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RECUPERA / RIABITA _ a Dario Bavaro, nuovo abitante di Cairano, la promozione del territorio
RECUPERA / RIABITA _ a Dario Bavaro, nuovo abitante di Cairano, è affidata la consulenza per le attività Culturali, Turismo, Spettacolo e Promozione del Territorio.
Dario Bavaro direttore del Teatro Carlo Gesualdo di Avellino da sempre impegnato nell’organizzazione di attività culturali e per l’impegno profuso negli ultimi anni nel piccolo paese irpino ha accettato con entusiasmo l’incarico nella consapevolezza che dai piccoli paesi può rinascere un nuovo umanesimo un modo nuovo di stare al mondo che coltivi più che il ben-avere il ben-essere.
L’incarico, voluto fortemente dal Sindaco Luigi D’Angelis e condiviso da Franco Dragone, illustre personaggio nativo di Cairano, che con i traguardi artistici raggiunti e la fama ottenuta non ha mai dimenticato il suo piccolo paese, le sue radici e il forte legame con Cairano, da molti anni infatti patrocina e promuove attività culturali nella sua terra d’origine attraverso due progetti in particolare il Borgo Giardino e il Festival dei Corti Teatrali.
Franco Dragone nel pieno del fuoco centrale del successo che in questi giorni riscuote la sua regia dell’Aida di Giuseppe Verdi che ha inaugurato la stagione 2013/2014 del Teatro di San Carlo di Napoli ha invitato Dario Bavaro a continuare a offrire il suo impegno perché da Cairano si possa attivare con gli abitanti e tutti i visionari che vorranno accettare l’invito ad abitare Cairano, attraverso le master class e il Festival dei Corti Teatrali la possibilità di realizzare le condizioni per restare, per creare lavoro e scegliere Cairano come luogo per la propria famiglia e per non abbandonare più tanta bellezza.
I MULINI DELLA SALUTE
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GUARDA l’anteprima VIDEO “I Mulini della Salute” : Calitri, Montella e Oliveto; e presto anche a TEORA.
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vedi anche la versione integrale (21′)
FORUM AMBIENTALE _ AVELLINO 3.11.2013 _ le foto
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DIALOGO
di AMEDEO TREZZA / Dialogo con Dario Bavaro e Angelo Verderosa
Il riposizionamento geografico, dalla metropoli alla campagna, e il riposizionamento esistenziale, da un modello di consumo post-industriale al tentativo di perseguire un modello impostato sull’auto-sostentamento critico, segna la nostra realtà come uno dei punto di resistenza nel contesto della spopolamento e dell’abbandono delle campagne meridionali, in questo caso cilentana.
Il gesto di riposizionamento è volontà di dimostrare la sostenibilità della scelta di riabitare luoghi abbandonati. È gesto consapevole di una azione in controtendenza, per questo difficile ma allo stesso tempo percepito come necessario, preso atto anche della impossibilità di perseverare nel modello di provenienza.
Questo luogo pertanto e inoltre è anche luogo di frontiera nella misura in cui si tratta di un riposizionamento percepito dall’esterno (da cui si proviene) come decentrato rispetto ai flussi sociali ed economici principali e dall’esterno (in cui ci si inserisce) come un riposizionamento decontestualizzato ed errato poiché frutto di una scelta imprevista della quale non si comprendono appieno le motivazioni.
Inoltre la criticità dell’effetto frontiera è giocata anche sul versante delle aspettative di resilienza la cui riuscita dipende da un difficile felice incontro di resilienze, quella personale o del nucleo familiare (esistenziale) e quella del luogo nuovamente abitato (potenzialità dei luoghi).



















