento sul piroscafo in rotta per il Giappone, che narra la triste storia della foca bianca nel mare di Bering e si sente, perciò, anche lei grande narratrice. E, una sera di maggio, nel caldo guscio del suo rifugio, mentre fuori è un orrido scompiglio, attacca a parlare ai suoi piccoli impauriti e spavaldi: non vogliono dormire, adorano l’avventura, la testa immersa sotto le tiepide piume delle ali di mamma…
Una grande mostra nel carcere borbonico, la prima volta
di Vito De Nicola / Una grande mostra nel carcere borbonico, la prima volta...*
Pessime consuetudini portano, spesso, a pensare le tante terre di mezzo dell’Italia appenninica, come vasti e sconosciuti territori da oltrepassare per un altrove più promettente e felice, deserti da attraversare in fretta per arrivare da una costa marina all’altra, dal Tirreno all’Adriatico o allo Ionio e viceversa. Così succede che un forte senso di oblio, una superficiale noncuranza inducano ad ignorare meravigliose valli animate da paesaggi agrari storici di rara bellezza, seppure inselvatichiti dall’abbandono o dall’incuria, antichi percorsi, suggestivi borghi, castelli e villaggi, casali e abbazie e monasteri, pievi, che nascondono al loro interno ignoti capolavori, freschi frammenti d’arte, piccole opere d’artigianato artistico, sovente dal fascino struggente. Una cultura materiale densa di oggetti di manualità creativa, di brani di pura genialità attinenti a varie epoche storiche, obliterata dal grigio cemento della caotica agglomerazione suburbana, che ibrida, consumandoli, territori sempre più vasti e li espone anche all’aggressione continua, crescente, di improvvise catastrofi naturali e delle furibonde emergenze che ne conseguono. Isolate, nel chiuso di qualche loro prigione oscura o dorata, spesso nascoste alla vista o osservate in condizioni poco idonee, troppo da lontano, eccessivamente da vicino, in spazi angusti, absidi oscure di chiese, ancone di altari ridondanti di decorazioni, ambienti riservati di conventi o palazzi, non sempre queste opere riescono a manifestare appieno tutta la loro potenzialità espressiva e narrativa, pur Leggi il seguito di questo post »
… una notte di primavera
Ancora un racconto breve con i colori della Valle bleu sulla rivista web ‘art a part of cult(ure)’…
Ecco il link:
http://www.artapartofculture.net/2012/01/08/de-nicola-vito-una-notte-di-primavera/
LA VALLE BLEU…
La valle bleu… di Vito De Nicola
“C’è stato sicuramente un tempo in cui la valle dell’Ophanto è stata completamente blu. Le rocce, gli alberi, la terra con i sassi e gli animali che ci vivevano. Non c’erano ancora i paesi sulle colline, né le strade, la ferrovia, le aree industriali e i pali dell’Enel e del telefono o il grande serpentone dell’acquedotto pugliese con le sue gallerie sotterranee di acqua limpida e fredda che corre silenziosa fino alle terre arse del Salento. Non c’era neanche Santa Maria in Elce e Pietrapalomba, e le argille dei valloni erano azzurro cupo. Era il blu del mare profondo che sommerge le ostriche e i pesci, le sabbie, le alghe e le foreste di coralli.