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Un Patto per la Giustizia in Alta Irpinia _

documento approvato alla 2^ Assemblea degli Stati Generali dell’Alta Irpinia, Montella 20 gennaio 2012.

Alta Irpinia - paesaggio - foto a. verderosa

Un Patto per la Giustizia in Alta Irpinia.

Il Patto per la Giustizia tra i rappresentati dei Comuni dell’ Alta Irpinia e gli operatori della giustizia del Circondario di Sant’Angelo dei Lombardi rappresenta  il primo tra i settori  che si intendono affrontare per trovare valide soluzioni.

Gli Stati Generali Alta Irpinia  elaboreranno successivamente indicazioni su altri importanti segmenti della società come la sanità, l’ occupazione, l’ ambiente e i trasporti.

Il senso dell’iniziativa è quello di evitare inutili polemiche preferendo, piuttosto, formulare  proposte strategicamente collegate tra loro, nell’ambito di un complessivo progetto teso alla valorizzazione ed allo sviluppo dell’intera provincia di Avellino.

Il Presidente della Repubblica, in occasione della VII Conferenza Nazionale dell’Avvocatura, ha affermato ” la modernizzazione del ‘sistema giustizia’ costituisce obbiettivo indifferibile imposto sia dall’esigenza di assicurare al cittadino procedure giudiziarie di ‘ragionevole durata’ sia per le gravi conseguenze che le odierne inefficenze comportano per la competitività del Paese “.

Si ritiene, quindi, una giustizia efficiente e vicina al cittadino come un’ insostituibile risorsa  per lo sviluppo del territorio.

Ed anche Il Presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, lanciando un “Patto per la Giustizia di prossimità” contro la chiusura di oltre 50 tribunali, ha rappresentato che “questo tipo di riforme si fanno dialogando con chi opera sul territorio e non possono essere calate dall’alto”  ed ha sostenuto  ” la necessita di garantire il mantenimento di presidi di legalità e sicurezza soprattutto in zone a rischio come in alcune realtà del Sud Italia, ed al tempo stesso l’efficienza del servizio e l’eliminazione degli sprechi”.

E’ quanto si intende realizzare in Alta Irpinia attraverso  un “Patto per la Giustizia con i Comuni ed i Cittadini ” per porre questi ultimi al centro del “Servizio Giustizia”.

Il contenuto di questo patto verrà  meglio descritto sabato 4 febbraio ore 9,30 presso il Palazzo di Giustizia di Sant’Angelo  dei Lombardi attraverso un serrato confronto con  avvocati, magistrati, operatori del settore, giornalisti ma anche con l’intero mondo politico e con tutte le sue realtà territoriali, tra cui i sindaci, le amministrazioni comunali,  le organizzazioni del volontariato e dell’associazionismo anche religioso, la scuola e tutta la popolazione irpina.

Il Patto nasce dalla richiesta  delle popolazioni  “assetate di giustizia”: infatti, ingiustificatamente vengono eliminati molti dei servizi essenziali nelle aree interne destinando così risorse e strumenti  esclusivamente alle aree metropolitane ed ai grossi centri urbani, con la inevitabile conseguenza di disuguaglianze sociali e di trattamento per cittadini sulla base di un mero criterio di collocazione territoriale.

Tutto ciò  determina un allargamento del divario tra  le condizione di vita,  per i servizi offerti alla gente e per le possibilità di occupazione: un 15 per cento del territorio complessivo occupato dalle aree metropolitane e costiere completamente congestionate e saccheggiate dall’abusivismo edilizio e un 85 per cento ormai  desertificato e mortificato nelle sue possibilità di sviluppo.

Questa ingiustizia può essere interrotta facendo comprendere in tutte le sedi Istituzionali che l’intera Campania può continuare a vivere solo riequilibrando questi territori rendendoli tutti  vivibili in egual modo.

Un Patto in cui da un lato i magistrati, gli avvocati, il personale amministrativo e tutti gli operatori del settore  si impegnano a continuare a fornire ai cittadini un servizio giustizia efficiente e di qualità,  dall’altro tutti i 28 Comuni del Circondario si impegnano a contribuire al mantenimento del Palazzo di Giustizia, in tal modo alcun vantaggio ne deriverebbe allo Stato da un eventuale  accorpamento ad altro ufficio giudiziario.

