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UNA GRAN BELLA GIORNATA

Gran bella giornata per il Touring Club Italiano e il Club Alpino Italiano che, attraverso le delegazioni regionali per l’Alta Irpinia e Avellino, hanno organizzato un’escursione attraverso l’Alta Valle del Sele. Oltre 100 i partecipanti, provenienti da ogni parte della Campania e della vicina Lucania, che hanno potuto immergersi nella bellezza delle fioriture di maggio attraversando paesaggi incontaminati e scoprendo le sorprese dell’entroterra appenninico. Un corteo di oltre 20 auto ed un pullman ha pacificamente invaso dalle 9 di mattina i centri abitati di Senerchia (Av), Valva (Sa) e, nel pomeriggio, Laviano (Sa). Numerosissimi i giovani e le coppie con figli per mano. La manifestazione ha visto la partecipazione, aggregati al TCI e al CAI, di vari altri gruppi regionali; tra i più numerosi: l’associazione ‘Lo Scrigno’, il ‘Gruppo 7x’, l’associazione ‘Strada dei Fiori’, la ‘Pro Loco’ di Quaglietta ed il ‘Garden Club’ di Avellino. Per il Touring ha coordinato il console Angelo Verderosa del Club di Territorio ‘Paesi d’Irpinia, con il vice-console Donato Cela e il console Pierfrancesco Mastrosimone del CdT ‘Salerno’. Per il CAI, direttore di escursione Vito Abate, vice-presidente del Raggruppamento regionale della Campania e Francesca Bellucci, Presidente della sezione di Avellino.

La giornata ha preso il via alle 9 dal punto di ritrovo nel borgo di Quaglietta (Av) da cui si è partiti alla volta della ‘Riserva Naturale e Oasi Valle della Caccia’ a Senerchia dove siamo stati accolti dalla rappresentanza del WWF Irpinia. Lungo la gola scavata dal torrente ‘Acquabianca’, alle pendici sud-est del Parco regionale dei Monti Picentini, il gruppo è risalito fino alle bellissime ‘cascate’ dell’Oasi. Come da programma, alle 11,45 il Sindaco di Valva Francesco Marciello e l’amministrazione comunale ci hanno accolto all’ingresso della Villa D’Ayala-Valva, uno straordinario complesso botanico-storico e architettonico esteso per 18 ettari ai piedi della riserva naturale dei ‘Monti Eremita-Marzano’; dopo aver visitato i bei giardini all’italiana e lo spettacolare ’teatro di verzura’, una parte del gruppo, accompagnati da  Angelo Verderosa, con la collaborazione dei colleghi Giuseppe Salvia e Raffaele Caprio e l’Impresa Ediltors, ha potuto visitare i lavori in corso di restauro all’interno del ‘Castello’ salendo fino alla sommità della ’Torre normanna’. Nel pomeriggio, la ‘carovana’ ha proseguito per Laviano (Sa) dove, all’ingresso del Castello, hanno portato i saluti della comunità locale il vice-sindaco e la presidente della Pro-Loco. Guidati quindi da Gerardo Gaeta, costruttore dell’opera, buona parte del gruppo ha attraversato, con grandissima emozione, il magnifico ‘Ponte tibetano’, lungo 90 metri e sospeso vertiginosamente sulla gola di un fiume ad oltre 80 metri di altezza dal fondo. L’apertura in anteprima del ‘ponte’ (si inaugurerà il prossimo 21 giugno) è stato il coronamento di un’interessante giornata escursionistica resa possibile da due grandi associazioni nazionali di puro volontariato quali TCI e il CAI; una giornata intensa e perfetta. Chiudiamo con una delle frasi riportate in uno dei questionari distribuiti dal CdT ‘Paesi d’Irpinia’ : “Oggi tutti vicini; tutto meraviglioso, molto formativo, senza costi e a km. zero nella nostra bellissima terra

le FOTO dell’escursione Senerchia, Valva, Laviano 

notizie sull’Oasi di Senerchia

notizie sulla Villa d’Ayala-Valva

info sul Ponte tibetano di Laviano

escursione TCI – CAI : il programma

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Club Ter. orizz. P.Irpinia 20-02-2015

VALVA (Sa), Cenni storici, la Villa e il Castello.

