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Recupera / Riabita _ il Ciclonauta

20140622_104109Claudio Ferraro
IL CICLONAUTA
claudioferraro17

Cicloescursione del 21 e 22 giugno 2014-Cairano 7x-Recupera/Riabilita. Non parlerò dell’edificio più bello, il più importante, quello conservato con più cura o con il maggior valore archeologico. Penso solo al paesaggio che per due giorni mi ha conquistato. Cicloturismo per celebrare il paesaggio sempre con debito di riconoscenza ai manutentori, i contadini, che con la loro maestria e saggezza ci mostrano l’ identità che caratterizza l’ Irpinia: edifici isolati di piccole dimensioni, le siepi, le cappelle, le fontane, le torri, i castelli, i borghi e le chiese rupestri tutti costruiti in pietra. Attraversare il territorio per l’osservazione utilizzando la bicicletta quale mezzo di locomozione, ecologico e salutare. Osservare, guardare con occhio più attento, sia i panorami, sia i micro ambienti. Questo territorio dell’Irpinia fa parte del Parco regionale dei Monti Picentini e del Parco letterario Francesco De Sanctis: in esso si materializzano tutte quelle qualità tipiche dell’entroterra. Distesi territori dove domina un paesaggio di dolci crinali, coltivati a cereali, pettinati dal vento e, dove, nelle verdi colline pascolano mucche podoliche che annunciano la loro presenza con il suono dei loro campanacci. Diverso l’ambiente nei pressi del lago di Conza caratterizzato da flora e fauna tipica delle zone umide. Bello il contrasto che creano il colore dell’acqua ed il verde brillante della macchia con le colline che lo circondano. Come tutte le terre di mezzo, la direttrice Ovest Est è un museo ricco di testimonianze architettoniche di epoche diverse e bellezze naturalistiche. Primo giorno. Dopo pochi chilometri lascio definitivamente il comune di Lioni in sella alla mia bici ed inizio ad inerpicarmi su per le dolci colline dell’ Irpinia d’oriente. Nel percorrere i dolci tornanti che dividono i campi, i borghi arroccati si mostrano, dominando i crinali e, fra tutti, svetta Cairano con la sua “rupe” che mi nasconde l’ omonimo borgo, annunciato dal campanile. L’ agitazione interiore provocata dal desiderio o dall’ incertezza di raggiungere la meta subito svanisce. Ogni cosa mi rapisce, mi prende, mi rallenta per scattare una foto, ma, mi prepara per un giorno di quiete assoluta. Da ciclista divento fotografo e non bastano gli scatti per immortalare il bel-vedere, i fiori, un’ albero solitario, le farfalle che si mostrano con fantasiosi colori, diversi insetti in fila ed indaffarati che mi sembrano troppo veloci, fontane che mi dissetano e mi offrono la possibilità di ristorarmi. Arrivo a Cairano e faccio visita a Giuseppe Frieri padre dell’ Orto Comunitario che mi informa sulle condizioni degli ortaggi che ho contribuito ad impiantare. Faccio visita all’Orto Comunitario in compagnia di Antonio Zarra, maestro dell’orto, per partecipare al diserbo, mentre apprendo tecniche di pratica competenza e mi godo il raccontare a ritmi lenti dei compagni. Partecipo all’ aria di festa di piazza del borgo e subito mi faccio coinvolgere. Tutto semplice, bello e spontaneo. Dopo che le luci della festa si spengono, in questa calda giornata d’inizio estate, saliamo una stretta e ripida stradina che ci porta sulla rupe illuminata dalla luce della luna per goderci una veduta notturna del paesaggio, ma, ecco all’improvviso, nel buio e più a valle si presenta uno spettacolo quasi dimenticato: lucciole a sciami che illuminano il paesaggio di una luce dorata. Secondo giorno. Svegliato dal rintocco dell’ orologio mi godo il borgo ed il suo stato durevole di quiete e di serenità, animata dai tradizionali preparativi, quasi una gara, per la processione del Corpus Domini, che fa diventare il borgo un museo a cielo aperto delle migliori coperte di seta e pizzo. Dopo una facile pedalata raggiungo il parco archeologico di Compsa, bellissima testimonianza di sovrapposizione di diverse civiltà: Irpina, Sannita, Romana e recente. A valle si mostra l’ Oasi WWF del lago di Conza di cui raggiungo la riva crocevia di uccelli migratori ed animali stanziali che si fermano per bere un pò di acqua dolce. Dopo ca 14 KM la bicicletta è poggiata alle mura di pietra dell’ abbazia del Goleto, luogo spirituale dove si congiunge cielo, terra ed i segni dell’epoca Federiciana. Mura che nascondono, dietro la loro storia, chiostro, campanile, chiesa e i segni della spiritualità opera del monaco costruttore Guglielmo da Vercelli.

Ciclonauta / Viandante&Gastronomo.

Il ciclonauta è una figura culturale itinerante.

Il ciclonauta vuole mettere in relazione la civiltà contadina e la società urbana. Grazie all’utilizzo della bicicletta ha l’ ambizione di costruire la civiltà lenta delle tradizioni. I soggetti raccontati e contaminati saranno i contadini e i cittadini. Il contadino sarà visto da vicino e da lontano.
-il contadino da vicino: visite al contadino perché ci racconti i segreti del mestiere, i prodotti tipici frutto del suo lavoro e partecipando ai lavori della terra;
-il contadino da lontano: il contadino manutentore; considerato come figura che cura il paesaggio. Apprezzare il suo lavoro della terra, aratura, i filari di viti e campi di frumento grazie ad cicloescursioni e soste enogastronomiche.
Il ciclonauta farà visite urbane presso associazioni, ristoranti e famiglie per portare i prodotti tipici stagionali e farli apprezzare trasformandoli con ricette tipiche della tradizione.
Le città si colorano sempre di più di verde grazie alla presenza di orti urbani o comunitari che è un modo per mostrare il disagio alla forma di sviluppo ed il piacere di sporcarsi con la terra a ritmi lenti e condivisi. Questo dato di fatto ci deve spingere a salvaguardare e rispettare il nostro patrimonio ambientale.

Written by A_ve

29 giugno 2014 a 19:06

Pubblicato su Varie

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