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Dalla valle del Calore all’Ofanto _di Franca Molinaro
Dalla valle del Calore all’Ofanto _di Franca Molinaro *
Un buon modo per vincere lo stress e dimenticare i problemi quotidiani, o chi li causa, è quello di allontanarsi e smarrirsi nella natura, in luoghi dove la presenza umana è meno marcata. Così in questa giornata di inizio agosto, ho deciso di mettere diversi chilometri di distanza tra gli impegni e la mia serenità. Partenza da casa alle sette, sole poco caldo con leggera foschia, destinazione Valle dell’Ofanto. Nel fuoristrada poche cose, un panino, l’acqua, una tenda militare, un coltello, la fotocamera, un quaderno e una penna, spengo anche il telefono. Scelgo la strada più impervia, la 303 dal Passo di Mirabella fino a Taverne di Guardia poi, il cartello azzurro mi indica il bivio di Andretta. Il Formicoso è una distesa di stoppie che asciugano la rugiada sotto il sole del mattino, campi immensi senza vegetazione arborea, solo graminacee secche. L’aria si fa subito arsa, qualche gazza e qualche cornacchia saltellano tra l’ocra della paglia interrotta dal giallo luminoso dei rotoloni appena imballati. Sulla strada dissestata un trattore col suo enorme carico rientra verso una sperduta fattoria sulla cui aia riposano numerosi attrezzi agricoli.
A LIONI, AL ROUGE _ invito da Franca Molinaro
Da Franca Molinaro ai lettori di PICCOLI PAESI, il blog della nuova ruralità
“Radici e Cultura incontro tra poesia arte e spettacolo” / Lioni 14 luglio 2012, Rouge, ore 18,30
/ una iniziativa nell’ambito delle attività dell’Università Popolare Irpina / a cura di Erminia Barbieri
BIOARCHITETTURA ed EVENTI _ di FRANCA MOLINARO
BIOARCHITETTURA ed EVENTI _ di FRANCA MOLINARO per il quotidiano OTTOPAGINE domenica 1 luglio 2012
download articolo in PDF (1 Mb) Franca Molinaro x Ottopagine 1 7 2012
Da sempre il concetto di architettura si è identificato con l’idea di spazio interno o esterno studiato per adempiere alle molteplici esigenze dell’uomo, uno spazio che si modifica e si caratterizza secondo i luoghi, i culti, le ere, le civiltà. L’architettura, più delle altre arti, esprime appieno il volto di una comunità, ha una sua utilità immediata, tangibile, disegna gli spazi del vivere umano nella sua totalità assoluta. Seguire il suo sviluppo vale a individuare le esigenze dell’uomo dalla sua comparsa sulla scena storica. Le caverne poi le palafitte, le capanne di fango e le prime costruzioni di pietra sormontate da frasche, rappresentano le prime forme di abitazioni, già si parla, in qualche modo, di architettura. Il grande passo verso la vera architettura è promosso dalla spiritualità dell’uomo, infine, la diversificazione delle classi sociali stabilisce i canoni degli edifici e degli spazi. L’architettura segue il percorso dell’uomo e ne condivide il pensiero, dall’armonia perfetta adottata da Fidia, in cui lo spazio vive e respira, compenetrandosi tra interno ed esterno, interagendo, diventando aria e cielo, verso l’oscurantismo romanico dove l’uomo è soffocato dall’idea della morte e dell’aldilà. Ancora lo spirito si eleva in cerca di Dio ed innalza guglie aguzze poi si appiana e prende profili antropocentrici col Rinascimento. Corsi e ricorsi portano l’uomo alle soglie del ‘9oo con le conquiste tecniche più impensate, trionfa il ferro e il cemento che detta nuove regole e nuove sfide. Si assottigliano le mura, scompare la capriata, la pietra, resiste ancora il cotto. L’architettura degli ultimi anni ha visto l’impiego di materiali sempre più alternativi, a volte nocivi alla salute, a volte incompatibili con l’ecosistema. Troneggia il ferro nonostante la sua ottima termo conduzione, le vernici tossiche, i riscaldamenti con eccessiva immissione di ossido di carbonio.
Bonito, estate al Museo
Partiranno il 20 giugno gli appuntamenti estivi al Museo delle Cose Perdute di Gaetano De Vito a Bonito, la manifestazione ideata e curata da Franca Molinaro è resa possibile dalla disponibilità dell’Amministrazione Comunale di Bonito, nella persona del sindaco Antonio Zullo e dell’Assessore alla Cultura David Ardito, dal Giovane De Vito fondatore del museo, dall’Editore Donatella De Bartolomeis giovane esordiente editrice che ha sfidato il sistema editoriale del Sud per dare maggiori possibilità agli autori validi. Gerardo Lardieri di Teora è uno studioso della musica antica, competente con diversi strumenti musicali, accompagna il suono con una voce melodica paragonabile ai classici della canzone napoletana. LaMolinaro, Direttrice della Collana “Radici” per le edizioni “Il Papavero”, cura le attività legate al dialetto, la tradizione, il territorio. In quest’ottica si inserisce il premio di poesia esclusivamente dialettale creato in collaborazione col comune di Castel Baronia, che si terrà il 12 agosto nel detto paese. Appuntamenti, dunque, da non perdere per visitare il museo e fare cultura in modo piacevole e intelligente.
