NO-PETROLIO in Irpinia. Proposta di legge degli studenti di Vallata.
Gli alunni dell’Istituto Fermi di Vallata presentano una proposta di
legge regionale contro le trivellazioni petrolifere in Irpinia.
All’interno del progetto “Ragazzi in aula”, iniziativa della
Presidenza del Consiglio Regionale sulla partecipazione degli alunni della
Campania alla vita legislativa dell’ente, gli studenti dell’Istituto
Enrico Fermi di Vallata grazie alla sensibilità del dirigente scolastico
Prof. Sabato Centrella e coordinati dalla docente Gerarda Tanga, hanno
presentato una proposta di legge contro le trivellazioni petrolifere in
Irpinia e Campania.
Gli alunni delle classi 2^ B , 4^ A e 4^B nella
proposta “Provvedimenti urgenti in materia di governo del territorio e
per la riduzione del consumo di suolo” hanno definito una relazione
introduttiva nella quale analizzano i danni ambientali e le
incompatibilità con le attività economiche presenti sul territorio e un
articolato nel quale propongono di fermare i progetti di ricerca e di
definire criteri di sostenibilità ambientale per i progetti di ricerca di
fonti energetiche sul nostro territorio.
L’ Irpinia è una terra ricca di risorse naturali e con un ricco
patrimonio faunistico e floristico. Eppure quest’area è oggi minacciata
da possibili esplorazioni petrolifere che mettono a rischio un ecosistema
delicato, di primaria importanza per gli equilibri idrici del meridione. I
permessi di ricerca in Campania riguardano il Parco Nazionale del Cilento
e Vallo di Diano, il Sannio e l’Irpinia, con Sviluppo Risorse Naturali,
Delta Energy, Italmin e Cogeid interessate al territorio regionale.
I rischi evidenziati dagli alunni nella relazione introduttiva sono
connessi alla estrazione del petrolio: il possibile inquinamento delle
falde acquifere, il pericolo di fuoriuscita di idrogeno solforoso in fase
di estrazione, i rischi simici. Molteplici le testimonianze di esperti
consultati dai comitati spontanei sorti a Gesualdo e Nusco relative ai
pericoli ambientali citati. Secondo il geologo Franco Ortolani, infatti,
“non si può stabilire con precisione quale sarà l’impatto delle
estrazioni petrolifere visto che non si sa esattamente dove sono le faglie
attive, né si conosce la loro morfologia, né gli effetti sulla
delicatezza degli equilibri delle faglie dei fluidi iniettati per favorire
l’estrazione degli idrocarburi”.
A questo si aggiunge l’impoverimento di interi territori, la
svalutazione immobiliare, la fine di alcuni settori – in primis quello
agricolo – di trasformazione alimentare e turistico, che in presenza di
trivellazioni e della relativa desolforazione sono costretti a soccombere.
Infine, lo sviluppo economico della Basilicata non è per niente
migliorato in questi decenni di esplorazioni petrolifere. Anzi, pur
essendo il Texas d’Italia, la Basilicata è agli ultimi posti per
occupazione e ai primi per emigrazione giovanile e, infine, l’indotto
creato dal petrolio è notevolmente più basso di quello del turismo
naturalistico ed enogastronomico evidentemente ostacolato da attività di
estrazione e lavorazione del petrolio come testimonia un rapporto di Rita
D’ Ottavio del WWF Basilicata.
La Regione deve tener conto della vocazione del proprio territorio, se
vuole crescere e rispettare popolo e ambiente.
“Noi giovani – termina la relazione – siamo stati già defraudati del
nostro futuro a causa della crisi, ma non vogliamo rinunciare alla
speranza di vivere e crescere in un ambiente sano, non calpestato dagli
interessi economici di pochi, a discapito del futuro di tanti. Questo
appello è rivolto a tutte le istituzioni che. nei ruoli diversi e per
diverse competenze, ci rappresentano”.
Nell’articolato si evidenzia come l’iniziativa economica non può
svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla salute, alla dignità umana e all’ambiente. Si
richiede che, al fine di assicurare processi di sviluppo sostenibile, non
si rilasceranno nuovi titoli minerari per la prospezione, ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi e si impegna la Giunta
Regionale a coinvolgere la popolazione attraverso comunicati, riunioni e
convocazioni del Consiglio delle autonomie locali, dando ampia
pubblicità per consentire la massima diffusione delle informazioni, degli
atti e dei documenti. Infine si chiede che la regione promuova progetti
compatibili con le vocazioni del territorio e a tal fine accerti
preventivamente la compatibilità ambientale di progetti, di opere e / o
interventi pubblici e privati attraverso la valutazione degli impatti che
tali opere possono provocare.
Gli studenti dell’Enrico Fermi di Vallata
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PICCOLI PAESI / dal 21 al 28 marzo 2013 | piccoli paesi
28 marzo 2013 at 14:21