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terre, paesaggi, piccoli paesi / il blog dei borghi dell'Appennino

Recupera / Riabita _ intervento di Luigi D’Angelis

00 cairano 7x 1Luigi D’Angelis

Sindaco di Cairano

luigi.dangelis@alice.it

Pratica dolce e rivoluzionaria

“RECUPERA/RIABITA”, può apparire come il titolo di un tema piuttosto ricorrente, forse di “moda” fra architetti e sociologi o magari il pretesto per parlare di piccoli paesi e teorie di sviluppo in maniera teorica. Per noi, a Cairano, non è questo: in linea con i contenuti del progetto culturale “Cairano 7x”, è essenzialmente lo sforzo di incontrarci ancora una volta in questo piccolo Comune della bella grande Italia per ascoltare con sobrietà e dolcezza le testimonianze di tanti giovani e coraggiosi uomini e donne che, alla prospettiva di lasciare i piccoli paesi e le aree interne dell’Appennino e ricercare altrove il loro futuro, hanno contrapposto la tenacia e la volontà per costruire nella loro terra le loro prerogative di vita e di sviluppo umano e sociale. Testimonianze “vive” di persone che si sono inventate un’attività, hanno riscoperto antichi mestieri, hanno portato estro e passione rivalutando la filiera agroalimentare e innovando all’interno di quella cultura contadina che è patrimonio e identità di gran parte del nostro Paese. Un’esigenza umana, quella di restare, straordinaria che è un valore immenso su cui costruire ogni possibilità di sviluppo futuro.

Dunque non l’occasione per promuovere la politica del lamento ma il momento nel quale, attraverso “relazioni felicitanti”, ciascuno racconta la propria esperienza, come seme per far germogliare altri frutti attivando, così, sistemi di relazioni virtuose tra le componenti del territorio.

Qui a Cairano vogliamo continuare a credere nel sogno di ripopolare i nostri paesi, di far rivivere i territori apparentemente affranti delle aree interne o montane che invece straripano di bellezza. Siamo convinti che questa sfida possiamo vincerla promuovendo, tutti insieme, un momento di autoformazione che ci restituisca il senso di appartenere a una comunità e a un luogo, che ci renda più sensibili agli equilibri dell’ambiente in cui viviamo, che rafforzi in noi la capacità di organizzarci, di affermare la nostra volontà di partecipare al processo di decisione e di accedere alle basi del potere sociale con una pratica dolce, rispettosa, lillipuziana e, perché no, rivoluzionaria.

Written by A_ve

18 giugno 2014 a 08:56

Pubblicato su Varie

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