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“E’ complicato fare un acquario da una zuppa di pesce” riflessioni di un sindacalista al Goleto.

Gianni Marino al Goleto, 23 6 2012

“E’ complicato fare un acquario da una zuppa di pesce” riflessioni di un sindacalista al Goleto. 

La mattina di sabato  23 giugno, percorrendo la vecchia via Appia, curve dolci  e controcurve sinuose, zigzagando  in una campagna  dagli  intensi  colori giallo-verdi,  fresca  del  fieno appena  raccolto, me ne andavo  al Goleto (  da mezzo secolo ne ammiro anche le ombre delle pietre) per  partecipare, come sindacalista della CGIL,  al convegno ispirato dall’arch. Angelo Verderosa,   ripensando  ad un piccolo e stravagante  libro: zoo o lettere non d’amore.  Il  grande formalista russo Victor Sklovskij racconta di un uomo che ama una donna, vuole scriverle lettere d’amore, ma la donna glielo vieta. Allora l’uomo disperato  scrive “lettere non d’amore”. Senza accorgersene, però,  come per magia,  l’uomo trasforma ogni argomento, dal più semplice al più complicato, in lettere di un  discorso amoroso. Istintivamente, accostavo questo  libro (nei libri tutto è possibile) al luogo che stavo raggiungendo. Con la  sensazione che la stessa  cosa capita a chi frequenta quell’abbazia, un  luogo irriducibile al turismo-culturale da cartolina. Un vecchio contadino mi raccontava che una volta  la forza  dei Ruderi  era tale  che ogni anno durante   la notte di San Giovanni migliaia di  lucciole (prima della loro scomparsa)  convenivano da tutta la piana dell’Ofanto al Goleto per i loro comizi d’amore.Una interminabile ed estenuante “woodstock zoologica”.  Ogni  luogo carico di “storia  fascinosa” – come lo è  il Goleto –  si  offre sempre con semplicità: ogni incontro – casuale o intenzionale che sia –   fra persone instaura nuove relazioni, suscita nuove emozioni,  ispira nuove geografie. Devo riconoscere, nonostante un’ iniziale dose di  scetticismo, che quella mattina  la scontata e prevedibile routine di ogni convegno si è miracolosamente dissolta forse per merito dell’abile e fantasiosa  regia artistica del “maestro di cerimonia” Dario Bavaro.

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