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Un simpatico turista in visita ferroviaria all’Abbazia del Goleto
23 agosto 2023
Un simpatico turista in bermuda e paglietta ha chiesto di visitare nel pomeriggio di ieri l’area archeologica in corso di scavo a monte dell’Abbazia del Goleto. E’ stato pertanto accompagnato alla scoperta della parte di epoca romana dal rettore dell’abbazia e dal direttore dei lavori, considerato che l’area è tutto un cantiere (1). La visita è proseguita nella nuova Foresteria attrezzata di recente con 20 posti letto e dedicata -prevalentemente- a chi percorrerà il ‘Cammino di Guglielmo’ da Montevergine a Barletta, in circa 10 tappe per complessivi 250 km. (2).
Il simpatico turista si è rivelato essere un dirigente apicale di Fondazione FS, l’ente che presiede al recupero delle tratte ferroviarie storiche in prevalenza lungo la dorsale appenninica italiana; guarda caso, profondo conoscitore della nostra Avellino-Rocchetta, in quanto non solo campano ma di stanza a Montemarano per una breve vacanza estiva in famiglia…
E’ bastato infine qualche w-app e una foto sui social e il tam-tam in meno di mezzora ha fatto convenire al Goleto un po’ di curiosi oltre ad alcuni amministratori e imprenditori locali.
Quale migliore occasione allora per fare due chiacchiere su treni e stazioni all’interno della nuova sala convegni recuperata a servizio dell’Abbazia ?
L’ing. Sabato Gargiulo, ovviamente preso alla sprovvista, non ha potuto certo relazionare come rappresentante della Fondazione guidata da Luigi Cantamessa (3) ma, sicuramente stimolato dalla introduzione fatta dal rettore del Goleto e dalle domande dei presenti, ha rivelato infine un po’ come stanno le cose e quale destino si potrebbe configurare per la nostra storica Ferrovia.
In ordine sparso: Ferrovie sta investendo circa 20 mln. di euro non per la stazioni -come qualcuno erroneamente ha scritto- ma per mettere in sicurezza alcuni tratti della linea (binari e opere d’arte) e per restaurare -in primis- il Ponte Principe di Lapio; restauro che significa soprattutto consolidamento strutturale di un ponte che è oggi unico al mondo per il suo sistema costruttivo. La lunghezza complessiva è circa 300 metri, articolata in 3 campate di 98 metri ciascuna. I componenti reticolari metallici non sono bullonati ma chiodati. <<Oggi, non esiste più un’azienda o un artigiano al mondo capace di costruire qualcosa di simile>>, ha commentato l’ing. Gargiulo e ha aggiunto: <<Il Ponte di Lapio potrebbe entrare a pieno titolo nel patrimonio Unesco>>. (4).
Il restauro strutturale -che ha progettato lo stesso Gargiulo- è partito dalle pile in muratura di pietra squadrata e interesserà a breve la struttura in ferro. Il ponte, come è noto agli appassionati di storia delle ferrovie e di strutture metalliche, è in acciaio e congiunge le sponde del Calore tra i territori di Lapio e Taurasi; fu progettato dall’ingegnere Sangiorgi della Società Mediterranea, concessionaria della linea e realizzato tra il marzo ed il settembre del 1893 dalla Società Industriale Italiana di costruzioni metalliche, che aveva sede a Castellammare di Stabia. Le travi sono alte oltre 10 metri e la ferrovia corre a circa metà altezza. Al termine dei lavori di bonifica sarà possibile organizzare qualcosa per stupire i viaggiatori; il treno fermerà prima del ponte e i viaggiatori potranno scendere e saranno invitati ad attraversare il ponte a piedi, su apposite lastre di cristallo in modo da vedere il fiume scorrere molto più in basso. Sarà un’esperienza unica al mondo, ovviamente dedicata a coloro che non soffrono di vertigini. Il restauro conseguirà quindi una significativa messa in sicurezza che permetterà ai treni di non rallentare a passo d’uomo come invece succede oggi. Altri interventi di bonifica strutturale sono previsti su ponti e viadotti di minore importanza sempre lungo tutta la linea. E’ stato altresì ricordato che la manutenzione lungo l’intera tratta -finanziata dal 2018 dalla Regione Campania- ha permesso finora la sostituzione di buona parte delle traversine ferroviarie e assicura lo sfalcio lungo i binari e nelle area delle stazioni.
E’ stato ricordato ai presenti che proprio a maggio scorso i vertici nazionali di Fondazione FS hanno percorso in lungo e in largo l’Irpinia a bordo di un apposito treno… (5) avvalorando sempre più l’importanza della Avellino-Rocchetta all’interno del progetto “Binari senza tempo” (6).
