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Montella- Segnalazione dal Prof. Antonio Panzone

Segnalazione dal Prof. Antonio Panzone
MONTELLA- IL FIUME CALORE al PONTE DELLA LAVANDAIA – – – Lo scorso 3 dicembre 2011 il Comitato Tutela Fiume Calore con autorità e associazioni varie fecero un sopralluogo al Ponte della lavandaia. Come si vede dalla foto non c’era nemmeno una goccia d’acqua … Lo stesso fiume nello stesso luogo venne fotografato da G.Basile dopo due soli giorni, la mattina del 05/12/2011 e appare come si vede nella seconda foto. Strano o no? Quale ente acquedottistico (che preleva l’acqua a monte) apre e chiude i rubinetti come meglio gli aggrada ? Lo sanno che il fiume per sopravvivere ha bisogno di acqua corrente ?

Il Ponte della lavandaia e il S. Salvatore: un possibile angolo dell’Unesco o un immondezzaio?

Una gola, in fondo alla quale in tempi migliori c’era una cascata di tante trote, dove oggi un’acqua priva di ossigeno ospita ancora residui boccheggianti di questi pesci pregiati, prodotto peculiare per i Montellesi, importante quanto la castagna. . . un angolo fascinoso del territorio , storicamente importante per il suo ponte romano, socialmente prezioso perché a ridoss o del ponte vi è una galleria che nel passato conteneva pare due ruote di pietra di un mulino e che, per conseguenza, concentrava in uno spazio di poche centinaia di mq pescatori, lavandaie, bagnanti e tanta gente semplice che veniva a trovare ristoro dall’acqua che era vita. . . Una immagine del territorio, questa del Ponte della lavandaia, diceva più di qualcuno, è attaccata sulle pareti dell’abitazione di tutti gli emigranti montellesi nel mondo. . . Oggi il luogo, da cui si evince una suggestività antica, alla stregua di un’attrice bellissima che un tempo calcava tanti palcoscenici importanti, oggi la rivedi anziana, ma con impressa i vecchi segni della sua maestosità e bellezza. Così appare agli occhi del visitatore odierno: spolpato come un agnello inerme nelle sue membra, dove il letto e ogni anfratto si ripropone attraverso le sue alterne vicissitudini del tempo e della storia, toccata forse dagli alterni movimenti morfologici, ma non per questo alterato ; invece, chi ne ha tormentato l’equilibrio è stata più cattiva sicuramente la mano dell’uomo, vorace, prepotente; ne ha mortificato l’aspetto con fognature che scaricano in un fiume senz’acqua, ne ha deturpato l’immagine,; un angolo, dove lembi di foglie nascondono ancora la tana di qualche lupo o delle volpi, dove tra i pochi , semplice, ma grande per quello che racconta è un ranger, un guardia caccia, pesca, che racconta che conosce palmo per palmo boschi e monti intorno, dove sarebbe capace di camminare ad occhi chiusi perché conosce ogni sentiero, e ogni angolo dei boschi , tra i quali maestoso si eleva il S. Salvatore con la sua Chiesa che ha dato il nome. In altri posti non ce l’hanno questi angoli e se l’inventano; da noi li trascuriamo non si capisce perché, forse perché nessuno ci ha insegnato che la terra natìa è sacra, va rispettata e tenuta da conto, come la cosa più cara; non è un posto dove andare a sversare i rifiuti, ruote di auto, e quant’altro vomita la nostra scellerata civiltà. Forse dovremmo imparare a rispettare di più la nostra terra, sforzandoci anche noi, come hanno fatto i nostri progenitori, di preservarla intatta perché intatta la dovremo consegnare ai nostri figli.

Comitato Tutela Fiume Calore – prof Antonio Panzone – Auguri di Buone Feste ai Piccoli Paesi dell’Irpinia

Written by A_ve

23 dicembre 2011 a 09:10