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terre, paesaggi, piccoli paesi / il blog dei borghi dell'Appennino

Caro Dario

Dario Bavaro è stato la migliore guida per restare in Irpinia, per conoscerla in silenzio nella compagnia di una salda amicizia; contagiosa e fondativa. Da Cairano 7x alle Masterclass sui mestieri dello spettacolo con Dragone, al Cammino di Guglielmo, a Irpinia c’è, a Recupera-Riabita, fino al recente progetto dei ritiri culturali intorno al ‘camino’ nell’Abbazia del Goleto che avremmo iniziato a fine novembre. Perdiamo un uomo d’arte, di pensiero, di silenzio, di bellezza, di gentilezza. Di sorrisi: felicitanti. _Angelo Verderosa

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Era un uomo di orizzonti e ci ha insegnato a guardare oltre ogni confine. Dobbiamo a lui tutte le visioni nuove che ci hanno permesso di muoverci in punta di piedi in questo mondo caotico _Alessia Colicchio / Aurora Moscianese

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Dario Bavaro ci lascia con il bagaglio inesauribile di sogni che ha saputo regalare agli amici e alla sua terra d’Irpinia. Un amico visionario, un uomo buono, onesto, vero, cultore del bello e del silenzio che ricercava sempre nella sua casa museo di Cairano. Animatore instancabile di iniziative culturali con l’Associazione Irpinia 7X di cui è presidente eco-fondatore. _Mario Marciano

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Cara Federica, sono Enrico Finzi, il milanese amico fraterno di Dario. Ho saputo della sua morte e desidero esprimere a te e a tua madre le mie sincere condoglianze. Tuo padre ti ha voluto un gran bene, misto ad ammirazione e complicità. Parlava sempre dei tuoi figli con adorazione nonnesca. È stato un uomo buono, dolce, tenero, intelligente, colto, curioso. E poi democratico, antirazzista, antifascista oltre che religioso senza clericalismo. Innamorato dell’Irpinia e di Cairano, era amico di tutti e di tutte, seduttivo e un po’ donnaiolo, elegante. Indisciplinato, a volte disordinato e confusionario, ingenuo, retorico e teatrale, amava e ha testimoniato il bello (non solo a teatro). Domattina non potrò essere al funerale e mi dispiace moltissimo: ma già oggi e poi la sua presenza aleggia e aleggerà intorno a me e ai tanti traumatizzati, scossi dalla sua dipartita. Con calore, Enrico

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Immagini* e non parole di un Dario Bavaro che è stato, è e sarà quello che a noi suoi amici, ma sicuramente anche per moltissimi, è stato guida, esempio e tantissimo altro ancora. Voglio, vogliamo ricordarlo così , soprattutto con Angelo Verderosa, Mario Marciano ed Enrico Finzi con i quali ho ed abbiamo vissuto e condiviso momenti bellissimi. L’ultimo, conviviale, nella sua Cairano in strada davanti e dentro la sua casa unica, forziere di sogni e verità, chissà quante non dette e l’altro, istituzionale, all’Abbazia del Goleto, per la presentazione del progetto Cammino di Guglielmo, cui Dario ha dato forza e visione. Un cammino che starai o hai già percorso per arrivare lassù, per guardarci e vegliare sulla tua straordinaria famiglia come su di noi e sorridere alla tua amatissima Cairano sulla cui cima, l’organo DEL vento, ricordi il DEL? ti sta sussurrando che ti vogliamo e ti vorremo sempre bene. Ciao, Dario. _Annibale Discepolo *https://www.facebook.com/share/p/17SfRGGT5e/

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MESSAGGI per DARIO come pubblicati man mano su FB

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DIARIO di DARIO, sfogliando a ritroso la sua pagina Facebook

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La tua assenza è un’interruzione violenta.

