Posts Tagged ‘irpinia’
dall’euro all’irpinia _ di Antonio Panzone
di ANTONIO PANZONE _ Perché non. . . anche noi? (con invito ai lettori a commentare)
L’euro
Non è Prodi che ha proposto l’euro, ma era un progetto approvato in sede europea già da diversi anni (Trattato di Maastricht 09.12.1991 allora al governo c’ era Andreotti). Prodi ha fatto di tutto perché l’Italia non restasse fuori dall’ euro, visto che ufficialmente è entrato in vigore nel 1999 (e meno male che c’ è riuscito, altrimenti ora staremmo peggio dell’ Argentina di un decennio fa). All’ entrata in vigore dell’ euro come moneta circolante, anno 2002, al governo c’ era Berlusconi e Tremonti, i quali avevano l’incarico di rendere operativa la commissione di controllo, prevista dal precedente governo Prodi, sul controllo dell’ eventuale speculazione sul cambio lira/euro. La commissione di fatto non è mai stata convocata. Il primo a speculare sul cambio fu proprio Tremonti che al 2 di gennaio dello stesso anno portò la giocata al lotto da 1000 lire ad un euro (in pratica ha dato il segnale sul vero cambio da fare e tutti i commercianti si sono adeguati).
Una testimonianza
Poco importa chi ci fosse al governo quando sono state portate avanti le trattative con l’Unione Europea. Quelle andavano bene e infatti gli altri paesi europei non hanno avuto svantaggi nel passaggio dalla loro moneta all’euro, come li abbiamo avuti noi.
La colpa è di tutti i governi che si sono succeduti dopo (dx e sx) che non hanno fatto nulla per bloccare il meccanismo che si era diffuso in Italia di far rispettare l’equazione 1000 lire= 1 euro. 1000 lire dovevano essere uguali a 50 centesimi. Insomma i governi non hanno vigilato sui prezzi.
Fino a pochi anni uno stipendio da 1.200.000 lire al mese mi sarebbe sembrato sufficiente per progettare una vita : un mutuo per una casa,dei figli, etc… Se ora penso all’ equivalente di 600 euro mi sento male. Cosa faccio con 600 euro? Posso forse chiedere un mutuo? In banca mi riderebbero in faccia.
Il passaggio dalla lira all’ euro non è stata una scelta sbagliata, l’errore per me è stato la mancanza di…. controllo dei prezzi. . .
Invece un’altra trovata geniale di chi siede in Parlamento è:
giovanni ventre e la passione per l’irpinia
Giovanni Ventre ha una grande passione : la terra d’Irpinia; qualche anno fa ha comprato una masseria ad Aquilonia con bella vista sull’Ofanto e sul Vulture ed ha avviato un allevamento di maiali ed altri animali da cortile. Instancabile animatore, ha organizzato due edizioni del ‘porco letterario’ e due dei ‘giorni della cicoria’ portando ad Aquilonia visitatori da tutta la Campania. In questi giorni presenta ad Avellino, sulle bancarelle del Corso, una selezione dei migliori prodotti enogastronomici della nostra terra; tra prosciutti di Aquilonia e formaggi stagionati di Calitri ci sono anche i biscotti del forno ecologico di Cairano. Ci vorrebbero altre 7 persone con la stessa passione di Giovanni e l’Irpinia migliorerebbe sicuramente.
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Potremmo dire di aver lottato
di Emanuela Sica
Permettetemi di cucire, sul vessillo di quest’Irpinia malconcia, il preambolo della Dichiarazione di Indipendenza Americana del 1776: “Quando, nel corso delle vicende umane, diventa necessario per un Popolo sciogliere i legami politici che lo hanno vincolato ad un altro ed assumere il rango eguale e separato al quale le leggi di Natura e la natura di Dio gli danno diritto tra le potenze della Terra, il rispetto del giudizio del genere umano richiede che esso dichiari le ragioni che lo spingono alla separazione.”
Quali parole, se non queste, meglio identificano lo stato delle cose? Una lunga serie di usurpazioni, sottomissioni, abusi, dileggi, dispotismo, hanno mirato a ridurre l’Irpinia in ginocchio. L’hanno sventrata, scarnificata, dissanguata, riducendo nel nulla le potenzialità esistenti.