IMG_6434  VALVA (Sa), Cenni storici, la Villa e il Castello   /  Valva  appartiene alla provincia di Salerno da cui dista 62 chilometri. Comune dell’alta Valle del Sele, conta 1.767 abitanti (Valvesi) e ha una superficie di 26,2 chilometri quadrati. Sorge a 510 metri sopra il livello del mare. Il municipio è sito in Corso Vittorio Veneto , tel. 0828 796001.  web : http://www.comune.valva.sa.it/

CENNI STORICI su Valva e  il complesso monumentale della Villa D’Ayala-Valva

La Villa dei Marchesi d’Ayala di Valva e l’annesso parco, sorgono nel Comune di Valva, in provincia di Salerno, su un terreno ad andamento degradante, alle pendici del Monte Marzano.   In età romana, il territorio era attraversato da una strada di collegamento Compsa-Volcej, che metteva in comunicazione anche le aree adriatica e tirrenica.   L’inesorabile caduta dell’Impero e la conseguente crisi politica ed economica, comportarono notevoli svantaggi per la popolazione locale, determinando un arretramento degli insediamenti alle falde della montagna: infatti, i numerosi ripari nelle grotte esercitavano una forte attrattiva.  In epoca più tarda, a questi motivi si aggiunsero anche quelli religiosi; nel Medioevo, l’intera montagna si caratterizzò come area sacra, legata al culto dell’Arcangelo Michele.   Nell’epoca normanna Valva è sede di un priorato della grande abbazia di San Benedetto di Salerno, sotto il titolo di San Bartolomeo.   Valva inizia la sua storia sin dal fatidico anno Mille, quando divenne feudo di un signore di nome Gozzolino che, secondo l’uso normanno, traeva il suo predicato dal possedimento stesso. Fu forse proprio lui a far costruire la torre normanna che, pur danneggiata dal sisma del 1980, ancora si erge a guardia del parco. Accanto a essa, sul finire del XVIII secolo (fine del ‘700), un suo discendente, il marchese Giuseppe Maria Valva (morto nel 1831), volle erigere un edificio per villeggiare, che curiosamente riecheggiava, pur in proporzione ridotta, il rinascimentale castello vescovile del Buonconsiglio a Trento.   Nominato da Ferdinando IV di Borbone sovrintendente di tutte le strade e i ponti del Regno di Napoli, dopo aver tracciato la rotabile che da Eboli conduce in Basilicata, Giuseppe Maria si dedicò totalmente alla risistemazione del feudo.   Fra le diverse migliorie messe in atto, grande rilevanza assunse l’ideazione di un giardino che accresceva le attrattive della villeggiatura estiva, avvalendosi dell’opera dei migliori botanici, giardinieri e floricoltori del regno.    Nascono, così, il bosco ceduo, i frutteti, i viali di platani, magnolie e cedri, i due parterres all’italiana, le peschiere, il laghetto e il teatrino di verzura ad anfiteatro capace di mille posti. Un giardino, quello di Valva che sembra compiacersi del proprio essere anacronistico, ignorando – tranne che per la folla di statue mitologiche che lo popola silenziosamente – il sogno neoclassico ingenerato dai primi scavi ercolanensi condotti dal principe d’ Elboeuf e teorizzato in quegli anni dal Winkelmann e dall’ Abate di Saint Non.   Piuttosto che ai coevi esiti paesaggistici del jardin à l’anglaise e alla tersa maestosità d’impronta francesizzante della vanvitelliana reggia di Caserta, Valva, con il suo impianto formale, si propone di recuperare stilemi tratti dalla grande stagione italiana tra manierismo e barocco.     Alla morte del marchese Giuseppe Maria Valva nel 1831, non avendo eredi diretti, la villa passò per via matrimoniale ai d’Ayala, strettamente legati al Sovrano Militare Ordine di Malta.  Gli ultimi lavori ed interventi vennero realizzati pertanto dal marchese Francesco Saverio d’Ayala, fino alla sua morte avvenuta nel 1959;  in mancanza di eredi diretti, il marchese volle donare la villa e tutte le proprietà all’Ordine cavalleresco di Malta cui apparteneva.  L’intero complesso è frutto di una continua azione che la famiglia dei Marchesi Valva e d’Ayala è andata conducendo nei secoli, con continui rifacimenti, abbellimenti, arricchimenti. Di tale continua azione, che secondo alcune fonti fu particolarmente attiva dal XVIII secolo fino ai primi del XX secolo, deriva l’attuale immagine d’insieme del parco – villa – torre.