Un Patto  con la gente per una giustizia, non calata dall’alto, che tenga conto del particolare tessuto economico ed imprenditoriale, delle specifiche caratteristiche storiche, paesaggistiche ed ambientali del territorio favorendo così la sua tutela, valorizzazione e sviluppo.

Il Patto è  l’espressione di un’alleanza tra tutti gli operatori del settore ed i cittadini per un comune obbiettivo : fornire una giustizia umana, efficiente che punti sull’innovazione organizzativa, sull’informatizzazione dei servizi, sulla digitalizzazione ed archiviazione dei dati, sull’ottimizzazione delle risorse, sì da costituire un’importante risorsa per il territorio.

Un Patto per una giustizia non distante dal cittadino, non accentrata in mega strutture in cui le istanze di legalità  diventino solo numeri e pratiche da definire ma in grado di conoscere  approfonditamente le necessità  della popolazione ed i suoi  specifici bisogni e, nel contempo, di fornire servizi adeguati alle caratteristiche del territorio.

La  Provincia di Avellino, infatti, si estende su un territorio per gran parte montuoso di circa 2800 kmq., che oltre al capoluogo comprende ben 118 comuni. Di questi centri  ben 111 non superano i diecimila abitanti e sono quindi piccoli comuni.

Con regio decreto del novembre 1861,  ovvero da  ben 150 anni,  furono assegnati alla circoscrizione di Sant’Angelo dei Lombardi oltre 1300 kmq., area  che risultava baricentrica  a tutta una serie di territori vastissimi su cui amministrare la giustizia che, originariamente, comprendevano ben 36 comuni tra cui Monteleone, Anzano, Accadia, Rocchetta San Antonio, Orsara.   Ben otto di questi comuni, nella prima metà del Novecento, furono trasferiti dalla provincia di Avellino a quella di Foggia e furono inclusi in  quest’ultimo Circondario.

Nel predetto decreto istitutivo  la popolazione del circondario di S. Angelo L. risulta  pari a 117852 abitanti, di poco inferiore a quelle del circondario di Avellino, Campobasso e Reggio e superiore a quelle di Palmi, Rossano e Larino, prima che un’emigrazione (ancora purtroppo perdurante) dissanguasse le aree interne.

L’area storicamente denominata Alta Irpinia ha delle specificità  che vanno tutelate e valorizzate  con bellissimi boschi e splendide vallate ed attraversata da importanti fiumi come l’Ofanto, il Sele, l’Ufita e comprende numerosi ed armoniosi centri arroccati intorno ad un castello e ad una chiesa, rinomati centri turistici e religiosi, numerosi importanti insediamenti industriali.

Questo vastissimo territorio che si protende sino alla Puglia e la Basillicata, con  risorse vitali come l’acqua, di cui usufruiscono sette milioni di abitanti ubicati in tre regioni,  con prodotti unici, come la qualità dei vini e  delle castagne, ha un’enorme patrimonio ambientale e paesaggistico sostanzialmente intatto che deve essere  tutelato perché di importanza  strategica per il futuro dell’intero Mezzogiorno.

Ed a presidio  di questo territorio “assetato di giustizia”,  con  tali rilevanti specificità storiche, economiche e culturali,  i Grandi dell’Unità d’Italia ritennero opportuno porre una Procura ed un Tribunale.

Sopprimere il Circondario di Sant’Angelo dei Lombardi significa disgregare e confondere queste peculiarità e rendere più difficile la tutela e la valorizzazione del territorio  compromettendo così il futuro  di numerosi piccoli paesi  già duramente colpiti da un secolo e mezzo di emigrazione e da terremoti distruttivi.

Dove si amministra la giustizia è  un luogo oltre che di confronto, di riconoscimento reciproco che non  può non adattarsi alle diverse realtà  in cui opera. E questo è possibile solo con una “giustizia di prossimità” perché diritti solo formalmente enunciati vengano realmente tutelati per comunità situate in località montuose molto distanti da Avellino.

Diverse, infatti, sono le esigenze di giustizia di una comunità a seconda che  si tratti di una popolosa area metropolitana o di un vasto  territorio  montuoso pari a 1200 kmq. costituito da  numerosi paesi ubicati in aree molto distanti tra loro e scarsamente collegate al capoluogo di provincia.

