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terre, paesaggi, piccoli paesi / il blog dei borghi dell'Appennino

Cairano segna l’anima per sempre


– di Emanuela Sica –
L’arroganza del sole non tocca tutte le strade.
I vicoli di Cairano si accendono con la frescura dei venti che soffiano dal nord. Pochi passi ed il giorno si avviluppa su se stesso, come un piccolo germoglio si chiude quando la sera prende il sopravvento. Negli occhi, nei sentieri rugosi dei volti che ho visto, ho aperto il cancello che mi separava dal luogo della memoria, dove il tempo sembra essersi fermato, accovacciandosi sopra una Rupe. Nelle prime pennellate del buio, appoggiata alle braccia solide di mio padre, le pietre chiamavano passi, mi invitavano a salire. Piccoli bottoni di luce chiara, calda, quasi un percorso stellare, davano il senso del passaggio verso un giardino notturno, un segreto da svelare. Semplice e sinuoso, si denudava un varco, ai lati delle case. Un varco di pensieri, costruito sui pilastri della memoria più bruciante e rigenerante. Quanti volti indagatori. Chi ero se lo saranno chiesti senza aver il coraggio di lanciare una domanda. Devo aver compiuto un viaggio nell’ignoto e nella sconosciuta piega di un territorio senza paura e piena di volontà, da questo ritorno carica, sovraffollata di speranza e consapevolezza.
No. Non mi ha vinto la solitudine delle case vuote, è la vita in quelle abitate che mi ha strappato un sorriso arioso, celebrativo.
Per favore, tacciano, per una volta sola, le malelingue. Stasera protagonista è un paese intero e non un uomo solo. Sottoposto ai venti ed alla luce, come una palla di cristallo leggermente scheggiata eppure piena di magia, si materializza un luogo antico e salvifico per le anime che cercano speranze da condividere.
Mi spiace, non ho preso appunti. Non avevo né carta né penna, i miei occhi hanno fatto quello che un pennello avrebbe destinato all’estro istintivo di un pittore, il cuore ha registrato le emozioni senza interrompere il suo moto.
Nella mente ho ancora impressa la Rupe, i visitatori che si affacciava a guardare l’infinito ed immenso paesaggio sottostante.
Quante voci mi hanno cullato con i loro suoni polifonici. Voci straniere e dialetti conosciuti, simbiosi di paesi lontani eppure vicini.
Dalla visuale più alta, il campanile osserva i tetti delle case come farebbe qualsiasi padre con i suoi figli. Qualcuno chiude improvvisamente una finestra ed un’anziana donna, seduta per terra, mi saluta come se mi conoscesse da sempre. Nei suoi immensi occhi, in quelle caverne nere e luccicanti, ho scorto la pressione di un sogno o un miraggio senza tempo. Qualcuno che arrivi a togliere la ragnatela della solitudine dalle sue membra stanche.
Mi scuote il pensiero di entrare, un giorno, in un corpo simile a quello. La melodia di una canzone, appena intonata, mette a tacere il pensiero frettolosamente. Pochi passi più avanti e l’aria fruga nelle narici, stimola la percezione. L’odore di cibo si spande come un serpente di vapore, lasciando una traccia olfattiva a tratti densa eppur evanescente, quasi un percorso ideale.
Cairano è un viaggio ed un ritorno a quei sogni che mai si vorrebbero cancellare. Tra quelle mura e quelle strade spezzate da repentini saliscendi, anche gli insetti sembrano ebbri di miele e di vita. Vorrei prendere questo momento e farne cemento per le mie paure, raccogliere i frutti degli alberi che qualcuno lascia marcire. Potrei rimanere qui per sempre senza mangiare, senza bere, la visione basterebbe a riempire lo stomaco. In lontananza boschi, acqua, strade smussate dalle intemperie. Pianissimo, filtra il suono di rumori lenti e ombrosi, sotto un cielo che osserva quante formiche operose lavorano e non si fermano. Cairano si ama a prima vista, è una freccia che segna l’anima per sempre, anche chi ne ha pochissima o chi pensa di non averne.
Quello che ho visto mi basta per dire: non siamo un regno di morti, le vite che rimangono possono espandersi a tal punto da riempire i posti mancanti di quelli che se ne sono andati, per dovere, per volontà o solo perché hanno semplicemente perso la via del ritorno per rincorrere qualcosa che assomiglia tanto al nulla.

Written by emisi75

5 agosto 2011 a 23:23

Una Risposta

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  1. Grazie emanuela per la tua presenza ieri sera e per il tuo impegno a favore dei piccoli paesi dell’irpinia tra cui Cairano. Ti aspettiamo anche questa sera, tra poco avrà inizio la presentazione della nuova guida dell’associazione Mesali, grandi cuochi d’irpinia. Seguirà la degustazione e la serata con musica popolare.

    Avatar di pro loco cairano

    pro loco cairano

    6 agosto 2011 at 14:29


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