Recupera / Riabita _ intervento di Enzo Cassano
Enzo Cassano
Architetto
Viaggio contromano
Nella società del consumo e del mercato, degli egoismi, dell’esibizione, dell’ostentazione e dell’apparenza, la timidezza e l’introversione non trovano posto. Se gli sforzi dell’individuo in questo mondo contemporaneo sono volti alla fortificazione dell’io per l’affermazione di se stessi, la considerazione e il rispetto del prossimo, del diverso diventano privi di ogni significato. Oggi ogni azione deve essere mirata, urlata, esibita a qualunque costo, e la ricerca di novità, intese come distanza dall’esperienza, sostituisce ogni tentativo di stabilire un rapporto con la continuità del passato. Grandi salti, drastici strappi ed azioni urlate rappresentano l’unica strada da intraprendere, dove più che la meta da raggiungere conta la modalità, la maniera di affrontare le cose.
Esiste poi un avanzare appunto timido, introverso, lento nell’approcciare il mondo, per assaporarlo, percepirlo, che ci consente di essere delicati, sensibili, recettivi di un contesto dove la vita si consuma in tutta la sua peculiarità. Un modo diverso di scrutare le cose, dove la parole sono sussurrate affinché i pensieri possano inseminare e contaminare costruttivamente le nostre azioni.
Mettere piede a Paternopoli, in una terra che rappresenta parte delle mie origini, ha significato ampliare le mie facoltà cognitive. Ho avuto la fortuna di rilevare un vecchio casale, tra i pochi sopravvissuti alla selvaggia “distruzione” della ricostruzione post-sisma, che mi regala dalle sue terre un’uva con cui produco un vino biologico che trovo impareggiabile. Non vado di fretta: impiego tre anni prima di assaggiarlo, e con tutta calma aspetto che le fasi naturali si concludano perché lo si possa ritenere pronto. Qui, dove non uso prodotti chimici perché rispetto i cicli biologici della terra, senza accelerarne i tempi e la forza, riesco a realizzare anche un olio dal sapore unico. Questa terra, di cui ho rispetto fino al punto di evitare anche di ararla per non perderne nemmeno un po’, mi ha consentito di riscoprire una manualità del lavoro, svolto per puro divertimento, che mi fa condividere coi miei figli momenti intensi difficili da ritrovare nella vita di città.
Il mio lavoro, di architetto libero professionista, trova fondamento nella creatività. Questo viaggio all’inverso, dalla città verso la campagna, nella profonda provincia, rappresenta per me l’occasione per alimentare la mia dimensione del pensiero. Questa terra, a Paternopoli, mi parla, mi induce alla riflessione, e da essa nascono pensieri costruttivi che traduco nella mia vita, lavorativa e non. In parole povere, è la possibilità di svolgere un lavoro su me stesso. Di questa mia esperienza, di questo viaggio contromano penso di poter raccontare altro ancora, a bassa voce ed in punta di piedi. Nel frattempo vi anticipo qualche immagine.
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Fla Patria è dove si sta bene | piccoli paesi
1 luglio 2014 at 11:23