Omologare tutto, in una sorta di globalizzazione della giustizia, significa svilire queste specifiche esigenze e impedire ai suoi operatori di potersi effettivamente rapportare alla specifica realtà economica, sociale e culturale esistente.

La giustizia non è un prodotto commerciale, ma un valore da tutelare  perché comprende  il tessuto sociale in cui si opera per preservane la sua  identità e le sue specifiche peculiarità.

L’Alta Irpinia chiede che ricominci  a spirare il vento della giustizia  verso le aree interne del Mezzogiorno, e che ad un progressivo abbandono di tutti i servizi quasi esclusivamente indirizzati verso le aree metropolitane (ormai completamente intasate e saccheggiate da illegali colate di cemento) segua un progetto complessivo di rilancio di questi bellissimi territori.

La vera fabbrica dell’identità dell’Irpinia sono da sempre stati questi piccoli paesi, che costituiscono principale fonte di elaborazione culturale che ha consentito a queste comunità nel corso dei secoli di costruire il loro futuro.

Per l’Irpinia risulta particolarmente valida l’affermazione del Ministro Minghetti  espressa nel progetto di legge del 1861 sulla circoscrizione provinciale e comunale “intorno alla città,  quasi intorno al nucleo di cristallizzazione, poco a poco si agglomerarono i comuni minori e rurali, e strinsero vincoli che non si possono né disgregare, né confondere con altri.”

Le peculiarità  espresse dall’ intera Alta Irpinia, che non si possono nè confondere nè disgregare, costituiscono quel reticolo di valori sociali e culturali intessuto dalle popolazioni di questi luoghi nel corso dei secoli e  che ha  consentito a queste comunità di esprimere, in tutti i campi,  l’intellighenzia  protagonista indiscussa del proscenio nazionale. Un mondo ben espresso da Francesco De Sanctis nel suo Viaggio Elettorale nei paesi irpini che va difeso perché è stato il principale  centro di  elaborazione di idee ed  idonea  fucina  di  personalità che,  dal mondo della politica a quello della cultura, hanno segnato la nostra epoca.

Mantenere un Palazzo di Giustizia in Alta Irpinia significa continuare a dare un futuro alle aree interne. Un Tribunale ha un senso se intorno esistono delle comunità che vogliono  continuare a vivere ed a svilupparsi. Non è un un caso che gran parte degli uffici giudiziari, di cui si discute la soppressione, sono nelle aree interne  tra cui: Sulmona, Avezzano, Lanciano, Castrovillari e Vallo della Lucania.

Abolire i Tribunali nelle aree interne toglierebbe definitivamente ogni ulteriore possibilità di sviluppo a questi territori.  Se la giustizia è indiscutibilmente  una risorsa, lo Stato non può sottrarre a questi territori una delle fondamentali precondizioni per il loro sviluppo.

In particolare, la Procura ed il Tribunale di Sant’Angelo sono stati sinora non solo una diga per contrastare la crescente invasione delle organizzazioni criminali presenti nel territorio campano e pugliese ma hanno consentito alle popolazioni locali di ottenere rapidamente giustizia. E questi servizi sono irrinunciabili soprattutto per comunità ubicate in luoghi impervi, in località molto distanti tra loro e prive di adeguati collegamenti pubblici.

Una  svolta verso l’efficienza del sistema è stata già operata dal Governo Monti nel dicembre ultimo attraverso la previsione dell’accorpamento delle sei sedi dei Giudici di Pace presenti nel Circondario di Sant’Angelo  ed il mantenimento solo di quella presso la sua sede principale.  Ciò consentirà di ridurre gli uffici giudiziari da 1250 a  solamente 165 quante sono le sedi dei tribunali con le relative procure circondariali a seguito della soppressione di n. 674 Giudici di Pace su 846..

Non avrebbe, pertanto, alcun senso eliminare una delle strutture ritenute dallo stesso Ministero della Giustizia tra le più efficienti ed informatizzate in Italia, al punto da far partire, per la Campania, dalla Procura della Repubblica di Sant’Angelo dei Lombardi nel corso degli ultimi anni tutti i suoi principali progetti di modernizzazione della giustizia: dalle Best Practices al sistema Pass, dalla realizzazione di un’innovativo ed interattivo sito Web al Progetto Straordinario per la Digitalizzazione ed archiviazione dei dati processuali.

