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terre, paesaggi, piccoli paesi / il blog dei borghi dell'Appennino

per una nuova regione dell’Appennino

Pubblichiamo di seguito l’intervento del Prof. Antonio Panzone di Taurasi, precisando che la posizione del Blog Piccoli Paesi è per l’abolizione completa delle provincie e per il riconoscimento di una ‘macroarea’ (nuova regione se si vuole semplificare) dei paesi dell’appennino meridionale; un’area che va dal Pollino alla Maiella, passando per i paesi delle ex-provincie di Potenza, Avellino, Benevento, Campobasso, Isernia fino a Sulmona e L’Aquila. Un’area delle montagne del Sud che come capoluogo simbolico deve avere un ‘piccolo paese’, magari il più alto come Travico o Capracotta o il più abbandonato. Basta con inutili e tronfi capoluoghi, basta con queste inutili manifestazioni campanilistiche, basta con la Regione Campania napolicentrica.  

Avellino capoluogo provinciale, di ANTONIO PANZONE

Un nuovo decreto legge varato dal Governo ha accorpato la nostra Provincia con quella di Benevento, concedendo il capoluogo a Benevento. Alla notizia, rilevata da facebook COMITATO AVELLINO CAPOLUOGO, ha fatto seguito, come per un appuntamento, il ritrovamento di molte persone davanti a palazzo Caracciolo.Presenti per la circostanza anche il presidente della Provincia Cosimo Sibilia, dei rappresentanti istituzionali nonché le telecamere di Sky che hanno seguito la manifestazione. La gente era delusa, arrabbiata, mortificata. Su alcuni cartelli c’era scritto a caratteri cubitali “Da oggi ricordatevi di mettere il capoluogo di appartenenza: Avellino (Bn)”; su altri “Vergogna” rivolti al Governo, ma anche ai nostri politici regionali e irpini. Alle telecamere di Sky il presidente della Provincia Sibilia ha ribadito ciò che già il giorno prima aveva detto: «Ci continuano a penalizzare. Con questo decreto mirano a togliere ad Avellino la titolarità di Comune capoluogo. Cercheremo di far valere le nostre ragioni in tutte le sedi.. La Corte Costituzionale dovrà riconoscere quello che è un diritto sancito dalla Costituzione. Avellino, paradossalmente, pur avendo tutti i requisiti per restare Provincia, sarà il territorio più penalizzato».
Si fa appello a tutti i 119 sindaci della Provincia in modo da dare luogo ad una massiccia mobilitazione in difesa dei diritti della città capoluogo e di tutta l’Irpinia. Tra i presenti c’è chi ricordava la storia antica della città, chi attribuisce le colpe ad una politica provinciale insulsa, chi chiama in causa, come spesso avviene nei momenti di sventura, i nostri Grandi del Passato, come De Sanctis, chi ritiene giunto il tempo di far sentire forte la nostra voce.

Questa giornata si chiudeva con circa 1700 presenze su facebook sulla pagina, curata da Roberto De Pascale.Frattanto si indiceva una prima grande manifestazione di protesta per oggi,domenica 4 novembre. Le voci sono ancora discordanti, mentre comune a tutti c’è la voglia di far valere la volontà popolare. Sembra la rivolta al forno delle Grucce, la bottega di Milano che viene assaltata dalla folla in tumulto il giorno di S. Martino del 1628, in occasione della sommossa scatenatasi a causa del rincaro del pane di manzoniana memoria. C’è chi ancora si astiene, chi , invece, ci tiene ad un dialogo più propositivo con Bn, chi accusa i Beneventani, che hanno giocato d’astuzia, tutti concordano che il COMITATO debba essere apolitico. Alcuni, poi, snobbano le iniziative, comunque, vuoi perché inconcludenti, malgrado lo sdegno che cresce giorno per giorno causa le tante novità negative che ci stanno riguardando – vedi quanto sta succedendo con la Scuola, le fabbriche che continuano a chiudere, Ospedali e Tribunali e trasporti che si contraggono, si chiudono, vuoi per le tasse che continuano a non bastare per uno spread che non scende,nel mentre si va preparando la stangata dell’IMU – La gente non sopporta più questo stato di cose anche perché non sa se e fino a quando può contare sul futuro. . .
Oggi, domenica 4 novembre, gli aderenti al COMITATO sono diventati dodicimila , e tra questi considerano riprovevole il riordino del Governo anche i partiti, come il PD, i sindacati e anche Mons.Francesco Marino, Vescovo di Avellino, il quale ultimo lo definisce uno “scippo per la città” . Caldoro in un’intervista sostiene che le comunità locali devono mettere in campo utili suggerimenti, fornire proposte alternative valide alla rappresentanza parlamentare. Il prof. Pietro Ciarlo, costituzionalista, cita come esempio quanto è avvenuto per Sondrio, Belluno e Cuneo, che hanno ottenuto la deroga per la loro peculiarità di territorio montano. Per salvarsi per Avellino e Benevento si potrebbe addurre che le due realtà sono province appenniniche in via di spopolamento.
E’ tempo, inoltre, di non accettare più supinamente gli scippi che si comminano quotidianamente a danno nostro. Questa circostanza potrebbe diventare un’occasione di forza. Vi ricordate l’episodio dei tassisti, dei farmacisti? Tutta l’Irpinia, non solo Avellino, conta non 12 mila abitanti, ma circa 450 mila, per cui è giunto il momento di muoverci uniti per la tutela delle nostre famiglie, del territorio e perché certi riordini siano confortati da più rispetto di cultura, cose e persone. L’occasione di questo Comitato che è immediatamente sorto per la circostanza, rappresenta un grande e nobile segno di amore; merita, pertanto, da parte nostra tutta la considerazione e la piena condivisione.

