la superficie del silenzio / FRAMMENTI email (4)
Caro K*, nonostante il mezzo la conversazione cammina, frequenta altri luoghi ed anche senza gli occhi, non si percepisce nessuna increspatura sulla superficie del silenzio.
—-Messaggio originale—- R: serata spendida ieri sera a G**, voce capacissima a contenere ogni strumento / voce elicoidale / tridimensionale. A tratti l’ho vista salire sulla sua stessa voce divenuta solida, scultorea. Figura dominante, strabordante, carismatica, maschia. Non riuscivo però a non pensarla nel silenzio del cerchio di pietra su al Goleto o ancora più su, sulla rupe, nell’incanto della notte, voce possente e ferro da stiro, rischiarare la valle.
Caro N*, hai descritto in modo splendito la voce di D** / al goleto e sulla rupe e nei luoghi dell’anima la voce di ** / costruttrice di ponti. quando si è nella bellezza tutti i visionari accettano l’invito, fare per il piacere di costruire spazi per gli occhi e le mani
viva n*
B: quella voce mi prendeva portandomi come vertigine su una specie di elica, ecco … un sincopato ottovolante. L* al mio fianco mi ha poi detto che mi tenevo forte con le mani alla sedia. penso che tu sappia in fondo qual’è la strada delle beatitudini.
Caro K*, in una descrizione magnifica all’improvviso, il ferro da stiro, rende ancora più densa di senso la narrazione. solo chi accetta l’invito può aggiungere colori alle parole / il ferro da stiro è una miniera d’amore. innalziamo un inno al ferro da stiro e chi sà canta la gioia / viva n*
R: Caro maestro, stirare nella torre scenica di G* è pensare ad una madre, lontana, le pieghe bisognose di caldo, tornare a casa; cantare soli è un po morire. la notte sulla rupe avrebbe riempito la sua anima, la distanza ripiegata, non dobbiamo avere remore nel proporre guarigioni. come anticipatoti sono in partenza ti scriverò al mio ritorno