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FUOCHI FATUI
Mentre la Campania brucia di rabbia tra roghi tossici e coscienze accese da un rigenerato impegno civile, per l’Irpinia si profila all’orizzonte l’oscuro destino della petrolizzazione, in un silenzio fragoroso di indifferenza e disimpegno.
I progetti di ricerca di idrocarburi attendono il completamento degli iter autorizzativi e l’incertezza sugli esiti apre ampie discussioni sui possibili scenari che potrebbero profilarsi. Il dibattito, in corso da mesi, sembra scadere purtroppo solo in superficiali valutazioni di merito, senza offrire invece spazio ad una puntuale considerazione sui possibili effetti negativi sulla salute e sull’equilibrio ambientale che il petrolio potrebbe andare ad alterare.
Le valutazioni degli esperti non lasciano dubbi sull’incidenza dannosa del petrolio sui territori interessati dalle estrazioni, con riferimenti allarmanti sull’aumento delle malattie e sull’aumento dell’inquinamento.
Il Prof Sabino Aquino, interessato dal Comitato No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia per offrire delle osservazioni al progetto per il pozzo esplorativo Gesualdo-1, sottolinea nelle sue conclusioni l’assoluta incompatibilità dell’Irpinia con pratiche di ricerca o sfruttamento degli idrocarburi. La struttura geologica irpina presenta una originale composizione di elementi che ne rendono una consistenza assai fragile e vulnerabile. Il reticolo idrografico sotterraneo, variegato ed esteso per centinaia di chilometri quadrati, viene descritto come una vera e propria spugna che assorbe e rilascia facilmente ogni sostanza con la quale viene a contatto. Il sottosuolo irpino, già interessato da fenomeni di subsistenza, alimenta attraverso le proprie acque sotterranee il complesso sistema delle sorgenti che a loro volta consentono, attraverso i vari acquedotti, l’approvvigionamento idrico di Napoli, della Puglia e della Basilicata. Dalla facile considerazione di queste osservazioni sorge spontanea la domanda su quale sia la reale necessità di esporre un territorio così vulnerabile al rischio di inquinamento, inevitabilmente collegato, alle ispezioni e trivellazioni petrolifere, che necessitano dell’uso di ingenti sostanze chimiche per le operazioni di perforazione del sottosuolo.
alta irpinia e piccoli paesi
“Alta Irpinia e piccoli paesi” _ di Luigi D’Angelis *
In queste settimane estive da più parti è tornato d’attualità il tema dei piccoli Comuni montani al di sotto dei 2000 abitanti che, coma ha documentato uno studio dell’ANCI, costituiscono il 43,7% delle amministrazioni comunali del nostro Paese, percentuale che cresce sin oltre il 70% se si considerano i Comuni con popolazione sino a 5.000 abitanti. In questi risiedono 10.373.487 abitanti pari al solo 17.2% della popolazione dell’Italia coprono, però, circa il 70% del territorio nazionale. Di fronte a questi dati, un piccolo paese come Cairano che dal 1861, anno dell’unità d’Italia, ha perso oltre 1500 abitanti (oggi 370), può essere un punto di osservazione privilegiato per analizzare e comprendere le problematiche e, soprattutto, il futuro dei 3534 Comuni sotto i 2000 abitanti.
Risorsa o ostacolo allo sviluppo del sistema Italia? Negli ultimi mesi si è ripetuta questa domanda da cui si attendono risposte serene e responsabili ai vari livelli istituzionali attraverso il sostegno ad un federalismo solidale e ad una organizzazione dei poteri locali che non crei discriminazione fra città e piccoli centri.
TERRA E LIBERTA’
Carissimi,
L’accoglienza rurale Terra e Liberta’ vi da la propria disponibilità’ a partecipare alla manifestazione di promozione sociale e Culturale:
1 ) L’accoglienza rurale Terra e Liberta’ dispone di ogni sorta di autorizzazione per la produzione ,la trasformazione , la manipolazione, la somministrazione di alimenti e bevande;
2) E’ Regolarmente iscritta alla C.C.I.I.A.A. come Agriturismo ed emette regolare scontrino fiscale;
3) in virtu’ della possibilita’ di comunicare ed espletare l’esercizio della propria attivita’ di manipolazione e somministrazione in luogo diverso dai locali per i quali si e’ autorizzati in caso di
manifestazioni di pubblico sociale e culturale interesse, ed essendo attrezzata da alcuni anni per l’offerta gastronomica di “piazza” si propone quanto segue:
Prodotti manipolati :
-Zuppa di grano antico e castagne servita con olio crudo
-Caciocavallo podolico fuso alla brace servito su pane di grano antico molito a pietra lievitato naturalmente impastato a mano e cotto a legna;
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