teatro-danza al Goleto
Dedo me lacrimis
performance sul pianto della Madonna di Jacopone da Todi.
Donna del paradiso,
lo tuo figliolo è priso,
Jesu Cristo beato.
Con questi versi inizia la Lauda di Jacopone da Todi intitolata Pianto della Madonna, una delle pagine più intense della letteratura sacra Medioevale la cui particolarità sta proprio nella struggente umanizzazione dei personaggi sacri, in particolare del dramma della Madre.
O figlio, figlio, figlio!
figlio, amoroso giglio,
figlio, chi dà consiglio
al cor mio angustiato ?
In molte tradizioni della nostra regione le processioni del venerdì santo sono vestite di nero e la stessa statua della Madonna Addolorata è in nero.
Nella nostra rappresentazione della passione saranno tre i personaggi vestiti in nero: la madre (l’attrice), il figlio (il danzatore), l’angelo (il musico). Personaggi dal presente, umani e quotidiani.
La mater Dolorosa di Jacopone in abiti non iconografici, ma in nero, rappresenta anche una qualunque madre a lutto che, pur avendo fede nell’eternità dell’anima, non può accettare la separazione dal corpo del figlio.
Figlio, occhi giocondi,
figlio, co’ non respondi ?
figlio, perché t’ascondi
dal petto o’ se’ lattato?
Ma il figlio sa che è giunto il momento, deve danzare la sua danza di morte, vuole seguire, per quanto doloroso, il destino per cui è prescelto, le lacrime della madre lo struggono ma non possono trattenerlo.
Mamma, o’ sei venuta?
mortal me dài feruta,
ché ‘l tuo pianger me stuta,
ché ‘l veggio sì afferrato.
Sarà una musica celestiale, un dolce canto a rendere sopportabile questa separazione, un angelo musicante lenirà per quanto possibile il dolore, e aiuterà a ricomporre questo dramma trasfondendolo su di un piano mistico, assoluto.
Con
Mattia Doto (coreografie),
Riccardo Veno (musiche),
Antonella Monetti (regia, voce recitante).

