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Incontro a Barletta

di Annibale Discepolo

lunedì 22 aprile 2024

Proficuo incontro a Barletta con i vertici del Patto Territoriale Nord Barese-Ofantino che presto aggiungerà un nuovo tassello al mosaico del progetto Cammino di Guglielmo. Presenti, presso la sede dell’ente, Michele Patruno, presidente dell’Agenzia per l’Occupazione e lo Sviluppo dell’Area Nord Barese/Ofantina, nonchè sindaco di Spinazzola, con il direttore Marco Barone e Marcella Sasso. Al tavolo, anche, Vincenzo Misuriello, consulente Patto Territoriale NBO e, per la Provincia BAT/Parco dell’Ofanto, l’architetto Daniela Lenoci; per il progetto Cammino di Guglielmo, hanno partecipato Angelo Verderosa, coordinatore del gruppo di lavoro, il rettore del Goleto, don Salvatore Sciannamea ed il giornalista Annibale Discepolo.

L’architetto Verderosa ha illustrato il progetto, presentando il video che lo racconta attraverso la grafica ed il viaggio di 300 km da Montevergine a Barletta, un percorso dell’anima che attraversa tre regioni: Campania, Basilicata e Puglia . <L’obiettivo è far dialogare realtà diverse, con la complicità del fiume Ofanto che nasce nei pressi del Goleto ed arriva a Barletta. Un lavoro di volontariato, amicizia e di devozione verso il santo che nel XII secolo costruì  le abbazie di Montevergine e del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi; un progetto che vede capofila il Comune di Chiusano, di cui è sindaco Carmine De Angelis, con Ospedaletto d’Alpinolo, retto da Luigi Marciano, e che riscopre e pone l’attenzione sul giovane pellegrino che quattordicenne s’incamminò  prima a Santiago de Compostela e poi a Roma, e sull’Appia decise di raggiungere  Gerusalemme ma che per una serie di vicissitudini e segni divini, ritornò sui suoi passi, fermandosi Basilicata e poi in Irpinia. Perchè  Cammino di Gugliemo e non di san Guglielmo? Perché Guglielmo camminò a lungo da giovane, animato da una grande curiosità e sete di conoscenza, esplorando i sentieri dello spirito, spingendosi in tutta Europa,  divenendo santo dopo la morte avvenuta il 24 giugno del 1142 proprio al Goleto ove fu sepolto fino al 1807. L’ abbazia poi abbandonata, fu riabitata solo nel 1973 con l’aiuto di un monaco verginiano che scelse di fare l’eremita e che diseppelì il passato di rovine,  cominciando a guardare al futuro>. Verderosa ha poi ricordato le tappe e le distanze del percorso:  120 km. in Irpinia, 90 in Basilicata e la restante parte in Puglia. Importante il passaggio montano; tappe che variano intorno ai 20-22 chilometri, mentre le più faticose sfiorano i 29, come quella che da Venosa porta a Minervino. Il Cammino di Guglielmo ha un’anima fortemente spirituale per la scoperta dei luoghi che danno l’opportunità di guardarsi anche intorno e vivere, respirare le bellezze della natura attraverso una visibilità paesaggistica unica, passando dai crinali appenninici ai fondovalle ofantini, incrociando la via Appia, la Francigena ed intersecando in più punti le linee ferroviarie dell’Avellino-Rocchetta e della Rocchetta-Gioia del Colle che -quando riaperte- daranno la possibilità di raggiungere col treno alcune significative tappe intermedie del tracciato>.

In proposito, si segnala che è in corso di valutazione di fattibilità un progetto di Acamir-Regione Campania in sinergia con la Fondazione FS per il recupero della stazioni dell’Avellino-Rocchetta così come a breve si punterà al recupero della stazione di Venosa mentre quelle di Minervino, Canosa, Canne e Barletta sono già perfettamente funzionali. Da quest’ultima, dal luogo di fine cammino, si potrà riprendere il treno per arrivare alla stazione di  Benevento e quindi ad Avellino; oppure con Marino Bus si può già oggi raggiungere Mercogliano (partenza del cammino, dove si potrà lasciare la propria auto, ad esempio) direttamente da Barletta (in circa 2 ore).