Il terremoto del 1980 cagionò notevoli danni all’intero centro storico di Valva e soprattutto al Castello e alle annesse pertinenze.   Intorno al 1990, gran parte del centro storico è stato ricostruito attraverso un piano di recupero ideato dall’Arch. Francesco D’Ayala Valva.    A causa della mancata attenzione legislativa nazionale e regionale, il Castello, a tutto il 2010, versava ancora in condizioni di degrado statico ed abbandono; una sola campagna di restauro era stata eseguita dalla Soprintendenza Bap di Salerno e Avellino, direttore dei lavori l’Arch. Villani, intorno al 2010 che ha portato al consolidamento della ‘torre normanna’ e al restauro del salone marchesale.    A seguito della stipula di un protocollo d’intesa tra Ordine di Malta, Soprintendenza e Comune, Villa e Castello sono parzialmente fruibili dai visitatori. Comune e Soprintendenza, nel 2012 si sono attivati per l’ottenimento di un parziale finanziamento per la messa in sicurezza e il recupero dell’ala ovest del Castello, la parte prospiciente sulla piazza Castello. I lavori di consolidamento e restauro in corso sono diretti dall’Arch. Verderosa e saranno terminati entro il 2015.

IL PARCO

Il Parco della Villa, cui si accede da valle, in prossimità del centro del paese, si sviluppa per una misura compresa tra i 17 e i 18 ettari ed è interamente circondata da mura.  Il suo disegno attuale è riconducibile ad una realizzazione del XVIII secolo e di quest’epoca presenta alcune caratteristiche tipiche. Il Parco si configura come un bosco ceduo misto, con una prevalenza di lecci, castagni ed aceri, di grande estensione e, come caratteristico dell’epoca, appunto, come bosco produttivo: esso è solcato da viali pressoché rettilinei ma che disegnano una scacchiera irregolare, dei quali alcuni ripercorrono i tracciati originali altri sono di epoca più recente.  Il parco a funzione produttiva è poi caratterizzato da alcuni episodi verdi, laddove più forte emerge la traccia dell’intervento dell’uomo, che sono fondamentalmente i due giardini all’italiana, quello in prossimità dell’ingresso e quello di pertinenza del Castello, ed il Teatrino di Verzura.  Tutto il parco risulta disseminato di arredi quali fontane, statue, piccole architetture; di estremo interesse è il sistema di caverne e canali, probabilmente risalente ad epoca romana e con funzioni di incanalatura delle acque, che attraversa il parco nella sua estensione.   Per quanto attiene in particolare agli aspetti botanici, bisogna distinguere il grande parco da quelli che sono stati definiti episodi a carattere eccezionale. Il Parco, che occupa quasi la intera estensione della proprietà, può essere distinto, a sua volta, in zone a seconda dell’essenza prevalente.    A questa caratterizzazione delle diverse zone del Parco si sovrappongono viali alberati, di volta in volta, con prevalenza di Platani, Aceri montani, Laurocerasi: sono inoltre osservabili esemplari isolati di essenze, inserite probabilmente nell’Ottocento e con finalità ornamentali, quali cedri, magnolie ed altri. Per quanto riguarda gli episodi eccezionali essi sono – come si accennava – fondamentalmente tre: i due giardini all’italiana ed il teatro di verzura. Il primo Giardino all’Italiana, di ridotte dimensioni, si trova a pochi passi dall’ingresso del Parco, nella zona a valle; il secondo Giardino all’italiana è quello tipicamente disegnato come una unità formale con la Villa, prospiciente il bel prospetto con il porticato a tre arcate; il terzo episodio è costituito dal Teatrino di Verzura, probabilmente di realizzazione Ottocentesca, realizzato con siepi di bosso ed arricchito da busti di figure umane.     Al Parco si accede dalla piazza del Calvario, attraverso un ampio cancello di ferro, ricavato in una torre di stile normanno. Lungo il viale che dall’ingresso s’incontrano due grandi statue d’eroi: Meleagro ed Ercole.  Di Villa d’Ayala colpiscono i giardini adornati di fiori per tutto l’anno e desta grande meraviglia un anfiteatro con tanto di spettatori marmorei. Al centro, in alto, è il palco d’onore ove siedono i personaggi di rilievo. Numerose e profonde sono le grotte di Villa d’Ayala, ornate di statue, come la Grotta dei Mostri, “abitata” da statue d’aspetto orribile.  Davanti al porticato vi sono cinque sculture raffiguranti le arti: la Musica, la Danza, il Canto, la Pittura e la Scultura. Uno scenario da inconsueta bellezza ancestrale caratterizza Villa d’ Ayala. Avvolta in un magico silenzio, si presenta al visitatore come un ambiente quasi irreale, isolato dal mondo esterno. Il parco rappresenta con il suo patrimonio boschivo un autentico polmone verde.

