Posts Tagged ‘parco Nazionale del Cilento’
Il temporaneo-contemporaneo di una nuova ospitalità rurale in Cilento e non solo: i wwoofers, clerici vagantes del terzo millennio
Come può un luogo ‘dimenticato’ e ‘marginale’ di uno dei tanti territori rurali italiani tornare ad essere frequentato? Come può una luce riaccendersi dopo anni di buio in una casa e riacquistare una sua ‘centralità’ cognitiva ed emozionale rispetto alle rotte di viaggiatori e passanti? Più che di ‘abbandono’ di un luogo sarebbe meglio parlare di ‘metamorfosi’e se a metamorfosi seguono metamorfosi allora anche ciò può avvenire.
Tanti luoghi rurali sono stati lasciati vuoti dai loro abitanti nei decenni scorsi per correre in città e verso una nozione di progresso veicolata da media e istituzioni e tutto ciò ha prodotto lo spopolamento che ha innescato una metamorfosi nel segno in alcuni casi di una rinaturalizzazione dei luoghi rurali. Questo però ha creato scoraggiamento in quelli che sono rimasti che non hanno saputo (o voluto) più correttamente decodificare le potenzialità dei luoghi.
E così lentamente questi territori sono diventati ancora più marginali. Solo una nuova riconversione dalla città alla ruralità (una nuova metamorfosi antropologica) può invertire la rotta e ciò in alcuni casi sta avvenendo, casi però ancora pionieristici nonostante la crescente attenzione a questi temi che si comincia a registrare nelle città.
La nostra esperienza col progetto Casale Il Sughero – Laboratorio della Città del Quarto Paesaggio è un piccolo esempio di riconversione produttiva e di riposizionamento esistenziale in questi anni di profondi cambiamenti, anche attraverso l’ospitalità rurale wwoof. Vediamo insieme di cosa si tratta. Leggi il seguito di questo post »
Turismo e ‘anti-turismo’: inflazioni linguistiche e pratiche devianti
Con questo post inizia la collaborazione a ‘Piccoli Paesi’ di AMEDEO TREZZA / Casale Il Sughero, Cilento.

Ai nostri giorni che vanno di moda termini come ‘sostenibilità’, ‘ecologico’, ‘responsabile’, ‘naturale’, ‘biodiversità’, ‘eco-compatibili
Molto spesso però abbiamo a che fare con l’ennesima moda linguistica che cela strategie di marketing dove nel migliore dei casi abbiamo un alberghetto di campagna con un po’ di terreno anziché affacciarci su di una strada statale.tà’, ‘biologico’, nel campo del turismo si parla di conseguenza sempre più spesso di ‘agriturismo’ anziché di hotel, di turismo ‘sostenibile e responsabile’, di turismo ‘ecosostenibile’, di viaggio ecologico, di ‘agri-campeggio’ anziché di campeggio, di ‘villaggio rurale’ anziché di residence, di ‘residenza rurale’ anziché di villa. Anche il Cilento ne è pieno…
Infatti tante strutture ricettive cosiddette ‘agri-turistiche’ che seguono questa tendenza non fanno altro che aggiungere qualche animale o qualche orticello negli spazi comuni, dove però continuano a trovare posto piscine, aria condizionata e tutti i confort della civiltà industriale. Ma nei fatti non sono altro che ciò che sono sempre state, luoghi di svago e di vacatio per turisti frettolosi e disattenti che ancora una volta – e oggi nella declinazione del verde e della natura – vogliono svagarsi prima di ritornare in città. Leggi il seguito di questo post »