Alla domanda provocatoria fatta durante la breve riunione da un imprenditore sul ritorno economico dell’operazione è stato risposto che la Ferrovia voluta dal De Sanctis è un bene collettivo, che appartiene alla storia delle nostre comunità e che l’obiettivo di Fondazione FS è proprio quello di preservare e valorizzare le linee minori affinché siano riscoperte dai residenti e dai turisti, sempre più numerosi, soprattutto stranieri. Ricordiamo che nel 2018, dopo circa 7 anni e mezzo dalla sospensione del traffico regolare, avvenuta il 10 dicembre 2010, la linea Avellino – Rocchetta Sant’Antonio è stata riaperta, a fini turistici, da parte della Fondazione FS; un contributo determinante e significativo è stato dato in questo senso dalla Regione Campania attraverso l’agenzia AcAMIR. (7)
La stessa Acamir qualche mese fa, a seguito di una partecipata gara europea, ha affidato lo studio di fattibilità per il recupero delle stazioni lungo la Avellino-Rocchetta ad un raggruppamento di società di progettazione che hanno sede proprio in Irpinia; una volta approvato lo studio -che prevede tra l’altro momenti preventivi di confronto con amministratori, enti, associazioni e imprenditoria locale-, dovranno essere reperite le risorse economiche per recuperare e abbellire effettivamente le stazioni (o parte di esse) e le circostanti vaste aree dismesse. Alcuni partecipanti hanno ricordato le potenzialità insite negli estesi fabbricati della stazione di Conza-Cairano-Andretta (spostata e ricostruita dopo il terremoto del 1980, quindi antisismica) e dell’interesse mostrato in passato dal maestro Vinicio Capossela con i suoi concerti; altri ancora hanno parlato del nascente nodo di scambio Ofantina – stazione bus allo svincolo di Montella, svincolo dove passa anche la linea ferroviaria. Ogni stazione ha la sua valenza, come non parlare di quella di Morra dove è nato il De Sanctis o quelle di Lapio e Taurasi nell’areale del DOCG; è logico puntare ad un recupero diffuso di aree dismesse, giardini, stazioni e fermate.
L’Ing. Gargiulo si è infine soffermato su un fatto molto rilevante e sconosciuto ai più proprio perché molto recente. Il 24 luglio scorso, il Gruppo Ferrovie dello Stato ha presentato “FS Treni Turistici Italiani” (8). La nuova società è nata con la missione di proporre un’offerta di crociere ferroviarie -di grande qualità- su tratte storiche per riscoprire le ricchezze del territorio italiano, soprattutto quello interno e rurale. La nuova società è stata presentata dall’Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris, al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa; a illustrare missione e caratteristiche della nuova mission è stato l’Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani Luigi Cantamessa.
Alla domanda se i treni-crociera passeranno lungo la nostra Ferrovia è stato risposto che la Avellino-Rocchetta è sulla direttrice Roma-Napoli-Benevento-Avellino-Rocchetta-Gioia del Colle-Taranto-Santa Maria di Leuca… Circa 700 km. dalla Capitale d’Italia al mare del Salento attraverso i paesaggi dell’Irpinia, della Basilicata e della Puglia incrociando in più punti la via Appia e la ciclovia dell’Acquedotto Pugliese…
E veniamo ad una suggestione emersa a fine incontro: <<Ma dove si fermeranno i treni-crociera ?>>. Essendo nella bellezza del Goleto, si è ragionato proprio sull’importanza di promuovere unitariamente come territorio uno-due punti focali che rappresentino al meglio la storia, la cultura e la bellezza del territorio irpino lungo la tratta; l’ideale sarebbe attrezzare una stazione raggiungibile a piedi dall’area prescelta. Nel caso del Goleto, le fermate sia di Campo di Nusco che di Sant’Angelo dei Lombardi ben si presterebbero allo scopo; tra l’altro ubicate ungo il Cammino di Guglielmo; certo c’è da sistemare, abbellire e manutenere non solo le stazioni ma le aree circostanti e le stradine di collegamento esistenti… E di questo dovrebbero farsene carico Comuni, associazioni e imprenditori per favorire al meglio l’ambizioso ma ormai esecutivo disegno di Ferrovie… Durante l’incontro sono stati ricordati per il loro legame con la ferrovia irpina i compianti Agostino Della Gatta e Giambattista Assanti.
All’incontro hanno partecipato spontaneamente convenuti: Salvatore Sciannamea, Rosanna Repole, Rino Buonopane, Roberto Dutto, Maria Antonietta Ruggiero, Salvatore Vecchia, Michele Fumagallo, Gianni Fiorentino, Raffaele Capasso, Antonio Garofalo, Giovanni Romano, Mario Sena, Sandro Colagrossi, Antonio Lancellotti, Domenico Capasso, Luigi Di Cecca, Annibale Discepolo, Elisa Forte, Nicola Sampietro, Angelo Verderosa.
