STATI GENERALI dell’ALTA IRPINIA
_ di ANGELO VERDEROSA _
Con l’acuirsi della crisi nazionale, emerge la chiara volontà a livello centrale di sopprimere l’esistenza dei piccoli paesi.
Da pochi giorni qui in Alta Irpinia è iniziata una serie di incontri finalizzati a costituire un movimento civico per la difesa del territorio.
No alla chiusura di Tribunali, Ospedali, Fabbriche, Scuole e Ferrovie.
No allo spopolamento, No alla nuova emigrazione, No all’eutanasia dei piccoli paesi.
No al disimpegno e alla latitanza dei rappresentanti politici.
Si ad un nuova coscienza collettiva del territorio, Si a nuove idee, Sì al Parco Rurale dell’Alta Irpinia.
Sindaci, associazioni, istituzioni, studenti, operai, professionisti, agricoltori, artigiani, si riuniscono per la prima volta per iniziare una serie di incontri itineranti nella nostra terra; senza campanili per fondare una nuova comunità; iniziano gli STATI GENERALI dell’ALTA IRPINIA.
La prima assemblea pubblica sarà tenuta LUNEDI’ 19 DICEMBRE 2011, ore 16, a TEORA – sala cine-teatro.
La prossima riunione di coordinamento è prevista per martedì 6 dicembre ore 10 presso la sala riunioni del Tribunale di Sant’Angelo d.L.
Questo Blog collettivo ed i suoi numerosi Autori sono attivamente impegnati negli STATI GENERALI DELL’ALTA IRPINIA.
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un primo articolo di Ottopagine con un’intervista al Procuratore Antonio Guerriero.
cliccare sull’articolo per ingrandire e stampare in pdf 20111202122115358_0001



[…] STAMPA all’8.12.2011 https://piccolipaesi.wordpress.com/2011/12/02/stati-generali-dellalta-irpinia/ https://piccolipaesi.wordpress.com/2011/12/05/potremmo-dire-di-aver-lottato/ […]
Cosa sono gli Stati Generali dell’Alta Irpinia ? « piccoli paesi
12 dicembre 2011 at 16:50
[…] STATI GENERALI dell’ALTA IRPINIA […]
… un momento di svolta « piccoli paesi
9 dicembre 2011 at 18:59
partecipiamo, diamo forza ad uno spirito unitario che oggi costituisce l’unica speranza per contrastare ogni disegno che passa su i cittadini dell’Alta Irpinia, per risolvere problemi di cassa certo non generati qui, ma che qui paiono trovare soluzione, con la chiusura di ospedale e tribunale. Oltre che assicurare servizi essenziali ad un vivere civile, comunque costituiscono occasioni di lavoro e ragione per restare in Alta Irpinia. ed allora, se il problema è solo la antieconomicità della gestione, perchè non elaboriamo proposte per renderli – ove già non lo siano – convenienti economicamente oltre che nessari socialmente.
Approfondiamo anche questi aspetti. Confrontiamoci, con concrete proposte.
raffaele capasso
6 dicembre 2011 at 21:59
Cortesemete lasciamo perdere il passato, la CP e quanto di bello o di brutto ha fatto: appartiene al passato. Oggi A.V. tenta di recuperare e aprire un nuovo discroso su quello che è l’entroterra irpino, le speranza miseramente cadute, le aspettaive di tanti, le illusioni anche di chi da una vita vede naufragare i propri sogni aspettando un domani diverso dal suo o migliore… Invece l’oggi è peggiore dell’ieri. Dobbiamo capire perché, le ragioni di una simile involuzione che sta portando via i nostri giovani, forse ad odiare la propria terra, dobbiamo saperlo questo, sapere qual è il male che attanaglia i territori irpini e quelli del sud in generale, se è solo una quetsione legata a un problema gegrafico e basta, oppure a una cultura e un modo di fare che ci limita. Dobbiamo saperlo, questo. Dobbiamo scoprire il male che ci attanaglia, poi passare alla cura. E il dibattito, l’analisi non può essere che il momento migliore per incontarci e scoprirlo. Senza i fronzoli del passato che non ci hanno condotti da nessuna parte e senza le solite prosopopee e i soliti atteggiamenti spesso disfattisti che alla fine ci hanno fatto trovare con un pugno di mosche in mano, peggio ancora con dell’aria fritta in padella. Mi auguro che l’invito di Angelo venga accolto da tutti e che tutti possano dare il giusto contributo che è il frutto della propria cultura, della propria intelligenza, della propria esperineza e del prorpio impegno.