<Un progetto che va avanti da 12 anni – supportato dal Touring Club Italiano, dal Club Alpino Italiano, da Irpinia 7x, Info Irpinia e tante altre associazioni dei territori delle tre regioni,  ha ricordato Verderosa  – e che ad oggi vede l’adesione di oltre 30 tra comuni, 14 enti religiosi, i parchi regionali montani dei Picentini e del Partenio, confidando a breve nell’adesione di quello del Vulture e del Fiume Ofanto>.  

I prossimi programmi

Il 23-24 e 25 maggio ci sarà un gruppo di bikers per il collaudo del tracciato che dopo la benedizione dell’abate Riccardo Luca Guariglia, partirà giovedì 22 da Montevergine su bici elettriche per arrivare sabato 25 pomeriggio a Barletta; programma aperto anche a coloro che per ragioni di età vorranno percorrerlo con una navetta bus cenando e pernottando la prima sera in Irpinia, la seconda a Melfi e la terza a Barletta.

Domenica 2 giugno ci sarà la giornata annuale dedicata ad una delle tappe più affascinanti del cammino di Guglielmo: si parte a piedi alle ore 9 dalla grotta dell’Apparizione, situata sulle sponde del Lago Laceno e si arriva nel pomeriggio all’abbazia del Goleto con una sosta intermedia nella bella area attrezzata della badia di Fontigliano. L’invito è rivolto a tutti; la partecipazione è gratuita e non richiede prenotazione.

Sabato 22 giugno ci sarà invece una giornata di studio (Formun nazionale) dedicata ai cammini religiosi, in Irpinia a Chiusano di S. Domenico. E’ determinante il ruolo  degli enti territoriali, degli enti parco e patti territoriali; al forum parteciperanno rappresentati del Governo e delle 3 Regioni che faranno il punto sull’importanza dei cammini religiosi, in concomitanza alla celebrazione del Giubileo 2025.

Tornando alla struttura del progetto, l’intero tracciato è stato studiato a lungo, anche a piedi ed è la sintesi di una serie di valutazioni incrociate pensando in termini di bellezza paesaggistica, di resistenza fisica e di sequenze logiche da un punto di vista geografico; la linea guida, dopo aver superato i monti del Partenio e dei Picentini, a partire dal Goleto è prevalentemente l’Ofanto. Ogni camminatore / viandante / pellegrino potrà dotarsi di una credenziale identificativa: un timbro apposto su una sorta di passaporto che consentirà di testimoniare il percorso compiuto; esibendo, inoltre, la credenziale si potrà godere di sconti per il pernottamento e per la ristorazione, grazie alla collaborazione di operatori del settore turistico che hanno aderito al progetto. A breve, sia sul sito web (www.camminodiguglielmo.it) che sulla guida / pubblicazione a stampa, sarà possibile scaricare il percorso del tracciato in formato Gpx che permetterà anche singolarmente di poter percorrere il cammino senza riferimenti di segnaletica e quant’altro.

Gli interventi del Patto Territoriale e del Parco dell’Ofanto

Per Michele Patruno, presidente Agenzia per l’Occupazione e lo Sviluppo dell’Area Nord Barese/Ofantina, <l’ impressione è positiva; un progetto interessante cui va il mio apprezzamento ; sono favorevole all’adesione che ovviamente dovremo sottoporre alla valutazione del Cda ed all’assemblea dei soci per avere  semaforo verde. Il nostro Patto Territoriale, risale al 1998 ed è  un consorzio tra comuni che si occupa anche dello sviluppo e promozione turistico del territorio e che condivide in parte col progetto ‘Puglia Imperiale’; il Patto è uno strumento promosso dall’UE per creare progetti di sviluppo locale e nuova occupazione; la progettualità del Cammino, dunque, potrebbe naturalmente inserirsi nell’ambito della varie iniziative che il patto territoriale sostiene, non ultimo la salvaguardia e valorizzazione del fiume Ofanto, visto che il progetto stesso scorre lungo questa arcaica e preziosa via dell’acqua>.  

