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Ospitalità rurale in Cilento e non solo
di Amedeo Trezza (Casale Il Sughero)
L’ospitalità rurale è:
il contrario di agri-turismo, ovvero è abitare un territorio agricolo naturale spesso spopolato rispettandolo e traendo da esso sostentamento primario, partecipare attivamente alla sua vita, alle sue dinamiche, alla sua salvaguardia, viverlo nella dimensione della quotidianità e aprire la dimora della propria famiglia al viaggiatore consapevole e attento, accoglierlo e renderlo partecipe della possibilità di una nuova forma di urbanità.
L’ospitalità rurale non è:
l’agri-turismo, ovvero non è dislocare in un posto tranquillo una struttura ricettiva, declinare al modo naturale la vacanza conservando i confort, i costumi e i parametri concettuali di sempre, consumando ancora una volta, magari in maniera più sottile, un territorio rurale, snaturandolo.
Purtroppo assistiamo da alcuni anni a questa parte ad una continua e preoccupante inflazione linguistica in tema di sostenibilità ed ecologia nel settore turistico-ricettivo (leggi ad es. il precedente articolo del nostro blog: Turismo e anti-turismo: inflazioni linguistiche e pratiche devianti) che ci porta a imbatterci sempre più in finti agriturismi e residenze rurali, improbabili agri-campeggi e villaggi rurali che nascondono purtroppo solo strutture di vecchia concezione malcelatamente riconvertite in maniera più o meno posticcia per stare al passo con le mode del momento ma conservando sostanzialmente la loro impronta commerciale di basso profilo.Per ridare dignità e ricominciare ad interpretare di nuovo i luoghi sublimi del paesaggio rurale italiano in maniera filologicamente onesta ma allo stesso tempo contemporanea c’è bisogno di rileggere il loro potenziale in modo tale da riconvertirli da luoghi dell’apparire a luoghi dell’abitare, da luoghi di vacanza (dal latino vacatio) a luoghi della presenza, da luoghi del fine settimana a luoghi della quotidianità. Leggi il seguito di questo post »
Turismo e ‘anti-turismo’: inflazioni linguistiche e pratiche devianti
Con questo post inizia la collaborazione a ‘Piccoli Paesi’ di AMEDEO TREZZA / Casale Il Sughero, Cilento.

Ai nostri giorni che vanno di moda termini come ‘sostenibilità’, ‘ecologico’, ‘responsabile’, ‘naturale’, ‘biodiversità’, ‘eco-compatibili
Molto spesso però abbiamo a che fare con l’ennesima moda linguistica che cela strategie di marketing dove nel migliore dei casi abbiamo un alberghetto di campagna con un po’ di terreno anziché affacciarci su di una strada statale.tà’, ‘biologico’, nel campo del turismo si parla di conseguenza sempre più spesso di ‘agriturismo’ anziché di hotel, di turismo ‘sostenibile e responsabile’, di turismo ‘ecosostenibile’, di viaggio ecologico, di ‘agri-campeggio’ anziché di campeggio, di ‘villaggio rurale’ anziché di residence, di ‘residenza rurale’ anziché di villa. Anche il Cilento ne è pieno…
Infatti tante strutture ricettive cosiddette ‘agri-turistiche’ che seguono questa tendenza non fanno altro che aggiungere qualche animale o qualche orticello negli spazi comuni, dove però continuano a trovare posto piscine, aria condizionata e tutti i confort della civiltà industriale. Ma nei fatti non sono altro che ciò che sono sempre state, luoghi di svago e di vacatio per turisti frettolosi e disattenti che ancora una volta – e oggi nella declinazione del verde e della natura – vogliono svagarsi prima di ritornare in città. Leggi il seguito di questo post »
