Posts Tagged ‘Lucio Garofalo’
35° anniversario
di LUCIO GAROFALO
Quest’anno ricorre il 35° anniversario del terremoto del 1980. All’epoca, io ero un adolescente ingenuo e spensierato. Stavo seguendo in TV un incontro della seria A di calcio in un bar del mio paese, quando si verificò una delle catastrofi che più si sono impresse nella memoria storica e nell’immaginario collettivo delle popolazioni locali. Oggi ci siamo in qualche misura ridotti a rimpiangere e idealizzare il tempo vissuto prima del maledetto 23 novembre 1980. Un giorno orribile che, per una sorta di strano ed automatico meccanismo di rimozione inconscia, si tende quasi a derubricare dal calendario. Ma per le popolazioni che subirono la furiosa e devastante forza tellurica della Natura (non senza una correità politica e morale ascrivibile agli esseri umani), è una data impregnata di ricordi strazianti, di risvolti psicologici ed emotivi che hanno segnato intere esistenze personali. Al terremoto seguì una fase di lunga emergenza e di ricostruzione, attraversata da scelte politiche controverse assunte dalle classi dirigenti locali e nazionali. Una data spartiacque, assai simbolica dal punto di vista antropologico. Nel corso degli anni è intervenuta una brusca e repentina accelerazione storica che ha visto deteriorarsi i rapporti interpersonali, con effetti di abbrutimento spirituale ed evidenti ripercussioni negative sul terreno dei comportamenti, dei gesti e dei sentimenti nella sfera esistenziale quotidiana. Si è innescato un fenomeno di imbarbarimento e Leggi il seguito di questo post »
una domenica di 34 anni fa
Una domenica di 34 anni fa _ di Lucio Garofalo
Esattamente una domenica di 34 anni fa, calma ed insolitamente calda, si consumò una delle tragedie più dolorose impresse nella memoria collettiva locale. Ormai ci siamo ridotti a dover rimpiangere e idealizzare la realtà antecedente al maledetto sisma del 23 novembre 1980.
Una data “indelebile” che, per un meccanismo di rimozione inconscia, si tende a derubricare dal calendario.
Ma per le popolazioni del cratere, che subirono la furia selvaggia e devastante del cataclisma tellurico (fenomeno non esente dal concorso di colpe e responsabilità politiche e morali ascrivibili agli uomini), a cui seguirono scelte politiche controverse e scellerate prese dalle classi dirigenti locali nella fase dell’emergenza e della ricostruzione post-sismica, tale data assume ancor oggi un valore profondo, impregnato di ricordi strazianti, di intensi significati emotivi e psicologici. Una data spartiacque, simbolica sul versante storico ed antropologico.
Nel corso degli ultimi trent’anni è intervenuto un brusco e repentino processo di accelerazione storica che ha visto deteriorarsi i rapporti umani e le dinamiche interpersonali, generando effetti di abbrutimento etico-civile e spirituale.
Con evidenti ripercussioni negative sul terreno delle relazioni, dei comportamenti e sentimenti che rientrano nella sfera esistenziale quotidiana.
Si è messo in moto un fenomeno di regressione ed imbarbarimento civile, una deriva che ha condannato le nostre comunità ad un destino di alienazione ed involuzione sociale di massa.
Tale effetto di radicalizzazione ha investito la vita e il funzionamento della macchina amministrativa locale. Si è innescata una spirale perversa di efferatezza, faziosità, avidità, cinismo e spregiudicatezza che non si erano mai riscontrate nel nostro passato.
Tra faide tribali e rese dei conti tra bande che si contendono selvaggiamente il controllo del territorio (gli affari) e l’occupazione sistematica degli scranni istituzionali, dal branco dei lupi famelici sono emersi gli esemplari più feroci e voraci, che hanno preso il sopravvento grazie ai mezzi più disonesti e spregiudicati.
Tali infamie e brutture alimentano sentimenti di rimpianto e una spinta alla idealizzazione dei “bei tempi”, creando un’immagine idilliaca della vita “prima del terremoto”.
Ma, aggiungo, non furono male pure gli anni immediatamente successivi, che videro uno straordinario moto di solidarietà e di partecipazione popolare ad esperienze di autogestione e protagonismo di massa tra comitati, circoli e coordinamenti vari.
Furono momenti entusiasmanti di risveglio civile e di abbraccio corale, che animarono e diffusero sincere aspettative di rinascita delle comunità locali. Attese puntualmente deluse.