Per Marco Barone, direttore tecnico dell’Agenzia di Sviluppo : <Il Cammino si inquadra perfettamente nelle iniziative che stiamo portando avanti nel segno della mobilità dolce, riconosciuta tra l’altro dalla piattaforma MAST e dal programma INTERREG di cui siamo partner. Tra l’altro, il percorso disegnato dal Cammino si incrocia con la pista ciclabile che dalla diga del Locone arriva a Canosa e quindi a Barletta, tappa finale del progetto, cosa che rafforza contemporaneamente i due tracciati>.

A don Salvatore Sciannamea, rettore del Goleto, è toccato spiegare il senso del cammino , <le spiritualità presenti lungo il tracciato: benedettina, francescana, domenicana e redentorista>, sottolineando inoltre <la valenza angeologica per la figura di san Michele in Irpinia (Sant’Angelo dei Lombardi), Basilicata a Monticchio (Badia di san Michele) e a Minervino Murge (grotta di san Michele. Il cammino, inoltre, intercetta una dimensione mariologica nelle tre regioni: Madonna di Montevergine (Irpinia, Campania) , Santa Maria di Pierno (Basilicata) e Madonna del Sabato (Puglia, Minervino Murge). Spiritualmente il Cammino di Guglielmo è pensato come una grande discesa dai monti al mare, come una meditazione esistenziale dal cielo alla terra, seguendo la via dell’acqua; un progetto con una impalcatura unica, in grado di offrire a chi lo sceglierà  anche eventuali alternative “fuori” dallo stesso cammino, per le innumerevoli possibilità e occasioni di visitare monumenti e luoghi consigliati nell’ambito del progetto >.

Per Vincenzo Misuriello, consulente Patto Territoriale NBO, si è trattato di un incontro che offre un momento importante, nato da una serie di progettualità sui territori, non solo il nostro ma anche i limitrofi, che si stanno felicemente -dopo decenni- intersecando. Seguo da un anno il Cammino di Guglielmo con interesse. Al momento e nel contempo stiamo lavorando col Patto Territoriale al progetto STEP col Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con l’ente Provincia, in particolare con l’architetto Daniela Lenoci per il processo di certificazione collettivo del marchio fluviale dell’Ofanto. Questo progetto è l’occasione per connetterci e che fa accarezzare l’idea, da tradurre in realtà, di un incontro pubblico che insieme al Patto Territoriale possa raccontare le  tante esperienze in essere sul territorio; un’occasione   di confronto con operatori locali per il nuovo ruolo delle DMO e quindi sarà un momento utile a raccontare, illustrare i progetti nel  corso di una tavola rotonda che possa dare maggiore spinta agli operatori del territori; il Cammino di Guglielmo è già da ora invitato a questo confronto >.

Cammino di Guglielmo, firmato il protocollo d’intesa a Canosa

sabato 9 marzo 2024

LEGGI QUI L’ARTICOLO SU CANOSA WEB

In tarda mattinata odierna, a Canosa di Puglia presso la Basilica Concattedrale di San Sabino è stato firmato il protocollo d’intesa con il Comune di Canosa e la cattedrale San Sabino riguardante la realizzazione de “Il Cammino di Guglielmo”, sulle orme del giovane pellegrino e santo fondatore delle Abbazie di Montevergine e del Goleto. Per la firma del protocollo sono intervenuti tra gli altri: Cristina Saccinto, assessore alla cultura e Saverio Di Nunno, assessore agli eventi per il Comune di Canosa di Puglia; Mons. Felice Bacco per la Cattedrale San Sabino; Elia Marro presidente Pro Loco Canosa; Riccardo Asselta, in rappresentanza dell’Associazione ‘Via Francigena’ Canosa. Mentre, per il gruppo promotore ‘Il Cammino di Guglielmo’ erano presenti: Annibale Discepolo, giornalista del Mattino; Mario Marciano, responsabile della comunicazione; Angelo Verderosa, coordinatore del Cammino; Dario Bavaro, presidente Associazione Irpinia 7x e promotore del Cammino; don Salvatore Sciannamea, rettore dell’Abbazia del Goleto e guida spirituale del Cammino.

