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2015 Tesoro Italia : il patrimonio negato

Ecco l’istanza del Club di Territorio ‘Paesi d’Irpinia’ per iscrivere la Ferrovia irpina nel registro nazionale del Touring Club Italiano, 2015 TESORO ITALIA, il Patrimonio negato.

Written by A_ve

12 gennaio 2015 a 09:26

2 Risposte

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  1. Per rimettere in funzione la ferrovia Avellino-Rocchetta Sant’Antonio (o qualsiasi altro tratto ferroviario che e’ stato eliminato) servono fondi sicuri e continui perche’ la ferrovia dovra’ essere sicura, avere orari regolari e convenienti, vagoni puliti e comodi, e personale sia sui treni che alle stazioni. E dovra’ avere una clientela stabile, continua e sufficiente a farla funzionare, altrimenti non pota’ rimanere attiva.

    Secondo me, per cercare di rimettere questa ferrovia in funzione, e’ necessario sapere con una certa certezza, quanti e quali sono i clienti e da quale stazioni. Allora propongo per rpima cosa di fare una inchiesta per stabilire chi sono e cosa vogliono i clienti. Questa inchiesta dovrebbe stabilire almeno:
    1. Quante persone userebbero la ferrovia invece della propria macchina.
    2. Quante volte a settimana la userebbero.
    3. Le loro stazioni di partenza e di arrivo.
    4. Il costo del biglietto che sarebbero disposti a pagare.
    5. Distanza delle stazioni dal paese di partenza ed a quello di arrivo e relativi servizi di trasporto pubblici, se esistono.

    Se poi lo scopo e’ di usare la ferrovia come “parco tematico”, come descritto nell’articolo, sara’ necessario sapere lo stesso chi e’ disposto ad usarla, quante volte, quanto costerebbe, chi la gestirebbe e chi provvederebbe i fondi.

    Una volta ottenute queste informazioni, allora forse si potrebbe pensare a come rimettere in funzione la ferrovia.
    Da studente ho usato questa ferrovia molte volte perche’ per me era l’unico modo per viaggiare. Allora funzionava benissimo: se partivo da Cairano alle sette del mattino arrivavo alla stazione Termini di Roma alle 13. Ma allora le Littorine erano sempre piene, spesso bisognava stare in piedi fino a Napoli. Ora non e’ piu’ cosi’ purtroppo (o fortunatamente?).
    Cari saluti a tutti i lettori.
    Raffaele

    Raffaele

    16 gennaio 2015 at 00:55

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