Approfondimenti:
1) https://piccolipaesi.com/2023/08/08/pre-aperture-allabbazia-del-goleto/
2) https://piccolipaesi.com/2023/02/14/il-cammino-di-guglielmo-3/
3) https://www.youtube.com/watch?v=3XEy1n2-YGE
4) https://www.comune.lapio.av.it/ponte-principe/
4) https://www.viaggiatoridistratti.it/viadotto-ponte-principe-lapio-taurasi/
6) https://www.fondazionefs.it/content/fondazionefs/it/la-fondazione/binari-senza-tempo.html
6) https://www.cifi.it/UplDocumenti/Verona28102021/4-Mascoli_Valeria.pdf
6) https://www.cifi.it/UplDocumenti/Bologna08062017/02%20Presentazione%20CATTANI.pdf
7) https://blog.tuttotreno.it/28810-riaperta-la-avellino-rocchetta-santantonio/
7) https://www.repubblica.it/viaggi/2018/05/24/foto/italia_ferrovie_lente_turistiche-197238850/1/
7) https://www.ferrovie.it/portale/articoli/7464
7) https://www.nuovairpinia.it/2023/04/18/nuove-stazioni-per-lavellino-rocchetta-damelio-via-ai-bandi/

















































Il Mattino 24 agosto 2023, articolo di Annibale Discepolo.
sul recupero dei borghi antichi in Alta Irpinia
Si parlerà anche dei recenti recuperi dei borghi antichi in Alta Irpinia, modelli di adeguamento sismico ed efficienza energetica.


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Da chi possiamo avere Giustizia ?
Qualora volessimo dare per scontata la utilità dell’accorpamento del Tribunale di Sant’Angelo ad Avellino -SMENTITA DAI DATI SULLA PRODUTTIVITA’ PUBBLICATI SUL SOLE 24ORE DEL 26.OTTOBRE.U.S. – e dovessimo ritenere che in quella città vi sia la sede idonea a ricevere nel suo pieno centro quotidianamente gli ulteriori circa 50 tra dipendenti e magistrati, 300 tra avvocati e praticanti ed oltre 200 tra testimoni, forze dell’ordine, privati che per ragioni di volontaria giurisdizione e certificazioni frequentano il palazzo di giustizia, quale l’impatto sul sistema urbano di Avellino?
Semplicemente disastroso.
Ulteriore carico umano, traffico di veicoli privati per la drastica riduzione di collegamenti pubblici e la assenza della ferrovia, richiederebbero ulteriori spazi per parcheggi, e si finirebbe per letteralmente affogare un centro urbano già incapace di ricevere il traffico odierno, come certificato nel rapporto di Legambiente pubblicato il 30.10.2012. Per Avellino, infatti, si afferma: “”Un vero disastro l’indice relativo all’eco-management. La mobilità è una vera spina nel fianco per la città di Avellino,. Troppe auto in circolazione, 62 per ogni 100 abitanti: 13° posto nella graduatoria nazionale. L’indice che sintetizza il tutto per la mobilità sostenibile, vede Avellino con un secco zero in pagella, ovviamente ultimo posto in classifica.”” Ed i riflessi sull’inquinamento atmosferico della città: “”sono pubblicati sul sito dell’ARPAC, il 2011 si è chiuso con 48 sforamenti di Pm 10, tredici in più del rispetto al limite massimo di legge””.
Ora immaginate cosa saranno questi dati con l’ulteriore aggravio dovuto con l’inglobamento ad Avellino del personale giudiziario e non che frequenta quotidianamente il Tribunale di Sant’Angelo dei L.di.
E la insensatezza della scelta è ancora più grave se si pensa alla attuale sistemazione di quest’ultimo tribunale, che si sarebbe costretti a lasciare ed a chiudere.
Una struttura di 7.700 mq., costruita con criteri antisismici, con stanze destinate agli uffici dalle metrature e caratteristiche pienamente rispettose degli standard imposte dalle norme in materia di sicurezza ed igiene su i luoghi di lavoro; aule di udienze che consentono l’ordinato svolgimento delle attività giudiziali e soprattutto un ampio parco che avvolge di verde il Palazzo di Giustizia, in cui riuniti tutti gli Uffici del Tribunale, Procura, Giudice di pace, Ufficio Notifiche e sede dell’O.d.A., con grande decoro dell’amministrazione della giustizia e soddisfazione di lavorare in un contesto ambientale incontaminato. E’ possibile perdere tutto questo ? Da chi possiamo avere giustizia ?
APPUNTAMENTO a MORRA DE SANCTIS (Av) per il CONVEGNO di sabato 10 novembre 2012.




![locandina 2013[1]](https://piccolipaesi.com/wp-content/uploads/2013/05/locandina-20131.jpg)