Non bastava l’atroce ferita del terremoto, ne eravamo usciti malconci si ma vivi, consapevolmente ancorati ai nostri territori. Eppure, se non c’è mai limite al peggio, ecco che la politica malsana ha continuato nel compito che si era prefissato, ridurla all’estrema agonia, fare scempio di questa terra.
L’Irpinia è la terra dei nostri natali, dei nostri avi. E’ quel paesaggio che ha fatto da cornice alla costruzione della nostra infanzia e di tutta quella vita che ci era stata data da vivere. L’aria che respiriamo è un connubio di ossigeno, vento e dedizione. Dalla sua fecondità naturale, dai villaggi, dalle valli e dalle montagne che la popolano, abbiamo preso il tratto sanguigno che ci appartiene come tratto idiomatico di distinzione. Da quel guizzo di sangue pulsante e vivido vogliamo trarre l’ispirazione, inarcare la schiena, riprenderci la linfa, dare vigore alle nostre radici per avvilupparci e tenerci stretti il presente, proiettati a vivere meglio il futuro.
In questa lenta agonia, in cui ci hanno relegato le classi politiche che si sono susseguite, non vogliamo continuare a vegetare.
Le nostre richieste sono state disattese totalmente, anzi hanno ottenuto come risposta un continuo reiterarsi di offese, sino ad arrivare alla distruzione totale del nostro habitat naturale. Chi vuole costringere una terra ed i suoi figli a morire lentamente non avrà mai più la nostra partecipazione assente. Le continue angherie hanno reso riconoscibile il nemico, questo tiranno che ha non una ma mille facce. Sappiamo bene chi è e lo vogliamo sfidare.
Per questo, oggi diciamo basta alla logica del palazzo e riprendiamo coscienza.
Oggi ci separiamo dalla politica del qualunquismo e del voto di scambio come vincolo di sottomissione ai poteri della casta.
19:34 …io ricordo

– Guardia Lombardi, Lioni, S.Angelo dei Lombardi, Frigento …ognuno con i suoi ricordi –
a cura di Emanuela Sica
Prologo
Prima di ogni cosa, prima ancora delle urla e del terrore, prima delle fughe senza una direzione precisa, prima delle luci che si spengono all’improvviso, prima delle pietre che si sgretolano come pane secco, prima del pianto dei superstiti, prima delle bocche asfissiate dalla polvere, prima delle macerie che opprimono vite sparse, prima dell’inizio della fine, un boato. Sprigionato dal ventre infuocato della terra, lungo, cadenzato e quasi un richiamo di guerra. La natura, un condottiero di infinita grandezza, resuscitato dalla profondità del magma in ebollizione, aveva richiamato la sua potenza distruttiva per la battaglia e lo aveva fatto di soprassalto, senza un cenno di annuncio. Così, di notte, all’improvviso, mentre nei paesi la gente si adagiava sul quotidiano della vita, come lupi appostati dietro le siepi, in attesa di prede passanti, le scosse iniziarono ad annunciare l’aggressione. Colpi diretti, acuti, uno, dieci, cento, mille, assalti. Nei letti, nei bar, nelle piazze, ovunque scatti assoluti di paura e panico. Brevissimi intermezzi di accennata di tregua, quasi fulminei, poi di nuovo la lotta. “Aiuto…..aiutatemi….” ecco le prime voci della sconfitta, non sporadiche ma ovunque l’eco delle grida che si spargono nel cielo carico di panico. Dal boato, da quel lamento agghiacciante della terra che si apre, trascorsero novanta secondi. Un pezzo di tempo assolutamente piccolo eppure incomprensibilmente lungo, quasi un’eternità per chi lo ha vissuto. La terra aveva rigurgitato così tanto movimento e sussulto che le gambe non riuscivano a reggersi, le mani cercavano appigli ovunque, l’incredulità si staccava dagli occhi e si posava nel vuoto della notte. Non ci fu il tempo di pensare cosa stesse accadendo. Nel limbo della incredulità, gli sguardi di molti si fermarono a guardare la morte che li stava divorando. Nessuno sapeva bene, quando sarebbe arrivata la fine di quell’incubo, ma tutti avrebbero ricordato l’inizio. Così quando il silenzio riprese la forma che aveva prima delle scosse, e la notte sembrò una donna vestita di stracci e ricurva a piangere sulla martoriata irpinia, si aprì il varco della sofferenza, dei lamenti, del terrore, dell’incredulità, del panico dei vivi per miracolo e dei sepolti vivi, iniziarono i ricordi.