IL CASTELLO

La Villa d’Ayala, detta Castello, ha uno sviluppo planimetrico di circa 600 metri quadrati coperti e si estende in senso nord-sud con sviluppo dalla poderosa ‘Torre’, denominata da alcune fonti Torre Normanna, con certezza la preesistenza più antica del complesso; la ‘Torre’ è alta circa 20 metri, ha copertura piana, dotata da merlature di tipo ghibellino. Una ‘bertesca’ sovrapposta al ‘portale lapideo’ segna l’ingresso dal centro storico; si accede così al cortile interno mentre un porticato, situato ad una quota sfalsata rispetto al ‘cortile’, segna sul lato est l’ingresso dal ‘parco’. Al piano terra, oltre la sala delle armi, va menzionata la bella cucina voltata.  Il piano ammezzato vede una lunga serie di vani tra loro intercomunicanti adibiti, nel corso degli anni, a vari usi; da visitare la ‘Cappella’ ricavata nel piano ammezzato della ‘Torre normanna’, con belle volte arcuate.  Al piano primo, detto nobiliare, un vasto salone affrescato e con un grande camino su colonnine in pietra, ci introduce all’appartamento marchesale; complesso architettonico di notevole interesse, in origine ricco di dipinti, statue, arredi lignei, libri (attualmente depositati presso gli archivi della Soprintendenza).  L’ultimo livello è caratterizzato da un ampio sottotetto (altezze fino a 7 metri da pavimento alla copertura); vi erano varie stanze e bagni con l’iscrizione di nomi femminili su ognuna delle porte lignee. L’intero solaio portante del piano di sottotetto è caratterizzato dall’uso di solai in calcestruzzo armato, dotati di travette ad interasse di circa 120 cm.; il piano risale agli inizi del ‘900 e, certamente, rappresenta la più antica testimonianza dell’utilizzo del ‘nuovo materiale’ nell’area interna campana. Agli altri piani vi erano solai con travi lignee, in castagno massiccio.  La superficie pavimentata complessiva interna è di circa 1500 mq.  Il perimetro superiore di ogni facciata è caratterizzato da archetti aggettanti (memoria della ‘difesa a tiro piombante’) con sovrapposte merlature di tipo ghibellino; agli angoli vi sono cinque torrette (tutte crollate col sisma del 1980, ora alcune in ricostruzione); le ‘torrette’, posizionate in alto e agli angoli del complesso monumentale, sono fornite di fori per la difesa con ‘tiro frontale’ e con ‘tiro di fiancheggiamento’.  Su ogni facciata numerosi sono gli altri fori che richiamano la memoria di ‘arciere’, ‘archibugiere’, ‘balestriere’ e ‘cannoniere’.

