Posts Tagged ‘poesia’
a la vòire e a faùgne
So’ sbattute a Conze e a Cairane
ma a la vòire e a faùgne ije voglje bbène,
nno’ pe quaccose (ma ve pare niénde?):
tènghe angore cient’anne ind’a sti viénde.
–
dalla poesia “Quanne sponde la luna a lu serrone”
libero adattamento di Antonio Vespucci da una poesia di Fedele Giorgio
“Quanne méne faùgne” – Poesie in dialetto di S.Andrea di Conza (AV) – ed. Tip. Artigianella, 1992 Teramo
PERLE DI RARA INTENSITA’ NEL LIBRO DI MIMI’ CAMBRIA
Ho acquistato e letto il bellissimo e coinvolgente libro di poesie dell’amico Mimì Cambria. Sono veramente lieto di averlo fatto e c olgo l’occasione per congratularmi con l’autore e nel contempo consiglio a tutti di leggere queste righe di vero amore e passione. La più bella??? Mi ha colpito particolarmente “Passi”, un’ analisi bellissima e reale del momdo che viviamo e che vogliamo.
ALFONSO NANNARIELLO presenta ROSSO INVERSO
A CALITRI, Domenica 15 gennaio, alle ore 10:30, nella sala ex ECA (Piazzale Giolitti) sarà presentato il nuovo libro di antropologia narrativa, Rosso inverso (Ed. Librìa), di Alfonso Nannariello. Alla manifestazione, che sarà moderata dal poeta e giornalista Peppino Iuliano, parteciperanno, tra gli altri, il critico letterario Paolo Saggese e l’analista dei problemi sociali Michele Di Maio.
OMAGGIO DI LUCIA MARCHITTO
da un commento di LUCIA MARCHITTO. Dedico al paese della fotografia più sopra riportata (Calitri) un estratto di un mio racconto:
“Ciò che mi accoglie è il vento.
Di questo grigiore non avevo memoria.
Come se gli anni fossero caduti sulla pietra.
Una cataratta calata sulla collina.
E le finestre da sempre occhi vigili sulla valle paiono annacquati come quelli dei vecchi.
Bisogna togliere il velo opaco per trovare la lucentezza della luce e la forza dell’ombra.
Bisogna salire, seguire il percorso della pietra, fino al suo ventre.
Entrare nelle case scavate nel tufo dove le botti sono piene di vino, un vino rosso, corposo, talmente denso che lascia un alone viola nel bicchiere,
nella goccia caduta sulla tovaglia.
Nella grotta la volta è piena di bubboni di pietra incastrati nel tufo, d’estate quando si entra il freddo scivola sulla schiena in un brivido che raffredda i pensieri cosicché puoi sederti sul treppiedi grezzo dove i colpi dell’ascia non sono stati levigati, e stare fermo.
Soltanto stare.
Soltanto sentire il vino.
Soltanto sentire l’odore del tufo.”
In bocca al lupo per il vostro progetto e per il nuovo blog.