Prof. Antonio Panzone – tgnewstv – Irpinia Unita

Written by A_ve

6 novembre 2012 a 08:06

4 Risposte

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  1. ABOLIZIONE COMPLETA DI TUTTE LE REGIONI.

    il progetto della regione campania per l’irpinia è questo:
    -più pale eoliche -pozzi di petrolio – discariche
    -chiusura ospedali e tribunali.
    IMPEGNATI PER ABOLIRE LA REGIONE CAMPANIA

    Luigi Capone

    10 novembre 2012 at 19:45

  2. da PIETRO MITRIONE
    C’ho pensato e ripensato: io una manifestazione come quella di questa mattina l’avevo già vista. Avevo già respirato quell’atmosfera, avevo addirittura visto le stesse facce e sentito le stesse voci. C’ho messo un pò a rimettere insieme i pezzi e poi mi è tornato in mente. Quelle frasi, quei cori, quell’attaccamento l’avevo già visto tre anni fa: la location era la stessa ma in Piazza Libertà sfilavano gli ultras dell’Uesse Avellino. Si protestava per evitare la ‘morte’ dello stemma storico della locale squadra di calcio, si contestavano i politici rei di non aver alzato un dito di fronte allo scippo del ‘padrone’, di aver abbandonato la provincia e la passione. Erano arrabbiati ed uniti, pronti a difendere a spada tratta chi aveva offeso il loro credo.
    ‘L’Avellino non si tocca’ gridavano in strada. ‘In campo come nella vita’, insegnava Nereo Rocco e forse è questa la teoria che si porta avanti ad Avellino. Questa mattina in piazza non si parlava di calcio ma gli ultras c’erano comunque, il coro succitato ha perso solo una L ed un apostrofo… Viene quasi da pensare che siano loro e solo loro a custodire l’identità di una provincia allo sbando. Ribadisco: una provincia allo sbando e non una città. Mi viene da chiedere quanti, tra i manifestanti di questa mattina, venissero dalla provincia: da Ariano Irpino, da Mirabella, da Sant’Angelo dei Lombardi o magari da Bisaccia. Nelle proteste bisogna unirsi, ci mancherebbe altro, ma la verità è che quella del capoluogo forse non è la motivazione giusta. Vivo in provincia ed Avellino, da tempo, non è più il mio capoluogo. Avellino non è più il mio capoluogo da quando nessun avellinese è sceso in Piazza del Popolo per difendere l’ospedale di Bisaccia, Avellino non è più il mio capoluogo da quando in Piazza Libertà mai nessuno ha protestato contro la chiusura del tribunale di Ariano e Sant’Angelo, Avellino non è più il mio capoluogo da quando crede che nelle zone interne non bisogna metterci una scuola superiore perchè ‘ sono posti difficilmente raggiungibili’. Avellino non è più il mio capoluogo perchè da Via Pescatori non è mai partita una manifestazione per la Irisbus, per l’ex Almec, per la Saira o per l’Fma. Avellino non è più il mio capoluogo perchè non mi rappresenta. Gli ultras, quelli si che mi rappresentano, indossano i miei colori, urlano la mia passione e custodiscono la mia identità. La politica avellinese non lo fa, non posso farmi rappresentare da chi si sveglia sempre troppo tardi. E c’è una cosa che ronza in testa da stamattina: abbiamo rischiato di perdere lo status di provincia ma nessuno ha fatto proteste, allo ‘scippo’ del capoluogo si sono ridestati gli animi. Onore a chi ha organizzato la manifestazione di questa mattina, ha dalla sua il coraggio delle azioni, quello che manca alla classe dirigente. Forse dovremmo rinchiudere nei cassetti le autocelebrazioni e farci insegnare dagli ultras cos’è davvero l’appartenenza, fatto ciò, magari, alla prossima, semmai ci sarà, la provincia scenderà unita in piazza per difendere il proprio capoluogo.

    A_ve

    7 novembre 2012 at 09:09

  3. e ora si svegliano queste pecore!
    basta manifestazioni campanilistiche e comitati per difendere cosa?
    ABOLIZIONE COMPLETA DI TUTTE LE PROVINCIE

    Gianni

    6 novembre 2012 at 15:19


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