(le note sul Castello sono state redatte nel maggio 2015 da Angelo Verderosa in occasione della vista del TCI – CAI; le altre notizie sono state riprese dalla sitografia web della Soprintendenza e del Comune di Valva) _

Written by A_ve

16 Maggio 2015 at 17:13

Il Touring Club Italiano per la promozione dei piccoli paesi dell’Irpinia

bandiera arancione irpiniaIl Touring Club Italiano per la promozione dei piccoli paesi dellIrpinia

Avellino 28 gennaio 2015 – Il Touring Club Italiano, attraverso l’attività del Corpo Consolare della Campania e del costituendo Club di Territorio ‘Paesi d’Irpinia’, organizza ad Avellino l’incontro “Lo sviluppo turistico locale in Irpinia e il programma territoriale Bandiere arancioni”.

Il convegno si terrà venerdì 30 gennaio 2015 alle ore 16, presso il Palazzo della Provincia (sala Grasso, Piazza Libertà 1).

Obiettivo dell’appuntamento è un confronto sullo sviluppo turistico locale dell’entroterra irpino attraverso la promozione e l’accoglienza turistica con il programma territoriale “Bandiere arancioni”, iniziativa che il Touring Club Italiano sviluppa con successo in Italia da ormai sedici anni.

La relazione sulle procedure per ottenere il marchio di qualità turistica sarà tenuta da Isabella Andrighetti, coordinatrice del Programma Territoriale Bandiere arancioni TCI. Relazioneranno alcuni sindaci di comuni già certificati Bandiera arancione; in Campania, al momento sono solo 4 : S.Agata dei Goti, Letino, Cerreto Sannita e Morigerati. In Italia sono 205, ma ad oggi nessun comune della Provincia di Avellino ha ottenuto l’ambito riconoscimento.

Ne parleranno Domenico Gambacorta, Presidente della Provincia di Avellino, Giacinto Pelosi, Console TCI per Avellino, Francesco Vigorita, vice-Presidente della Camera di Commercio, e intervengono i consoli TCI Giovanni Pandolfo, Console TCI regionale per la Campania, Angelo Verderosa, Console TCI per l’Alta Irpinia.

<<La Bandiera arancione è il marchio di qualità turistico ambientale assegnato dal Touring ai piccoli paesi dell’entroterra italiano che dimostrano di saper conservare, valorizzare e promuovere le proprie risorse turistiche senza compromettere l’ambiente, il paesaggio e le esigenze delle comunità ospitanti. Il convegno è rivolto in particolar modo ai sindaci, alle amministrazioni comunali, alle pro loco, ai Gal e alle associazioni di comuni e civiche presenti in Irpinia, spiega Angelo Verderosa; sono loro che potranno avanzare le candidature presso il Touring Club Italiano. L’obiettivo del ‘Club di territorio Paesi d’Irpinia’, costituito da pochi mesi, è portare almeno una ‘bandiera arancione’ in Irpinia entro il 2015, accompagnando i comuni nel complesso iter di certificazione. Dopo questo primo passo, con un altro progetto del Touring, contiamo di ‘certificare’ aree ampie ed omogenee di territorio; promozione significa tutela ed in questo momento in Irpinia abbiamo bisogno di salvare la bellezza del paesaggio rurale oltre che i centri storici dei paesi.>>.

In Italia il TCI conta 300.000 soci che ricevono ogni mese la rivista ‘Touring’, efficaci sono le ‘app’ di orientamento ed assistenza turistica da parte del TCI. Il vantaggio di ottenere una certificazione di qualità turistica è indubbio come testimoniano i comuni italiani che ne traggono benefici in termini di presenze e sviluppo economico. Ricordiamo che il marchio è diretto unicamente ai comuni dell’entroterra italiano con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti.

Il convegno è patrocinato significativamente dalla Provincia di Avellino e dalla Camera di Commercio. Ai partecipanti che si registreranno in sala sarà recapitata la bella pubblicazione dedicata all’Irpinia : “Le Terre del Greco e del Fiano / itinerari Touring Club Italiano – Slow Food Italia”

L’iniziativa del Touring Club Italiano ha il patrocinio dell’Enit, è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo come unica esperienza italiana di successo nel campo del turismo sostenibile, nel 2008 ha ricevuto lo Skal Ecotourism Award, premio internazionale assegnato al TCI dall’associazione Skal International e nel 2014 il premio internazionale Herity alla cultura.

logo tci l

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IMMAGINI  immagini comuni bandiera arancione

APPROFONDIMENTI  :

