Posts Tagged ‘felicità’
CAIRANO 7X _ agosto 2014 : il FESTIVAL della FELICITA’ _ sito web e programma
CAIRANO 7X _ agosto 2014 : il FESTIVAL della FELICITA’
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Recupera / Riabita _ il contributo di Amedeo Trezza
Educazione alla felicità _ di Amedeo Trezza / Casale Il Sughero, Vibonati (Sa)
Non avendo potuto partecipare al bellissimo vostro incontro, spero di dare un mio piccolo contributo parlando apparentemente di “altro”, per mettere a fuoco però proprio i nostri temi. E così parto un po’ da lontano…
Nel suo intervento alla puntata del 25 Aprile 2013 di Servizio Pubblico Roberto Saviano fa una breve analisi di comunicazione politica – rivolta implicitamente alle forze di cambiamento che animano la scena sociale e politica recente in Italia – portando come esempio il percorso referendario cileno che nel 1988 decretò la fine del regime di Pinochet. Commentando alcuni passaggi del film cileno “NO” (di Pablo Larrain) che ripercorre quei momenti difficili del paese sudamericano, Saviano spiega e illustra la strategia di comunicazione politica dei dissidenti del regime autoritario cileno e ci fa capire quanto attuale e necessaria sia stata quella straordinaria esperienza politica e sociale.
Anziché continuare a insistere su argomentazioni e linguaggi ‘per via di negazione’ rispetto al regime da contrastare (denuncia delle violenze, questione dei desaparecidos, ecc.), ovvero seguendo una strategia linguistica e argomentativa del contrasto e dell’opposizione, si decide di adottare un’altra tecnica, propositiva, positiva, assertiva e quindi inevitabilmente spiazzante e per questo infine vincente.
Recupera / Riabita _ intervento di Luigi Pucciano
Luigi Pucciano
Conservatore Beni Architettonici e Ambientali, Promotore territoriale
luigipucciano@yahoo.com
Felicità di ritorno
Quando ho scoperto la comunità provvisoria e il suo attivissimo blog mi sono piacevolmente sorpreso: un luogo virtuale di discussione, scambio, scontro su un tema che stava nascendo rigoglioso e che si stava facendo strada tra le esperienze maturate di “fuoriuscito” volontario. Mi rendevo conto che le radici che avevo messo un po’ a tacere erano più forti e vigorose che mai e che piuttosto avevano bisogno di una selezione e di una migliore messa a dimora.
La comunità era un mondo virtuale, liquido, dove trovavo finalmente il locale che si affrancava dal vernacolare per diventare una dimensione condivisa anche da chi non faceva parte di questo o quel paesino irpino. Era ed è un luogo dove si racconta con franchezza, poesia, bellezza e dove microstorie diventano realtà.
La comunità è maturata in piccoli paesi: piccoli mondi da scoprire ma ancora più significanti se messi insieme in sinergia a formare costellazioni di realtà positive e possibili. Firmamenti brillanti in un paio di giorni d’inizio estate.
Cairano per me è il momento in cui questa comunità fortunatamente e felicemente ancora provvisoria si ritrova e si conosce. Un momento di racconto e di attento ascolto, sempre più raro.
Un appuntamento che è anche pellegrinaggio su un’altura a portare dono e ricevere speranza: che il cambiamento tanto anelato e dibattuto, sta già accadendo grazie alla silenziosa e paziente operosità di visionari che hanno i piedi saldi a terra ma il cuore ben alto e la testa chissà tra le nuvole della rupe.
Cairano è anche il senso di un lavoro necessario: oltre all’obiettivo anche alle nostre latitudini è importante fare insieme, condividere passioni, idee, capacità, responsabilità, disfatte, successi.
Cairano è anche parlare una lingua comune con tonalità simili e accenti diversi. Un appennino disseminato di silenzi e panorami, focolari accoglienti e focolai vivaci senza soluzione di continuità che hanno bisogno di essere vissuti, riconosciuti, raccontati, divulgati.
Relazioni felicitanti: reti irregolari, forti e autentiche, per raccogliere i semi e ripiantarli lontano.
- lp casolare w
- lp finestra w
- lp liutaioscaglione w
- lp orologiopadia w
- lp paleparto w
- lp saponi w
- lp vigna w
… partirei da qui, dalle relazioni felicitanti.
di Enrico Finzi, sociologo
Perché un ricercatore sociale milanese e privo di ascendenze campane, quale io sono, si occupa con passione del rilancio dell’Alta Irpinia?
Perché si occupa di studi sulla felicità e sa che il futuro di queste terre è e sarà legato a tale tema cruciale. Lo sviluppo del Sud e di quest’area in particolare sarà tanto più vigoroso quanto più si valorizzeranno i sette fattori felicitanti presenti anzitutto nell’Alta Irpinia. La natura, verde e bellissima, da rivalorizzare. L’arte, sia come patrimonio storico in gran parte ignoto, sia come mestieri d’arte, quelli della grande tradizione artigiana da non perdere. La cultura, intesa in senso antropologico come insieme di valori ed esperienze di vita, che vengono dal passato e che – reinterpretate innovativamente – fonderanno i decenni a venire. La creatività, in ambiti diversi, antica e avanzatissima, capace di usare le moderne tecnologie senza rinunciare alla sapienza millenaria. L’orgoglio della propria storia, che si traduce in ‘ottimismo malgrado’ (malgrado la crisi economica e sociale, il depauperamento dei servizi, il neo-colonialismo spesso intrecciato con la grande criminalità). L’estroversione della gente, orientata alle relazioni con gli altri a un tempo calde, affettive, accoglienti. L’ospitalità, premessa di ogni accoglienza pure turistica. L’orientamento alla piccola felicità quotidiana, semplice e accessibile, democratica, comunicabile anche via Web. L’ironia e l’autoironia, non sadiche ma benevole, sorridenti, giocose, amicali. Infine la spiritualità, anche ma non solo religiosa, contro la barbarizzazione della vita che altrove, a partire dalle metropoli, si lamenta. L’Alta Irpinia come oasi, seme e laboratorio di micro-felicità sostenibile, low cost, rispettosa della propria e delle altrui culture: un sogno, un progetto, una sfida. Sì, ma come vincere questa sfida? Il marketing territoriale e il buon senso convergono nell’indicare la necessità che ci si concentri su un unico fattore, non dimenticando gli altri ma facendo leva su di esso per ‘trainare’ l’intero convoglio. E, allora, quale fattore privilegiare? Secondo me quello più pregnante è la relazionalità della gente, la sua straordinaria capacità di costruire rapporti interpersonali felici: rapporti familiari ristretti e allargati, amicali, professionali, micro-comunitari, estesi (anzitutto ‘face to face’ e cioè personali e diretti ma anche virtuali, a distanza, con utilizzo dei cosiddetti social networks). La scelta che suggerisco è motivata dall’abbondanza di tale risorsa (gratuita!) nell’Alta Irpinia e dalla contemporanea, drammatica sua assenza quasi ovunque altrove, a partire dalla costa campana. Ecco, partirei da qui, dalle relazioni felicitanti. Con una certezza: qualunque attività su esse fondata non potrà che migliorare il bilancio esistenziale del nostro popolo. E scusate se è poco…
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ENRICO FINZI SARA’ A CAIRANO 7X 2014