Non si comprenderebbero i motivi per cui occorre accorpare un Palazzo di Giustizia come quello di Sant’Angelo  unanimemente ritenuto il più moderno  e produttivo  esistente in Irpinia  ad uno, come quello di Avellino già insufficiente ad ospitare gli operatori ivi addetti, determinando così la paralisi della giustizia per l’intera provincia di Avellino.

Ben più conforme ad una logica di sviluppo di questi territori sarebbe un progetto di modifica che preveda l’ampliamento di questo circondario ad esso accorpando diversi altri comuni, tra cui i sette originariamente ricompresi nel disegno del 1865, e che nella prima metà del secolo scorso furono trasferiti nella provincia di Foggia.

Infatti, il circondario di Foggia è particolarmente esteso e con numerose, popolose cittadine in cui sono presenti rilevanti organizzazioni criminali sicché il prospettato accorpamento migliorerebbe la funzionalità  del servizio giustizia in tutta quella fascia di territorio situata tra Campania, Puglia e Basillicata. Inoltre, potrebbero essere accorpati altri comuni delle vicine Circoscrizioni di Salerno quali: Castelnuovo di Conza, Santomenna e Laviano, di Potenza come: Pescopagano e Rapone, e di Avellino come Volturara, Montemarano e Castelvetere. Tutti i predetti comuni risultano topograficamente  vicini e ben collegati a S.Angelo L. tanto che le rispettive popolazioni già usufruiscono di alcuni suoi servizi, come quello scolastico presso gli Istituti Superiori esistenti.

Siamo certi che il Ministro della Giustizia e gli organismi competenti terranno in adeguata considerazione le circostanze che il Circondario di S. Angelo L. risulta :

1) all’interno di una vasta area montuosa estesa circa 1200 kmq., con ben 28 comuni ed  un rilevante patrimonio ambientale e paesaggistico  da tutelare e per questo sottoposto a specifici vincoli dalla legge ( ad es. Parco Naturale dei Picentini);

2) con un circondario vicino alle province di Napoli, Foggia e Potenza dove è  rilevante la presenza di organizzazioni criminali e mafiose;

3) con importanti insediamenti industriali ubicati in Calitri, Conza della Campania, Calaggio ( Lacedonia ), Nusco- Lioni- Sant’Angelo dei Lombardi, Morra de Sanctis e Calabritto;

4) con un Palazzo di Giustizia moderno, funzionale ed altamente produttivo ed informatizzato

5) allargare il circondario di S.Angelo L. ad un’altra decina di comuni ricompresi nelle province di Foggia, Salerno, Potenza ed Avellino che avrebbero un servizio giustizia piu efficiente.  

6) impegno dei comuni del circondario di contribuire al manteminento delle spese di gestione del Palazzo di Giustizia sollevando, in tal modo, da ogni onere di spesa il Ministero della Giustizia

Un Patto, dunque, per la difesa della giustizia di prossimità. Perché la giustizia rappresenta il coraggio e la difesa dei più deboli. Perché  non c’e pace senza giustizia.Perché non si intende rinunciare alla tutela del bene comune.

Perché l’Alta Irpinia vuole continuare ad esistere.

Stati Generali dell’Alta Irpinia  / Pres. Consiglio dell’Ordine Avvocati Sant’Angelo L.

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PROSSIMI  APPUNTAMENTI :

venerdì 27 gennaio 2012 – ore 11 – Palazzo di Giustizia di Sant’Angelo dei Lombardi – CONFERENZA STAMPA 

sabato 4 febbraio 2012 –  ore 9 – Palazzo di Giustizia di Sant’Angelo dei Lombardi – MANIFESTAZIONE PUBBLICA  : Un Patto per la Giustizia in Alta Irpinia

Una Risposta

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  1. Spero di sbagliarmi, ma mi pare che il nocciolo di tutta questa discussione sia di proteggere il Palazzo di Giustizia di S. Angelo dei Lombardi e lo stato degli avvocati invece di aiutare l’economia dell’Alta Irpinia e dei suoi comuni, cosa che può e deve fare la politica.

    Avatar di Raffaele Ruberto

    Raffaele Ruberto

    21 gennaio 2012 at 16:47


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