Touring Club Italiano www.touringclub.it

Bandiere Arancioni www.bandierearancioni.it

Pubblicazione omaggio https://piccolipaesi.wordpress.com/2014/03/11/pubblicata-la-guida-tci-slow-food-sullirpinia/

Club di Territorio ‘Paesi d’Irpinia’, le attività in corso : https://piccolipaesi.wordpress.com/category/touring-club-italiano-_-club-di-territorio-paesi-dirpinia/

VERDEROSA Studio e l’ABBAZIA del Goleto in ‘100 PROGETTISTI ITALIANI’

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28.1. 2014  _  VERDEROSA Studio e l’ABBAZIA del Goleto,  selezionati e pubblicati in  “100 PROGETTISTI ITALIANI”.

Il volume “100 Progettisti Italiani”  è stato curato da Giancarlo Priori ed edito da Dell’Anna Editori.  Un’opera che racconta dei grandi dell’architettura e del design italiano.  Tra i maestri dell’architettura italiani e i docenti universitari che hanno selezionato le cento eccellenze italiane ci sono Paolo Portoghesi, Giancarlo Priori, Aimaro Isola, Adolfo Natalini, Nicola Pagliara, Franco Purini, Luca Scacchetti, Luciano Semerani, Angelo Torricelli, Michele De Lucchi e Paolo Pininfarina.

Tra i 100 studi selezionati vi sono i grandi nomi dell’architettura e del design italiano : Renzo Piano, Massimilano Fuksas, Gregotti Associati, Mario Bellini, Mario Cucinella, Adolfo Natalini, Italo Rota, Matteo Thun, 5+1AA, Iosa Ghini, Atelier Mendini, Benedetto Camerana, Pca int, Aldo Cibic,  Abdr, Archea, Giugiaro Architettura ed altri.

Il volume, in libreria da qualche giorno,  è stato presentato in una location d’eccezione, il Salone d’Onore della prestigiosa Accademia Nazionale di San Luca in Roma, uno dei luoghi di cultura più rappresentativi della celebrazione dell’arte e dell’architettura in Italia.

Un progetto ambizioso e corale, quello di Dell’Anna Editore, sintesi di quello spirito italiano che fa della sapienza, della bellezza e della forza, i simboli di uno stile di vita. Un’ulteriore selezione permetterà ad alcuni dei ’100 progettisti’ di pubblicare un volume monografico .

Angelo Verderosa è stato pubblicato in “100 PROGETTISTI ITALIANI” con i lavori di restauro realizzati nell’Abbazia del Goleto, in Alta Irpinia :  << Tra i lavori che ho presentato, è stato scelto e pubblicato il ‘completamento dei lavori di restauro dell’Abbazia del Goleto’, un lavoro delicato, immenso e corale in un luogo dello spirito che è simbolo e significato della nostra terra d’Irpinia. Un luogo di stratificazione millenaria, una cittadella monastica che è storia, architettura e paesaggio; un luogo da visitare e far conoscere, da preservare, tramandare e soprattutto difendere dai recenti attacchi in atto >>.

L’editore Riccardo Dell’Anna : << ’100 Progettisti Italiani’ presenta gli attuali protagonisti dell’architettura e del design, per rendere evidenti gli scenari di ricerca, in Italia e all´estero, in cui si muove l´architettura contemporanea, al di là di tendenze, scuole, appartenenze. La presentazione di una selezione di progetti e realizzazioni, grazie ad un attento e studiato progetto grafico, l´alternanza di testo, schede tecniche, immagini, saprà dare vita all´emozione coinvolgendo il lettore, trasportandolo nella scintilla creativa originaria del progetto realizzato. Una vera e propria galleria d’arte su carta patinata >>.  Il volume è composto da 512 pagine illustrate a colori, formato 28×28, cartonato e cucito al filo; in libreria o sul web col prezzo di copertina a 60 euro.