“Mettersi in cammino – ha spiegato don Salvatore Sciannamea – significa abbandonare la chiusura che porta alla noia per andare al cambiamento, approdando all’apertura fatta di entusiasmo. Come il santo cerca la terra del cammino, il fuoco che lo illumina, l’acqua che purifica e il respiro della vita spirituale, così il Cammino di Guglielmo apre alla riscoperta della terra nei suoi percorsi, alla bellezza quasi incontaminata della via Ofantina, alla purezza dell’aria ed al fuoco interiore della motivazione che spinge a mettersi in viaggio e, dopo ogni sosta, a riprendere il cammino”.

La cartografia, allegata al protocollo di intesa, prevede ben 15 tappe, per complessivi 300 km. attraversando i territori di 3 regioni (Campania, Basilicata e Puglia). Coinvolge oltre 30 comuni e attraversa 4 parchi: il Parco regionale del Partenio e il Parco regionale dei Monti Picentini, in Irpinia; il Parco del Vulture, in Basilicata, e il Parco naturale regionale del fiume Ofanto, in Puglia. Si snoda lungo i luoghi legati a Guglielmo, in primis, le abbazie fondate in Irpinia: l’Abbazia di Montevergine e l’Abbazia del Goleto. Quindi, i siti religiosi legati alle fondazioni guglielmine: l’Eremo di S. Maria della Valle (detto anche di S. Guglielmo) a Chiusano di San Domenico (AV), la Badia di S. Maria di Pierno presso San Fele (PZ) e il monastero di S. Bartolomeo a Melfi (PZ)E, da lì, seguendo l’Ofanto, fino a Melfi, e poi Minervino Murge, Canosa di Puglia e quindi a Barletta, dove era uno degli imbarchi per la Terra Santa, meta agognata dal giovane pellegrino.

“Un sentito grazie a tutti coloro che si sono adoperati per il raggiungimento di questo traguardo.– Ha concluso Don Salvatore Sciannamea a margine dell’incontro- Adesso, dopo tutti gli adempimenti burocratici, porremo in essere il cammino, affidando tutti i pellegrini alla protezione di San Guglielmo per la riscoperta della bellezza del creato, della spiritualità e di un rinnovamento personale. Buon cammino nel cuore a tutti e ciascuno!” Un itinerario sui passi del santo pellegrino Guglielmo in cui si fondono la dimensione spirituale e quella legata alla scoperta del territorio, capace di abbracciare regioni e paesaggi differenti.

SINTESI di una PROFICUA GIORNATA ad EST

E’ stata una giornata molto positiva per il Cammino. Un primo gruppo mattutino ha verificato alcune parti di tracciato in GPX, anche in funzione del percorso ciclabile; in particolare, si è lavorato sul tracciato parallelo al Locone partendo dalla cantina Bucci in contrada Lamalunga; qui c’è l’incrocio con la Ciclovia dell’Ofanto. Poi alle 12 siamo convenuti nella Concattedrale di Venosa per la firma di adesione al protocollo d’intesa inter-regionale con l’Amm.ne Comunale di Canosa e il Parroco della Concattedrale di San Sabino. Approfittando della pausa per la colazione di lavoro (ospiti della Proloco), abbiamo stipulato una prima convenzione (ristoro) con ‘Nell’Arco del Tempo’ osteria in via Salita dell’Arco Diomede (sconto 15% riservato a camminatori e pellegrini). Speriamo che anche altri operatori applicheranno la stessa percentuale di sconto nelle varie strutture e servizi offerti a pellegrini e camminatori e bikers. Abbiamo concordato le modalità del timbro con la Credenziale della tappa 14 e la tabella da esporre all’arrivo tappa (segue immagine). Nel pomeriggio, a Melfi abbiamo visitato la bella struttura diocesana Hostel Il Tetto (50 posti letto), gestito da giovani in cooperativa, dove con Liberato Canadà abbiamo concordato una convenzione col Cammino.

Al termine della giornata, abbiamo preparato una bozza del programma per la prima partenza di ‘rodaggio del Cammino’ con e-bike; segue.

Info e prenotazioni. 

