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BASTA EOLICO SELVAGGIO in IRPINIA
Necessita al più presto riunire i Comitati Civici dei piccoli paesi dell’Irpinia e sostenere la causa dei cittadini di Bisaccia e Lacedonia contro l’autorizzazione data l’altro ieri dal MISE all’elettrodotto BISACCIA – DELICETO. Leggi l’articolo di Emma Barbaro
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BASTA EOLICO SELVAGGIO in IRPINIA
Il nostro territorio è sotto attacco: speculatori, multinazionali e politici corrotti stanno distruggendo la nostra Irpinia.
E’ ora di dire BASTA a questa devastazione! C’è bisogno di fare informazione e per questo qui di seguito troverai il link con l’approfondimento a cura di Info Irpinia.
VIDEO : https://youtu.be/-FURH2sAYXc _
GUARDA E CONDIVIDI SE VUOI, GRAZIE! _ a cura di Francesco Celli _ Pagina Facebook _ www.infoirpinia.it _ tel. 320-0272502
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LEGGI ANCHE L’articolo di Lara Tomasetta per ‘Orticalab’ : clicca QUI
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LEGGI ANCHE la richiesta di revoca al parco eolico della Ferrero a Sant’Angelo dei Lombardi (Il Ciriaco) : CLICCA QUI
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LEGGI ANCHE l’intervista di EMMA BARBARO ad Angelo Verderosa su ‘Il Ciriaco’ : CLICCA QUI
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SALUTE, AMBIENTE E FUTURO !!!
COMITATO NO TRIVELLAZIONI PETROLIFERE IN IRPINIA / 20.12.2013 _ SALUTE, AMBIENTE E FUTURO !!!
Il Petrolio è diventato lo spartiacque storico per questa terra; il passaggio obbligato sul quale le giovani generazioni sono chiamate ad esprimere le loro idee di futuro e le loro prospettive di vita.
Dire No al Petrolio significa spronare la società e le rappresentanze istituzionali a dire la verità su quella che è la loro idea di Irpinia, davanti ai plotoni di esecuzione con i fucili pronti a sparare.
Sostenere la rinascita morale, sociale ed economica di questa terra significa sollecitare le coscienze a riappropriarsi della loro identità attraverso il rispetto della natura e attraverso la valorizzazione delle virtù ambientali, che rappresentano sicuri motivi di crescita.
Da un lato lo sfruttamento e la schiavitù economica …dall’altro il coraggio e la voglia di riprendersi la speranza!!
La partecipazione della politica alle manifestazioni popolari di domenica a Gesualdo rappresenta un segno importante..MA CHIEDIAMO DI PIU’ E VOGLIAMO DI MEGLIO!!!
Il progetto del pozzo esplorativo Gesualdo-1 giace in Regione in attesa di verifica ambientale e c’è bisogno di uno scatto forte in avanti per il suo definitivo rigetto.
Chiediamo alle Commissioni Regionali all’Ambiente ed alla Trasparenza di vigilare e di procedere ad una profonda verifica sullo stato dell’iter autorizzativo, e rinnoviamo la richiesta all’Assessore all’Ambiente Giovanni Romano di mantenere la promessa, fatta nel mese di marzo, di consentire ad esperti e sindaci di confrontarsi con i componenti della commissione tecnica.
FUOCHI FATUI
Mentre la Campania brucia di rabbia tra roghi tossici e coscienze accese da un rigenerato impegno civile, per l’Irpinia si profila all’orizzonte l’oscuro destino della petrolizzazione, in un silenzio fragoroso di indifferenza e disimpegno.
I progetti di ricerca di idrocarburi attendono il completamento degli iter autorizzativi e l’incertezza sugli esiti apre ampie discussioni sui possibili scenari che potrebbero profilarsi. Il dibattito, in corso da mesi, sembra scadere purtroppo solo in superficiali valutazioni di merito, senza offrire invece spazio ad una puntuale considerazione sui possibili effetti negativi sulla salute e sull’equilibrio ambientale che il petrolio potrebbe andare ad alterare.
Le valutazioni degli esperti non lasciano dubbi sull’incidenza dannosa del petrolio sui territori interessati dalle estrazioni, con riferimenti allarmanti sull’aumento delle malattie e sull’aumento dell’inquinamento.
Il Prof Sabino Aquino, interessato dal Comitato No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia per offrire delle osservazioni al progetto per il pozzo esplorativo Gesualdo-1, sottolinea nelle sue conclusioni l’assoluta incompatibilità dell’Irpinia con pratiche di ricerca o sfruttamento degli idrocarburi. La struttura geologica irpina presenta una originale composizione di elementi che ne rendono una consistenza assai fragile e vulnerabile. Il reticolo idrografico sotterraneo, variegato ed esteso per centinaia di chilometri quadrati, viene descritto come una vera e propria spugna che assorbe e rilascia facilmente ogni sostanza con la quale viene a contatto. Il sottosuolo irpino, già interessato da fenomeni di subsistenza, alimenta attraverso le proprie acque sotterranee il complesso sistema delle sorgenti che a loro volta consentono, attraverso i vari acquedotti, l’approvvigionamento idrico di Napoli, della Puglia e della Basilicata. Dalla facile considerazione di queste osservazioni sorge spontanea la domanda su quale sia la reale necessità di esporre un territorio così vulnerabile al rischio di inquinamento, inevitabilmente collegato, alle ispezioni e trivellazioni petrolifere, che necessitano dell’uso di ingenti sostanze chimiche per le operazioni di perforazione del sottosuolo.