Per sfogliare 100 Progettisti Italiani – Limited edition (formato web ridotto)  clicca QUI

Per sfogliare le sole pagine di ’100 Progettisti’  dedicate a Verderosa e al Goleto  clicca QUI

solo PDF stampabile  Angelo Verderosa _ 100 progettisti italiani _ dell’Anna editore

verderosa Abbazia del Goleto 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

verderosa Abbazia del Goleto 2

 

 

 

 

NO ALLA GREEN WAY _post convegno

convegno avellino 05 02 2013

La green-way è un’idea campata in aria; il turismo in Irpinia ha ben altre priorità. Questa la conclusione del convegno tenuto stamane ad Avellino.

Un’idea balzana, pensata nell’Università di Napoli e senza alcun confronto preventivo col territorio irpino,  che ha trovato purtroppo riscontro con l’approvazione incondizionata da parte del Consiglio Provinciale del Piano territoriale di Coordinamento a fine dicembre 2012.
Sono bastate 6 righe a pagina 41 della relazione di piano per dare assoluta priorità alla trasformazione della storica ferrovia Avellino-Rocchetta in pista ciclabile nella programmazione provinciale.
All’intervento illustrativo del coordinatore, Prof. Mangoni dell’Università di Napoli (ma nel gruppo di lavoro molti professionisti irpini e dell’amministrazione provinciale)  ha fatto seguito l’intervento dell’Arch. Angelo Verderosa che ha espresso la posizione delle tante associazioni e aziende del territorio quali In_Loco Motivi, Piccoli Paesi, Stati Generali dell’Alta Irpinia, Legambiente, IrpiniaTurismo, Associazione Lucana onlus La Strada dei Fiori, Comitato Avellino Capoluogo e altre adesioni che man mano si sono aggiunte tra facebook, Twitter e Blog. Una posizione netta e contraria alla trasformazione della storica ferrovia in pista ciclabile; basta con lo spreco insensato di denari pubblici per idee che non produzono effetti benefici sul territorio e infine rovinano un bene storico e paesaggistico da tutelare come la Ferrovia.
Le associazioni hanno fatto un po’ di conti ipotizzando una spesa minima di 100 euro per mq. di ferrovia trasformata (scavi, massicciate, asfalto, segnaletica, ringhiere di protezione; per una larghezza media della banchina di 5 ml. fanno 500 euro a ml.; per un chilometro (1000 metri) ci vogliono 500.000 euro di lavori; per i 70 km. della tratta provinciale ci vogliono quindi 35 milioni di euro solo per lavori a cui aggiungere iva, spese tecniche e sicurezza per altri 15 mln. di euro e per un totale, salvo imprevisti, di 50 milioni di euro. A questi bisognerebbe sommare il 6% annuo di manutenzione, quindi circa 300.000 euro pari a quasi il costo della manutenzione occorrente per far circolare i treni. Che dire poi del valore della storica ferrovia, autentica opera d’arte d’inserimento mirabile nel paesaggio, di valore strategico militare ed economico. Anche su questo si sono soffermate le associazioni con una stima del valore attuale dello stato di consistenza della ferrovia in circa 900 mln. di euro, cioè la ferrovia così com’è vale circa un miliardo di euro, una vera finanziaria. In conclusione, a fronte di questo valore si può mai sostenere una spesa così ingente per asfaltarne i binari ? Ma per quali ciclisti ? Con quali ritorni economici e turistici ?

La controproposta al settore turistico provinciale e regionale, in sala il vicepresidente Giuseppe De Mita e i sindaci di Bisaccia, Calabritto e Taurasi : scegliere una rete di strade rurali a farne piste ciclabili e pedonali protette. In Irpinia ce ne sono per 2.500 km.
“Si potrebbe iniziare dal ‘Cammino di Guglielmo’, partendo dal Santuario di Montevergine, fino a Montella a S.Francesco a Folloni, proseguire per il Laceno, l’Abbazia del Goleto fino a S.Maria di Pierno, ultimo monastero fondato dal pellegrino Guglielmo in prossimità di San Fele”.
Appuntamento per le associazioni e i comitati con il pool di imprenditori che hanno mostrato interesse per un auto-gestione della tratta sia per uso passeggeri che turistici: l’appuntamento è rinviato dopo la tornata elettorale e si terrà presso la sala riunioni del Tribunale di sant’Angelo dei Lombardi.

Salviamo la ferrovia Avellino-Rocchetta – ARTICOLI CORRELATI, CLICCA QUI

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