Per tali ed altre ragioni resta l’amaro in bocca per la cocente delusione storica. Persiste una sensazione triste, anzi una convinzione, una coscienza rabbiosa, per quella che è stata irripetibile occasione storica fallita. Svanita nel “miraggio” di uno “sviluppo” mai realizzato. Una mera illusione ingannevole in partenza.
È l’opportunità di un riscatto economico, civile e culturale mancato dalle “zone terremotate”.
Lucio Garofalo sul ‘piano scuola’
Ma chi è Roberto Reggi, firmatario dell’ormai famigerato piano sulla scuola che reca il suo nome e riassume in sé le peggiori ipotesi di controriforma avanzate negli ultimi anni rispetto al mondo della scuola? È un pedagogista, un esperto di didattica, un docente?
Rouge: l’unico punto rosso dell’Alta Irpinia
Rouge: l’unico punto rosso dell’Alta Irpinia (di Lucio Garofalo)
A proposito del “Sessantotto spiegato a” chi, evidentemente, non l’ha capito, malgrado l’abbia vissuto in prima persona, nei giorni scorsi qualcuno ha scomodato persino la memoria storica degli “espropri proletari di Lotta Continua”, che probabilmente rappresentano un argomento un po’ eccessivo e generico. Tuttavia, rimanendo in tema di rievocazioni del passato che, a quanto pare, non insegna molto nemmeno a chi l’ha vissuto direttamente (Gramsci diceva “la storia è maestra, ma non ha scolari”), mi è subito saltato alla mente il periodo delle cosiddette “radio libere”, quando a Lioni era molto attiva un’emittente radiofonica denominata RPL (acronimo di Radio Popolare Lioni), il cui slogan era “Radio Popolare Lioni: l’unico punto rosso dell’Alta Irpinia”.
Ebbene, se non ricordo male (qualcuno provvederà a rettificarmi o smentirmi, se occorre) i locali che all’epoca ospitavano la Radio erano occupati “abusivamente”, come i pagamenti delle varie bollette di luce, acqua ecc. non erano sempre in perfetta regola.
Pasolini e il movimento No TAV
Pasolini e il movimento No TAV (di Lucio Garofalo)
Una bieca circostanza, solo apparentemente marginale, che si inquadra nel profilo della vertenza sorta in Val di Susa e che ha destato in me una reazione di scandalo, al di là della dura repressione scatenata contro il movimento No TAV, si riferisce al tentativo di strumentalizzazione e mistificazione ideologica del pensiero di Pier Paolo Pasolini compiuto da alcuni esponenti prezzolati dell’informazione nazionale. Alludo a quanti hanno provato a distorcere e strumentalizzare in modo indegno e disonesto una posizione assunta da Pasolini molti anni fa, il 16 giugno 1968, quando pubblicò i famosi versi intitolati “Il Pci ai giovani”, sugli scontri di Valle Giulia a Roma. In quella occasione Pasolini si schierò dalla parte dei poliziotti, in quanto di estrazione proletaria, mentre si scagliò apertamente contro la “massa informe” degli studenti, figli di quella borghesia che egli detestava profondamente. Eppure Pasolini non ha mai rinnegato o esecrato i movimenti di contestazione come Lotta Continua o altre formazioni extraparlamentari, con cui ha persino collaborato attraverso esperienze di controinformazione. Si pensi solo alla controinchiesta condotta dal collettivo politico di Lotta Continua guidato da Giovanni Bonfanti e Leggi il seguito di questo post »
L¹emergenza neve e il solito scaricabarile delle responsabilità
di LUCIO GAROFALO _ L’emergenza neve e il solito scaricabarile delle responsabilità
Qualcuno ha suggerito (non a torto) che le dispute verbali, le accuse e le attribuzioni delle responsabilità, ad ogni livello istituzionale, siano opportunamente rinviate al momento giusto, mentre adesso c’è bisogno di organizzarsi e di agire sul piano operativo per risolvere i notevoli disagi creati dall’emergenzamaltempo ancora in corso. Superata la quale, ci si potrà confrontare in modo (se possibile) onesto, serio, civile e costruttivo.
Ebbene, visto che la fase critica dell’emergenza sembra avviarsi verso un progressivo miglioramento, mi permetto di anticipare una riflessione senza alcun intento polemico, né provocatorio, anche per “riscaldare” idealmente il clima gelido di queste giornate.
Allargando subito l’orizzonte del ragionamento, la notizia quantomeno inquietante e tragica riguarda l’Europa dell’Est, dove fino a questo momento si registrano oltre 600 morti causati dall’ondata di gelo proveniente dalle regioni siberiane. Ma tra le vittime per assideramento, addirittura 40 si contano in Italia. E non mi pare un dato irrilevante.

