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Oltre la crisi – Una chiacchierata tra Carlo Petrini e Serge Latouche

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… ci sono i segnali del cambiamento, impariamo a riconoscerli e a sostenerli: associazioni, gruppi d’acquisto, giovani consapevoli… tutto è già ricominciato con un milione di piccole rivoluzioni tranquille …

Oltre la crisi – Una chiacchierata tra Carlo Petrini e Serge Latouche | Slow Food – Buono, Pulito e Giusto

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Written by A_ve

25 marzo 2014 a 18:35

2 Risposte

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  1. LE CAGATE DI CARLIN PEDRIN: il nostro caro comunistone di Bra ( che veste in loden e fa pagare l’accademia un sacco di denari, manco fosse la Bocconi di Milano) dimentica una cosa. Gli agricoltori italiani non sono più tali perchè negli anni 50 il contadino era un terrone e doveva andare al nord necessariamente per accrescere le file di quell’esercito industriale di riserva di marxiana memoria che doveva favorire l’industrializzazione anche del suo Piemonte. Adesso che quel modello industriale è venuto meno ( la FIAT e tutto il comparto meccanico) per incapacità della borghesia del nord Italia rispetto ad altre borghesie occidentali, dovremmo tornare tutti a fare gli agricoltori in questo mondo arcadico che non esiste se non nella mente di falliti che si vogliono riciclare come guru della riscoperta del piccolo mondo antico agricolo. Ma decresci tu Carlin Pedrin e non ci rompere le palle con i tuoi sermoni? Mio zio emigrò al nord nel lontano 1947. Un giorno gli chiesi perchè se ne fosse andato. Mi rispose che la terra era bassa e che non si poteva lavorare dall’alba al tramonto per potersi comprare soltanto un pantalone ed una camicia dopo settimane di lavoro. Un problema di bassi salari e di bassa produttività del lavoro direbbero gli economisti neoclassici. L’agricoltura povera ha favorito la rivoluzione industriale, altrimenti se si stava bene a fare i contadini perchè l’umanità ha dovuto e voluto evolversi in senso industriale? Pedrin non è per la decrescita e neanche per il pauperismo, se non per la decrescita ed il pauperismo degli altri. Ma, come dice Paolo Pietrangeli in Contessa, anche l’operaio ( ed aggiungo io il contadino…) vuole il figlio dottore. Vuole che il figlio trovi posti di lavoro e condizioni di lavoro migliori. Cosa può offrirlo se non un’economia non dico in crescita, ma quanto meno dinamica? Se vuole, sulla differenza fra crescita e dinamismo, vada a rileggersi Lezioni di Teoria della Produzione di Luigi Ludovico Pasinetti, che ha insegnato alla cattedra di John Maynard Keynes. I borghesi, dopo essersi rotti di esserlo, vogliono dire a noi poveri proletari o piccolo borghesi di ritornare a zappare la terra. Ma vacci tu, MONA! La politica non governa più i processi economici e sociali? Ma cosa è stata la globalizzazione se non un tentativo ( giusto o sbagliato non importa) di risolvere i problemi che la politica creava? Cosa è stata la rivoluzione monetarista se non una reazione all’inefficienza delle politiche keynesiane? Carlin Pedrin fai slowfood e non fare il predicatore o l’economista, come quella volta da Peppe Zullo. Noi a te preferiamo Oscar Farinetti, uno che fa business anche con i contadini, ma senza l’ipocrisia e la spocchia del comunistone del mio sinistro coglione ( giusto per la rima…)
    Antonio Romano Ariano Irpino

    Antonio Romano

    25 marzo 2014 at 20:33

  2. LE CAGATE DI CARLIN PEDRIN: il nostro caro comunistone di Bra ( che veste in loden e fa pagare l’accademia un sacco di denari, manco fosse la Bocconi di Milano) dimentica una cosa. Gli agricoltori non sono più ta

    Antonio Romano

    25 marzo 2014 at 20:18


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