Gruppo bike: Antonio De Angelis  351.1722406

Gruppo navetta: Mario Marciano  340.3517357

Tracciato definitivo GPX: Claudio Ferraro 392.4787170

www.camminodiguglielmo.it

https://www.facebook.com/reel/7231881453531639

la STORIA sotto il FORMICOSO 1

Written by A_ve

31 Maggio 2013 at 13:53

Dalla valle del Calore all’Ofanto _di Franca Molinaro

l’accellica e la valle del calore _ foto angelo verderosa

Dalla valle del Calore all’Ofanto  _di Franca Molinaro *

Un buon modo per vincere lo stress e dimenticare i problemi quotidiani, o chi li causa, è quello di allontanarsi e smarrirsi nella natura, in luoghi dove la presenza umana è meno marcata. Così in questa giornata di inizio agosto, ho deciso di mettere diversi chilometri di distanza tra gli impegni e la mia serenità. Partenza da casa alle sette, sole poco caldo con leggera foschia, destinazione Valle dell’Ofanto. Nel fuoristrada poche cose, un panino, l’acqua, una tenda militare, un coltello, la fotocamera, un quaderno e una penna, spengo anche il telefono. Scelgo la strada più impervia, la 303 dal Passo di Mirabella fino a Taverne di Guardia poi, il cartello azzurro mi indica il bivio di Andretta. Il Formicoso è una distesa di stoppie che asciugano la rugiada sotto il sole del mattino, campi immensi senza vegetazione arborea, solo graminacee secche. L’aria si fa subito arsa, qualche gazza e qualche cornacchia saltellano tra l’ocra della paglia interrotta dal giallo luminoso dei rotoloni appena imballati. Sulla strada dissestata un trattore col suo enorme carico rientra verso una sperduta fattoria sulla cui aia riposano numerosi attrezzi agricoli.

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Written by A_ve

6 agosto 2012 at 16:04

la Fossakultur di Oliveto-Cairano su Archemail.it

Navigando sulla rete ho trovato il sito ‘archemail.it’; contiene schede e testi di archeologia. Mi interessa la ‘fossakultur’ di Oliveto-Cairano. Piccoli Paesi dovrebbe essere anche un contenitore di notizie e approfondimenti storici sui nostri paesi. La civiltà di Oliveto-Cairano rappresenta la fondazione degli insediamenti dei piccoli paesi del sistema relazionale Sele-Ofanto / Tirreno-Adriatico. Non ho studiato Archeologia ma mi affascina conoscere perché siamo qui, su questi dossi appenninici. L’archeologo Gianni Bailo Modesti *  ha dato, qualche decennio fa, un decisivo contributo alla conoscenza della nostra civiltà arcaica. Chi ha tempo e voglia può aggiungere altro materiale. Raccogliendo le sollecitazioni di Cambria, quelle costruttive, in autunno potremmo tenere un incontro sull’archeologia.  a.v.   

Cenni storici _ Cairano sorge su di un’alta collina situata sulla sponda sinistra del fiume Ofanto, a breve distanza dalla Sella di Conza, che fin dalla preistoria ha rappresentato un importante punto di transito. Essa costituiva il naturale passaggio che metteva in comunicazione la valle dell’Ofanto con quella del fiume Sele e quindi univa il litorale adriatico a quello tirrenico.

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Written by A_ve

12 agosto 2011 at 13:55

Pasolini e le lucciole

Pasolini e le lucciole _ _ _ di ANTONIO GUERRIERO *

Vi siete mai incamminati all’imbrunire lungo le valli del Calore, dell’Ufita, dell’Ofanto o del Sele ? Vi potrà capitare di assistere incantati ad un fenomeno sorprendente,  all’improvviso  migliaia di puntini  luminosi  vi avvolgeranno trasformando magicamente la notte con le loro fiammelle tremolanti. Queste luci vi trasporteranno in un mondo dove l’uomo era in equilibrio con la natura  e ne percepiva il respiro e la potenza.

Pasolini utilizzò in alcuni articoli l’immagine dell’improvvisa scomparsa delle lucciole come simbolo della omologazione culturale della modernità e della perdita di questo incanto per l’avvento della tecnologia  e di una civiltà che ha distrutto l’ambiente rendendoci più soli ed insicuri.

Quando Pasolini nel 1959, accompagnato da Camillo Marino  e Giacomo D’Onofrio,  vide il Laceno di Bagnoli Irpino vi ritrovò questo mondo incontaminato e pensò di sostituire le lucciole e le lanterne che fino ad allora avevano illuminato il laghetto al centro di questo splendido altopiano con le luci  di un’importante rassegna cinematografica neorealista.

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