Ore 19.34 Guardia Lombardi
(Un racconto di Emanuela Sica)
Passando dal salone, Nina, diede un veloce sguardo alla finestra e, con gli occhi diretti verso la chiesetta di S. Vito, Leggi il seguito di questo post »
PRESENTAZIONE PROGETTO FILM “a mio padre piaceva Rivera”
Federico Di Cicilia riparte dal crowdfunding per girare in Irpinia la sua opera seconda in digitale, a budget ridotto.
In fondo chi decreta il successo o l’insuccesso di un film alla fine è il pubblico. Con questa tecnica, d’importazione americana, (chiedere cioè un contributo diretto alla gente per il sostegno della produzione) ci si rivolge direttamente ai fruitori dell’opera cinematografica.
“Fare un film è come intraprendere un viaggio. Prima di tutto devi avere una meta. Sicuramente hai bisogno di qualche soldo. Scegliere una data. Partire.
Il cinema è un viaggio che non si può affrontare da soli. Abbiamo deciso di creare un blog per trovare compagni di viaggio che seguano la nostra avventura. Passo dopo passo. Giorno dopo giorno. Abbiamo già una meta: “A mio padre piaceva Rivera”. Stiamo cercando di recuperare i soldi necessari per partire.
La crisi del cinema italiano che riflette la crisi economica del paese lascia poco spazio agli autori emergenti o non ancora affermati.
E’ nostra intenzione provarci comunque! E forse lanciare un nuovo modo di produrre film in Italia con il CROWDFUNDING. In italiano, sottoscrizione libera.
Obiettivo da raggiungere? 200.000 EURO”
IL FILM
“A mio padre piaceva Rivera”
“A mio padre piaceva Rivera” è una commedia all’italiana.
Peppino è un bambino che diventa adolescente giocando a pallone. Tra un provino e l’altro si ritrova in una grande Leggi il seguito di questo post »
corridoi fluviali
Tra i corridoi fluviali irpini con gli Amici della Terra Irpinia _ di Franca Molinaro
La rete fluviale, da millenni, costituisce le primarie direttrici di traffico, sia essa costituita da grandi fiumi o semplicemente da fiumane ed affluenti. La nostra Irpinia poi, così insolitamente strutturata dal punto di vista geologico, tanto da impressionare e disorientare visitatori occasionali, è condizionata dalle numerose vallate che trasversalmente l’attraversano, tali vallate sono solcate dai fiumi che danno loro il nome e da strade che collegano i due versanti dell’appennino. È risaputo che le prime vie di comunicazione furono tracciate dagli animali selvatici che si spostavano in cerca di cibo, acqua e condizioni climatiche migliori, tracciati calcati poi dagli antenati preistorici anch’essi in seguita alla cacciagione. Le acque, da sempre fonte di ricchezza per l’approvvigionamento delle provviste alimentari, si prestavano ad essere navigate con chiatte o rustiche imbarcazioni dando la possibilità di un più veloce spostamento. Nel caso dei nostri fiumi possiamo parlare soprattutto di Leggi il seguito di questo post »
SALVIAMO IL SANNIO
di DOMENICO CAMBRIA : SALVIAMO IL SANNIO _ _ _ I beneventani, appena vista la possibilità di scappare concretamente da Napoli e di potere costituire il loro vecchio sogno, il Sannio, sono subito partiti in quarta, anzi in…sesta, e sono convenuti ieri, giorno 31, presso il Museo del Sannio a Benevento, per discutere sulla questione. Non è stato un incontro politico ma tra politici e uomini di cultura, per portare avanti concretamente la possibilità di arrivare finalmente ad ottenere il Sannio, la prima regione italica che Roma distrusse in quanto omogenea per uomini e per territorio, e nel contempo di lasciare Napoli e la Campania. Punto nodale è stato proprio quello di non essere più Napoli dipendenti. La questione da tempo sta sviluppando ampi dibattiti, con vari Comitati che prima o poi dovranno per forza di cose convergere in uno, in quanto simili negli intenti, eccezion fatta per quello che prevede la regione dei 2 principati, che, a dire il vero, non sappiamo in virtù di quali interessi agisca, non certamente a favore di quelli legati all’Irpinia. Ma passiamo al dunque.





