Recupera / Riabita _ intervento di Stefania Emmanuele
Stefania Emmanuele
Sociologa, Agente di sviluppo locale / Curatore dell’Ecomuseo del paesaggio Valle del Raganello – Parco nazionale del Pollino
stefaniaemmanuele@gmail.com
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“Paese, inizierò a guardarti per imparare a conoscermi”
AUTOPRESENTAZIONE
Quando si parte a 18 anni, non si sa cosa si lascia.
Quando si torna dopo 12 anni, si scopre cosa si è lasciato ritrovando se stessi.
I primi anni del mio ritorno in Calabria, nel piccolo villaggio della mia infanzia, dove i ricordi erano inconsapevolmente intessuti nella grammatica della mia anima, ho vissuto i “miei luoghi” come un esploratore in cerca del Santo Graal. Scoprivo che quella terra era un libro aperto ma pieno di polvere; sentivo che era il momento di “fare qualcosa” per recuperarne la memoria e l’identità. Dal 2003 al 2008 ho avuto l’opportunità di mettermi al servizio del territorio come amministratore e contemporaneamente frequentavo un master europeo in politiche di sviluppo sostenibile. In quegli anni ho fatto convergere la mia ricerca scientifica con la missione amministrativa e ho dato vita ad un progetto pilota “Luoghi della memoria e della identità territoriale. Ecomuseo del paesaggio Valle del Raganello. Partecipare al patrimonio”.
Ho sempre creduto nel carattere democratico e “dal basso” del movimento ecomuseale: l’accento sulla rivisitazione della memoria e del passato in funzione di una progettazione del futuro della comunità (in un’ottica più “glocal” che campanilistica e provinciale), la visione del bene culturale come patrimonio (nel territorio, del territorio e per il territorio), il ruolo educativo e formativo degli ecomusei e quindi il ruolo centrale che anche la scuola vi può giocare. L’ecomuseo è il luogo, ma anche lo spazio mentale, è la piazza, l’agorà della comunità che non rinuncia ad interrogarsi, che stimola lo spirito critico, accentua le diversità per riconoscerne la ricchezza e per farne sintesi condivisa. Oggi la risposta da ricercare per prima è senza dubbio quella che punta a riconciliare lo strappo dell’uomo e delle sue attività con l’ambiente di vita, il territorio, il paesaggio, la natura violata nelle sue fondamentali regole vitali, dalle quali nemmeno la specie umana può prescindere.
ANALISI E PROPOSTA
Nel 2007 a Civita si sancisce l’istituzione dell’Ecomuseo del Raganello, mettendo in rete altri piccoli comuni disseminati nella Valle del Raganello che inizia ad essere riconosciuta come territorio comune. L’area è costituita da piccoli Comuni del versante Orientale del parco del Pollino, ricchi di risorse ambientali e a vocazione turistica, in cui si ravvisa la criticità dell’isolamento (del conseguente incremento dell’abbandono anche per via della disoccupazione) e le cui potenzialità non sono comprese appieno proprio da coloro che abitano e vivono quotidianamente il luogo.
Nel 2008, a seguito di un finanziamento del Ministero dell’ Ambiente, inizia il percorso scientifico dell’Ecomuseo del Raganello in partnership con il Dipartimento di Pianificazione territoriale della Università della Calabria, del Consorzio Ferrara Ricerche e dell’ Istituto italo-latino americano, in un workshop internazionale “Ecopolis” in politiche territoriali e ambientali per lo sviluppo sostenibile (20 giornate di studio, nel territorio dei Comuni interessati dal progetto, al fine di rintracciare strategie di sviluppo sostenibile). Gli studiosi del master, provenienti da ambiti disciplinari diversi, elaborano una “visione” sui possibili sviluppi del progetto ecomuseale. Le strategie proposte non intendono ridurre la distanza causata dall’isolamento, ma puntano sulle ricadute positive che esso comporta (aria pulita, tranquillità, qualità della vita, ecc.), accentuando l’intrinseca capacità di autosufficienza e sostenibilità di questa terra. Da queste considerazioni nasce l’immagine della Valle del Raganello come di un arcipelago costituito da sette isole (Alessandria del Carretto, Cechiara di Calabria, Civita, Francavilla Marittima, Frascineto, Plataci, San Lorenzo Bellizzi) connesse e separate nello stesso tempo dal paesaggio. Da qui l’individuazione di tre obiettivi che sono alla base di tutte le proposte progettuali e strategiche:
“Fare rete, valorizzare il paesaggio, acquisire consapevolezza”. In sintesi, l’Ecomuseo “Arcipelago Raganello: 7 identità nel paesaggio” – così denominato dagli studiosi del master – si pone come scopo quello di favorire le condizioni per uno sviluppo economico-sociale duraturo e sostenibile delle comunità dell’area, fondato su un approccio ecologico e attivo con il territorio: l’importante è che il processo continui e che non porti all’anacronistica replicazione di forme storiche senza la partecipazione diretta delle comunità e dei bisogni da esse espressi.
E’ in fase di lancio l’azione “AGIRE LOCALE. Perché ciò che è locale conta” – con l’obiettivo di generare una serie di condizioni sociali ed economiche, volte a sostenere le produzioni locali a Km zero, attraverso l’acronimo “DOF” (prodotti di origine familiare).
Obiettivo: Costruire comunità più forti, più solide, più attive.
Piani d’azione:
- Diffondere Orgoglio nella propria località;
- Promuovere l’imprenditoria locale (e Green);
- Comprare locale (e sostenibile);
- Investire localmente
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1 luglio 2014 at 11:23