domenico cambria
5 dicembre 2011 at 15:46
il Corriere dell’Irpinia per gli STATI GENERALI dell’ALTA IRPINIA
http://www.corriereirpinia.it/default.php?id=999&art_id=13624
appuntamento martedì 6 dicembre -ore 10- presso la sala riunioni del Tribunale di Sant’Angelo dei LOmbardi -Procura della Repubblica-
poi il 19 dicembre a TEORA
stampa
4 dicembre 2011 at 17:55
è evidente che i blog cambiano ma gli irpini no… Come dire? Dio ci scanzi e liberi…
Per cui levo subito il disturbo visto che dalla Comunità Provvisoria poco è cambiato, non per l’ ottima volontà ma per le tendenze dei suoi abitanti. Vi concedo la possibilità che Dio vi scanzi e liberi di me… per cui grazie per l’ospitalità su questo favoloso blog. Apprezzo sempre l’ umanità e la grande professionalità. Ho sempre il piacere di frequentare te, ma non gli irpini che pensano che non ho nulla da proporre. Le cose che faccio quotidianamente per il mio territorio parlano più di quello che posso scrivere. Mi allontano per non essere contaminato da questo spirito demoniaco che aleggia per gli altipiani del Formicoso.
Antonio Romano quello dei commenti vuoti.
PS: lo dico in milanese al postatore di cui sopra ” Vai a ciap i rat!”
Antonio Romano
2 dicembre 2011 at 18:30
il sottoscritto,ad onor di cronaca, non ha mai fatto parte della CP, sia essa esperienza positiva che negativa.
non penso che non hai nulla da proporre: semplicemente ho costatato che nei tuoi post non ci sono proposte.
non ci conosciamo e quindi non so cosa fai quotidianamente per il tuo territorio. è pur vero che non conosci il sottoscritto.
non è volontà del sottoscritto di allontarti dal blog. sono i tuoi modi per nulla garbati che ti tengono lontano dai principi e dalle regole di questo blog.
francesco cataldo
2 dicembre 2011 at 21:10
per il momento iniziamo da questo grumo di paesi che si ritrovano nella comunità (ex) montana ‘alta irpinia’; si parte dalla chiusura di ospedali e tribunale di sant’angelo, ferrovia ofantina e scuole … problemi seri per un piccolo numero di abitanti disgregato in circa 30 paesi … come amici e come blog ti abbiamo seguito nell’impresa di andare a piedi a roma, camminando per una settimana sotto la pioggia; tradotto per simboli, è più o meno quello che ci aspetta come popolazione di un’Italia minore… sei quindi il benvenuto sia nel blog che nelle riunioni che faremo. No, nessuna autoreferenzialità e chiusura; gruppi di lavori aperti, senza egocentrismi; si partecipa per imparare ad ascoltare, per camminare insomma; non ci sono e non ci possono essere proposte nell’immediato; il metodo è quello di incontrare il prossimo (persone e paesi), capire, poi proporre ma unitariamente. Abbandoniamo quindi anche il modo di rivolgerci al blog identificandolo in qualcuno; il blog ‘piccoli paesi’ è un blog collettivo; aperto.
A_ve
3 dicembre 2011 at 09:18
Il treno si ferma in stazioncine senza capostazione, senza biglietteria. Alcune sono murate, altre distrutte dai vandali. Sempre i banditi? No, la globalizzazione. Sono i rami secchi, potati dai governatori dei flussi. In burocratese si chiamano stazioni impresenziate, astuto eufemismo per mascherare lo smantellamento. La fine dei territori comincia così, col bar e la panetteria che chiude , poi con le stazioni del silenzio. Sento che comincia il viaggio in uno straordinario patrimonio dilapidato. P. Rumiz
Noi ci saremo!!
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pietro mitrione
2 dicembre 2011 at 14:41
ma perchè questa caratterizzazione che individua solo una parte dell’irpinia? Sempre a fare gli stessi errori di Arminio per cui esiste una irpinia buona ed una cattiva? una irpinia e poi un’alta ed altra irpinia? Purtroppo certi limiti culturali pregiudicano non dico il buon esito ma quanto meno la possibilità di una socialità solida? Ricordo ancora le riunioni della Comunità Provvisoria dove venivo accusato di essere di Ariano. Poi ho lasciato quell’esperienza che si alimentava di odii atavici… non alimentiamo vecchi errori.
Il cugino arianese
Antonio Romano
2 dicembre 2011 at 13:27
leggo un secondo commento odierno, della stessa persona, ancora una volta vuoto, proprio di chi predica (bene?!?) ma che non propone tentativo alcuno di tener in vita le sorti di chi ci abita e di chi vorrebbe restarci in questa terra.
se non è un tentativo “vivo” e forse utile quello di creare un movimento civico per la difesa del territorio, non vedo quale altra potrebbe essere la soluzione per opporsi a queste logiche di potere e alle loro relative attuazioni, altamente dannose a ciò e a chi resta!
francesco cataldo
2 dicembre 2011 at 16:14