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Unione dei Comuni, come si organizzano nel Monferrato

Unioni o convenzioni: il disegno di legge della Regione Piemonte per i Comuni

Monferrato.it  / Torino | 16/12/2011 — È stato approvato dalla Giunta regionale il disegno di legge sulla riorganizzazione degli enti locali. Per i soli fini dell’esercizio associato delle funzioni comunali, la Regione Piemonte individua tre aree territoriali omogenee, alle quali appartengono i Comuni: area montana, area collinare, area di pianura e classifica i 1206 Comuni piemontesi sulla base della ripartizione in zone omogenee di montagna, collina e pianura realizzata dall’Istat.
I requisiti di aggregazione sono: l’appartenenza alla medesima area omogenea, l’appartenenza alla medesima Provincia, il rispetto dei limiti minimi geografici di 3mila abitanti per l’area montana e collinare e 5mila abitanti per l’area di pianura. Per l’esercizio in forma associata della funzione socio-assistenziale sono previsti limiti minimi più ampi: 15mila abitanti per l’area montana e collinare, 20mila per l’area di pianura. È previsto che la Regione possa concedere deroghe su richiesta motivata dei sindaci.

Cosa succede sotto ai mille?
Rispetto all’art. 16 del Decreto legge 138/2011, che prevede per i Comuni sotto i 1000 abitanti la gestione associata di tutte le funzioni, la Regione prevede una deroga per le cosiddette Unioni miste: il dispositivo prevede che, in caso di Unione con Comuni sopra i 1000 abitanti, il Comune inferiore ai 1000 non perda il proprio bilancio, in deroga al comma 4 dell’art. 16 della manovra di agosto.
«Un modo – spiega l’assessore agli enti Locali, Elena Maccanti – per consentire ai Comuni più piccoli di scegliere se esercitare le funzioni attraverso le Unioni o le Convenzioni sulla base dello strumento e non solo in base alla perdita del controllo della programmazione finanziaria, previsto dall’Unione e non dalla Convenzione. È questo anche un modo per mantenere in vita Unioni esistenti che funzionano bene e per aiutare la trasformazione delle Comunità Montane in Unioni, magari più piccole e omogenee territorialmente. La decisione di non fare ricorso alla Corte Costituzionale avverso l’art.16 nasceva proprio dalla scelta, che la Regione ha fatto, di utilizzare il disegno di legge regionale per adattare la normativa nazionale alla realtà piemontese. Abbiamo deciso di ribaltare il tavolo senza attendere passivamente una sentenza che arriverà fuori tempo massimo rispetto agli obblighi che i Comuni hanno».

Il sistema delle autonomie
Secondo la Elena Maccanti, il disegno di legge è «una grande opportunità: questo provvedimento costituisce il primo strumento normativo per il riassetto dei livelli di governo del sistema delle autonomie locali, nel rispetto delle specificità del nostro territorio. È un testo elaborato anche grazie al confronto con i territori e con le associazioni degli Enti Locali, che oggi vuole aprirsi al contributo del Consiglio delle autonomie Locali e del Consiglio regionale».
Sulla questione interviene Gianfranco Bergoglio, sindaco di Balzola e presidente dell’Unione Tra Sture e Po che comprende oltre al suo Comune anche Morano, Pontestura e Villanova (Coniolo proprio nelle scorse settimane ha deciso di abbandonare l’ente).
«È chiaro che con le nuove indicazioni della Regione la nostra Unione potrebbe tranquillamente sopravvivere in quanto con i quattro Comuni superiamo abbondantemente i 5000 abitanti. Se Pontestura, invece, decide di formare un’aggregazione con altri Comuni, vedi Coniolo e Camino, allora si va sotto i 5000. Ma l’Unione “Tra Sture e Po” sarebbe comunque salva in quanto, nella nostra zona dell’Oltrepo, i Comuni di pianura, contigui e della stessa Provincia, sono solo tre e per forza di cose l’Unione potrebbe non essere toccata».

Gestire i servizi insieme
Ma come sono i rapporti tra i vostri Comuni? «Anche qui bisogna fare un ragionamento generale. Ogni Comune adesso ha un proprio bilancio che dispone a proprio piacimento. Lo Stato invece ci obbliga a mettere insieme servizi e anche bilanci: per i primi stiamo facendo passi in avanti, per i secondi è un argomento delicato che deve essere visto sia alla luce delle nostre disponibilità sia a quanto decideranno Stato e Regione in futuro. Quindi per questo è ancora presto per discuterne approfonditamente».
Quali passi avete fatto in avanti? «Come Unione “Tra Sture e Po” abbiamo già messo in comune i servizi relativi ai Vigili e al socio-assistenziale dove figura, tra i vari capitoli, la gestione dei cimiteri, questione non di poco conto nei nostri paesi. Il prossimo anno metteremo insieme altri servizi come prevede la legge».

Pier Luigi Buscaiolo