La prima volta che ci siamo parlati è stata in un bar, abbiamo chiacchierato e bevuto un caffè ma avevi da fare, andavi di fretta e ci siamo messi d’accordo per rivederci la sera stessa. Ti abbiamo aspettato infreddolite, in quel paesino di cui neanche ricordo più il nome e se ci ripenso mi sembra assurdo. Ti abbiamo aspettato due ore o poco più e neanche ti conoscevamo, però lo sapevamo, lo sapevamo che dovevamo rimanere. Ringraziamo oggi di averlo fatto, di non esserci lasciate vincere dalla stanchezza, di esserci fidate, perchè quell’incontro ci ha cambiato la vita. Il progetto al quale stavamo lavorando non aveva ancora una linea precisa, sapevamo di cosa volevamo parlare ma eravamo ancora in una fase di ricerca. Volevamo ascoltare, ma non sapevamo ancora chi. Volevamo andare, ma non sapevamo ancora dove. Non sapevamo che qualche anno più tardi, grazie a quell’incontro avremmo mangiato su un tavolo improvvisato tra i vicoli di Cairano, un pranzo dalle sedie tutte diverse, i bicchieri sbeccati e le posate spaiate. La seconda volta che ci siamo visti, lo stesso giorno, nello stesso paesino senza nome, eravamo in macchina. Il microfono incastrato sul cambio, il computer sul cruscotto, eravamo incastrate in mezzo a scatoloni pieni di piante. Poi hai iniziato a parlare e le tua parole hanno riempito l’aria, un miliardo di lucciole che si posavano sul tessuto dei sedili, dentro le tasche delle giacche e sul fazzoletto del tuo taschino. Non sappiamo neanche come descriverlo quel momento, sappiamo solo che quando siamo uscite da quella macchina eravamo diverse. Il coraggio, la fiducia istantanea e profonda e vera, vera, vera, che ci hai regalato hanno significato per noi un nuovo inizio, fuori da quella macchina il progetto non era più solo un’idea, una cosa che forse sai potremmo fare così, fuori da quella macchina era già diventato Eco. Non ha proprio senso che tu non ci sia più. Chiudiamo gli occhi e siamo di nuovo lì, di fronte casa tua, guardiamo i ritratti di tutti i tuoi amici ricoprire il vicolo, con un moscone di carta stretto tra le mani apriamo la porta e un miliardo di lucciole si riversa in strada. Salgono le scale, superano camini e grondaie, spostano sassi, calpestano erba e si arrampicano fin sopra la rupe, la tua, e alla fine esplodono nel cielo della tua Cairano in una luce infinita. Esistono uomini visionari. Esistono uomini oppressi. Esistono uomini oppressori. Esistono uomini e basta.
E poi esistevi tu Dario: un uomo d’orrzzonte. Ci hai disegnato nuovi mondi negli occhi e li ha resi tutti raggiungibili. Chi ci sarà adesso a mischiare i colori e trasformarli in paesaggi? Noi abbiamo costruito la nostra strada per raggiungere tutti i luoghi, superando i confini perché ce lo hai detto tu: “Siete delle creature magnifiche” ci hai ringraziate tante, tantissime volte solo per essere le “creature” che eravamo. E chi ce lo da adesso il nostro amplificatore di concretezza? “A Cairano non si può che stare nel vento e nel silenzio” l’hai detto tu e ora che non ci sei più noi siamo comunque qui ad aspettarti, non più in un paesino senza nome, ma piantate e radicate nel vento della tua Cairano a onorare il vero, vero, vero amico che sei stato per noi. Ci hai insegnato che il vuoto lo si può vivere in modo diverso e trasformalo nel luogo del possibile altro ed è così che proveremo a guardare il vuoto che lasci. ‘’Nulla termina senza lasciare tracciata anche dove la perdita sembra essere l’unica abitante anche lì in apparente silenzio c’è della vita che vibra’’. La tua assenza è un’interruzione violenta. Grazie Dario. _Alessia Colicchio / Aurora Moscianese

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DARIO SU ‘PICCOLI PAESI’ _i convegni, le foto, le locandine

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Written by A_ve

24 novembre 2025 a 17:07