Comune di Bonito
I incontro“Estate al museo”
a cura di Franca Molinaro
Franca intervista Franco
Intervista a Franco Arminio _ di Franca Molinaro
Il 4 dicembre fui invitata dal direttore dell’Università Popolare Irpina, dott. Michele Ciasullo, a presentare l’ultimo libro del “paesologo” Franco Arminio. Mi misi in cerca del libro e cominciai a chiamare le librerie per sapere dove si poteva comprare, ad un numero al quale chiamai fui aggredita dall’altro capo del telefono da una persona estremamente arrabbiata che mi disse queste precise parole: “Non ce l’ho il libro e non voglio averlo”. Accidenti, pensai tra me e che ha scritto mo’ ‘sto poverino per meritare questo. La cosa mi incuriosì e mi feci mandare alcune recensioni ma non le lessi, non volevo farmi influenzare da altri giudizi così mi feci prestare il libro da qualcuno che lo aveva già letto. Il testo è una bella raccolta di racconti pubblicati dalla Mondadori, è intitolato “Terracarne” come a confondere il suolo natio con lo scrittore stesso. Avevo letto qualcosa di lui e non mi aveva ispirato molto, lui corre da un paese all’altro raccogliendo poche impressioni, concentrandosi a volte su sé stesso a volte su particolari che lo colpiscono mentre io mi fermo a lungo in un luogo, incontro le persone, studio la vegetazione, godo il paesaggio. Dopotutto sono attività differenti, io mi occupo di ricerca e di questa approfitto per un cammino mio interiore, lui è uno spirito libero e solitario.
Tessitura a Bisaccia
Bisaccia: capitale irpina della tessitura _ di Franca Molinaro
L’Irpinia, da sempre, è stata popolata da armenti stanziali o transumanti. Piccoli greggi pascolavano sui poderi domestici mentre fiumi di pecore percorrevano i tratturi secondari che confluivano nel Regio Tratturo Pescasseroli-Candela. Di questa numerosissima popolazione si apprezzavano le carni, i formaggi, la lana. Era proprio quest’ultima motivo di orgoglio e di traffico. Le pecore, tosate in primavera, trascorrevano un’estate più fresca e preparavano un vello più folto e caldo per l’inverno a venire. Intanto la lana era lavata prima della tosatura facendo tuffare gli animali nei fiumi, dopo era lavata di nuovo, asciugata e pettinata. Quest’ultima operazione era eseguita meccanicamente con apposito attrezzo, oppure manualmente nel caso di piccole quantità. Si trattava di un lavoro meticoloso: ogni fiocchetto di lana andava allargato e ripulito di ogni impurità. In virtù di questo lavoro laborioso nacque il proverbio: chi non tene che fa’ mett’i cani a pettenà.
corridoi fluviali
Tra i corridoi fluviali irpini con gli Amici della Terra Irpinia _ di Franca Molinaro
La rete fluviale, da millenni, costituisce le primarie direttrici di traffico, sia essa costituita da grandi fiumi o semplicemente da fiumane ed affluenti. La nostra Irpinia poi, così insolitamente strutturata dal punto di vista geologico, tanto da impressionare e disorientare visitatori occasionali, è condizionata dalle numerose vallate che trasversalmente l’attraversano, tali vallate sono solcate dai fiumi che danno loro il nome e da strade che collegano i due versanti dell’appennino. È risaputo che le prime vie di comunicazione furono tracciate dagli animali selvatici che si spostavano in cerca di cibo, acqua e condizioni climatiche migliori, tracciati calcati poi dagli antenati preistorici anch’essi in seguita alla cacciagione. Le acque, da sempre fonte di ricchezza per l’approvvigionamento delle provviste alimentari, si prestavano ad essere navigate con chiatte o rustiche imbarcazioni dando la possibilità di un più veloce spostamento. Nel caso dei nostri fiumi possiamo parlare soprattutto di Leggi il seguito di questo post »
Antropologia in Irpinia: L¹arco di rovo
di Franca Molinaro
Dopo il successo del convegno “Tributo a Fedele Giorgio” con il Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, per la presentazione del libro di Donato Cassese, un nuovo appuntamento a Sant’Andrea di Conza e, restano per qualche modo in tema con l’intellettuale sant’andreano, stavolta sarà protagonista l’antropologia. Ad organizzare la giornata di studio è il Centro Studi Tradizioni Popolari “Alfonso M. di Nola”, in data primo ottobre alle ore 9.00 presso i locali dell’ex-fornace. Il tema è “L’arco di rovo. Poetiche e simboli del corpo nelle terapie magico-sacrali dell’infanzia”.